giovedì 18 aprile 2019

Marocco finanzia il restauro della Moschea Al Aqsa ad Al Qods


Il ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale del Marocco (MAECI) ha fatto sapere tramite un comunicato pubblicato mercoledì 17 aprile che il Re Mohammed VI ha deciso di dare una “sovvenzione finanziaria come contributo concreto del Regno del Marocco per il restauro e la riabilitazione di spazi interni ed esterni della Moschea  Al Aqsa nell’Al Qods Acharif”.
La sovvenzione finanziaria marocchina “traduce l’interesse permanente del Re in qualità di Amir Al Mouminine e Presidente del Comitato Al Qods, alla città dell’Al Qods Acharif e alla conservazione dei suoi monumenti architettonici e suo patrimonio storico di civiltà e spiritualità, come spazi aperti di coesistenza e di tolleranza tra le diverse religioni celesti”.
In questo contesto, “architetti ed artigiani marocchini saranno presto ad Al Qods per effettuare lavori dell'autenticità architetturale della moschea Al Aqsa”, aggiunge il MAECI.
“L’operazione si effettua in coordinamento con l'amministrazione di Waqf Islamico del Regno Hachemita della Giordania”, conclude il comunicato.


martedì 16 aprile 2019

Re Mohammed VI valorizza il patrimonio culturale e spirituale della Comunità ebraica marocchina


In linea dritta della visione illuminata del Re Mohammed VI del Marocco di preservare il patrimonio nazionale nel quadro di promuovere il patrimonio storico della città millenaria di Fès da sempre modello di coesistenza tra le civiltà e le culture, il Sovrano ha visitato, lunedì 15 aprile, tanti progetti realizzati e ha dato l’avvio dei lavori di restauro del museo “Al Batha” e di costruzione di un museo della cultura ebraica.
Il Sovrano ha, così, visitato Hammam Seffarine, restaurato dal ministero dell’Habous e degli Affari Islamici per uno stanziamento globale di 9,6 milioni di dirham, e Foundouk Staouniyine, i cui lavori di riabilitazione hanno richiesto investimenti di 50milioni di DH finanziati nel quadro di un partenariato tra Marocco e Stati Uniti d’America attraverso il programma Millenium Challenge Account (MCC). Invece, il progetto di sistemazione del complesso artigianale e d'animazione Place Lalla Yeddouna, di un costo di 333 milioni di DH finanziati nel quadro dello stesso partenariato, al quale il MCC contribuito con 105 milioni DH. Questo progetto ha permesso la riabilitazione di 11 edifici tradizionali, la costruzione di 7 nuovi, la sistemazione del fiume Oued El Jawahir e degli spazi esterni, ed il restauro del ponte storico di Bin Lamdoune.
Il Sovrano, in seguito, ha visitato il Centro di patrimonio e d'informazione Lalla Yeddouna “Fès: Eredità Center” (500.000 DH), uno spazio di comunicazione e di sensibilizzazione per il grande pubblico quanto all'importanza ed al valore patrimoniale della Medina di Fès.
Nella stessa giornata il Re Mohammed VI ha dato l’avvio dei lavori di restauro del museo “Al Batha” (15,6 MDH) e di costruzione nella zona Fès Jdid di un museo della cultura ebraica (10 MDH), sono progetti che testimoniano la volontà costante del Sovrano di proteggere il marchio architetturale della Medina di Fès e dell'interesse particolare che presta Amir Al-Mouminine (Comandante de Credenti), al patrimonio culturale e spirituale della Comunità ebraica marocchina, e la sua determinazione permanente a preservare la ricchezza e la diversità delle componenti dell'identità marocchina.
Per il Segretario generale del Consiglio della Comunità Israelita del Marocco (CCIM), Serge Berdugo, si tratta di una “portata simbolica assolutamente straordinaria”: “Creare questo luogo di memoria in una città culla della civilizzazione marocchina, in cui l'impronta del giudaismo marocchino è stata più le significative, dimostra l'intenzione del Sovrano di vedere che tutte le correnti che hanno irrigato la civilizzazione marocchina siano presenti” e si è detto “certo” che questo museo (Al Batha) avrà un ruolo simbolico di “un grandissimo valore all’estero”, nel senso che “la gente verranno a vedere come, durante centinaia di anni, ebrei e musulmani vivevano in modo pacifico in Marocco e creavano l'arte di convivenza”.

sabato 6 aprile 2019

Scandalo. Come il rappresentante del Polisario a Roma ha spinto un attivista italiano al suicidio?


È apparso pubblicamente un scandalo gravissimo avvenuto in Italia con ricaduta in Algeria, le autorità italiane, in particolare quelle della regione d’Emilia Romagna, sono molto determinate contro le accuse di pedofilia avanzate dal gruppo Polisario basato in Algeria ed i suoi capi.
Secondo le rivelazioni apparse in media internazionali anche nel Social, il denominato Omar Mih, rappresentante del gruppo Polisario in Italia, aveva emesso accuse di pedofilia contro un attivista spingendo quest'ultimo al suicidio.
L’attivista era molto conosciuto ed attivo nel sostegno delle tesi separatiste e le autorità italiane chiedono i conti non solo ad Omar Mih, ma a tutta la dirigenza del Polisario.
È in questo senso, le informazioni evidenziano una riunione recentemente avvenuta tra l'ambasciatore d'Italia in Algeria Pasquale Ferrara e Abdelkader Taleb Omar rappresentante dei separatisti ad Algeri.
Durante questa riunione, in presenza di altri dirigenti dei due lati, il caso del suicidio dell'attivista italiano sarebbe ben evocato e di conseguenza l'ambasciatore italiano ha espresso, le sue preoccupazioni circa le gravi propositi di Mih, soprattutto che questo ultimo non avrebbe dato alcun seguito o chiarimenti sulle sue dichiarazioni alle autorità italiane.
In aggiunta, il diplomatico italiano ha riferito ai suoi interlocutori separatisti che Simonetta Saliera presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna, da cui il defunto è originario, era pronta a rendersi nei campi di Tindouf in Algeria, per verificare le grave dichiarazioni di Mih. Alla fine di questa riunione, Pasquale Ferrara ha chiesto ad Abdelkader Taleb di trasmettere le preoccupazioni d'Italia al cosiddetto “governo saharawi” basato in Algeria. Il diplomatico del Belpaese ha, infine, richiamato l'attenzione del Polisario sull'eventuale impatto negativo che avrà questo caso “sull'impegno” della regione Emilia Romagna a favore della “causa saharawi”.
È chiaro che la politica della menzogna e della deformazione dei fatti da parte dei separatisti può portare solo a conseguenze spiacevoli.


Presunte corruzioni : Lo Stato Maggiore delle FAR apre inchiesta in Marocco


Ieri, in Marocco, è stata aperta una inchiesta giudiziaria in seguito ad elementi d’informazioni sui fatti avvenuti tra 2006 e 2012 relativi a presunti atti di corruzione che avrebbero toccati i bandi pubblici, ha fatto sapere lo Stato Maggiore delle Forze Armate Reali (FAR).
Saranno ascoltate tutte le persone che avevano rapporti con questo caso, compresso un ex ufficiale che ha lavorato nel servizio sanitario militare, ha sottolineato lo Stato Maggiore delle FAR.
Le indagini saranno seguite per stabilire i fatti precisi che hanno rapporto con questo caso in conformità alle disposizioni regolamentari e giudiziarie in vigore.
Tale inchiesta giudiziaria s’inserisce nell’ambito della trasparenza totale che vive il Marocco.

venerdì 5 aprile 2019

Marocco. Avvio di nuova raodmap per un miglior inserimento socioeconomico dei giovani


Giovedì 4 aprile nel Palazzo Reale a Rabat - in presenza del Capo del governo, i Consiglieri del Re, i membri del governo, il direttore generale dell'Ufficio della Formazione Professionale e della Promozione del lavoro (OFPPT) - il Re Mohammed VI ha presieduto una seduta di presentazione della raodmap relativa allo sviluppo della formazione professionale ed alla creazione delle “Città dei Mestieri e delle Competenze” in ogni Regione del Marocco.
Questa seduta completa una serie di riunioni precedenti dedicate alla promozione del settore della Formazione Professionale. È una concretezza per dare  al settore una raodmap promettente per continuare a svolgere interamente il suo ruolo come locomotiva essenziale per lo sviluppo sociale e per un migliore inserimento economico dei giovani, e promuovere la competitività delle imprese.
La raodmap marocchina prevede la creazione di una nuova generazione di Centri di formazione e l'ammodernamento dei metodi pedagogici, oltre al miglioramento della capacità di impiego dei giovani attraverso la formazione di qualifica di brevi periodi.
In questo contesto, “le Città dei Mestieri e delle Competenze”, destinate a diventare struttura multisettoriale e multifunzione, costituiscono la pietra angolare di questo raodmap che raccomanda metodi pedagogici che privilegiano la perfezione delle lingue, l'approccio per competenze che accordano la priorità all'implicazione dei professionisti, in particolare favorendo la formazione in ambito professionale attraverso l'alternativa e l'apprendistato.
L'adozione di raodmap per questo settore era diventata questione primordiale dopo la constatazione fatta dal Sovrano nel suo discorso alla Nazione in occasione del 65esimo anniversario della “Rivoluzione del Re e del Popolo” il 20 agosto 2018, quando parlava della necessità di rivedere le specializzazioni della formazione professionale affinché soddisfino le necessità delle imprese e del settore pubblico. La questione della formazione professionale era presente anche nel suo discorso all’inaugurazione della prima sessione del terzo anno legislativo.
La volontà del Re Mohammed VI di garantire pieno successo a questo cantiere di alta portata si è tradotta, inoltre, con la seduta di lavoro dell'ottobre.
Nel 29 novembre 2018, il Sovrano si era interrogato sull'avanzamento dell'esecuzione del Piano d'Accelerazione Industriale della Regione Souss-Massa, il cui l’avvio è stato presieduto dal Re il 28 gennaio 2018 a Agadir e che costituisce la base per l'attuazione regionale della Strategia Industriale Nazionale.
Il 28 febbraio scorso, il Re aveva presieduto una terza seduta di lavoro durante la quale aveva chiesto di adottare un percorso realistico che intreccia in modo rigoroso le priorità in funzione delle necessità dell'economia nazionale e del mercato del lavoro, delle attese sociali e delle aspirazioni dei Marocchini.
Oggi, l'elaborazione di tale azione dopo queste riunioni presiedute dal Sovrano costituisce la base del successo di un grande cantiere che permetterà di vincere la scommessa dello sviluppo economico e sociale e valorizzare il suo capitale umano.


lunedì 1 aprile 2019

Visita del Papa Francesco in Marocco


Rabat – Su invito del Re Mohammed VI, il Papa Francesco ha effettuato una visita ufficiale nel Regno del Marocco nei giorni 30-31 marzo 2019.
Sulla base dello statuto religioso e della responsabilità spirituale, assunti da Amir Al-Mouminine e la Sua Santità il Papa, l’incontro storico tra loro contribuirà a promuovere i valori di fraternità, di pace e di tolleranza tra i popoli e le nazioni e consolidare il dialogo, la comprensione e la coabitazione interreligiosa.
Al suo arrivo all'Aeroporto internazionale di Rabat-Salé, Bergoglio è stato accolto dal Re e due bambini in abito tradizionale con un omaggio floreale. Il Re era accompagnato dal Principe Ereditario Moulay Hassan, e dal fratello, il Principe Moulay Rachid.
Poi il Papa Francesco è stato ricevuto con tutti gli onori dal Re Mohammed VI alla storica spianata Hassan a Rabat dove è stato l’incontro pubblico.
Le autorità marocchine sono molto interessate a questa visita che guarda allo “sviluppo del dialogo interreligioso”. Il dialogo con l'Islam è un tema molto caro anche al Pontefice.
Nel suo discorso davanti al Papa, il Sovrano ha evidenziato l'importanza dell'istruzione, l'unica via per affrontare i radicalismi, che si basano “sulla non conoscenza dell'altro, l'ignoranza dell'altro, l'ignoranza tout court". “Per affrontare i radicalismi, la risposta non è né militare né finanziaria; ha un solo nome: Istruzione”, indicando che il dialogo tra le religioni d’Abramo è ovviamente insufficiente nella realtà d'oggi.
Il Re, come Comandante dei credenti, ha invitato a ridare alla religione il posto che è suo, nell'ambito dell'istruzione, aggiungendo che “ciò che tutti i terroristi hanno in comune non è la religione, è precisamente l'ignoranza della religione”.
Dopo aver sottolineato che la religione è Luce, Sapienza, Saggezza e sinonimo di pace, il Sovrano ha rilevato che “è tempo che la religione non sia più un alibi per questi ignoranti, per quest'ignoranza, per quest'intolleranza”. E ha rilevato che la visita del Papa in Marocco interviene in un contesto di sfide per la Comunità delle nazioni, la Comunità di tutti i Credenti, lanciando appello a combattere i mali di altri tempi che si nutriscono del tradimento e della strumentalizzazione del Messaggio divino raccomandando il diniego dell'Altro ed altre teorie scellerate”.
In questo mondo in ricerca di riferimenti, il Regno del Marocco non ha mai cessato di insegnare e vivere al quotidiano la fraternità dei figli di Abraham pilastro fondatore della ricchissima diversità della civilizzazione marocchina, ha osservato Amir Al Mouminine. l'unione di tutti i Marocchini, al di là delle confessioni, è “un esempio eloquente”. Questa simbiosi, che è la realtà del Regno, si concreta con moschee, chiese e sinagoghe che, da sempre, si costeggiano nelle città del Regno.
“Io, Re del Marocco, Amir Al Mouminine, ci porto Garante del libero esercizio dei culti. Sono il Comandante di tutti i Credenti”. “come Comandante dei credenti, non posso parlare di Terra d'Islam, come se vi vivessero soltanto musulmani. Veglio, effettivamente, al libero esercizio delle religioni del Libro e lo garantisco. Proteggo gli ebrei marocchini ed i cristiani di altri paesi che vivono in Marocco.
Mohammed VI ha sottolineato che l’incontro con il Papa consacra “una convinzione condivisa: i valori della religione monoteistica contribuiscono alla razionalizzazione, alla riconciliazione, al miglioramento dell'ordine mondiale”.
“Come Comandante dei Credenti, insorgo, come voi, contro l’indifferenza in tutte le sue forme e plaudo al coraggio dei Leader che non rifuggono dalle grandi questioni del nostro tempo”, aggiungendo: “Stiamo seguendo con interesse e considerazione gli sforzi compiuti da Sua Santità al servizio della pace mondiale, così come i Suoi continui appelli all’istruzione, al dialogo, alla cessazione della violenza e alla lotta contro la povertà, la corruzione, il cambiamento climatico, i mali che affliggono le società”.
I nostri messaggi sono tanto attuali quanto eterni. Invitano le persone ad abbracciare i valori della moderazione, a realizzare gli imperativi della co-conoscenza e a cogliere la consapevolezza dell’alterità.
Nel suo discorso il Papa ha espresso “gratitudine che si trasforma in importante opportunità per promuovere il dialogo interreligioso e la conoscenza reciproca tra i fedeli delle nostre due religioni.
“È indispensabile opporre al fanatismo e al fondamentalismo la solidarietà di tutti i credenti, avendo come riferimenti inestimabili del nostro agire i valori che ci sono comuni”, ha poi sottolineato Bergoglio.
Il Papa ha poi visitato l'Istituto “Mohammed VI per Imam, predicatori e predicatrici, voluto da Vostra Maestà, allo scopo di fornire una formazione adeguata e sana contro tutte le forme di estremismo, che portano spesso alla violenza e al terrorismo e che, in ogni caso, costituiscono un'offesa alla religione e a Dio stesso. Sappiamo infatti quanto sia necessaria una preparazione appropriata delle future guide religiose, se vogliamo ravvivare il vero senso religioso nei cuori delle nuove generazioni”.
Dopo il suo primo discorso, sulla spianata del Tour Hassan, il Papa si è recato al Mausoleo di Mohammed V (nonno di Mohammed VI), per una visita alle tombe di Mohammed V e di Hassan II, offrendo un omaggio floreale e ha firmato il Libro d’Oro. Al termine della visita, il trasferimento in auto al Palazzo Reale per la visita di cortesia al Re Mohammed VI con la presenza della famiglia Reale.
Appello congiunto per preservare lo stato di Gerusalemme come città santa
Il Papa Francesco e il Re Mohammed VI hanno firmato un appello per preservare lo stato di Gerusalemme come città santa. “Noi riteniamo importante preservare la Città santa di Gerusalemme/Al Qods Acharif - si legge del testo dell’appello- come patrimonio comune dell'umanità e soprattutto per i fedeli delle tre religioni monoteiste, come luogo di incontro e simbolo di coesistenza pacifica, in cui si coltivano il rispetto reciproco e il dialogo.
A tale scopo devono essere conservati e promossi il carattere specifico multi - religioso, la dimensione spirituale e la peculiare identità culturale di Gerusalemme/Al Qods Acharif. Auspichiamo, di conseguenza, che nella Città santa siano garantiti la piena libertà di accesso ai fedeli delle tre religioni monoteiste e il diritto di ciascuna di esercitarvi il proprio culto, così che a Gerusalemme/Al Qods Acharif si elevi, da parte dei loro fedeli, la preghiera a Dio, Creatore di tutti, per un futuro di pace e di fraternità sulla terra”.