giovedì 30 novembre 2017

Africa - Europa: L’impegno panafricano del Re Mohammed VI salutato dal quinto vertice UA – UE. Storica convergenza tra Marocco ed i paesi dell’Africa meridionale

La partecipazione del Marocco attraverso il Re Mohammed VI ad un vertice tra l'Unione africana (UA) e l'Unione europea (UE) è stata salutata, mercoledì, ad Abidjan dal presidente della Guinea nonché presidente della Conferenza dei capi di Stato e di governo dell'Unione africana (UA), Alpha Condé e dal presidente della Commissione dell’UA, Moussa Faki. Il vertice ha conosciuto, inoltre, una storica convergenza tra Marocco ed i paesi dell’Africa meridionale.  
Alpha Condé si è rallegrato salutando l'impegno “panafricano” del Sovrano: “Ci rallegriamo e ci felicitiamo per la presenza di Sua Maestà il Re Mohammed VI” che “dimostra l'impegno panafricano del Sovrano e la sua fede nella dignità e l'unità dell'Africa”. “Ciò non ci stupisce affatto quando si conosce il ruolo svolto dal Marocco, sotto la condotta del defunto S.M. Mohammed V, nella creazione dell’Organizzazione dell'Unità Africana”, ha continuato il presidente dell’UA.
L'Africa ha conosciuto recentemente i suoi anni peggiori con la crisi in Sahel, delle crisi economiche ed il deterioramento degli indicatori macroeconomici oltre ad un contesto mondiale “che non ci ha aiutato per niente”, ha segnalato Condé, notando che su questo periodo, “abbiamo comunque fatto progressi su alcuni dossier”, si tratta di dedicarsi seriamente al tandem Istruzione - Formazione e l'espansione intellettuale e culturale dei giovani. Occorre altresì dare più importanza allo sviluppo del mondo rurale, alla riqualificazione delle infrastrutture ed alla promozione del settore energetico.
“L'Africa ha deciso di parlare di una stessa voce e la nostra integrazione economica rafforzerà la nostra credibilità, in relazione particolarmente alla realizzazione degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile, fra cui lo spirito in sintonia con l'ordine del giorno 2063 dell'Africa”, ha detto Condé.
Da parte sua, il presidente della Commissione dell’UA, Moussa Faki, ha affermato che “con il ritorno felice del Regno del Marocco, incarnato oggi dalla presenza di Sua Maestà il Re Mohammed VI, l'Africa ha trovato la sua totalità e la sua unità”. “Con questo ritorno, la coppia UA-UE riprende così il suo equilibrio, le sue forze ed un'altezza bi-continentale eccezionale”, si è rallegrata Moussa Faki.
Per Moussa Faki, l’UA e l'UE devono “elaborare un piano che traduce le nostre ambizioni nei fatti”, in una logica di partenariato che deve liberarsi dallo spirito di donatore -beneficiari, per stabilire una vera cooperazione reciprocamente proficua e disciplinata dai principi d'uguaglianza e di rispetto reciproco.
La stessa giornata ha conosciuto un riavvicinamento storico tra Marocco - Sudafrica, infatti, il Re Mohammed VI ha ricevuto il presidente della Repubblica di Sudafrica Jacob Zuma. Durante questo colloquio si potrebbe dire “caloroso e improntato di franchezza e delle buone intese” i due capi di Stato si sono messi d’accordo per lavorare insieme per progettarsi un futuro promettente sia per Marocco che per Sudafrica, questi due paesi sono di grande interesse nella stabilità politica e dello sviluppo economico in nord e sud del continente. Concordato anche il mantenere contatto diretto per avviare un partenariato economico e politico fruttuoso volto a costruire relazioni forti e stabili e superare la situazione che ha caratterizzato le relazioni bilaterali durante decenni: A questo proposito è stato deciso che il quadro della rappresentanza diplomatica sarà alzato con la nomina di ambasciatori di alto livello a Rabat e a Pretoria.

Oltre al colloquio con il presidente francese Emmanuel Macron, il Re marocchino ha ricevuto il Presidente della Repubblica di Angola, Joao Lourenço. In questa occasione, i due capi di Stato si sono rallegrati dell'apertura di una nuova era nelle relazioni bilaterali ed hanno deciso di aprire nuove prospettive di cooperazione in tutti i settori. Ottimisti del futuro delle relazioni bilaterali, i due capi di Stato hanno deciso di rafforzare, da un lato, il dialogo politico e, dall'altro, l'aumento della cooperazione economica multisettoriale e ciò, attraverso lo scambio del "know-how" e l'implicazione effettiva delle comunità degli affari dei due paesi. In questo contesto, il presidente angolano Joao Lourenço ha accettato l’invito del Re per effettuare una visita ufficiale in Marocco prima possibile.

martedì 28 novembre 2017

Cooperazione Sud-Sud forte e solidale: Inaugurato il Punto di Pesca “Mohammed VI” di Locodjro ad Abidjan

Nella sua visita di lavoro e di amicizia in Costa d’avorio il Mohammed VI del Marocco ha avuto, lunedì al palazzo presidenziale ad Abidjan, un colloquio  con il Presidente Alassane Ouattara. E nella stessa giornata il Sovrano marocchino accompagnato dai principi Moulay Rachid e Moulay Ismail, ed il Presidente Alassane Ouattara, ha inaugurato punto di sbarco di pesca di Locodjro denominato “Mohammed VI” (in comune di Attécoubé, Abidjan Nord), un progetto che conferma l'impegno costante del Sovrano marocchino a favore di una cooperazione Sud-Sud forte, attiva e solidale.
Con un budget di 30 milioni di dirham, questo punto di sbarco di pesca traduce la volontà del Sovrano di migliorare le condizioni di vita dei cittadini africani e lottare contro la povertà e la precarietà, e la sua determinazione ferma a promuovere la cooperazione e l'amicizia maroco-ivoriana, per farne un modello di partenariato. Si tratta di un polo di sviluppo socioeconomico con varie strutture dedicate all’ambiente, la pesca e alla manodopera, oltre ad una zona commerciale, un mercato della pesca, una fabbrica di ghiaccio, e vari magazzini di manutenzioni delle barche.
Cosi il progetto parteciperà alla riqualificazione del settore della pesca artigianale, attraverso l'organizzazione del settore e del relativo quadro professionale, la valorizzazione ed il miglioramento della qualità del prodotto, e la promozione delle condizioni di vita e di lavoro dei pescatori artigianali e delle loro famiglie.
Il progetto, frutto di un partenariato tra la Fondazione Mohammed VI per lo Sviluppo Sostenibile, il ministero marocchino dell'Agricoltura, della Pesca marittima, dello Sviluppo rurale, ed il governo ivoriano, traduce la volontà del Marocco di accompagnare lo sviluppo economico e sociale che conosce la Repubblica della Costa d'Avorio, nel quadro di un partenariato win-win. Illustra tuttavia la scelta marocchina di approfondire maggiormente questo tipo di partenariato attraverso la diversificazione e l'allargamento la cooperazione, come l'attuazione di strumenti innovatori che permettono al Regno di condividere con i paesi africani la competenza raggiunta in settori portatori di ricchezze e di lavoro.
Nel quadro dell'accompagnamento, il rafforzamento delle capacità degli operatori e della messa in servizio del punto di sbarco di pesca Mohammed VI di Locodjro, sono stati formati i personali di questo sito all'Istituto superiore della pesca marittima di Agadir in Marocco.
Nella stessa visita del Sovrano marocchino ha inaugurato ad Abidjan un centro di formazione professionale multisettoriale e ha avviato i lavori di costruzione di un collegio locale. Per il centro, Rabat ha investito 7 milioni di euro. Il progetto i cui lavori di costruzione sono stati avviati nel giugno 2015 ha lo scopo di fornire al settore dell'edilizia e dei lavori pubblici risorse umane qualificate per il turismo, l’alberghiera e la ristorazione.
Il Re Mohammed VI parteciperà anche ai lavori del quinto vertice Unione Africano - unione europea, che si terrà il 29 e il 30 novembre nella capitale economica ivoriana, Abidjan.


lunedì 27 novembre 2017

Cooperazione Marocco - Costa d’Avorio si rafforza con le visite del Re Mohammed VI

La visita di lavoro e di amicizia del Re Mohammed VI del Marocco in Costa d’Avorio iniziata domenica conferma l'impegno africano del Sovrano e costituisce una nuova prova della solidità e della profondità delle relazioni bilaterali trasformando l'asse Rabat - Abidjan in un modello di successo di cooperazione e di partenariato Sud-Sud promettente.
I due paesi, alleati da una lunga data, sono arrivati a mettere in moto una cooperazione reciprocamente vantaggiosa, animata dalla convergenza di vedute rispetto alle grandi questioni del Continente relative alla pace, la stabilità, lo sviluppo e l'integrazione economica.    
Dal 1962, anno in cui sono stabilite le relazioni diplomatiche tra la Costa d'Avorio ed il Regno del Marocco, la cooperazione bilaterale si è progredita annualmente prima di prendere, in questi ultimi anni, un versante notevole grazie alla volontà comune dei due capi di Stato, Re Mohammed VI ed il Presidente Assan Ouattara.
In modo concreto, sono firmati e attivi più di 140 accordi di cooperazione bilaterali tra Rabat e Abidjan, questo numero è in crescita con le visite del Re a Costa d'Avorio. Infatti, durante l'ultima visita del Sovrano di febbraio scorso, quattordici convenzioni di partenariato economico sono state firmate in occasione della presentazione dei lavori del Gruppo d'Impulso Economico Costa d'Avorio – Marocco. L'aspetto religioso era presente durante questa visita reale, una posa della prima pietra di una moschea che il Sovrano ha voluto offrire alla Comunità musulmana, testimonia suo interesse particolare che il Sovrano al miglioramento condizioni di compimento da parte dei musulmani del loro culto ed alla diffusione dei valori nobili e dei principi dell'Islam moderato.
Gli accordi non solo firmati e avviati ma anche monitorati ed è in questo quadro che il segretario di Stato presso il ministro marocchino degli Esteri e la Cooperazione Internazionale, Mounia Boucetta era nel luglio scorso ad Abidjan, su ordini reali, per fare il punto, con la parte ivoriana, sull'avanzamento dell'applicazione degli accordi di sviluppo convalidati durante le visite del Sovrano.
Le relazioni sono all’avanguardia, rinforzate da una solidarietà tangibile come illustra il sostegno dato al Marocco, per riprendere suo posta all’Unione Africana, dalla Costa d'Avorio accanto ad altri paesi del continente. Si aggiunge, inoltre, la posizione costante delle autorità di Abidjan a favore della questione dell’integrità territoriale marocchina e del Sahara Marocchino.
Nel quadro della solidarietà, il Marocco fu uno dei primi paesi nel mondo ad inviare un contingente di più di 700 soldati delle Forze Armate Reali (FAR) in Costa d'Avorio nel quadro della missione dell'ONU di mantenimento della pace.
In seguito all'attentato terroristico che ha colpito Grand Bassam nel marzo 2016, il Marocco è stato il primo paese a mandare, su istruzioni reali, un gruppo dell'Ufficio Centrale delle Indagini Giudiziarie (BCIJ) per aiutare i servizi ivoriani competenti nel lavoro d'indagine condotte su quest'atti terroristici.
Fondamentalmente, questa solidarietà attiva e tradizionale trova la sua storia nei legami millenari che collegano i due paesi dai tempi dei defunti il Re Hassan II e del Presidente, Felix Houphouet Boigny.
Ciò significa che per il Marocco e la Costa d'Avorio, la cui cooperazione può giustamente fungere da modello di cooperazione Sud-Sud, in questo quadro l'impegno è sempre rinnovato per operare insieme a favore di una Africa prosperosa e padrone del suo destino.
Il Re Mohammed VI parteciperà al vertice tra l’Unione africana e l’Unione europea che si terrà il 29 e 30 novembre nella capitale economica del paese africano, Abidjan.


martedì 21 novembre 2017

IL RE MOHAMMED VI DÀ ISTRUZIONI PER MISURE GIURIDICHE DI INQUADRARE L’ORGANIZZAZIONE DELLA BENEFICIENZA PUBBLICA IN MAROCCO

Un comunicato del ministero dell'Interno del Marocco ha annunciato ieri che in seguito alla calca drammatica verificata, domenica 19 novembre 2017, in occasione della distribuzione di aiuti alimentari in comune di Sidi Boulaalam, provincia di Essaouira, la Corte competente e l'Ispettorato Generale dell'Amministrazione Territoriale hanno avviato indagini.
Il ministero sottolinea che il Re Mohammed VI ha dato le sue alte istruzioni al Capo del governo, al Ministro dell’interno ed agli altri dipartimenti interessati affinché tutte le misure giuridiche necessarie siano adottate per inquadrare strettamente le operazioni di appello alla generosità pubblica e di distribuzione di aiuti alle popolazioni povere.
La cultura della divisione è radicata nelle tradizioni marocchine ancestrali ed è stata sempre molto presente nella società marocchina, sia al livello dello Stato, delle ONG o delle persone private. Le campagne mediche, la distribuzione dei doni, gli atti di condivisione e di solidarietà ne fanno regolarmente fede. Il paese vive il dinamismo di questo tessuto associativo abbondante e la sua azione di beneficienza è ben riconosciuta, stimata ed efficace.
Tuttavia, quest'azioni di beneficienza, non devono essere condotte senza un inquadramento solido che garantisce la sicurezza e la salvaguardia sia dei cittadini beneficiari che dei benefattori, precisa il ministero.
È per questo che il quadro giuridico regolamentare ordinato dal Sovrano è primordiale affinché sia preservata la tradizione millenaria di solidarietà e di condivisione e che sia garantita la sicurezza, nota la stessa fonte.
Inoltre, non occorre affatto mascherare i fatti, in queste circostanze drammatiche né rilanciare invocando le necessità delle persone bisognose o ampliandole a oltranza, solleva il ministero dell'interno.
D'altra parte e conformemente alle alte orientazioni del Re Mohammed VI relative al resoconto ed ai principi che devono disciplinare le relazioni tra l'amministrazione pubblica ed i cittadini, il Governatore della provincia di Essaouira sarà ascoltato dalla giustizia, nel quadro dell'inchiesta giudiziaria aperta dal tribunale competente, nel rispetto rigoroso dello Stato di diritto, conclude il comunicato.

Prima di questo comunicato lo stesso ministero aveva reso noto che almeno 15 persone sono morte e altre cinque sono rimaste ferite in modo grave per la calca durante la distribuzione di aiuti di beneficienza alimentare a Sidi Boulaalam spiegando che l'incidente è avvenuto durante il mercato settimanale.

giovedì 16 novembre 2017

La Principessa Lalla Hasnaa rappresenta il Re Mohammed VI alla cerimonia dell’apertura di COP23 a Bonn

La scelta del Marocco di ospitare la conferenza mondiale sul clima COP 22  l’anno scorso era legittimata alla luce dei suoi sforzi per proteggere l’ambiente e della lotta contro il riscaldamento climatico, salutati dalla Comunità internazionale, ciò indica che il Regno marocchino è all’avanguardia, non è per caso che, ieri, al segmento di alto livello della COP23 a Bonn ha partecipato la Principessa Lalla Hasnaa in rappresentanza del Re Mohammed VI alla cerimonia d'apertura di questo appuntamento mondiale. Il ruolo  decisivo del Marocco nella tutela ambientale è stato internazionalmente salutato un’altra volta a Bonn.
Mercoledì è stato un giorno cruciale della 23ima Conferenza delle Parti alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico, aperto il 6 novembre. La cerimonia d'apertura è stata preceduta da una riunione informale dei Capi di Stato e di governo, presieduta dal Segretario Generale dell'ONU, Antonio Guterres, alla quale ha preso parte la Principessa marocchina, conosciuta per il suo forte impegno a favore delle questioni ambientali. Una presenza che sottolinea il posto centrale che occupa la questione ambientale nella politica del Regno in Marocco, di cui il Re Mohammed VI è protagonista.
La giornata dedicata al segmento di alto livello segna l'entrata in gioco dei Capi di Stato che tenteranno di dare un nuovo impulso alla lotta contro il cambiamento climatico, davanti ai rapporti scientifici allarmanti sulla recrudescenza delle emissioni di gas a effetto serra.
La COP 23 che si tiene sotto la presidenza delle Isole Figi fino al 17 novembre, tenta di capitalizzare sullo spirito della COP22, tenuta l'anno scorso a Marrakech. Le Parti cercano, inoltre, di avanzare sulla operativa dell'Accordo di Parigi che mira a limitare l'aumento della temperatura planetaria sotto 2 gradi Celsius.
La cerimonia d'apertura è stata segnata dalle allocuzioni del Segretario generale delle Nazioni Unite, del Presidente della Repubblica federale di Germania, Frank Walter Steinmeier, del Primo Ministro di Figi che presiede la COP23, Frank Bainimarama e del Presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, Miroslav Lajcak che ha dato valutazione positiva alla leadership del Marocco in materia di azione sul clima nel quadro della sua presidenza della Cop22 di Marrakech, la prima dopo la conclusione dell’accordo di Parigi sul clima nel 2015. “Ringrazio il Marocco, che ha giocato un ruolo da capofila nell’azione sul clima nel quadro della sua presidenza della Cop22”, ha affermato Lajcak.

Iscrivendosi nella continuità dello spirito di Cop22 Marrakech, la presidenza delle Isole Fidji della COP23 mette come priorità la preservazione del consenso multilaterale raggiunto nel quadro dell'Accordo di Parigi per riduzioni sostanziali delle emissioni di carbonio, con l'ambizione di mantenere lo slancio attuale per l'attuazione dell'Accordo tramite una serie di azioni climatiche che richiede l'implicazione di tutti. L’obbiettivo è di ridurre la temperatura a 1,5 gradi Celsius.

mercoledì 15 novembre 2017

Qatar e Marocco condannano fotomontaggio del Re Mohammed VI con la scrittura: “Voi avete il mondo e noi abbiamo Tamim”

Una foto, largamente diffusa sulle reti sociali, mostra il Re Mohammed VI del Marocco che brandisce una sciarpa bianca con la scritta: “Voi avete il mondo e noi abbiamo Tamim”. La scrittura è supposta rivolgersi ai paesi che stabiliscono il blocco attorno a Qatar. Per verificare l'autenticità di questa foto, Yassir Zenagui, Consigliere di Mohammed VI che lo accompagna a Qatar chiarisce: “Si stupisce da quest'immagine, poiché si tratta di un'immagine e non di una fotografia. È un montaggio grottesco! Sono stato presente accanto alla Sua Maestà durante tutti i suoi spostamenti pubblici in occasione di questo viaggio, egli non ha mai tenuto o si è fotografato con una sciarpa”, afferma Zenagui.
Dalla sua parte, Cheikh Saif Bin Ahmed Bin Saif Al Thani, direttore della Comunicazione del governo di Qatar, ha deplorato la diffusione di tale fotomontaggio, spiegando che “quest'atto inaccettabile indica un tentativo di far fallire la visita di Mohammed VI a Qatar”. E ha aggiunto che “un'indagine sarà pressante per determinare la parte che ha provato ad indurre in errore l'opinione pubblica e di tentare di nuocere i simboli degli Stati”.
Cheikh Saif Bin Ahmed Bin Saif Al Thani ha evidenziato che la visita di Mohammed VI a Qatar è stata “da tutti i punti di vista un successo e che aveva contribuito ad approfondire e sviluppare le relazioni fraterne tra i due paesi”, Marocco e Qatar.
Con le dichiarazioni di Cheikh Saif Bin Ahmed Bin Saif Al Thani, appare che la diffusione di questo fotomontaggio è sottesa da tendenziosi che tentano a nuocere l'eccellenza delle relazioni del Marocco con alcuni paesi del Golfo.
Dall’inizio della crisi tra Qatar e Arabia Saudita e Emirati Arabi, il Marocco ha assunto una posizione costruttiva tra le due parti, tale posizione non è cambiata.
Il Re Mohammed VI è in vista ufficiale in Qatar da domenica 12 novembre.

lunedì 13 novembre 2017

Dopo Emirati Arabi Uniti il Re Mohammed VI del Marocco è arrivato in Qatar e incontra Tamim

S’è conclusa ieri la visita di lavoro e d'amicizia del Re Mohammed VI in Emirati Arabi Uniti, iniziata martedì scorso su invito del Cheikh Mohammed Ben Zayed Al-Nahyane, Principe Ereditario d’Abu Dhabi, Comandante supremo aggiunto delle Forze armate emirati.
Nel corso della sua visita, il Sovrano aveva partecipato, mercoledì, alla cerimonia d'apertura del museo “del Louvre Abu Dhabi”, insieme a Cheikh Mohammed Ben Zayed Al-Nahyane, Cheikh Mohamed Ben Rached Al Maktoum, vicepresidente dello Stato degli Emirati Arabi Uniti, Presidente del consiglio dei ministri, il Re di Bahrain Hamad Ben Issa Al Khalifa, il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron e la sua moglie Brigitte Macron, il Presidente della repubblica Islamica d'Afghanistan Mohammad Ashraf Ghani ed altri alti rappresentanti di molti paesi del Golfo.
In questa occasione, il Re ha offerto al Louvre di Abu Dhabi delle opere d’arte storiche del 19no secolo. La partecipazione del Sovrano a tale manifestazione illustra l'interesse particolare che presta il Sovrano alla promozione dell’arte e della cultura e la sua volontà ferma di democratizzarne l'accesso per farne veri vettori di sviluppo umano, sociale ed economico.
Sabato, è stato un colloquio tra il Re Mohammed VI e Cheikh Mohammed Ben Zayed Al-Nahyane, durante il quale il Sovrano ed il Principe ereditario di Abu Dhabi hanno scambiato le vedute sulle relazioni bilaterali eccellenti ed il partenariato strategico forte e multidimensionale che unisce i due paesi, e sui legami densi e perenni di fraternità tra i due popoli fratelli. In questo quadro, si è deciso di dare un nuovo slancio alla commissione bilaterale mista. Erano presenti, inoltre, molte questioni d'ordinamento regionale ed internazionale in questo colloquio.
Nella domenica, prima di recarsi in Qatar, il Re Mohammed VI ha visitato Wahat Al Karama (Oasi della Dignità), un luogo che rende un omaggio permanente ai soldati valorosi degli Emirati Arabi Uniti (EAU) che hanno sacrificato la loro vita servendo la loro Nazione.
Nel quadro della visita ufficiale che il Re Mohammed VI allo Stato di Qatar, su invito dell'Emiro Cheikh Tamim Ben Hamad Al Thani, il Sovrano ha avuto, ieri, al “Diwan Emiri” di Doha, un colloquio con l'Emiro di Qatar sull'eccellenza delle relazioni tra i due paesi e la volontà ferma dei due Capi di Stato di consolidare maggiormente la cooperazione in vari settori e hanno scambiato le vedute su argomenti d'interesse comune d'ordinamento regionale ed internazionale.
Erano presenti al colloquio della parte qatariota, il Vice Emiro di Qatar, Cheikh Abdellah Ben Hamad Al-Thani e il ministro degli Esteri Cheikh Mohamed Ben Abderrahman Al-Thani. Dalla parte marocchina erano presenti il consigliere del Re, Fouad Ali El Himma, il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Nasser Bourita ed il Direttore Generale degli Studi e della Documentazione, Mohamed Yassine Mansouri.
La cooperazione tra il Marocco e Qatar si è rafforzata ed approfondita attraverso una serie di convenzioni, di protocolli di accordo e di programmi esecutivi nei diversi settori sociale, culturale, sportivo, economico, giudiziario e militare e per l’appunto la visita del Re Mohammed VI a Doha ribadisce la determinazione del Marocco di costruire un processo continuo e crescente delle relazioni tra i due paesi.


domenica 12 novembre 2017

Si stringe il cerchio attorno ai 2 giornalisti francesi che ricattavano il Marocco: Saranno condannati

Si stringe il cerchio attorno i 2 giornalisti francesi che ricattavano il Marocco, cosi la più alta giurisdizione francese ovvero la Corte di Cassazione ha dato ragione al Marocco, venerdì, con una sentenza nel caso d'estorsione e ricatto nel quale sono responsabili due giornalisti francesi Eric Laurent e Catherine Graciet. La decisione della Corte di Cassazione non sarà più contestata.
Al termine dell'udienza, Patrice Spinosi, avvocato del Marocco, ha qualificato questa sentenza di “grandissima vittoria” per il Regno marocchino, “dal momento che non esiste più nessun ostacolo al proseguimento di questi giornalisti davanti alla giustizia che potrà condurre alla loro condanna”. “Al di là del caso del Regno del Marocco, questa decisione consacra il diritto di ogni vittima di ricorrere a qualsiasi mezzo di prova, comprese le registrazioni”, ha aggiunto.
La Camera istruttoria della Corte d’Appello parigina aveva respinto, nel febbraio scorso, la richiesta degli avvocati dei due stessi giornalisti per annullare le registrazioni secondo le quali avrebbero richiesto una somma di denaro in cambio di non pubblicare un libro critico sul Regno.
Le registrazioni stabiliscono in modo “innegabile” l'operazione di ricatto, aveva sottolineato allora l'avvocato della parte marocchina, e che oltre alle registrazioni, i due giornalisti sono stati arrestati con 40.000 euro in tasca ciascuno e avevano firmato un documento riconoscendo che sollecitavano due milioni di euro per fermarsi a “nuocere sistematicamente al Marocco con i loro scritti ed azioni”.
Tutto iniziato nel 2015, quando il giornalista Eric Laurent aveva contattato il Gabinetto Reale marocchino per annunciare che si preparava insieme con Catherine Graciet a pubblicare un libro sul Marocco, ma che era pronto a rinunciare tutto in cambio di tre milioni di euro.
Dopo una prima riunione tra il giornalista ed un avvocato che rappresenta la parte marocchina, il Regno del Marocco ha deciso di depositare una denuncia presso il Procuratore a Parigi.
Una nuova riunione con il giornalista francese è stata organizzata sotto controllo della polizia e del tribunale francesi durante la quale i propositi di Eric Laurent sono stati registrati e delle foto sono state ripresi.
Nel corso di una terza riunione tenuta, sotto il controllo della polizia, somme di denaro sono state rimesse ai due giornalisti, che pur hanno ricevuto i soldi, hanno firmato un documento nel quale si impegnano di non scrivere più sul Marocco.


venerdì 10 novembre 2017

Re Mohammed VI e Macron all’apertura Museo “Louvre Abu Dhabi”

Il Re Mohammed VI del Marocco che effettua una visita d'amicizia e di lavoro agli Emirati Arabi Uniti, accompagnato dal principe Moulay Ismail e una folta delegazione ufficiale, ha partecipato, mercoledì, nell'isola Saadiyat della città Abu Dhabi, alla cerimonia d'apertura del museo “Louvre Abu Dhabi”, con Cheikh Mohammed Ben Zayed Al-Nahyane, il Principe ereditario di Abu Dhabi, il Cheikh Mohamed Ben Rached Al Maktoum, vicepresidente dello Stato degli Emirati Arabi Uniti, il Re Hamad Ben Issa Al Khalifa, Sovrano di Bahrain, il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron e sua moglie Brigitte Macron, il Presidente della Repubblica Islamica d'Afghanistan, Mohammad Ashraf Ghani, ed alti rappresentanti di molti paesi del Golfo.
In questa occasione, il Re Mohammed VI ha offerto al Louvre di Abu Dhabi delle opere d’arte storiche del 19mo secolo, in particolare un manoscritto del Sacro Corano, un fucile (Mokahla).
In questa cerimonia, il Cheikh Mohamed Ben Rached Al Maktoum ha sottolineato che il Louvre Abu Dhabi è un valore aggiunto al patrimonio dell’umanità, notando che questo museo è un'opera d’arte che riunisce l'Oriente e l'Occidente, un ponte che collega le civilizzazioni.
Questo museo rappresenta “la nostra capacità di lottare contro le forze oscure, la violenza e l’odio”, ha precisato Cheikh Mohamed Ben Rached Al Maktoum, invitando ad una vera coalizione d’inter-civilizzazione per salvaguardare la civilizzazione umana.
Dalla sua parte, Emmanuel Macron ha affermato che il Louvre di Abu Dhabi, frutto di una convenzione firmata nel 2007, è un'opera d’architettura d'eccezione, affermando che questo Louvre del deserto e di luce è un ponte tra le generazioni e le culture, e tra l'Oriente e l'Occidente.
“Riunendo questi capolavori con i capolavori dell'antichità araba e dell'arte islamica, dell'arte precolombiana e l'arte cinese, con gli artisti oltre di età, come gli artisti contemporanei venuti dal Marocco, dalle EAU e da Cina è ben tutto l'affresco delle civilizzazioni che si compone sotto i nostri occhi”, ha detto il Presidente francese.
Louvre Abu Dhabi è il primo museo universale del mondo arabo. Rispecchia attraverso le sue dodici gallerie la storia comune dell'umanità attraverso varie culture e civilizzazioni, incarna il dinamismo del mondo arabo contemporaneo e l'eredità multiculturale della regione.
Il nuovo museo, che dispone di una collezione ricca, permanente, derivata da acquisizioni proprie di oltre 600 opere, che va dall'antichità ai nostri giorni, completata dal prestito di 300 opere di musei francesi, comprende, oltre alle gallerie permanenti, uno spazio d'esposizione temporanea, ed altre connessioni.
La famosa Dama di Leonardo Da Vinci ha trovato l’occasione d’essere ammirata ad Abu Dhabi.
L'edificio è stato concepito come una città-museo (Medina) coperta di una vasta cupola argentata di 180 metri di diametro composto di circa 8.000 stelle in metallo intrecciate.
La partecipazione del Sovrano a tale manifestazione illustra l'interesse particolare che presta il Re alla promozione dell’arte e della cultura e la sua volontà ferma di democratizzare l'accesso per farne veri vettori di sviluppo umano, sociale ed economico.
Quest'alta sollecitudine di Re Mohammed VI  si è tradotta, d'altra parte, con il sostegno prezioso che ha portato il Sovrano marocchino al dipartimento di arti islamiche del museo del Louvre di Parigi, in particolare per la realizzazione del padiglione delle arti dell'Islam.


giovedì 9 novembre 2017

Il Marocco ha lanciato primo satellite d’osservazione, si chiama “Mohammed VI-A”. L’industria italiana è presente

Un missile Vega ha messo su orbita elio-sincrona (SSO) il satellite d'osservazione di Terre “Mohammed VI – A” per conto del Regno del Marocco, ha indicato ieri sera in Guyana Arianespace.
Il lanciatore aveva decollato dal centro spaziale guianese (CSG) di Kourou alle 02:42 ora italiana.
La separazione di questo satellite di una massa di circa 1,1 tonnellata è avvenuta dopo 55 minuti e 33 secondi del decollo, ha precisato Arianespace, la società che commercializza i lanci.
Il satellite Mohammed VI - A deve servire in particolare alle attività cartografiche e catastali, all'assetto territoriale, al monitoraggio delle attività agricole, alla prevenzione ed alla gestione delle catastrofi naturali, al monitoraggio delle evoluzioni ambientali e della desertificazione come pure alla sorveglianza delle frontiere e del litorale, ha indicato Arianespace.
Il satellite è stato realizzato dal consorzio Thales Alenia Space ed Airbus per il Regno del Marocco.
Insomma, il Marocco ha lanciato il suo primo satellite. È una bella notizia che soddisfa tutti i cittadini marocchini (o quasi, da escludere quelli che non sono mai soddisfatti) e i loro amici, questo passo garantirà al paese la disponibilità totale di molti servizi satellitari che prima acquistava da Stati europei o dagli USA. In più sarà in grado di vendere questi servizi, e per questo che si sta già lavorando sulla versione “B” di un altro satellite che sarà lanciato l'anno prossimo. Il Marocco è fiero di questo traguardo e del progresso continuo sta realizzando in tutti i settori.
Da segnalare che le impronte dell'industria italiana sono ben presenti nel “Satellite Mohammed VI A”.


martedì 7 novembre 2017

MAROCCO. IL RE MOHAMMED VI: IL SAHARA RESTERÀ SEMPRE MAROCCHINO

In occasione del 42mo anniversario della Marcia Verde – di 350mila partecipanti venuti da tutto il Marocco, ordinata nel 1975 dal Re Hassan II per liberare il Sahara allora sotto il colonialismo Spagnolo - il Re Mohammed VI del Marocco ha indirizzato un discorso alla nazione. “Questa commemorazione – ha ricordato il Sovrano – cade a qualche settimana dal 60mo anniversario del discorso del defunto Mohammed V a M’Hamid El Ghizlane, in Sahara. Con la Marcia Verde quest’evento costituisce un momento cardine che simbolizza il patto dell’unità nazionale, sigillato tra il trono alawita ed il popolo marocchino, patto la cui chiave è Sahara Marocchino.
Il discorso storico del M’Hamid El-Ghizlane del 1958 è pregno di significato segna una tappa fondamentale nel processo di completamento dell’integrità territoriale del nostro paese e sottolinea una sola verità incontrastabile: la marocchinità del Sahara e l’attaccamento del popolo marocchino alla sua terra”.
“Dal momento in cui il Marocco ha avuto la sua indipendenza e ben prima che la questione di Sahara fosse consegnata alle Nazioni Unite nel 1963, quando nessuna rivendicazione veniva mossa per il Sahara ad eccezione delle richieste legittime del Marocco, o meglio ancora, ben prima che l’Algeria diventasse indipendente, anteriormente a tutti questi fatti, rivolgendosi ai chioukh (notabili) ed ai rappresentanti delle tribù sahrawi venuti a presentargli fedeltà, nostro nonno aveva sottolineato i diritti storici e legittimi del Marocco sul suo Sahara”.
Il Sovrano ha inoltre ricordato questa dichiarazione di suo nonno Mohammed V: “Proclamiamo solennemente che proseguiremo la nostra azione per il ritorno del nostro Sahara, nel quadro del rispetto dei nostri diritti storici e conformemente alla volontà dei suoi abitanti …”. Quindi il Sovrano attuale ha ribadito che il Sahara resterà marocchino fino alla fine dei tempi, e che seguirà le tracce del suo nonno Mohamed V e di suo padre Hassan II.
“Abbiamo a cuore, ora che la terra è liberata, di operare con lo stesso impegno per garantire alla popolazione di queste province condizioni di vita degna e favorire lo sviluppo. Siamo altresì determinati a liberare i nostri figli trattenuti nei campi (a Tindouf in Algeria)”, ha aggiunto Mohammed VI.
D’altra parte il Sovrano ha sottolineato che il Marocco mantiene suo impegno d’adesione al processo voluto dal Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ed a cooperare con il suo Inviato personale. “Sarà così finché saranno rispettati i principi ed fondamenti della posizione marocchina”, ha insistito il Sovrano. Tali principi sono:
– Nessun regolamento della questione di Sahara è possibile al di fuori della sovranità piena ed intera del Marocco sul suo Sahara, ed al di fuori all’iniziativa d’autonomia, la cui comunità internazionale ne ha riconosciuto la serietà e la credibilità;
– Spetta alle parti all’origine del conflitto di assumersi interamente la loro responsabilità nella ricerca di un regolamento definitivo;
– Il pieno rispetto dei principi e fondamenti approvati dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu per il trattamento di questo conflitto regionale artificioso; essendo l’organo dell’Onu, di fatto, la sola istanza internazionale incaricata di supervisionare il processo di regolamento;
– Il rifiuto categorico di ogni superamento, di ogni tentativo di portare danno ai diritti legittimi del Marocco ed ai suoi interessi, di ogni proposta obsoleta volta ad allontanare il piano di regolamento dai parametri referenziali approvati, dell’inserimento tendenzioso di altri argomenti, i quali sono trattati dalle istituzioni competenti;

Il Re Mohammed VI ha anche insistito sul lavoro da effettuare all’interno del paese: “Lo ho più volte sottolineato, non resteremo con le braccia incrociate ad attendere che sia trovata la soluzione auspicata. Proseguiremo piuttosto l’azione al fine di stimolare lo sviluppo delle nostre province del sud e garantire alla loro popolazione le condizioni di una vita libera e degna”. Su questa base il Sovrano ha annunciato il proseguo di realizzazione del modello di sviluppo specifico per queste province, in parallelo con l’attuazione della regionalizzazione avanzata, cosa che dovrebbe permettere agli abitanti della regione di garantire la gestione democratica dei loro affari e contribuire allo sviluppo della loro regione.

Proteste d’Al Hoceima marocchina dalla morte di Fikri al “sisma politico”, tra risposte dello Stato e tentativi di discordia

La città marocchina Al Hoceima è stata scossa nell'ottobre 2016 dalla tragedia del trentenne Mohcine Fikri, pescivendolo morto in un camion dell’immondizia dopo la confisca della sua merce dalle autorità. Un evento all'origine di un vasto movimento sociale nella città e provincia.
Un anno dell’Hirak:
Il 28 ottobre 2016, dopo la confisca della sua merce - del pesce spada - proibito di pesca durante questo periodo, il pescivendolo Mohcine Fikri e altri giovani sono saltati sul camion dell’immondizia dove gettato il pesce. Poco dopo, mentre gli altri sono riusciti a saltare dal camion, Mouhcine è accidentalmente deceduto.
La notte del 29 ottobre 2016, delle manifestazioni di protesta scoppiano ad Al Hoceima sulle circostanze della morte di Fikri. Su Istruzioni del Re Mohammed VI, una indagine urgente è stata aperta il giorno dopo per accertare le circostanze e le responsabilità.
Durante i mesi di novembre e dicembre, le manifestazioni continuano ed assumono la forma di un movimento sociale “Hirak” confuso, che rifiuta, tra l’altro, le istituzioni locali, regionali e nazionali, i partiti politici, sindacati, ONG e associazioni …, ma rivendica soprattutto di proseguire i responsabili della morte di Fikri e chiede l'abrogazione del decreto di 1958 che faceva di Al Hoceima una zona militare, tale decreto ritenuto dal governo abrogato già nel 1959, quindi inesistente.
Fra le altre rivendicazioni: la costruzione di un'autostrada, l'accelerazione del cantiere in corso della superstrada Taza - Al Hoceima, l'allargamento dell'aeroporto della città, e l'apertura di nuove linee aeree, la costruzione di un'università pluridisciplinare, di un ospedale, di un centro d'oncologia e di dispensari di prossimità.
Il 26 marzo 2017. Una manifestazione non autorizzata a Imzouren si trasforma in disordini violenti tra le forze dell’ordine ed i manifestanti. Alcuni di quest'ultimi bruciano una residenza della polizia. Quattordici dimostranti arrestati.
27 aprile, nel caso della morte di Fikri, sono stati condannati sette imputati da 5 ad 8 mesi di carcere.
15 maggio. I partiti della maggioranza al parlamento sono stati convocati dal Ministro dell’Interno Abdellatif Laftit e hanno segnalato, tra l’altro, che l’Hirak avrebbe avuto finanziamenti esteri e avrebbe illustrato rivendicazioni separatiste.
18 maggio. La posizione della maggioranza è percepita come una provocazione da Nasser Zafzafi, il capo dell’Hirak, che invita ad una marcia ad Al Hoceima. Decine di migliaia di abitanti sfilano nella città con bandiere attribuite al defunto AbdelKrim Al Khattabi che risalgono alla molto discussa “repubblica delle tribù di Rif” nel periodo coloniale spagnolo del 1921. È molto curioso di non sventolare la bandiera nazionale marocchina nelle manifestazioni dell’Hirak. Anche in questo appuntamento ribadiscono le loro rivendicazioni sociali ma confutano le accuse di separatismo.
26 maggio. È venerdì, Nasser Zafzafi entra alla moschea Mohammed V d’Al Hoceima con suoi compagni, provoca distorni, disturba la preghiera collettiva di un centinaio di persone offendendo l’Imam che guidava la preghiera in piena predica. Molti fedeli abbandonano la moschea e Zafzafi improvvisa un comizio e con atteggiamenti enfatici dichiara di essere pronto non solo all’arresto, ma anche al martirio.
Zafzafi riesce a sfuggire ai poliziotti venuti ad interpretarlo, visto la gravità dell’ostilità contro la moschea, l’imam e le persone che stavano pregando, sarà arrestato quattro giorni dopo in compagnia di altri attivisti. Sono oggi accusati per il tentato alla sicurezza interna dello Stato e di altre accuse ai sensi del codice penale.
11 giugno. Una grande marcia è stata organizzata a Rabat in sostegno alle rivendicazioni socioeconomiche degli abitanti dell’Al Hoceima. 50.000 partecipanti secondo gli organizzatori.
25 giugno. Il Re Mohammed VI ordina un'indagine condotta dai ministeri dell'Interno e delle Finanze sui ritardi del mega progetto di sviluppo “Al Hoceima Manarat Al Moutwassit” (Al Hoceima Faro del Mediterraneo), lanciato dal Sovrano nel 2015 ben prima delle manifestazioni di Al Hoceima ed il decesso accidentale di Mohcine Fikri.
Nel comunicato del Palazzo Reale era scritto che “all’inizio dei lavori del Consiglio di ministri, Sua Maestà il Re ha fatto partecipe il governo e i ministri interessati per il programma Al Hoceima Faro del Mediterraneo della sua delusione, della sua insoddisfazione e della sua preoccupazione sulla non-realizzazione entro le scadenze dei progetti previsti nel quadro di questo grande programma di sviluppo, la cui firma si è svolta sotto la presidenza effettiva del Sovrano nell’ottobre 2015 a Tetuan”. I ministri sono stati chiamati ad assumersi le loro responsabilità.
Tolleranza zero da parte del Re in merito ai progetti non portati a termine, e istruzioni ai ministri degli Interni e delle Finanze affinché l’Ispettorato generale dell’Amministrazione territoriale e l’Ispettorato generale delle Finanze conducano le inchieste e le indagini necessarie sulla non-realizzazione dei progetti programmati, si risalga alle responsabilità e si presenti una relazione in materia nei tempi brevissimi.
Il Re revoca le ferie estive ad alcuni ministri per dedicarsi ai problemi dell’Al Hoceima.
20 luglio. Una manifestazione dell’Hirak ad Al Hoceima, proibita dalle autorità, è andata male. Scontri tra le forze dell'ordine e i dimostranti. Si deplora centinaia di feriti fra i poliziotti ed i dimostranti. La manifestazione si coincide con la festa religiosa Eid El Fitr (festa della fine del mese di digiuno di Ramadan).
29 luglio. Nel 18mo anniversario della festa del Trono, il Re Mohammed VI critica vivamente  l'amministrazione pubblica ed i partiti politici, facendo cadere sui responsabili incompetenti i ritardi della realizzazione dei progetti di sviluppo. È dunque indispensabile legare la responsabilità al resoconto conformemente alla Costituzione. Il Re Saluta il lavoro e gli sforzi svolti dai servizi della sicurezza ad Al Hoceima.
30 luglio, 36 detenuti dell’Hirak, di cui la studentessa Silya Ziani e Mohamed El Hilali il direttore del sito Rifpresse, beneficiano di una Grazia Reale. Nasser Zafzafi, Nabil Ahamjiq e di altri capi del movimento restano in prigione.
24 ottobre 2017, il rapporto della Corte dei Conti sottolinea che le indagini confermano l'esistenza di molte disfunzioni registrate nel periodo del governo precedente e ha rivelato che molti settori ministeriali e enti pubblici non hanno onorato i loro impegni nell'attuazione dei progetti e che le spiegazioni che hanno fornito non giustificano il ritardo nell'esecuzione di questo programma di sviluppo. Jettou fa sapere, però, che non è stata nessuna frode né malversazione, ma solo negligenze inaccettabili, spiegazioni non convincenti e manovre usate non adeguate.
I risultati e le conclusioni del rapporto hanno mostrato che, dopo le alte Istruzioni del Re in occasione del Consiglio dei Ministri tenutasi il 25 giugno 2017, una nuova dinamica è stata registrata al livello della mobilizzazione dei vari partner, e un progresso considerevole è stato realizzato al livello dell'attuazione dei progetti.
In questo contesto, il Sovrano, pur rallegrandosi per gli sforzi fatti dal governo attuale in attesa di accelerare l'attuazione dei progetti programmati, ha dato i suoi alti orientamenti per trarre le lezioni dalle difficoltà che ha incontrato “Al Hoceima Manarat Al Moutawassit” per evitare le disfunzioni e gli ostacoli che potrebbero ostacolare la realizzazione dei cantieri di sviluppo nelle varie regioni del Regno.
Il Re Mohammed VI ha anche ribadito le sue alte istruzioni per adottare tutte le misure organizzative e regolamentari volte a migliorare la gestione amministrativa e territoriale ed interagire in modo positivo con le rivendicazioni legittime dei cittadini, nel rispetto rigoroso della legge e dello Stato di diritto.
24 ottobre 2017. Terremoto politico: Sulla base della relazione di Driss Jettou presidente della Corte dei Conti, il Re Mohammed VI revoca la nomina - per il ritardo intrapreso nell'esecuzione del programma di Al Hoceima Manarat Al Moutwassit -  ai ministri Mohamed Hassad, attuale ministro dell’Educazione nazionale, ex ministro dell’Interno all'epoca dei fatti; Nabil Benabdallah, ministro dell’Abitazione; Houssaine El Ouardi, ministro della Sanità nel governo Benkirane; Larbi Bencheikh, Segretario di Stato alla Formazione Professionale, Direttore dell’OFPPT all'epoca dei fatti; Ali Fassi Fihri, Direttore generale dell’Ufficio Nazionale dell’Elettricità e dell’Acqua potabile (ONEE).
È stata notifica la non soddisfazione del Sovrano e la decisione di non affidare mai future missioni ai seguenti responsabili nell’ex governo di Benkirane: Rachid Belmokhtar, ministro dell'Educazione nazionale; Lahcen Haddad, ministro del Turismo; Lahcen Sekkouri, ministro della Gioventù e dello Sport; Amine Sbihi, ministro degli Affari Culturali; Hakima El Haité, Segretario di Stato all'Ambiente; Oltre a 14 alti responsabili amministrativi pubblici.
Nella stessa occasione il Re Mohammed VI ha incaricato il ministro dell’Interno per condurre le indagini necessarie, a livello nazionale, sui responsabili che dipendono dal suo dicastero nell’amministrazione territoriale; in aggiunta a questo ha impartito ulteriori indicazioni al presidente della Corte dei conti per esaminare e valutare l’azione dei Consigli regionali d’investimento.
25 ottobre, Nabil Amahjiq detenuto a Casablanca apprezza molto la decisione del Re Mohammed VI nel revocare la nomina di alcuni ministri e dichiara di smettere il suo sciopero della fame iniziato prima.
28 ottobre, il leader dell’Hirak Nasser Zafazafi, detenuto a Casablanca anche lui, apprezza la decisione del Re e chiede perdono e Grazia Reale.
Da notare che Hirak ha avuto un eco e larga partecipazione nei primi mesi grazie alla tolleranza delle autorità marocchine. Però aveva abusato delle sue rivendicazioni socioeconomiche usando i bambini e ragazzi minorenni nelle manifestazioni, ed oltre ai disturbi notturni creati, ha abusato delle rivendicazioni legittime deviando il discorso verso un altro versante tutto estraneo dagli abitanti dell’Al Hoceima, dando spazio al tentativo di destabilizzare l’ordine pubblico. Le rivendicazione separatiste orchestrate da alcuni smarriti in Belgio, Spagna, Olanda e Germania che non avranno mai successo in nord del Marocco, sono ben la prova.
Da non escludere la manipolazione straniera delle proteste ad Al Hoceima, perché sono stati pubblicati diversi infondati articoli anche in Italia dove si registra l’impronta di una stessa “stilografica” di sedicenti giornalisti e persone sempre pronte a tentare invano di macchiare l’immagine del Marocco per frammentare la sua unità territoriale.

Da considerare che il Hirak (movimento) è stato solo nella città dell’Al Hoceima e provincia e non in tutto il Rif come si confondano diverse fonti in Italia, e che le sue rivendicazioni sono esclusivamente socioeconomiche sostenute da tutti i marocchini. 

mercoledì 1 novembre 2017

Marocco lancia suo primo satellite che si chiama “Mohammed VI–A” l’8 novembre e diventa pioniere spaziale in Africa

Con il lancio che sarà effettuato dal sito Vega a Kourou, nella Guyana francese, l’8 novembre alle 02:42 del mattino (ora italiana) andrà in orbita il satellite battezzato “Mohammed VI–A”, che prende il nome del Re del Marocco. Un satellite di osservazione della Terra sviluppato dal consorzio Thales Alenia Space per conto del governo marocchino e dalla Airbus.
Il satellite Mohammed VI–A sarà utilizzato in particolare per raccogliere dati cartografici e catastali, per la pianificazione urbanistica, il monitoraggio delle attività agricole, la prevenzione e la gestione di disastri naturali, per il controllo delle tendenze ambientali e della desertificazione oltre che per la sorveglianza delle frontiere e delle coste.
Con questo progetto il Marocco entra così nel numero dei paesi che dispongono di un satellite in orbita, realizzando un importante progresso per la tecnologia spaziale in Africa.
Il Mohammed VI–A sarà messo al servizio della strategia di protezione dell’ambiente pianificata dal governo di Rabat; questo sistema di ripresa di immagini spaziali, controllato dal paese africano, svolgerà un ruolo capitale nell’attuazione delle strategie nazionali di sviluppo socioeconomico, in particolare quelle relative al settore agricolo, che costituisce uno dei principali poli dell’economia nazionale, e alla gestione delle risorse forestali.
Con l’ausilio del satellite il Marocco potrà sviluppare più agevolmente il proprio piano di gestione delle risorse idriche e di ricerche delle acque sotterranee, trasformando il paese in un pioniere spaziale continentale, incrementando inoltre le potenzialità delle agenzie nazionali incaricate dei programmi riguardanti la cartografia e la topografia oltre che agevolando il controllo delle infrastrutture di trasporto e del litorale.
Thales Alenia Space, responsabile del sistema, ha fornito lo strumento ottico, il sottosistema di trasmissione di immagini e il segmento di terra per l’elaborazione e la produzione grafica. Airbus è stata invece responsabile dell’assemblaggio del satellite e del supporto terrestre e satellitare per l’organizzazione della missione.