martedì 29 novembre 2016

ADAM, YOUSSEF E MALAK I NOMI PIÙ DIFFUSI TRA I FIGLI DEGLI IMMIGRATI IN ITALIA

Roma – 29 novembre 2016 – Di straniero tra un po’ avranno solo il passaporto e forse neanche quello se il Parlamento si deciderà finalmente a cambiare la legge sulla cittadinanza. Intanto, le bambine e i bambini nati in Italia da genitori immigrati hanno spesso nomi uguali a quelli dei figli degli italiani.
È l’Istat  a certificarlo nel suo report su “Natalità e fecondità della popolazione residente” pubblicato ieri, che tra le altre cose sottolinea come ormai anche gli stranieri in Italia fanno meno figli.
Per il secondo anno consecutivo, si registra una flessione tra i nati con almeno un genitore straniero: quasi 101 mila nel 2015, pari al 20,7% del totale dei nati a livello medio nazionale (circa il 29% nel Nord e solo l’8% nel Mezzogiorno). In calo anche i nati da genitori entrambi stranieri, che nel 2015 scendono a 72.096 (quasi 3 mila in meno rispetto al 2014). In leggera flessione anche la loro quota sul totale delle nascite (pari al 14,8%). Rimane comunque alto il contributo dell’immigrazione alla (scarsa) natalità in Italia, come dimostra il tasso di fecondità totale. Tra le italiane è fermo a 1,27 figli per donna, tra le straniere arriva a 1,94.
Tornando ai nomi, l’ Istat dice che i nomi più di moda tra i neonati italiani sono Francesco e Sofia. I bambini stranieri nati in Italia si chiamano invece più spesso Adam, Youssef, Rayan, ma anche Matteo, Alessandro, Davide e Mattia. Per le bambine il primato spetta a Sara, seguita da Sofia, Aurora e Malak. Nella classifica, che raccoglie nomi che arrivano spesso da culture molto lontane tra loro, c’è una variabilità molto alta. I primi trenta nomi maschili e femminili coprono poco più del 14% del totale dei nomi dei nati stranieri, mentre tra gli italiani bastano i primi quindici nomi per superare il 30% 
Le preferenze dei genitori stranieri si differenziano a seconda della cittadinanza. La tendenza a scegliere per i propri figli un nome diffuso nel paese ospitante piuttosto che uno tradizionale è spiccata per la comunità cinese. I bambini cinesi iscritti in anagrafe per nascita si chiamano Kimi, Kevin, Matteo, ma anche Federico, Luca e Andrea; il nome più frequente scelto per le bambine è Emily, seguito da Sofia, Angela e Elena. Un comportamento opposto si riscontra per i genitori del Marocco, che raramente scelgono per i loro figli nomi non legati alle tradizioni del loro Paese d’origine.

I genitori rumeni e albanesi, infine, prediligono tanto nomi molto diffusi in Italia quanto nomi più tipici della comunità di appartenenza. Cosi è frequente che i bambini rumeni si chiamino Matteo o Luca, ma anche David, Alexandru o Gabriel. Per le bambine i nomi prevalenti sono Sofia, Maria, Giulia e Alessia Maria. I bambini albanesi si chiamano prevalentemente Kevin e Noel, ma anche Andrea, Gabriel e Mattia; le bambine, Aurora, Noemi, Amelia, Emily e Melissa.


Stranieri in Italia

L’intervista rilasciata dal Re Mohammed VI del Marocco durante la sua visita a Madagascar

Rabat – Il Re Mohammed VI del Marocco ha rilasciato una intervista durante la sua visita in Madagascar nel quadro di un tour in Africa. Di seguito il testo integrale dell’intervista pubblicata sabato 26 novembre 2016 da diversi media locali:
“D: Maestà, grazie per averci ricevuti. Si trova in Madagascar, nel quadro di un tour in Africa. Cosa le ispirano queste visite nei Paesi africani?
R: In primo luogo, vorrei rendere omaggio ai Miei fratelli africani e al nostro Continente. Ogni visita in Africa è per me l’occasione di restare in contatto con le popolazioni africane che ammiro e rispetto, esse mi hanno insegnato la vera ricchezza, quella del cuore.
Il Marocco e l’Africa sono una cosa sola. Separarli sarebbe uno sradicamento, un errore. Con le mie visite in Africa o attraverso i progetti da avviare, non intendo dare lezioni; propongo invece di condividere le nostre esperienze.
Certo, le sfide che dobbiamo raccogliere in Africa sono grandi. Ma le donne, gli uomini e i bambini che incontro durante le mie visite mi danno la forza di continuare. Tutti mi rendono orgoglioso di essere Africano, di essere, come mi ha qualificato S.E. il Presidente della Repubblica, “un figlio del Paese”.
D: È appena tornato da Antsirabe ove ha assistito a una serie di cerimonie e si è recato in luoghi dove ha vissuto la Famiglia reale. Come è andata la visita?
R: La mia visita, questo mercoledì, è stata molto emozionante. Mio nonno e la Famiglia reale hanno vissuto due anni ad Antsirabe. Contrariamente a quanto accade di solito in esilio, i Miei hanno conservato bei ricordi di questo soggiorno forzato e hanno mantenuto un forte legame con il Madagascar, in particolare con Antsirabe.
È per questo che ho tenuto a visitare la città e ho deciso di avviare progetti per la sua popolazione: intendo creare un Centro di formazione professionale nel settore del turismo e delle costruzioni e edificare un Ospedale materno-infantile, in cui, tra le altre cose, sia assicurata la formazione del personale medico.
A questo proposito, desidero eliminare ogni ambiguità: le voci secondo cui questi progetti dovrebbero beneficiare solo alla comunità musulmana sono totalmente false. Questi progetti sono, chiaramente, destinati a tutta la popolazione. Il Re del Marocco è Comandante dei Fedeli, dei credenti di tutte le religioni.
Il popolo malgascio è un popolo aperto, un popolo dal cuore puro. Il mio Paese, il Marocco, non fa alcun proselitismo, non cerca in alcun modo di imporre l’Islam. Nello Stato del Marocco l’Islam è moderato, tollerante.
Ho incontrato l’Imam della moschea di Mohammed V a Antsirabe, egli ha già visitato il Marocco e beneficiato di una formazione presso “L’Istituto Mohammed VI di Formazione degli Imam Morchidine e Morchidate”; è un centro in cui un numero crescente di partecipanti, provenienti da diversi Paesi, aspira ad essere accolto.
D: In quale modo Sua Maestà intende promuovere il partenariato tra il Marocco e il Madagascar?
R: Prima di questo viaggio altamente simbolico a Antsirabe, ho presieduto ad Antananarivo, con S.E. il Presidente, la Cerimonia di Firma, nel corso della quale sono stati stabiliti numerosi accordi di cooperazione: essi concretizzano la volontà dello Stato marocchino di dare una mano al governo malgascio e migliorare le condizioni di vita della sua popolazione; questo è il significato dei progetti di costruzione di infrastrutture sociali e di sviluppo economico.
Il Madagascar dispone di risorse innegabili per avere successo. Il Marocco è disposto ad accompagnarlo nei suoi dipartimenti ministeriali, nelle sue imprese pubbliche e del settore privato.
Io promuoverei, in particolare, il settore privato marocchino nell’intraprendere progetti in Madagascar, nel quadro di una cooperazione tra pari con il suo omologo malgascio.
Al momento della Conferenza di Parigi, farò una Visita a Abuja. Vigilerò, cionondimeno, che il Marocco sia presente a Parigi: un’importante delegazione sosterrà i progetti infrastrutturali in Madagascar e rappresentanti del governo e del settore privato parteciperanno attivamente ai lavori.
Come faccio ovunque, in Marocco e altrove, seguirò personalmente l’attuazione di tutte queste azioni.
Tornerò, dunque, in Madagascar.
D: E per quanto riguarda il continente africano, Sua Maestà?
R: Il modello di cooperazione che vogliamo realizzare qui è simile a quelli che abbiamo sviluppato in molti altri Paesi africani.
Infatti, intendo instaurare una cooperazione Sud-Sud forte e solidale, tra i molti Paesi del continente africano.
Come ho già detto nel mio discorso ad Abidjan, nel febbraio 2014, “L’Africa deve fidarsi dell’Africa”. Nell’ambito di una cooperazione senza complessi, potremo, tutti assieme, costruire il futuro.
Il Marocco ha progetti in vari Paesi africani. Noi diamo e condividiamo, senza arroganza, né senso di colonizzazione. Esorto le imprese marocchine a ricorrere agli uffici di consulenza e alla mano d’opera che sono sul posto.
E’ per concretizzare questo modello di cooperazione inter-africana che mi sposto spesso nel continente, questo continente dove mi sento bene. Appezzo in particolar modo le dimostrazioni di gentilezza e di affetto manifestate dalle popolazioni.
Porto nel cuore una fierezza sempre più forte rispetto al fatto di essere Africano. Mi sento fortemente legato a questo continente.
D: Tutto questo rientra nel quadro del  ritorno del Marocco nell’Unione africana?
R: So che la presenza marocchina in Africa e in particolare il tour che sto effettuando in questo momento non è gradito ad alcuni.
Tuttavia, tutti sono d’accordo sul fatto che non abbiamo aspettato l’annuncio del ritorno del Marocco nell’UA per agire e investire in Africa.
Tutti i Paesi, amici di vecchia data o nuovi, in particolare in Africa orientale, sono unanimi nel sostenere la reintegrazione del Marocco nell’UA.
Ho preso l’iniziativa di queste visite, senza condizioni preliminari. Mi rallegro delle reazioni favorevoli, positive, che hanno espresso i miei ospiti. Rivolgo loro i miei ringraziamenti e la mia riconoscenza.”


lunedì 28 novembre 2016

Marocco ha garantito la sicurezza del vertice della Francofonia a Madagascar

Durante il vertice della Francofonia  nei 26 e 27 novembre ad Antananarivo, la sicurezza, era la questione di tutti. Il Marocco è venuto alla riscossa dei responsabili della sicurezza malgascia. Infatti, nella notte di mercoledì scorso, un cargo militare Marocchino ha scaricato materiale sofisticato per garantire la sicurezza allo svolgimento di quest'appuntamento internazionale. Si tratta di scanner di alta tecnologica.
Il materiale è stato installato nel Centro di conferenza internazionale d’Ivato, cuore nevralgico di questo vertice di Antananarivo. Alla fine di settimana, più di trenta capi di Stato e di governo hanno partecipato a questo vertice di Antananarivo.
La donazione di quest'attrezzi fa parte delle promesse del Regno marocchino nell'organizzazione di questo vertice della francofonia. Inoltre, Rabat aveva garantito la formazione degli agenti malgasci incaricati alla sicurezza ed al protocollo per questo vertice.
Tutto ciò si iscrive anche nel quadro del rafforzamento delle misure di sicurezza in questo centro di conferenza per affrontare le eventuali minacce terroristiche.
Questa donazione  entra nel quadro della dinamica di cooperazione Sud-Sud sostenuta dal Re Mohammed VI del Marocco nel Continente africano.
Tenuto conto dell'importanza che la grande isola africana accorda all'aspetto della sicurezza, una équipe tecnica e di sicurezza marocchina è arrivata venerdì nella capitale per portare sostegno ai servizi malgasci.
La scelta del Marocco, in seguito alla defezione dell'Algeria, si spiega con l'esperienza marocchina nella lotta antiterrorismo. Quest'esperienza è stata magnificata in occasione della COP22 a Marrakech di cui il successo ha permesso al Marocco di ricevere certificato di conformità alle norme ISO 20121.


giovedì 24 novembre 2016

Mohammed VI e Rajaonarimampianina avviano la costruzione di centro di formazione a Antsirabe

Antsirabe (Madagascar), 24/11/2106 – Il Re Mohammed VI accompagnato dal Principe Moulay Ismail e il Presidente della Repubblica del Madagascar Hery Rajaonarimampianina hanno avviato ieri a Antsirabe i lavori di costruzione dell'ospedale “Madre e bambino” e un complesso di formazione professionale e hanno visitato la mostra fotografica sul defunto Mohammed V il nonno dell’attuale Sovrano intitolata: “L'esilio di Sua Maestà il Re Mohammed V a Antsirabe”.
Questi progetti, di un investimento globale di 220 milioni di Dh, garantito dalla Fondazione Mohammed VI per lo Sviluppo Sostenibile, confermano la visione reale costante a favore di una cooperazione Sud-Sud forte, attiva e solidale.
L’Organizzazione senza scopo di lucro, Fondazione Mohammed VI per lo sviluppo sostenibile creata nel 2008 su iniziativa del sovrano conduce una ventina di iniziative in sette paesi in Senegal, Mali, Guinea Conakry, Guinea Bissau, Costa d'Avorio, Gabon e Madagascar, mette lo sviluppo umano nel centro della sua strategia d'azione, operando a favore della promozione dell'accesso alla sanità ed all'istruzione, dello sviluppo socioeconomico di questi paesi, e dell'elaborazione di programmi di lotta contro la povertà.
L'ospedale “Madre e Bambino” sarà realizzato entro marzo 2019 su una superficie di 50.000 m2 messa a disposizione dal comune d’Antsirabe, di costo di 160 milioni di Dh, fornirà prestazioni riguardanti trattamento di patologie delle madri, dei bambini e delle donne in gravidanze a rischio.
Mentre il centro di formazione professionale sarà realizzato entro ottobre 2018 su una superficie globale di 25.000 m2 messa a disposizione dal comune di Antsirabe, richiede un budget di 60 milioni di dh, di cui 10 milioni d'assistenza tecnica a carico dell'Ufficio della formazione professionale e della promozione del lavoro (OFPPT). Il Centro sarà capace d’accogliere 1000 tirocinanti nei settori edilizi e lavori pubblici e turismo e mira a soddisfare le necessità degli operatori economici in risorse umane qualificate, rafforzare la capacità di impiego dei giovani e promuovere il loro inserimento socio-professionale e ad accompagnare i grandi cantieri di sviluppo socioeconomici iniziati nel paese. Il centro sarà realizzato in partenariato con l’OFPPT, il ministero malgascio di lavoro e il comune di Antsirabe.
Nella stessa giornata i due capi di Stato hanno visitato nella stessa città, Hotel “Le terme” classificato patrimonio nazionale, dove soggiornava il defunto il Re Mohammed V e la famiglia reale durante il loro esilio forzato dal colonialismo francese nel 1954.  E hanno visitato la mostra fotografica intitolata “L'esilio di Sua Maestà il Re Mohammed V a Antsirabe” organizzata dall'associazione dei Marocchini ed amici del Marocco a Réunion. La mostra viene a completare i lavori di storici dedicati a questa parte della Storia del defunto Re in esilio. Secondo il concetto “di memoria condivisa”, la mostra presenta fotografie e testi della presenza di un grande leader del Marocco che ha vissuta il suo esilio nell'Oceano indiano. Le fonti iconografiche esposte permettono di valorizzare e riconoscere i legami tra la zona Sud-ovest dell'Oceano indiano e il Marocco.

Da ricordare che lunedì al palazzo presidenziale ad Antananarivo, i due capi di Stato avevano presieduto la cerimonia della firma di ventidue convenzioni ed accordi di cooperazione bilaterale. Tutto ciò nell’ambito dell’incessante politica marocchina volta a rafforzare il partenariato vantaggioso Sud-Sud.

martedì 22 novembre 2016

MOHAMMED VI IN AFRICA DELL’EST. FIRMATI VENTIDUE ACCORDI DI COOPERAZIONE BILATERALE TRA MADAGASCAR E MAROCCO

Dopo Etiopia e nella sua seconda tappa di visite ufficiali in Africa dell’Est il Re Mohammed VI del Marocco insieme con il Presidente di Madagascar, Hery Rajaonarimampianina, hanno presieduto, lunedì al palazzo presidenziale ad Antananarivo, la cerimonia della firma di ventidue convenzioni ed accordi di cooperazione bilaterale. Tutto ciò nell’ambito dell’incessante politica marocchina volta a rafforzare il partenariato vantaggioso Sud-Sud.
Hanno assistito alla cerimonia la delegazione ufficiale che accompagna il Re durante questa visita, il capo del governo malgascio, i presidenti del Senato e dell'Assemblea Nazionale, i membri del governo e gli operatori economici.
Sono convenzioni di spicco in vari settori finalizzate a dare un impulso al partenariato bilaterale e tra gli imprenditori di due paesi oltre al quadro giuridico della stessa cooperazione.
Quest'accordi riguardano la valorizzazione e la salvaguardia del canale di Pangalanes, l'agricoltura, le banche, l'amministrazione pubblica, la gioventù e lo sport, le imposte, le energie rinnovabili, l'istruzione e la formazione professionale, le consultazioni politiche, l’acqua, l’ambiente, la pesca.
In questa occasione, Said Zarrou, il presidente di Marchica MED, che ha firmato un memorandum d'intesa con la parte malgascia sul progetto di valorizzazione e di salvaguardia del canale del Pangalanes, ha sottolineato che “il Regno, grazie all'impulso di Sua Maestà il Re, ha accumulato, negli ultimi anni, una expertise nei settori dello sviluppo di progetti territoriali di grande portata aventi per obiettivo centrale il rispetto dell'Uomo e del suo ambiente”. In questo senso, ha precisato che la realizzazione del progetto di valorizzazione e di salvaguardia del canale del Pangalanes “sarà una nuova tappa nella Storia delle relazioni dei due paesi fratelli”.
Il canale di Bangalanes è un corso di acqua di circa 650 km, quattro volte più lungo del canale di Suez ed otto volte più lungo del canale di Panama. Il progetto riguarda la predisposizione degli strumenti di preservazione e di valorizzazione degli ecosistemi dei siti attraversati da questo ultimo. Mira anche ad instaurare una compattezza territoriale con l'identificazione e l'integrazione delle varie vocazioni dei siti sulle rive del canale di vari aspetti ecologici, agricoli, industriali, minieri, portuali, urbani, culturali e turistici.
Il Presidente malgascio Hery Rajaonarimampianina ha sottolineato al termine della cerimonia che “Si tratta della prima visita di Sua Maestà Re a Madagascar, che porta un forte carico simbolico”. Ringraziando il  Sovrano, ha detto che questa visita è tale da “consolidare le relazioni d'amicizia che esistono tra i due paesi ed i due popoli”. “È veramente con un grande piacere ed un grande onore ovviamente che tutto il popolo malgascio ed io stesso, abbiamo ricevuto Sua Maestà il Re Mohammed VI”, si è rallegrato. Infine, ha sottolineato che le discussioni che ha avuto con il Sovrano e gli accordi firmati sotto la presidenza dei due capi di Stato “promettono un futuro proficuo” di cooperazione bilaterale e tra gli operatori dei due paesi.
La vista del Re Mohammed VI in Madagascar s’inserisce nella seconda parte del suo tour in diversi paesi africani iniziato subito dopo la conclusione della COP22 a Marrakech il 17 novembre 2016.


agenpress

KICK-BOXING. LA GARA DEL SECOLO DI BADR HARI CONTRO RICO VERHOEVEN A SPORTELLI CHIUSI IN GERMANIA?

Non ci sono più posti per “la gara del secolo” tra Badr Hari e Rico Verhoeven. I due campioni si affronteranno il 10 dicembre prossimo al Konig-Pilsener-Arena ad Oberhausen, in Germania.
Secondo gli organizzatori della gara, i 12.000 posti sono stati venduti, di cui 10.000 agli olandesi. Il numero di marocchini presenti all'evento resta sconosciuto, ma secondo l'organizzatore, sarebbe un migliaio.
Rico Verhoeven aveva sfidato Badr Hari nell'aprile scorso in occasione di un programma televisivo, sfida che il campione marocchino aveva immediatamente deciso di raccogliere. Verhoeven è campione del mondo di alto peso dal 2013, ma sa che per essere considerato come “il migliore”, deve inizialmente battere “la leggenda del kick-boxing”.
Non è sicuro che riesca! Badr Hari non ha perso nulla della sua forza e della sua rapidità. Il campione marocchino si addestra duramente da molti mesi per il combattimento.

Dimabladi.net

ACCORDO ETIOPIA-MAROCCO PER UNA GIGANTESCA FABBRICA DI FERTILIZZANTI

Vale più di tre miliardi di euro il progetto industriale per la produzione di fertilizzanti annunciato durante la  visita in Etiopia del re del Marocco, Mohammed VI.
L’iniziativa presentata dal sovrano  e dal primo ministro etiope Haile Mariam Dessalegn prevede la costruzione nell’Est dell’Etiopia, a Dire Dawa, di un vasto complesso per la trasformazione di potassa, di cui l’Etiopia possiede importanti riserve.
Il principale investitore nel progetto è l’Office chériffien des phosphates, o gruppo OCP, una compagnia privata che fa arte dei maggiori esportatori di fosfati, di acido fosforico e di fertilizzanti nel mondo. Il suo partner diretto sarà il ministero dell’Industria di Addis Abeba.
Secondo un comunicato pubblicato dall’OCP, la prima fase del progetto prevede l’investimento di 2,27 miliardi di euro per realizzare un impianto  – il Dire Dawa Fertilizer Complex – in grado di produrre 2,5 milioni di tonnellate di fertilizzanti all’anno, entro il 2022. Una seconda fase prevede un investimento aggiuntivo di 1,23 miliardi di euro per aumentare la capacità totale e raggiungere una produzione di 3,8 milioni di tonnellate entro il 2025.
L’obiettivo, oltre ad essere un partenariato proficuo per entrambe le parti, è di rendere l’Etiopia autosufficiente e di poter usufruire della sua rete di collegamenti verso i Paesi vicini, e in particolare della nuova ferrovia, per esportare.
La visita di Mohammed VI in Etiopia aveva un volano politico e diplomatico molto importante, legato alla domanda di reintegro del Marocco in seno all’Unione Africana, che sarà nel suo prossimo vertice ad Addis Abeba il prossimo gennaio.
Il mega progetto per la fabbrica di fertilizzanti è il più importante tra una serie di progetti siglati  durante la visita  del sovrano in Etiopia.

domenica 20 novembre 2016

Etiopia e Marocco determinati per la lotta al terrorismo (comunicato congiunto)

Si è conclusa, ieri, la prima visita ufficiale del Re Mohammed VI del Marocco in Etiopia che ha permesso di dare un nuovo slancio alle relazioni bilaterale con basi importanti per un partenariato variegato proficuo e per i due paesi. Si tratta della seconda parte del tour del Sovrano in Africa orientale per effettuare visite ufficiali in diversi paesi africani.
Infatti, Mohammed VI ed il Presidente della Repubblica Federale Democratica dell'Etiopia, Mulatu Teshome  hanno presieduto, sabato al palazzo nazionale ad Addis Abeba, la cerimonia della firma di sette convenzioni ed accordi bilaterali per rafforzare il partenariato Sud-Sud. Quest'accordi costituiscono un quadro giuridico arricchito ed operativo coprono diversi settori come i servizi aerei, la cooperazione in materia fiscale, la protezione degli investimenti, l'agricoltura e le energie rinnovabili.
In occasione di questa visita, un comunicato congiunto è stato reso pubblico in cui si nota che: il Primo Ministro Ethiopien, Hailé Mariam Dessalegn, e il Re Mohammed VI, hanno avuto colloqui approfonditi e proficui su diverse questioni d'interesse comune per i due paesi.
I due dirigenti ricordano la creazione della Commissione ministeriale congiunta per il coordinamento ed il controllo dell'attuazione della cooperazione tra i due paesi, ed hanno dato direttive ed orientamenti per intensificare maggiormente le relazioni e la cooperazione tra i due paesi esplorando nuovi settori dove le due parti possono stabilire una cooperazione reciprocamente benefica.
Nello stesso comunicato congiunto, il Primo Ministro etiopico, Hailé Mariam Dessalegn ha espresso “l'impegno fermo dell'Etiopia per la realizzazione totale dei valori e principi dell'Unione africana”, che ribadisce il sostegno del suo paese “alla decisione del Marocco di raggiungere l'Unione africana fin dal prossimo vertice dell’UA” a gennaio 2017.
Il Re Mohammed VI ha salutato il ruolo fondamentale svolto dall'Etiopia nel quadro dell'Autorità Intergovernativa per lo Sviluppo (IGAD) ed il suo impegno a favore della pace, della stabilità e dell'integrazione nella regione ed in Africa nell'insieme e ha salutato la recente apertura dell'ambasciata dell'Etiopia a Rabat.
Dalla sua parte, Hailé Mariam Dessalegn ha elogiato l'impegno ed il contributo del Marocco a favore della pace, la stabilità e lo sviluppo dell'Africa, si è congratulato con Mohammed VI per la sua visione riguardante il rafforzamento della cooperazione Sud-Sud e panafricana ed ha salutato la sua azione per garantire la prosperità del capitale umano dell'Africa.
Le due parti hanno scambiato le vedute sulle questioni regionali, politiche e della sicurezza attuali in varie regioni in Africa. A questo proposito, si sono convenuti che gli Stati devono privilegiare la risoluzione dei conflitti con mezzi pacifici e hanno salutato il contributo dei caschi blu marocchini ed etiopici alle operazioni di mantenimento della pace e della stabilità ed il loro ruolo nel continente.
I due dirigenti hanno ribadito il loro impegno a favore della promozione dello sviluppo sostenibile e la lotta contro il cambiamento climatico. In questo senso, Haile Mariam Dessalegn ha reso omaggio alla leadership del Regno del Marocco che ospita la COP22 e alla sua difesa delle cause africane in occasione di quest'evento importante.
È stato ribadito loro impegno fermo a combattere il terrorismo in tutte le sue forme e aspetti e a coordinare nell'ambito dei forum regionali ed internazionali per difendere e consolidare la stabilità regionale, prevenire e contenere i conflitti armati, e promuovere la cultura della tolleranza e della coesistenza pacifica, aggiunge il comunicato congiunto.
Uno degli eventi importanti di questa visita di Stato è stato la firma della convenzione relativa all’istituzione della piattaforma integrata per la produzione di concime in Etiopia con un investimento globale di 3,5 miliardi di dollari. Questo evento rispecchia la visione condivisa di cooperazione Sud-Sud di cui si impregnano le due parti affinché le risorse naturali africane siano orientate in modo da servire lo sviluppo dell'Africa e la prosperità condivisa.
Inoltre, una riunione congiunta degli uomini d’affari marocco-etiopici ha avuto luogo in margine della visita per esplorare le opportunità d’affari e d'investimento tra i due paesi. In questa occasione, un memorandum d'intesa per la cooperazione è stato firmato tra le Camere di Commercio dei due paesi.
Dopo Etiopia, il Re Mohammed VI è arrivato in Madagascar come seconda tappa, poi seguirà le visite in altri paesi.



venerdì 18 novembre 2016

Re Mohammed VI inizia la seconda parte del tour africano per visite ufficiali. Etiopia è la prima tappa

Rabat 18 novembre 2016 - Il Re Mohammed VI è partito ieri in Etiopia nell’ambito della seconda parte del suo tour di in Africa orientale per effettuare visite ufficiali in diversi paesi africani.
Il Re è accompagnato durante questa visita da una delegazione ufficiale composta in particolare dai consiglieri del sovrano, Fouad Ali El Himma e Yasser Zenagui, il ministro degli Esteri e della Cooperazione, Salaheddine Mezouar, il ministro del Habous e degli Affari Islamici, Ahmed Toufiq, il ministro dell'Economia e delle Finanze, Mohamed Boussaid, il ministro dell'Agricoltura e della Pesca marittima, Aziz Akhannouch, ed il ministro delegato presso il ministro degli Esteri e la Cooperazione, Nasser Bourita, oltre a molte altre personalità civili e militari.

Durante la prima parte del tour reale in Ruanda e Tanzania sono state firmate diverse convenzioni di cooperazione bilaterale.

giovedì 17 novembre 2016

COP22. Marocco difende interessi vitali africani

Marrakech - 17 novembre 2016 - Il Re Mohammed VI ha presieduto, mercoledì al palazzo dei congressi a Marrakech, la cerimonia d'apertura “del Vertice Africano dell'Azione”, organizzato in margine della COP22, nel quale hanno partecipato capi di stato, di governo e di delegazioni di 50 paesi africani, oltre alla partecipazione di rappresentanti del Consiglio di cooperazione dei paesi del golfo, dell'ONU, degli Stati Uniti, della Francia, dell'Unione africana (UA), della Banca mondiale (BM) e della Banca africana dello sviluppo (BAD), in conformità alla volontà marocchina anche di trasformare la COP22 in una conferenza da Africa e per Africa. Questo vertice è un'occasione per i paesi africani di mettere a punto una visione comune per difendere le rivendicazioni del continente, in particolare per quanto riguarda il finanziamento ed il trasferimento tecnologico.
In questa occasione il Sovrano ha sottolineato che il Marocco che è attore impegnato nel consolidamento della sicurezza e della stabilità regionali, è determinato a difendere gli interessi vitali dell'Africa con i suoi paesi fratelli e, presto, nell'Unione africana.
Dopo aver segnalato che l'Africa costituisce un concentrato di tutte le vulnerabilità, il sovrano ha proposto di disegnare un'Africa resiliente ai cambiamenti climatici, un'Africa che si impegna risolutamente sulla via dello sviluppo sostenibile. il sovrano ha messo tuttavia l'accento sull'importanza per il continente africano di esprimersi unanimemente, che esige giustizia climatica e mobilizzazione dei mezzi necessari, che emetta proposte concertate, in materia di lotta contro i cambiamenti climatici.
Mohammed VI ha evidenziato che in Africa sono già 10 milioni di profughi climatici. All'orizzonte 2020, quasi 60 milioni di persone saranno spostate a causa della penuria dell'acqua, ma non è stato intrapreso nulla in questo ambito. “La riserva immensa d'acqua potabile, che costituiva precedentemente il lago Ciad, ha già perso il 94% della sua superficie, ed è stata minacciata di drenaggio definitivo”. Poi 4 milioni di ettari di foreste, siano due volte più che la media mondiale, si vedono scomparire ogni anno in Africa. Mentre l'agricoltura che impiega il 60% della manodopera africana, “i nostri raccolti sono fortemente perturbati, e la nostra sicurezza alimentare molto minacciata”, ha sollevato il sovrano. “L’aumento delle temperature, il deregolamento delle stagioni, la siccità a ripetizione rendono povera la biodiversità di nostro continente, distruggono suoi ecosistemi e ipotecano suo progresso, sua sicurezza, sua stabilità” ha seguito il Re. Questi sballamenti influiscono fortemente sullo sviluppo africano e minacciano gravemente i diritti elementari di numerose decine di milioni d’africani.
In questo quadro, il Re ha proposto di designare una Africa resiliente ai cambiamenti climatici, “una Africa che s’impegna risolutamente sulla via dello sviluppo duraturo”. È un'Africa, che utilizzerà le sue risorse, in modo ottimale, rispettando gli equilibri ambientali e sociali; È un'Africa che agirà in previsione di uno sviluppo incluso, in accordo con ciò che fa la sua identità: la cultura di condivisione, d'equità e di solidarietà, ha sottolineato.
Forte del suo programma ambizioso nel settore delle energie rinnovabili, il Regno mette il suo "know-how" a disposizione dei suoi partner tramite una rete africana di competenza climatica del “Centro di Competenze in Cambiamenti Climatici” basato in Marocco. Il Marocco si mobilita anche per la realizzazione dell'iniziativa “Triplo A” ovvero “Adattamento dell'Agricoltura Africana” dispositivo innovativo che favorisce l'adozione ed il finanziamento di soluzioni, destinate alla produttività ed alla sicurezza alimentare.
Dopo avere notato che il Marocco ha iscritto il finanziamento come priorità del COP22, il sovrano ha segnalato che il Regno incoraggia l'implicazione dei fondi sovrani, per sviluppare le infrastrutture verdi in Africa. “Agire da noi stessi e per noi stessi è un imperativo. Associare i nostri partner strategici è ormai una necessità” ha detto.
Infine, le richieste emerse dall’evento Africa Day si sono concentrate su una velocissima attuazione degli accordi presi nell’ambito della Conferenza sul clima di Parigi (Cop 21) e la piena attuazione degli impegni presi dal gruppo dei G7 sul finanziamento di progetti energetici in Africa.


mercoledì 16 novembre 2016

Capo del Polisario indagato per crimini contro l’umanità. Deve presentarsi sabato 19 novembre davanti al giudice in Spagna

Il capo del fronte Polisario Brahim Ghali ha rinunciato di recarsi in Spagna nel fine prossima settimana dove doveva assistere ad una riunione organizzata da associazioni che sostengono Polisario, secondo una fonte ben informata nei campi di Tindouf in Algeria, che attribuisce questa decisione dell'ultimo minuto alle azioni giudiziarie incorse in Spagna dal capo del movimento separatista sostenuto dall'Algeria.   
Fino all'ultimo minuto, il capo del Polisario aveva nutrito la speranza non di essere preoccupato in Spagna, ma la decisione di martedì dell'Udienza Nazionale, ripresa dalla maggior parte dei media spagnoli, compresa la RTVE (radio televisione spagnola), ha sepolto le sue ultime speranze. Infatti, la più alta giurisdizione penale della Spagna ha deciso martedì la riapertura di azioni penali per “genocidio e crimini contro l'umanità” nei confronti di Barhim Ghali. Quindi è stato citato di presentarsi dinanzi al tribunale il 19 novembre come imputato.
è indagato insieme ad altri membri del Polisario per “crimini contro l'umanità, torture, genocidio e sequestro” nel quadro delle indagini aperte dopo una denuncia depositata nel 2007.

Il giudice dell'Udienza Nazionale, Jose di Mata, ha preso conoscenza dell'intenzione di Brahim Ghali di recarsi in Spagna per partecipare ad una conferenza dell’EUCOCO prevista nei giorni 18 e il 19 novembre a Vilanova vicino a Barcellona. E ha immediatamente indirizzato un'ordinanza alla polizia spagnola per identificare il capo dei separatisti. 

Clima. Mohammed VI esorta i delegati internazionali alla COP22 di “tradurre loro impegni in azioni”

Marrakech 16 nov. 16 – All’occasione della 22isema Conferenza delle Parti alla Convenzione - quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP22 iniziata il 7 novembre a Marrakech, il Re Mohammed VI del Marocco ha sottolineato, ieri, dinanzi alle molte delegazioni internazionali, l'importanza “di operare per l'unificazione dell'istruzione alle questioni ambientali”.
Il monarca ha sottolineato anche l'importanza di “sensibilizzare” le giovani generazioni, spiegando che il Marocco “dedicherà i suoi sforzi, durante il suo mandato, e le risorse finanziarie disponibili durante questo breve periodo”, per riempire questa missione “difficile e nobile”. L'impegno, quindi, è quello di prendere a mano la problematica dei cambiamenti climatici attraverso l'applicazione dell'accordo di Parigi, che traduce la nostra volontà comune di rafforzare la solidarietà intergenerazionale”, ha detto.
Mohammed VI ha dichiarato che la COP22 di Marrakech è soprattutto quella della “verità e della chiarezza”, indicando che il popolo marocchino e le altre nazioni dovevano prendere la loro responsabilità “dinanzi a Dio e la Storia, e dinanzi (nostri) ai popoli”. E ha esortato i delegati a “tradurre i loro impegni in azioni” e ha aggiunto: “il nostro dovere comune lavorare mano nella mano per proteggere l'umanità”.
Rivolgendosi alle varie delegazioni ed in particolare al segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki moon, il Re ha tenuto ad interrogare i paesi più ricchi sul sostegno da portare ai paesi più colpiti dalla crisi ambientale: “Le nostre conferenze ed i nostri accordi avranno un senso se lasciamo le categorie più vulnerabili, laggiù nelle isole insulari minacciate di sparizione e nei campi confrontati al rischio della desertificazione in Africa, in Asia ed in America latina, di fronte al loro destino pesante dei pericoli?”
Per Mohammed VI, “l'era coloniale è passata, come la logica che consiste ad imporre le decisioni”. E la posta in gioco reale di questa conferenza e della presa in considerazione i problemi ambientali è “l'esistenza dell'Uomo, che esige da noi di operare insieme per proteggerla”.
Infine, il monarca ha previsto che il costo dell'attesa e l'inadempimento all'imperativo di affrontare il cambiamento climatico ed i suoi effetti, avranno conseguenze gravi, che mettono in pericolo la sicurezza e la stabilità e che inducono l'estensione dei focolari di tensione e delle crisi attraverso il mondo.
Alla Conferenza Onu sul Clima di Marrakech Cop22 (7 – 18 novembre) partecipano delegati di 196 paesi firmatari dell'Accordo.




giovedì 10 novembre 2016

VISITA DEL RE MOHAMMED VI A DAKAR. FIRMATI ACCORDI DI COOPERAZIONE ECONOMICA E SOCIALE TRA SENEGAL E MAROCCO

Diamniadio (Senegal) 10 nov. 16 – Il Re del Marocco Mohammed VI e il Presidente della Repubblica del Senegal Macky Sall hanno presieduto, mercoledì al Centro Internazionale di Conferenze Abdou Diouf di Diamniadio (nei pressi di Dakar), la cerimonia di presentazione dei lavori del gruppo d'Impulso Economico (gruppi di interesse economico) marocco-senegalese.
All'inizio di questa cerimonia, il ministro degli Esteri e Senegalesi dell'Estero, Mankeur Ndiaye, ha presentato nella sua qualità di copresidente del Gruppo d'Impulso Economico maroco-senegalese, la portata dei lavori di una riunione dei membri del gruppo, tenuta martedì a Dakar, e dedicata in particolare alla preparazione di quattro importanti accordi di partenariato che le due parti hanno deciso di firmare.
Si tratta di una convenzione di partenariato relativa alle azioni comuni di promozione e di sviluppo turistico tra l'Ufficio Nazionale Marocchino del Turismo e l'Agenzia Senegalese di Promozione Turistica, di una convenzione riguardante la creazione di un salone dell'economia sociale e solidale e dell'artigianato, di condivisione delle buone pratiche dell’INDH marocchina e del Programma di Emergenza di Sviluppo Comunitario senegalese (PUDC).
Le due parti hanno anche deciso di firmare una convenzione di partenariato per la creazione in Senegal di un centro di competenze informatica ed un protocollo di accordo per la creazione di una joint-venture tra il gruppo logistico stradale marocchino “La Voie Express” e la società senegalese “Tex Courrier”.
Il presidente del Consiglio Nazionale del Patronato del Senegal, Baidy Agne ha, successivamente, sottolineato che questa riunione di controllo dei lavori dei gruppi di interesse economico testimonia la qualità eccezionale delle relazioni tra Senegal e Marocco, oltre alla nuova dinamica di cooperazione economica e di partenariato di affari che i due paesi vogliono promuovere.
Baidy Agne ha ribadito l'impegno dei membri dei gruppi di interesse economico da operare a favore di un partenariato reciprocamente fruttuoso tra il settore privato dei due paesi e costruire una certa convergenza d'interesse tra le due parti.
Da parte sua la presidente della Confederazione Generale delle Imprese del Marocco, Miriem Bensalah Cheqroun, ha ribadito la ferma intenzione dei membri dei gruppi di interesse economico di andare avanti per la realizzazione degli obiettivi del gruppo, cioè la moltiplicazione degli investimenti, l'emergenza di soggetti economici regionali fortemente creatori di posti di lavoro e l'incoraggiamento dell'integrazione economica regionale.
Di conseguenza, Bensalah ha aggiunto  che tali gruppi hanno elaborato nove raccomandazioni pertinenti sul miglioramento della gestione del gruppo, la predisposizione di una borsa di trasporto e della logistica, la convergenza delle norme, lo sviluppo dei flussi turistici, la reciprocità dei flussi d'investimento, la promozione del capitale umano locale, il rafforzamento dell'economia sociale, il miglioramento dell'accesso all'informazione finanziaria, e la firma di un accordo commerciale tra il Marocco e la Comunità Economica degli Stati dell'Africa dell'Ovest (CEDEAO).
Creato durante la visita del Re Mohammed VI nel maggio 2015 a Dakar, il Gruppo d'Impulso Economico Marocco-senegalese è una struttura volta a dinamizzare la cooperazione economica, favorire la co-emergenza, promuovere il partenariato tra i settori privati dei due paesi e garantire il seguito di realizzazione degli accordi e pubblico-privato tra i due paesi.

La creazione di questa struttura interviene nel quadro delle alte istruzioni di Mohammed VI per consolidare le relazioni con il Senegal, un paese fratello con il quale il Regno estende una cooperazione proficua e multiforme.  Si iscrive anche nella visione dei due capi di stato, Mohammed VI e il Macky Sall nel fare cooperazione bilaterale un modello in Africa. 

mercoledì 9 novembre 2016

Continua la visita di lavoro e di amicizia del Re Mohammed VI in Senegal. Firmate convenzioni fruttuose

Dakar – 09 novembre 2016 - Nel suo terzo giorno della visita ufficiale di lavoro e d’amicizia in Senegal, il Re Mohammed VI del Marocco, accompagnato dal Presidente della Repubblica del Senegal, Macky Sall ha proceduto, martedì, all'ospedale principale di Dakar, alla distribuzione di donazione di medicine al Consiglio Nazionale Senegalese di lotta contro l'AIDS.
È una iniziativa che si iscrive nell'ambito della cooperazione attiva, multiforme e densa che lega il Regno del Marocco e la Repubblica del Senegal. Testimonia, infatti, la volontà del Re nel contribuire al progresso ed alla prosperità del popolo senegalese fratello, al miglioramento delle condizioni di sanità e di vita delle popolazioni vulnerabili ed alla creazione delle condizioni necessarie alla realizzazione di uno sviluppo umano duraturo.
La donazione di 1,6 tonnellata di medicine per il trattamento delle malattie ed infezioni legate al Sida/VIH, offerta dalla Fondazione Mohammed VI per lo Sviluppo Sostenibile al Consiglio Nazionale Senegalese di Lotta contro l'AIDS, comprende medicine antivirali, antibiotici e antifungini.
Mentre nel Palazzo presidenziale a Dakar, Mohammed VI e Macky Sall hanno presieduto la cerimonia di lancio del progetto di un centro di formazione nel nuovo polo urbano di Diamniadio (Dakar) dedicato all’imprenditoria giovanile.
Secondo il Presidente delegato della Fondazione Mohammed VI per lo Sviluppo Sostenibile, Mostapha Terrab, il centro garantirà la formazione di 300 giovani all'anno all'imprenditoria ed accompagnerà un centinaio di giovani portatori di progetti per la creazione delle loro imprese. In programma anche, un modulo di formazione nei lavori del turismo, con una capacità iniziale di 100 studenti all'anno.
L’accordo è stato firmato dal ministro Senegalese della Formazione Professionale, dell'Apprendistato e dell'Artigianato, Mamadou Talla e da parte di Mostapha Terrab, Presidente delegato della Fondazione Mohammed VI per lo Sviluppo Sostenibile, e Larbi Bencheikh, Direttore generale dell'Ufficio della Formazione Professionale e della Promozione di lavoro (OFPPT).
La Priorità ai giovani in situazione difficile
Frutto di un partenariato tra i due paesi questo centro di formazione porterà beneficio ai giovani (18-35 anni) provenienti da ambienti svantaggiati ed in insuccesso scolastico, come pure ai vincitori di formazione professionale o di qualificazione, ha indicato Terrab.
Una Fondazione marocchina al servizio dello sviluppo sostenibile in Africa
Organizzazione senza scopo lucrativo, la Fondazione che mette lo sviluppo umano nel cuore della sua strategia d'azione, conduce una ventina di iniziative in sette paesi (Senegal, Mali, Guinea Conakry, Guinea Bissau, Costa d'Avorio, Gabon e Madagascar) ed opera a favore della promozione dell'accesso alla sanità ed all'istruzione, dello sviluppo socioeconomico di questi paesi, e dell'elaborazione di programmi di lotta contro la povertà, ha fatto sapere Terrab.
Nella sanità, Terrab ha citato come progetto inaugurale della fondazione, la costruzione e strutturazione clinica d'oftalmologia Mohammed VI di Dakar, aperta nel 2013, affermando che 16.000 consultazioni mediche e 800 operazioni oftalmologiche sono effettuate ogni anno nell'ambito di questa struttura ospedaliera che garantisce anche una formazione continua del personale medico.
La fondazione conta anche al suo attivo la costruzione e l'attrezzatura di una clinica perinatale a Bamako, di un ospedale “Madre e Bambino” a Conakry, ed un centro per i pazienti ospedalizzati (in progetto) in Ruanda, oltre alla donazione di medicine e d'attrezzatura biomedico a profitto delle autorità sanitarie del Senegal, della Costa d'Avorio, del Gabon e di Guinea-Bissau, ha detto.
Altre azioni intraprese nei settori dell'istruzione e della formazione, Terrab ha ricordato i progetti fari portati dalla fondazione, in particolare la costruzione e l'attrezzatura di centri di formazione professionale nei lavori del turismo, delle edilizie e lavori pubblici, della sanità, del trasporto e della logistica, e la costruzione di scuole primarie in molti paesi del continente.
In Senegal, Terrab ha parlato della costruzione di un punto di sbarco sistemato della pesca artigianale a Soumbedioune a Dakar, notando che questo progetto in corso, sarà pronto alla fine di 2017.



martedì 8 novembre 2016

Visita del Re Mohammed VI in Senegal. Cooperazione rafforzata tra Senegal e Marocco

Dakar, 08 novembre 2016 –
Dopo un discorso pronunciato domenica 6 novembre da Dakar la capitale senegalese in occasione del 41esimo anniversario della Marcia Verde, la visita ufficiale di lavoro e d'amicizia iniziata dal Re Mohammed VI continua questa lunedì 7 novembre con la firma di un partenariato per l'accompagnamento della piccola agricoltura e dell'ambiente rurale in Senegal.
Il Sovrano e il Presidente del Senegal Macky Sall hanno, infatti, presieduto la cerimonia della firma di due convenzioni.
La prima convenzione, relativa al finanziamento per l'accompagnamento della piccola agricoltura e dell'ambiente rurale in Senegal, è stata firmata, dalla parte dei Senegalesi, dal ministro dell'Economia, delle Finanze e della Pianificazione, Amadou Ba, ed il ministro dell'Agricoltura e dell'Infrastruttura Rurale, Pape Abdoulaye Seck. Dalla parte il marocchina, questa convenzione è stata firmata dai ministro dell'Agricoltura e della Pesca Marittima, Aziz Akhannouch, il Presidente delegato della Fondazione Mohammed VI per lo Sviluppo Sostenibile, Mostafa Terrab, il Presidente della Banca Centrale Popolare, Mohamed Benchaaboun, ed il Presidente del Credito Agricolo del Marocco Tariq Sijilmassi.
L'obiettivo principale di questa convenzione è lo sviluppo equilibrato ed incluso della piccola agricoltura e del mondo rurale attraverso la predisposizione di un dispositivo adeguato alle realtà dell'agricoltura familiare senegalese.
A tal fine è stata lanciata attraverso l'istituzione Atlantic Micro finance For Africa (AMIFA) un'iniziativa che riguarda un importo d'investimento di 3 milioni di euro per l'accompagnamento finanziario dei piccoli produttori agricoli e delle attività generatrici di redditi in ambiente rurale.
La seconda convenzione, invece, è un memorandum d'intesa in materia di definizione e d'attuazione di un piano di sistemazione del polpo tra il governo del Regno del Marocco ed il governo della Repubblica del Senegal. È stata firmata dai ministri senegalese e marocchino della Pesca e dell'Economia marittima, Oumar Gueye, ed Aziz Akhannouch.
Ai sensi di questa convenzione, la parte marocchina si impegna di fornire un appoggio nella valutazione di stoccaggio di polpo mediante il metodo geostatistica e la stima del potenziale fattibile tramite un modello ad hoc adeguato a questa risorsa. E si impegna con i senegalesi a rafforzare la definizione dalle modalità pratiche d'esecuzione del piano di sistemazione (quota, zone di pesca, tipo e caratteristiche delle macchine, periodo di riposo biologico, tipo e numero di navi autorizzate, soglia delle specie secondarie, specie vietate …).
All'inizio della cerimonia, il ministro dell'Agricoltura e della Pesca Marittima marocchino, Aziz Akhennouch, ha presentato ai due capi di Stato i contenuti di questo programma di partenariato sviluppato a beneficio delle comunità rurali senegalesi che usufruiranno delle competenze acquisite dal Marocco per lo sviluppo delle piccole imprese agricole, in particolare del Piano Marocco Verde. “Questo partenariato fa parte di una cooperazione agricola già attiva tra il Marocco e il Senegal, ha detto Akhannouch, notando che l'esperienza già acquisita in questo contesto e in numerosi settori esistenti, sia in termini di formazione che di trasferimento di tecnologie e di sostegno finanziario, garantiranno il successo di questo nuovo partenariato”.
Quest'accordi che consolidano un centinaio di altre convenzioni tra i due paesi in vari settori ed arricchiscono il quadro giuridico della cooperazione maroco-senegalese, si inseriscono negli orientamenti dei due capi di Stato per rafforzare il partenariato bilaterale e quello Sud-Sud solidale, attivo e proficuo.

Al termine di questa cerimonia, la ministra senegalese del Turismo e di Trasporti Aerei, Maimouna Ndoye Seck, ha letto un comunicato dei ministeri degli Affari Esteri del Regno del Marocco e della Repubblica del Senegal sull'accelerazione delle discussioni in previsione di un partenariato tra Royal Air Maroc ed Air Senegal. 

lunedì 7 novembre 2016

LA MARCIA VERDE E LA DIFESA DELL'UNITA' NAZIONALE DEL MAROCCO

All’alba del 6 novembre 1975, un corteo di 350.000 marocchini si ritrovo’ nel deserto sahariano per una marcia che durò diversi giorni. Il Sovrano Hassan II intendeva liberare il Sahara marocchino dalla presenza spagnola, come aveva promesso a suo padre, all’indomani dell’Indipendenza del Marocco. Un atto pacifico e civile che voleva dimostrare la piena sovranità di uno Stato su di una regione da sempre facente parte del Regno del Marocco.
Oggi il Marocco e il suo sovrano non solo correttamente si trovano a riaffermare i principi che portarono alla decisione pacifica del compianto Re Hassan II ma anzi attraverso un intelligente progetto di regionalizzazione vogliono fare dell’intero Regno un zona di sviluppo e progresso per tutta la regione del Nord Africa.
Oggi il Marocco grazie allo status di cooperazione avanzato riconosciuto con l’UE da un lato e con gli Stati Uniti d’America dall’altro è una Nazione destinata ad essere un ponte tra mediterraneo, Europa e America.
Sostenere il Marocco, vuole dire aprire una nuova pagina nella storia delle relazioni economiche, politiche e sociali dell’africa settentrionale, Europa e degli Stati Uniti d’America.
Per questo credo che la politica italiana debba seriamente riflettere sull’importanza dell’unità nazionale marocchina.
Difendere l’unità nazionale del Marocco, appoggiare nel suo progetto di “ammodernare nella tradizione” lo Stato marocchino significa appoggiare la Pace, il progresso e lo sviluppo non solo del popolo marocchino ma anche di tutta la regione.
L’Italia deve fare una chiara scelta di campo e dare il suo pieno appoggio a S. M. Mohamed VI incrementato la cooperazione internazionale, lo sviluppo economico di questo Paese e sostenere la piena sovranità nazionale nel Marocco nelle sedi internazionali.
Difendere l’unità nazionale del Marocco, vuole dire riaffermare i valori pacifici che furono alla base della “Marcia Verde”, difendere la stabilità di una Nazione, pacifica, aperta e pluralista.

 Dott. Marco Baratto

Incontri Culturali Franco Italiani/Associazione Culturale Euromediterranea