lunedì 31 marzo 2014

“MAROCCO, LA NOSTRA PRIMA AFRICA” INCONTRO con la collettività marocchina in Italia

INCONTRI, COMUNITA’ MIGRANTI, INTEGRAZIONE, LAVORO, campagna promossa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Lunedì 7 aprile 2014, dalle 15.00 alle 18.00 a Bologna, Centro Interculturale Zonarelli, Via Giovanni Antonio Sacco 14.
Invito rivolto ai marocchini, agli africani, agli immigrati e agli italiani.
Chi può, è invitato a partecipare anche all’incontro con le autorità che si terrà al mattino, nella stessa sede e con inizio alle ore 10.00, dedicato più specificatamente all’inserimento dei migranti marocchini nel mercato del lavoro italiano e alle politiche di integrazione occupazionale.

Per informazioni:
Centro Studi e Ricerche IDOS
Via Arrigo Davila, 16 – 00179 Roma

Tel.: 06/66514345 int. 1 o 2

Programma

Le associazioni degli stranieri ponti tra Italia e paesi d’origine: intervento di Yassine Belkassem, RACMI + FAT

Io confermo con grande piacere la mia partecipazione attiva in questo nostro importante convegno sui Percorsi di accoglienza e interazione in Provincia di Siena”, come ex presidente della Consulta provinciale  dell’immigrazione e consigliere comunale aggiunto, nonché in qualità di Coordinatore nazionale della Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI) e Segretario generale della Federazione Africana in Toscana (FAT), membro attivo nel nostro prestigio Tavolo Permanente Provinciale delle Politiche Migratorie a Siena, e vorrei dedicare mio contributo alle associazioni degli stranieri in Italia, come ponti tra Italia e paesi d’origine, precisando che queste associazioni sono italiane con tutti gli effetti, costituite in Italia secondo le norme di leggi italiane e sono considerate sempre attori più importanti nei processi di integrazione/interazione delle popolazioni straniere nella società italiana. In particolare, al di là del fondamentale ruolo svolto nello scambio culturale, intercultura, informazione e orientamento degli stranieri ecc, esse rappresentano uno strumento per rendere possibile la partecipazione dei cittadini stranieri alla vita pubblica della società locale.
Da sottolineare che le istituzioni locali manifestano una crescente attenzione nei confronti delle associazioni degli immigrati, perché considerate canali di mediazione privilegiati per comunicare ed entrare in relazione con le popolazioni straniere presenti sul territorio. Recentemente abbiamo assistito alla nascita del Tavolo Permanente Provinciale dell’immigrazione a Siena, la Consulta Immigrazione nel Comune di Siena, nella Regione Veneta guidata dalla Lega Nord è attiva una Consulta Regionale dell’immigrazione composta dalle associazioni di migranti, Sindacati, e presieduta dal Presidente della Regione, Zaia e nostro connazionale Abdallah Khezraji Vicepresidente,  invece è in corso un dibattito vivace sulla Consulta regionale dell’immigrazione in nella Regione Toscana.
I modi e le forme della partecipazione degli immigrati alla vita pubblica locale sono un passo avanti ma molto importante. Occorre far acquisire alla rappresentanza un reale potere d’influenza, non solo sulle decisioni che riguardano direttamente gli immigrati, ma anche sulle questioni attinenti alla comunità intera. Solo in questo modo può esserci, infatti, una partecipazione effettiva, non occasionale, verso l’affermarsi della cittadinanza attiva e della responsabilità sociale che sono la base della vita democratica. In questo quadro, il riconoscimento del diritto di voto, alle elezioni amministrative e politiche ai cittadini immigrati è, certamente di fondamentale importanza. Le ragioni sono note e possono soltanto essere ribadite perché l’immigrato compartecipa con il proprio lavoro alla costruzione del contesto economico e produttivo, e determina con coerenza anche un concorso alla costruzione del vivere sociale con tutti i relativi diritti e doveri. 
In Italia, in diversi comuni toscani e nella provincia di Siena sono state sperimentate, in questi anni, diverse forme, in parte applicando il sistema della nomina in organismi consultivi di esponenti di associazioni di nazioni estere da loro stesse designate ed in altra parte utilizzando invece il metodo elettivo. Fra queste ultime, ad esempio, La ex consulta Provinciale dell’immigrazione a Siena, i Consiglieri comunali o provinciali aggiunti che, in alcuni Enti Locali sono stati eletti direttamente dai cittadini immigrati mentre in altri, sono stati identificati nel Presidente e nel Vicepresidente di Consulte di cittadini immigrati elette dagli stessi. Questi rappresentanti hanno il diritto di partecipare ai lavori del Consiglio Comunale o Provinciale, con gli stessi diritti dei consiglieri eletti dai cittadini italiani, escluso l’esercizio del voto.
Nella Prefettura di Siena è ben attivo da anni il Consiglio territoriale per l’immigrazione. L'istituzione in ogni Prefettura dei “Consigli territoriali per l’immigrazione”, previsti dal T.U. del 98, per favorire la condivisione, fra italiani e immigrati, di politiche, progetti e programmi e per realizzare il necessario raccordo tra realtà locali e quadro regionale e nazionale. Stabilito dunque che a questi organismi è richiesto di esercitare un peso significativo nella programmazione delle politiche locali.
Vi sono ambiti d’intervento che non possono trascurare il ruolo primario delle associazioni degli immigrati, come quelli delle iniziative culturali, educative, sociali, che rispondono all’obiettivo del mantenimento dell’identità culturale e del processo interculturale. La valorizzazione delle associazioni degli immigrati assume quindi, in questo contesto, un’importanza certamente strategica sia per quanto riguarda l’espressione della rappresentanza sia per lo sviluppo della conoscenza delle diverse culture e quindi per combattere gli stereotipi e i pregiudizi che sono la causa prevalente oggi in Italia degli atteggiamenti di rifiuto e diffidenza sconfinanti a volte in veri e propri atti di razzismo.
È vero che l’associazionismo degli stranieri si presenta in forma variegata, con difficoltà a svilupparsi perché oltre alla carenza delle risorse finanziarie è ben nota la scarsa attività di sostegno, in generale, da parte degli Enti Locali. Infatti, le associazioni straniere, spesso, non hanno una sede propria o comunque una struttura adeguata per lo svolgimento delle proprie attività, quindi l'unico modo per potersi incontrare consiste nella convocazione di una riunione in qualche sala richiesta, in genere, all'Ente pubblico o all’amico sindacato o alla amica associazione italiana o alle parrocchie (nel caso delle associazioni di tipo religioso cristiano).
Quindi, questi problemi rendono spesso difficoltosa la gestione della vita ordinaria dell’associazione, ma soprattutto bloccano la possibilità di sviluppare nuovi progetti e iniziative. Emerge per questo motivo la creazione e lo sviluppo di nuove forme associative (Reti di Associazioni, Unioni, Federazioni, Confederazioni, Associazioni di associazioni, coordinamenti di associazioni ecc.) che rinforzino e diano maggiori capacità progettuali alle singole organizzazioni straniere.
Ci vuole ribadire che un ruolo prezioso, nel percorso di inserimento e di integrazione sociale degli immigrati è svolto dall’associazionismo degli immigrati e di quello che opera con gli stessi, in tutte le sue variegate espressioni. Le associazioni, infatti, oltre a costituire un vero e proprio ponte per le relazioni e l’incontro con i cittadini autoctoni, svolgono anche funzioni auto formative e informative, esercitano un ruolo pubblico e di collegamento con le istituzioni.
La rappresentanza espressa quindi dalle associazioni degli immigrati è importante e proprio per questo è bene che sia prevista la sua presenza qualificata in ogni organismo. Occorre dunque sostenere le associazioni offrendo loro più possibilità per costruire iniziative a carattere sociale e culturale e luoghi d’incontro, di formare reti e coordinamenti territoriali di associazioni.
La partecipazione alla vita pubblica degli immigrati non è soltanto un diritto ma anche un’attività indispensabile alla coesione sociale e a rendere la vita collettiva più democratica e più solidale.
Grazie per la vostra attenzione.

N.B.

Il panchetto delle Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia e della Federazione Africana in Toscana con documenti storici della loro partecipazione nei processi di integrazione e interazione in Italia e nei Forum Sociali Mondiali. Oltre ai documenti informativi sull’evoluzione democratica in Marocco, il riassunto del libro dedicato alla Comunità marocchina in Italia, la negazione dei diritti dell’uomo nei campi di Tindouf in Algeria, e informazioni sul turismo in Marocco.

Eccidio Montemaggio, 70 anni dopo c’ero anche io!

Vittorio Meoni e Yassine Belkassem
Con eccidio di Montemaggio si fa riferimento all'uccisione di 19 partigiani ad opera di soldati della Guardia Nazionale Repubblicana il 28 marzo 1944, in località la Porcareccia, sulle pendici del Montemaggio a Monteriggioni, in provincia di Siena. Le vittime furono 19 in totale: erano tutti giovani ragazzi che si erano dati alla macchia per sfuggire alla leva fascista e per unirsi alle formazioni partigiane della Brigata Garibaldi che operava nella zona compresa tra le province di Siena, Pisa e Grosseto.
Tutti gli anni i comuni della Valdelsa (Barberino Val d'Elsa, Casole d'Elsa, Certaldo, Colle Val d'Elsa, Gambassi Terme, Monteriggioni, Poggibonsi,  Radicondoli e San Gimignano) che hanno dato i natali alle vittime dell’eccidio, commemorano a turno, l’eccidio.
Le vittime
Angiolo Bartalini, Piero Bartalini, Emilio Berrettini, Enzo Busini, Giovanni Cappelletti, Virgilio Ciuffi, Franco Corsinovi, Dino Furiesi, Giovanni Galli, Aladino Giannini, Ezio Grassini, Elio Lapini, Livio Levanti, Livio Livini, Fulco Martinucci, Ennio Nencini, Orvino Orlandini, Luigi Vannetti, Onelio Volpini.
Vittorio Meoni l’unico sopravvissuto, oggi ha 92 anni ma ancora Grande partigiano
Vittorio Meoni era poco più che un ventunenne studente di scienze politiche già incarcerato due volte a Firenze, giovanissimo antifascista passato dalle celle di via Ugo Foscolo. Liberato, scelse di arruolarsi nella brigata partigiana «Spartaco Lavagnini», basata sull'operato clandestino di un migliaio di uomini. Sabotaggi, azioni militari, continui spostamenti fino al giorno in cui i fascisti senesi, forti di una soffiata, riuscirono a incastrare il distaccamento, venti uomini in tutto. Tutti tranne Vittorio Meoni, sopravvissuto per uno di quei gesti disperati quando si è ormai di fronte alla morte. Inginocchiato di fronte al plotone di esecuzione, Meoni si alzò di scatto e fuggì verso il bosco, eludendo la guardia armata di mitra che gli sparò ma lo ferì soltanto a un fianco. Nel bosco trovò riparo, svenne per il molto sangue perso e poi, al risveglio, trovò un casolare a Certino dove la famiglia Vannoni lo assicurò alle cure di un medico e lo portò all'ospedale Santa Maria della Scala di Siena per un'operazione che gli salvò la vita.
70 anni dopo
Oggi 30 marzo 2014, il partigiano Vittorio Meoni nato il 1922 ha voluto essere presente sul luogo dell'eccidio fascista. Il suo messaggio si é rivolto soprattutto ai giovani, per esortarli a non smettere mai di battersi e rischiare per libertà e giustizia. Vittorio con tenacia e fermezza ha ribadito che le lotte dei partigiani non erano solo per la libertà, la liberazione dal fascismo e dall’occupazione nazista ma era anche per l’unità d’Italia.

Yassine Belkassem

martedì 18 marzo 2014

CONSIGLIO NAZIONALE ROM, VIOLAZIONI SISTEMATICHE DEI DIRITTI UMANI A FIRENZE

Consiglio Nazionale Rom di Firenze – Stazione di Santa Maria Novella esposto alla Procura della Repubblica per il ritiro del decreto razzista emanato dal Comitato per l’Ordine e la Sicurezza della Provincia

Firenze 18 marzo 2014  - COMUNICATO STAMPA

Il 17 marzo 2014, il Consiglio Nazionale Rom di Firenze, tramite Marcello Zuinisi legale rappresentante dell’Associazione Nazione Rom, ha depositato esposto al Tribunale di Firenze – Procura della Repubblica denunciando le violazioni di legge presenti nel decreto emanato dal Comitato per l’Ordine e la Sicurezza della Provincia di Firenze. Il 20 febbraio 2014 era stata varata Ordinanza per affrontare la questione “decoro e vivibilità” nella Stazione di SM Novella. Politiche di esclusione sociale, sgomberi sistematici di intere famiglie, tentativi di deportazioni etniche, distruzioni di abitazioni e beni di cittadini e cittadine di etnia Rom, sono stati gli unici atti concreti messi in atto dalle Amministrazioni locali del fiorentino negli ultimi anni.
Da quattro anni, la rappresentanza Rom ha denunciato tali politiche come illegittime ed irrazionali: le sistematiche violazioni dei DIRITTI UMANI e delle leggi EUROPEE e NAZIONALI hanno comportato aperture di inchieste, dal gennaio 2011, della stessa COMMISSIONE EUROPEA. La povertà generata dalle scelte degli amministratori, politici locali e regionali hanno reso drammatiche le condizioni di vita per centinaia di esseri umani: chiedere una moneta, fare elemosina, è diventata a Firenze ed in Toscana l’unica alternativa per non morire di fame.
La scelta del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza della Provincia di Firenze di impedire l’entrata alla Stazione di Sm Novella ai poveri ed ai cittadini di etnia Rom è una non soluzione ai problemi. Non è cancellando la presenza dei poveri che si potrà restituire la città di Firenze e l’intera Italia  all’Europa ed al Mondo come “fiore all’occhiello” di una rinnovata civiltà. La ricostruzione di economia e morale non passa aumentando il decifit pubblico, drenando risorse ai poveri, ma attraverso politiche del lavoro solide ed efficaci.  Nella Regione Liguria, la rappresentanza Rom legalmente istituita, sta sottoponendo al Tavolo Regionale di inclusione delle persone Rom, Sinti e Caminanti progettualità di inclusione sociale e lavorativa: il progetto “Fiera Mercato” punta alla creazione di 55 posti di lavoro nella sola città di Genova, il progetto “Un percorso di cittadinanza attiva per i Rom di Quaracchi” offre opportunità di lavoro nella Provincia di La Spezia e di Massa Carrara affrontando il dissesto idro–geologico.
A Firenze, dal febbraio 2012, è stato sottoposto alla Prefettura ed alle Amministrazioni Locali e Regionali, un progetto di housing sociale e fattorie biologiche da realizzarsi nella Piana di Castello. Case e lavoro sia per i cittadini di etnia Rom che per gli autoctoni, uso del territorio secondo le più moderne politiche agricole e di allevamento biologico, cementificazione a volume zero sottraendo immobili al degrado ed incuria. L’economia la fanno gli esseri umani. Escludere la minoranza romanì, escludere i poveri e gli ultimi dalle scelte dei politici produce solo povertà ed emarginazione. La Commissione Europea e la Banca Centrale Europea chiedono l’inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti: 12 milioni di cittadini in tutta l’Europa. Attraverso reali e concrete politiche lavorative aumenterà il gettito fiscale, la ricchezza ed il bene comune.
Per queste ragioni è stata convocata Manifestazione Antirazzista - venerdi 21 marzo 2014 alle ore 16.00 c/o Stazione di Sm Novella (lato Alamanni). Nella giornata mondiale di lotta la razzismo, la manifestazione di Firenze assume valore e legittima richiesta di rispetto dei DIRITTI UMANI e dei più elementari principi di ECONOMIA POLITICA: inclusione per tutti, NESSUNO ESCLUSO.

Ufficio Stampa e Comunicazione
ASSOCIAZIONE NAZIONE ROM

tel +39 3281962409 +39 3209489950 e-mail nazione.rom@gmail.com

domenica 16 marzo 2014

Riforma del tribunale militare: Attuazione nuova Costituzione marocchina in ambito della giustizia

Nell’ambito di adattare le leggi marocchine nel settore della Giustizia con la nuova Costituzione approvata nel 2011 e i principi e le norme internazionali in vigore nella materia, il Consiglio dei Ministri marocchino, presieduto dal Re Mohammed VI ha approvato, venerdì scorso, un progetto legge per la riforma del tribunale militare. La riforma del tribunale militare traduce gli impegni costituzionali e internazionali del Marocco nell’edificazione della Stato dei diritti, della protezione e la promozione dei diritti umani in tutti i loro dimensioni in armonia con la nuova Costituzione e per consacrare le condizioni e le garanzie del processo equo davanti a tutti i tribunali marocchini.
Il progetto introduce i profondi cambiamenti relativi alla giustizia militare distinguendola dal modello di tribunale d'eccezione e portandola tra le istituzioni giudiziarie specializzate, garanti dei diritti e delle libertà, nella competenza, l’organizzazione, le procedure e la composizione della Corte del tribunale militare. In questo quadro, il progetto prevede l’esclusione dalla competenza del tribunale militare i civili qualunque siano i reati da loro commessi, nonché l’esclusione dei militari che commettano reati di diritto comune.
Questo progetto che pone il Marocco tra i paesi più sviluppati rispettosi dei diritti del’uomo, risponde proprio alle raccomandazioni presentate l’anno scorso al Sovrano dal Consiglio Nazionale dei Diritti dell’Uomo (CNDH), e che “si inserisce del consolidamento dello Stato di diritto, della giustizia e della protezione dei diritti umani”, come ha detto il presidente del CNDH, Driss El Yazami.

Yassine Belkassem

venerdì 14 marzo 2014

PROCESSO A MADRID CONTRO I CARNEFICI DEL POLISARIO

Yassine/Carbone
Le atrocità e le gravi violazioni dei diritti umani commesse nei campi di Tindouf in Algeria dalle milizie dell’organizzazione separatista “polisario” sono state esposte, lunedì 10 marzo a Madrid, da altre tre vittime dinanzi la Corte Nazionale, il più alto tribunale penale spagnolo. 
Le vittime, che avevano presentato una denuncia contro i dirigenti del “Polisario” per genocidio e gravi violazioni dei diritti umani a Tindouf, hanno consegnato al giudice Pablo Ruz delle testimonianze sconvolgenti sulle torture e i maltrattamenti subite nelle carceri dal polisario come anche le atrocità commesse dai dirigenti di questa entità artificiale per imporre la loro autorità alla gente nei campi.
Così, El Kabch Mohamed Nafee, El Kharchi Lahbib e Chouiaar Mohamed Mouloud, sono stati sottoposti a una perizia medica allo scopo di constatare le torture subite in base alla loro testimonianza, hanno descritto nei dettagli le loro sofferenze patite durante gli anni di calvario nella famigerata prigione di Errachid (sud-est dell’Algeria).
Mohamed Nafee che ha trascorso 15 anni nelle prigioni del “Polisario” (1977-1992), ha descritto al giudice della Corte Nazionale “la realtà delle cose e i gravi crimini commessi dal Polisario e dall’Algeria” contro le vittime, dicenAlgeriado di essere “felice” di aver avuto l’opportunità di testimoniare davanti al magistrato e di svelare le pratiche disumane perpetrate dal “Polisario” contro la popolazione sequestrata a Tindouf. “Siamo vittime del Polisario. Noi portiamo sempre la sequela delle torture effettuate da parte delle milizie separatiste”, sottolineando che la giustizia spagnola accorda un “grande interesse” a questa causa. Nafee ha rivelato che ha assistito alla morte di diverse persone sotto tortura praticata da parte delle milizie del “polisario” contro i detenuti, precisando di aver riportato al giudice i nomi delle vittime e quelli dei torturatori responsabili di questi massacri.
Nella stessa ottica, El Kharchi Lahbib che ha trascorso 17 anni (1977-1994) nelle carceri del “Polisario”, dove ha vissuto tutte le forme di tortura e pratiche disumane, ha riferito al giudice i peggiori abusi, torture e violazioni inflitte alle vittime dai giustizieri del “polisario”. Il giudice Pablo Ruz ha ascoltato con “grande interesse” le testimonianze delle vittime e ha ordinato la perizia medica delle vittime.
L’altra vittima, Chouiaar Mohamed Mouloud, ha descritto i 13 anni (1977-1990) passati in carcere, le peggiori sofferenze e il vero calvario che ha vissuto nelle celle di Errachid su ordine del “Polisario” e del suo padrino algerino. Mohamed Mouloud, che porta ancora sul suo corpo i segni delle torture inflitte dai mercenari del “polisario”, ha nello stesso senso, riferito davanti al Giudice le deplorevoli condizioni di vita nei campi di Tindouf, indicando che le vittime sono sottoposte alle peggiori pratiche degradanti e disumane e che i tribunali spagnoli, che hanno dichiarato ricevibile questa denuncia, presentata nel 2007 da una ONG Saharawi di difesa dei diritti umani, hanno preso sul serio il processo e andranno fino in fondo per conoscere la verità e rendere giustizia alle vittime.
Da parte sua, Dahi Aguai, Presidente dell’Association des Portés Disparus au Polisario (APDP) Associazione degli Spariti al Polisario, e vittima lui stesso degli atti del “polisario”, è stato sentito nel mese di agosto scorso dallo stesso tribunale, ha presentato al giudice un elenco dei Saharawi di cittadinanza spagnola e belga che sono state vittime di abusi del Polisario. “La giustizia e il Governo spagnoli sono determinati ad andare avanti in questa causa per rendere giustizia alle vittime spagnole che sono sparite o sono state torturate sul territorio algerino”, ha detto Aguai.
In aggiunta a queste vittime, il giudice della Corte Nazionale aveva sentito ad agosto, le testimonianze di Saadani Malainine deportata a Cuba insieme di centinaio di bambini minori a Cuba per 16 anni, figlia del defunto El Wali Seikh Slama assassinato dal “polisario”, e di Mustapha El kouri.
Bisogna ricordare che il giudice della Corte Nazionale aveva accettato la denuncia, depositata il 14 dicembre 2007 contro i dirigenti del “Polisario” e gli ufficiali della sicurezza e dell’Esercito algerino, per “genocidio, torture, sparizioni forzate, detenzione illegale e gravi violazioni dei diritti umani”.
L’audizione ha avuto luogo nonostante le pressioni di associazioni spagnole filo Algeria e polisario per sospendere il processo. Il capo dell’organizzazione separatista “polisario” a Tindouf ha espresso il suo profondo dispiacere e la sua grande ammarezza sul fallimento di queste associazioni, mentre i dirigenti algerini e del polisario che erano contenti quando il Partito Popolare che governa in questo periodo Spagna, ha presentato nel 23 gennaio scorso, al parlamento una proposta legge per modificare il principio della “giurisdizione universale”, delusi tutti perché il progetto legge approvato si è contentato di limitare le competenze dei giudici solamente ai crimini di massa (genocidio e crimini contro l’umanità) che implicano almeno una persona di nazionalità spagnola o residente in Spagna.

Tra i 29 imputati denunciati figurano l’ex rappresentante del “polisario” in Spagna, Brahim Ghali, (oggi in Algeria), il cosiddetto “ministro” dell’informazione della pseudo “RASD”, Sid Ahmed Batal presumibilmente il “ministro dell’educazione”, Bachir Mustapha Sayed, l’attuale rappresentante dei separatisti in Spagna, Jandoud Mohamed, l’ex rappresentante del “Polisario” nelle Isole Canarie Mohamed Luchaâ morto a Las Palmas, il denominato Khalil Sidi Mhamed pseudo “ministro” delle colonie, e Mohamed Khaddad attuale coordinatore con la MINURSO ed ex direttore generale della sicurezza militare. Tutti dovranno rispondere dei loro crimini davanti al tribunale spagnolo per i crimini contro la popolazione dei campi di Tindouf.

martedì 11 marzo 2014

Immigrazione, aumenta popolazione straniera residente a Firenze

Quasi 16 fiorentini su 100 sono stranieri. È quanto emerge dal report “Migranti, le cifre 2013” , il rapporto pubblicato dall’assessorato al welfare. Divenuto un appuntamento costante, nel corso degli anni è diventato uno strumento utile per conoscere meglio e quindi comprendere la presenza straniera sul territorio fiorentino, le sue dinamiche e i suoi cambiamenti. L’obiettivo è quindi fotografare gli aspetti demografici e sociali dei cittadini stranieri residenti che a Firenze rappresentano una quota sempre più consistente della popolazione. Dai dati emerge che, nonostante la crisi complessiva che il nostro paese sta attraversando, anche quest’anno la presenza straniera a Firenze e nella provincia nel suo insieme, aumenta, seppure in maniera molto più rallentata, rispetto agli anni precedenti. Ma, a differenza degli anni scorsi, nel 2012 si è registrato anche un aumento dei residenti italiani. “Anche quest'anno il report sull'immigrazione conferma la nutrita presenza di stranieri residenti in città con un trend in leggero aumento – sottolinea il vicesindaco Dario Nardella – . Firenze da sempre città dell'integrazione continua, attraverso la propria opera amministrativa, a fare di queste persone cittadini a tutti gli effetti. Un ringraziamento va al lavoro che svolgono le comunità straniere sul territorio e che facilitano l'integrazione anche se su alcuni aspetti c'è ancora tanto da fare. Un ringraziamento anche allo sportello Suci che attraverso la propria opera, in sinergia con gli altri enti e la prefettura, è sempre più punto di riferimento per le problematiche dell'immigrazione sul territorio fiorentino”. Lo Sportello Unico Comunale Immigrazione (SUCI) rappresenta una fiore all’occhiello dell’Amministrazione: insignito con un riconoscimento dell’ANCI come prima sperimentazione in Italia di punto unico di raccolta dati e informazioni per gli immigrati, dal 2009 ha registrato 250mila accessi. 
Tornando al report, quest’anno oltre ai dati che non possono mai mancare e cioè le statistiche sui residenti stranieri a Firenze, i dati sui servizi dell’Amministrazione Comunale, quelli della Questura di Firenze, i dati sulle presenze nei servizi sanitari e scolastici, sviluppa anche alcuni focus specifici relativi ai dati nazionali. 
In Italia al 1 gennaio 2012 la popolazione si residente attestava su 59.685.227 di cui 4.387.721 stranieri (UE e non UE) con un’incidenza del 7,4%. Rispetto al 2011 si registra un aumento di stranieri residenti pari a 334.000 (+8,2%). I paesi di cittadinanza non UE maggiormente rappresentati sono Marocco (513.374), Albania (497.761), Cina (304.768), Ucraina (224.588) e Filippine (158.308). Con la crisi aumentano gli immigrati in fuga dall'Italia. Nel 2012 sono aumentati del 17,9% quelli rientrati nel loro paese o trasferiti in altro stato estero. Parallelamente è in aumento anche il numero degli italiani che emigrano all'estero: nel 2012 hanno lasciato l’Italia 68.000 connazionali (nel 2011, 50.000, l’anno prima 40.000): destinazioni preferite Germania, Svizzera ed Regno Unito.
Per quanto riguarda i permessi di soggiorno, nel 2012, in tutta Italia sono stati rilasciati 263.968 nuovi permessi di soggiorno, il 27% in meno rispetto a quelli rilasciati nel 2011 ed il 58% in meno rispetto al 2010. Una contrazione da attribuire in massima parte alla forte riduzione dei permessi rilasciati per motivi di lavoro. Se a questo dato si sommano coloro, il 17,9%, che sono rientrati nel loro paese o che si sono trasferiti in un altro stato, il quadro denota, anche in questo settore, una situazione che certamente non può che allarmare complessivamente il nostro Paese. Il trend in diminuzione dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro si conferma anche a Firenze. 
In questo quadro emergono però anche molti lati positivi: tra questi la stabilizzazione di migliaia di stranieri che, da più anni in Italia, possiedono (si tratta di oltre il 54% del totale) il permesso di soggiorno lungo soggiornante CE. Mentre 56.148 sono i nuovi cittadini che sono divenuti italiani nel corso del 2011 e del 2012. Tra questi, ed è un argomento molto presente nella discussione mediatica e politica di questi mesi, i minori che sono nati in Italia e che hanno eletto la cittadinanza italiana al compimento del loro diciottesimo anno; nel 2012, circa 8.000 di questi ragazzi sono diventati italiani.
RESIDENTI STRANIERI NEL COMUNE
Al 31/12/2012 i residenti stranieri a Firenze erano 57.841 pari al 15,9% della popolazione totale (378.376 abitanti). Aggiornato al 31/3/2013 registriamo un ulteriore aumento di 830 unità, ovvero 58.742 stranieri a fronte di 379.206 residenti totali. Considerando il dato al 31/12/2012 e paragonandolo a quello dell’anno precedente, si evidenzia un incremento di residenti stranieri iscritti all’anagrafe pari a 4.553 persone (nel 2011 erano 53.338 pari al 14,3%). Considerati i livelli di crescita nel periodo compreso tra il 2007 e il 2012, i dati confermano un costante aumento degli stranieri (da 37.634 nel 2007 a 53.338 nel 2011) a fronte di calo della popolazione italiana che si è interrotto proprio nel 2012, anno in cui si è registrato dopo anni un segno positivo (da 327.076 nel 2007 a 318.772 nel 2011 e 320.485 nel 2012). I cittadini non italiani si confermano più giovani, percentualmente, degli italiani e nonostante il saldo naturale tra vivi e morti, al 01/01/2013, permanga con il segno meno (– 1.624 a fronte di 2.913 nati e 4.537 morti) è solo grazie alle presenze ed alle nascite di cittadini non italiani che il dato non precipita ulteriormente. Inoltre il 23% dei nuovi nati del 2012 non è italiano, ben oltre la percentuale delle presenze di cittadini non italiani a Firenze che si attesta al 15,9%. La popolazione straniera si conferma mediamente più giovane rispetto a quella italiana. 
I dati sui residenti del Comune di Firenze elaborati per paese di provenienza mostrano che i comunitari rappresentano il 23% del totale degli stranieri, stabilizzandosi rispetto agli anni precedenti. Per quanto riguarda le comunità straniere extra UE presenti sul territorio, al primo posto si confermano i peruviani (10,6%) seguiti da albanesi (10%), filippini (8,4%) e cinesi (8,2%). Tra i comunitari la prima nazionalità per presenze è quella rumena (14,9%). 
La distribuzione territoriale dei residenti a Firenze si concentra nelle zone del Quartiere 5, dove si contano 108.578 abitanti, di cui 18.881 non italiani. La percentuale più elevata di stranieri sul totale della popolazione si registra nel Quartiere 1, con il 20,6% tra comunitari e non comunitari su un totale di 67.423 residenti. Il Quartiere 5 con 18.922 residenti (+ 1.345 rispetto al 31/12/2011) ed il Quartiere 1 con 14.984 residenti (+ 1.105 rispetto al 2012) si confermano come le aree del territorio comunale nelle quali si registra la maggiore presenza di cittadini non italiani. I tassi sulle percentuali di presenze tra italiani e non italiani aumentano soprattutto per il Centro Storico (oltre il 21% sulla popolazione totale). Diminuisce invece, seppur lievemente, la presenza di non italiani nel Quartiere 5 che pure rimane quello con la maggiore presenza di cittadini non italiani residenti. Analizzando poi la popolazione non italiana residente nei quartieri al 31/12/2012 (prime 10 nazionalità) si nota che la presenza romena è prevalente in tutte le aree della città ad esclusione del Quartiere Rifredi–Le Piagge dove prevale quella cinese. Il Quartiere 3 si caratterizza, anche nel 2012, dalla percentuale più alta di presenze di nazionalità filippina.
RESIDENTI STRANIERI NEI COMUNI DELLA PROVINCIA
Al 31/12/2012 i residenti non italiani nei comuni della Provincia di Firenze hanno raggiunto la soglia di 126.004 (popolazione totale di 974.181 persone) con un aumento di 16.737 presenze rispetto al 2011. Nel complesso, considerando l’intero territorio provinciale, l’incidenza dei residenti stranieri è pari al 12,8% (quasi 2% rispetto al 2011). Si confermano inoltre le nazionalità prevalenti nella Provincia di Firenze: considerando anche presenze di cittadini comunitari, sono la Romania, l’Albania e la Cina.
I comuni della Provincia di Firenze che hanno avuto, rispetto al 2011, un aumento percentuale maggiore di presenze straniere sono Signa, Tavarnelle e Barberino di Mugello; quelli che invece hanno un segno meno sono Gambassi , Palazzuolo e Lastra a Signa. I comuni con la più alta percentuale di cittadini non italiani sono in ordine Fucecchio (16,2%), Campi Bisenzio (16%), Firenze, (15,90%) ed Empoli ( 14,4%).
SOGGIORNANTI E PERMESSI DI SOGGIORNO
Secondo i dati del Dossier Statistico Immigrazione pubblicato quest’anno di concerto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento pari Opportunità e dal Ministro per l’Integrazione, al 1/1/2013 risiedevano in Toscana 350.761 stranieri (sia UE che extra UE), pari all’8% del totale nazionale, un dato che fa della regione la sesta in Italia per loro numerosità e la quinta per la loro incidenza sulla popolazione totale (9,5%) Rispetto al censimento del 2001, l’incremento è stato del 222% mentre nel solo 2012 è risultato dell’8,7%, valore prossimo alla media nazionale (8,2%). Analizzando la distribuzione dei residenti stranieri sul territorio regionale emerge la presenza di concentrazioni in alcune province: nello specifico Firenze accoglie il 31,3% del totale regionale con 109.721 (di cui 103.004 stranieri non UE), segue Prato con il 10,4%, Arezzo con il 10,2%, Pisa con il 10%. 
Dalle elaborazioni dei dati forniti dalla Questura di Firenze emerge che la totalità dei titoli di soggiorno rilasciati al 31/12/2012 risultano essere 83.315 (42.413 femmine e 40.902 maschi). Il dato comprende anche i minori inseriti sul permesso di soggiorno dei genitori. Le nazionalità maggiormente rappresentate sono, in ordine: Cina (19,7%), Albania (18,1%), Perù (7,9%), Marocco (7,3%) e Filippine (6,9%). 
Per quanto riguarda i motivi di soggiorno, è sempre il lavoro, sia subordinato che autonomo, quello maggioritario con il 59,2% sul totale, pari a 49.362 permessi di soggiorno rilasciati al 31/12/2012. Percentualmente però i rilasci di permessi di soggiorno per lavoro diminuiscono rispetto all’anno precedente (nel 2011 la percentuale era stata del 61,2%) in linea con il dato nazionale dimostrando quanto la crisi economica ed occupazionale colpisca fortemente anche gli stranieri. Il permesso di soggiorno per motivi di famiglia è, in ordine di grandezza, il secondo titolo rilasciato. Sono infatti 25.446 i permessi rilasciati al 31/12/2012, pari al 30,5% del totale. Percentualmente il dato non si discosta da quello dell’anno precedente (31%) ma la persistenza elevata di questo tipo di permesso dimostra la forte incidenza della crisi. Per fare un esempio concreto, un coniuge che perda il lavoro può temporaneamente “appoggiarsi” all’altro (se in possesso dei requisiti di reddito e di alloggio adeguato) in attesa di tempi migliori, quando un nuovo lavoro potrà svincolarlo da questo tipo di permesso.
La definizione di “numero di permessi di soggiorno rilasciati” comporta però qualche precisazione. La prima è che i dati rispecchiano un’istantanea della situazione, riferendosi ad un momento preciso e non all’arco temporale di un anno. Non sono quindi compresi i titoli scaduti, in fase di richiesta o di rinnovo. La seconda precisazione è che non sono evidenziati i totali dei permessi di soggiorno CE Lungo soggiornante (ex Carta di soggiorno) in quanto possono essere stati rilasciati uno, due o molti anni fa. Serve al proposito ricordare un dato nazionale; in Italia continua a crescere la quota di soggiornanti di lungo periodo (che passano da 1.896.223 nel 2011 a 2.045.662 nel 2012) e che costituiscono la maggior parte dei cittadini non comunitari regolarmente presenti (54,3%). La quota di soggiornanti di lungo periodo sul totale è particolarmente elevata nelle regioni del Centro-Nord. Un’ultima annotazione va fatta a proposito dei permessi di soggiorno che scadono nel corso dell’anno e non è possibile rinnovare a fronte di impossibilità a trovare un nuovo lavoro regolare: la Toscana è la quarta regione in Italia (10,8% contro una media nazionale dell’8,8%) per numero di permessi non rinnovati).
SALUTE (Aziende sanitarie di Firenze e Careggi)
Il totale degli iscritti all’Azienda Sanitaria di Firenze è di 813.982, di cui 87.575 non italiani (10,8%). Prosegue il trend in aumento per i cittadini comunitari e per i non comunitari (dall’8% del 2011 al 10,8% attuale). I primi tre gruppi nazionali che rilevano maggiori iscrizioni al Servizio Sanitario Nazionale, in linea con gli anni precedenti, sono quello rumeno con il 15,7% (nel 2011 era il 17%), quello albanese con il 14,5% (era 15,7%) e quello peruviano con il 7,3% (era 7,5%). Per quanto riguarda i tesserini S.t.p. (Stranieri temporaneamente presenti, viene rilasciato al cittadino straniero non comunitario presente sul territorio non in regola con le norme sull’immigrazione e permette l’accesso alle principali prestazioni sanitarie) sono passati dai 1.545 del 2011 agli attuali 1.372.. Ciò anche considerando che la Regione Toscana ha mantenuto la possibilità sia per i rumeni che per i bulgari (che con 488 tesserini S.t.p. rilasciati nel 2012, rappresentano il gruppo più numeroso ottenendo una percentuale di quasi il 32% sul totale) di richiederlo (in deroga alle norme previste per i cittadini comunitari di tutti gli altri Stati membri).
Passando all’Azienda ospedaliera di Careggi, nel 2012 i ricoveri sono stati 56.765, 206 in più rispetto all’anno precedente. Di questi 5.147 (1.922 in più rispetto all’anno precedente) hanno riguardato cittadini di nazionalità non italiana, il 9,2% rispetto al totale. Le nazionalità più rappresentate, ed appaiate nei dati, sono quella rumena (914 con il 17,8% del totale dei non italiani ricoverati) e quella albanese, seguite da quella cinese (con 579 ricoveri). L’incidenza dei ricoveri di stranieri sul totale dei ricoveri in regime di Day Hospital, è risultata pari al 6,9% (1.242 su 17.950). I gruppi nazionali più rappresentati sono stati quello rumeno (18,3%), quello albanese (16,6%) e quello cinese (10,1%).
SCUOLA E UNIVERSITA’
Gli alunni con cittadinanza non italiana si confermano una realtà strutturale del nostro paese, quadruplicandosi nell’ultimo decennio: nell’anno scolastico 2011/2012 ammontano a 755.939 (+45.676 rispetto all’anno precedente, con una crescita particolarmente significativa degli iscritti alle scuole dell’infanzia), corrispondenti all’8,4% della popolazione scolastica totale. Questo trend si conferma anche nelle scuole fiorentine dove alla fine dell’anno scolastico 2012/2013 gli iscritti stranieri erano 8.537, con un’incidenza del 14,9% sul totale degli alunni (57.246) e con un aumento pari a 786 studenti rispetto all’anno precedente. Un dato che segue la tendenza sempre in aumento delle iscrizioni di stranieri presso le scuole del Comune di Firenze: all’anno scolastico 2007/2008 si è passati dai 6.140 alunni a 8.537 del 2012/2013. L’incidenza degli alunni stranieri sui vari livelli d’istruzione raggiunge ancora il picco nella scuola media con il 17,8% mentre la scuola superiore con il 12% rappresenta la percentuale minore. Occorre tuttavia aggiungere che a livello numerico, la presenza straniera si distribuisce in maggior numero tra la scuola elementare e quella superiore. Per quanto riguarda le scelte scolastiche superiori, si rileva un cambiamento di preferenze tra gli stranieri: fino all’anno scolastico precedente privilegiavano gli istituti professionali, nell’ultimo invece, seppur di poco, gli Istituti Tecnici. Tra i gruppi nazionali, il più numeroso è quello peruviano con 1.189 iscritti, seguito da quello rumeno (1.170) e quello albanese (1.119), tendenza che non si discosta dall’anno precedente. Infine, se si considera gli esiti scolastici, emerge una diminuzione degli alunni stranieri non ammessi all’anno successivo, un segnale di buona integrazione anche a livello scolastico. 
Passando all’Università, prosegue anche nell’anno accademico 2011/2012 l’aumento, seppur lieve del numero degli iscritti stranieri presso l’Ateneo fiorentino (dato che comprende sia i cittadini comunitari che non comunitari) che passano da 3.158 dell’anno precedente a 3.304 unità su un totale di 53.222 iscritti. Il dato degli studenti stranieri è in controtendenza con il numero totale degli iscritti che in anno accademico diminuisce sensibilmente (si è infatti passati dai 54.889 dell’anno accademico 2010/2011 ai 53.222 all’anno accademico successivo) con un decremento di 1.667 iscritti (pari ad un -3,1%). La maggioranza degli studenti stranieri proviene dall’area europea (soprattutto non UE), tra le facoltà si conferma la preferenza per Economia, Lettere e Filosofia e Architettura. 
IL VADEMECUM IMMIGRAZIONE
Insieme al report è stata pubblicata anche la quattordicesima edizione del Vademecum Immigrazione, elaborato dal SUCI. Pensato fin dal 1996 per gli operatori che hanno a che fare con stranieri o comunitari, negli anni è diventato un utile strumento di informazione per tutti coloro che si trovino ad operare nell’ambiente dell’integrazione di persone straniere nel territorio italiano e in particolare nella realtà fiorentina. Raccoglie un’ottantina di voci in ordine alfabetico che riguardano le principali tematiche di settore. Si tratta di informazioni aggiornate al 2014 e, nonostante siano dedicate soprattutto agli operatori d’area, rivestono un grande interesse anche per i cittadini di altri paesi e per chi ha relazione con persone straniere. Quest’anno il testo si presenta in veste rinnovata, sottoforma di ipertesto, uno strumento più veloce, più facile da consultare e più completo. Inoltre continuamente aggiornabile. 

Sia il report che il vademecum sono disponibili sulla rete civica www.comune.fi.it alla voce “sportello stranieri”

sabato 8 marzo 2014

Popoli Africani: Marocco solidale davvero

La tournée in corso del Re Mohammed VI del Marocco in Mali, Costa d’Avorio, Guinea e Gabon, iniziata il 18 febbraio 2014 e l’accoglienza popolare trionfale riservata a Sua Maestà il Re in tutti questi paesi africani testimoni la grande considerazione di questi popoli al Sovrano marocchino e al Marocco.
Queste visite in cui gli esiti palpabili nei piani diplomatici, economici, sociali, religiosi e regionali, sono servite all’illustrazione di una visione politica e strategica adottata dal Marocco e dal Re del Marocco orientata verso il consolidamento dei rapporti con i paesi africani.
Africa, con la diversificazione delle sue risorse umane e economiche e con il suo patrimonio e le possibilità di progresso e di sviluppo che propone, procura una importanza strategica, non solo per il Marocco, ma per tutto il mondo. E pertinente Sua Maestà il Re Mohammed VI ha improntato l’attuale orientazione del Marocco nei rapporti sud - sud. Da ricordare che nel summit del terzo millenario, il Sovrano ha sottolineato senza equivoco l’adesione del Marocco ad un partenariato strategico solidale e creativo con i paesi africani. Si tratta di un partenariato che va contro i piccoli calcoli dello spettro della guerra fredda in Africa. Certamente, si deplora in questo proposito, tutte le manovre create dall’Algeria e il regime del Gheddafi per isolare il Marocco dal suo contesto naturale: l’Africa. Algeri ha speso soldi dovuti per i regimi totalitaristi e militari africani, ma non aveva l’intelligenza e il buon senso di proporre ai paesi africani implicati qualche progetto di sviluppo per l’interesse di loro popoli.
Negli anni sessanta il Marocco era tra i fondatori dell’Organizzazione dell’Unità Africana per l’unità del Continente la sua liberazione dal gioco del colonialismo. Oggi, è in corso il ritorno alla normalità nella logica delle cose che il Marocco si orienta di nuovo verso l’Africa. Infatti, la diplomazia reale con multipli contatti e visite propone un programma basato sulla stabilità, la pace, lo sviluppo umano permanente, partenariati sud – sud a lungo termine e lo scambio di interesse.
Ecco perché migliaia di africani hanno espresso la loro gratitudine al Marocco e al suo Re e perché l’opinione pubblica africano ha accolto il Re con calore, spontaneità e entusiasmo in tutte le quattro tappe del suo tour africano.

Yassine Belkassem

RACMI

Partenariato strategico tra Marocco e Gabon nella produzione di concimi: Rivoluzione Verde, sviluppo e sicurezza alimentare in Africa

Libreville 07 marzo 2014 - Sua maestà il Re Mohammed VI del Marocco e il Presedente Ali Bongo Ondimba del Gabon hanno presieduto, ieri, a Libreville in Gabon, la cerimonia della firma di partenariato strategico nel settore di concimi tra il Regno del Marocco e la Repubblica Gabonese.
Si tratta di una complementarietà economica tra Marocco che dispone di una riserva mondiale importante dei fosfati e il Gabon che dispone di una importante riserva del gas, come ha spiegato il Presidente direttore generale dell’Office Cherifien del Fosfato marocchino OCP, Mustapha Terrab nella sua presentazione del partenariato davanti ai due Capi di Stato.
Secondo la FAO, il pianeta deve aumentare la produttività agricola di 70% entro 2050, cosi il ricorso all’uso di concimi sarà l’ottima scelta. L’Africa non è un paese povero, ma è un Continente ancora vergine e in possesso di tutte le potenzialità per realizzare una vera e propria Rivoluzione Verde, perché le sue terre arabili non sfruttate contano sono al 80% e il suo consumo di concimi sul livello mondiale non supera 1%, ecco perché questo partenariato strategico sarà decisivo per un rafforzamento sostenibile della sicurezza alimentare di tutto il Continente.
Il partenariato Sud-Sud fondato sul principio di un’integrazione totale delle risorse naturali dei due paesi, gas e fosfato, progetta di produrre due milioni di tonnellate di concimi dal 2018, pari alla consumazione attuale in Africa di concimi. La produzione sarà commercializzata dal Marocco e dal Gabon in priorità verso i paesi africani. L’iniziativa creerà 5000 posti di lavori in Marocco, Gabon e altri paesi della regione.
Il partenariato strategico unico in Africa integrerà fortemente la logica ambientale, ovviamente con il ricorso alle energie rinnovabili, la gestione ottimale dell’acqua e dell’energia e il rispetto delle norme ambientali internazionali dell’ultima generazione come la riduzione d’emissioni di CO2.
Il progetto si inserisce nella volontà condivisa dai due Capi di Stato e in perfetta sintonia con il contenuto del discorso del Re Mohammed VI all’apertura del Forum economico marocco-ivoriano il 24 febbraio scorso ad Abidjan, in cui il Sovrano ha sostanzialmente affermato che “la credibilità vuole che dalle ricchezze del nostro Continente beneficiano, in primo luogo, i popoli africani. Tutto ciò suppone che la cooperazione Sud-Sud sia nel cuore dei loro partenariati economici”.
Sulla stessa visione, il Presidente ivoriano Alassane Ouattara aveva dichiarato nel dicembre 2013 che “ci vuole promuovere e consolidare la crescita economica del Continente con l’obbligo fatto di trasformare le materie prime sul suolo africano”.


Yassine Belkassem

mercoledì 5 marzo 2014

MANIFESTAZIONE PROVINCIALE DELLE DONNE 8 MARZO 2014 - LA LIZZA ORE 16.30 SIENA

Le donne del territorio senese hanno indetto una manifestazione in occasione della Giornata Internazionale della Donna.
Per far sì che l’importanza di questo giorno non sia sottovalutata,  riteniamo indispensabile portare i nostri contributi teorici, pratici e di lotta affrontando temi fondamentali per la nostra autodeterminazione: dal ruolo imposto dalla cultura patriarcale di moglie-madre-figlia o vittima da proteggere, a protagonista della propria vita, dalla difesa della legge 194/78 alla Convenzione di Istanbul sulla violenza agita sulle donne, dal tema della liberazione femminile a quello della condivisione, dalle differenze di genere a quelle di orientamento sessuale, dal tema del lavoro ai motivi storici e politici per i quali è nata questa giornata. Attraverso il confronto su questi e altri temi vogliamo promuovere un momento di riflessione, arricchimento e rilancio delle battaglie sociali, culturali e politiche che riguardano non solo le donne, ma la società intera.
La manifestazione prevede due “passeggiate politiche” per le vie della città con partenza alle ore 16 da: Piazza Tolomei e Via di Camollia - Piazza Paparoni. I due cortei convergeranno verso la Lizza, luogo in cui ci confronteremo, prendendo parola sulle diverse tematiche.


DONNE DI SIENA