martedì 19 luglio 2016

Ritorno del Marocco all’Unione Africana. Sospesa “RASD” basata in Algeria.

Rabat – 19 luglio 2016 - Dopo il messaggio storico indirizzato il 17 luglio, dal Re Mohammed VI del Marocco, al 27esimo vertice dell'Unione africana (UA), tenuto nella capitale ruandese Kigali che annuncia l'intenzione del Regno di reintegrare l'Unione Africana, ben 28 Stati membri dell’UA hanno indirizzato, il 18 luglio, a Driss Deby Itno, Presidente di Ciad e attuale Presidente del summit dell’UA, una mozione per sospendere, la cosiddetta “RASD” dalle attività dell’UA, ed da tutti i suoi organi, per permettere all'organizzazione panafricana di svolgere un ruolo costruttivo e positivo nel regolamento della vertenza regionale sul Sahara.
Ecco il testo integrale di questa mozione dei 28 paesi presentata da Ali Bongo Ondimba, Presidente Gabon, in nome di: Benin, Burkina Faso, Burundi, Capo Verde, Comore, Congo, Costa d'Avorio, Gibuti, Eritrea, Gabon, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea - Bissau, Guinea - Equatoriale, della Liberia, della Libia, della Repubblica centrafricana, RCD - Congo, Sao Tome, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Swaziland, Togo, Zambia.
“I 28 Capi di Stato,
A-    Avendo allo spirito gli ideali autentici della costruzione africana;
B-   Fedeli ai principi ed obiettivi dell'Unione Africana, in particolare la realizzazione di una molto grande unità e solidarietà tra gli Stati africani, la difesa della loro sovranità e della loro integrità territoriale, la promozione della pace, la sicurezza e la stabilità sul Continente, la promozione della cooperazione internazionale, tenendo debitamente conto della Carta delle Nazioni e la creazione delle condizioni appropriate che permettono al Continente di svolgere il ruolo che è suo nell'economia mondiale;
C-   Rammaricandosi dell'assenza del Regno del Marocco nelle istanze dell'Unione africana, e coscienti delle circostanze particolari nelle quali “la repubblica araba sahrawi democratica” è stata ammessa all’Organizzazione dell'Unità Africana;
D-   Accogliendo molto favorevolmente il tenore del Messaggio storico indirizzato dalla Sua Maestà il Re Mohammed VI, Re del Marocco, al Presidente in carica 27esimo del vertice dell’UA per la distribuzione presso i Capi di Stato e governo partecipanti.
1-    Salutano la decisione del Regno del Marocco, membro fondatore dell’OUA ed il cui contributo attivo alla stabilità ed allo sviluppo del Continente è largamente riconosciuto, di integrare l'Unione Africana ed intendono operare affinché questo ritorno legittimo sia effettivo al più presto;
2-    Decidono d’agire in previsione della sospensione, prossima, “della repubblica araba sahrawi democratica” delle attività dell'Unione africana, ed di tutti i suoi organi, per permettere all’UA di svolgere un ruolo costruttivo e contribuire positivamente, agli sforzi dell'ONU, per una conclusione definitiva alla vertenza regionale sul Sahara”. 
Il ritorno del Marocco in seno dell’Unione Africana è l'espressione della diplomazia offensiva voluta dal Re che rompe con la politica del seggio vuoto, e che conduce la battaglia dove proprio si svolge. Questa politica di non lasciare lo spazio vuoto si giustifica attualmente dato che l’UA è diventata uno strumento propizio della strategia ostile degli avversari dell'integrità territoriale del Marocco. Ecco per garantire una difesa efficace degli interessi del Regno e una mobilizzazione continua dei suoi amici, la presenza del Marocco all'interno delle strutture dell’UA ed i suoi vari organi risulta ben necessaria, infatti, molti paesi africani amici del Marocco hanno sottolineato, in modo persistente, l'aberrazione di vedere il Regno in quanto uno dei fondatori dell’OUA restare al di fuori di quest'organizzazione.   
Il Regno del Marocco è impegnato in una cooperazione molto accurata con la quasi - totalità dei paesi africani. È uno dei principali contributore alle operazioni di mantenimento della pace sul continente. Inoltre, la politica africana raccomandata da Sua Maestà il Re, ha consolidato quest'acquisti, con una diplomazia economica, culturale e religiosa.
Il ritorno del Marocco all’UA, quindi, non significa affatto un riconoscimento della “RASD”, al contrario, questo grande ritorno è il primo passo verso la correzione dell’errore disapprovato dai 2/3 dei membri dell’UA che non riconoscono più “RASD”.
Sul piano procedurale, il Marocco ha vegliato a fare una riserva, al momento della ratifica dell'Atto costitutivo dell’UA, per registrare la sua posizione di principio secondo la quale la sua adesione all'Unione non può essere considerata o interpretata, in qualunque modo che sia, come un riconoscimento alla fantomatica “RASD” o come un'accettazione di fatto compiuto illegale che deriva dalla sua partecipazione alle riunioni dell’UA.
Infine, l’appello lanciato al Marocco da molti paesi africani per ritornare all’UA e la mozione dei 28 paesi di sospendere la partecipazione di “rasd” nelle istanze e lavori dell’UA sono le garanzie per una svolta saggia e credibile dell’UA.


lunedì 11 luglio 2016

Zambia non riconosce più “RASD” repubblica delle tende di Tindouf in Algeria

Il Ministro degli Affari Esteri di Zambia, Harry Kalaba, ha dichiarato, il 9 luglio 2016, in occasione di conferenza stampa congiunta con il ministro marocchino delegato presso MAEC, Nasser Bourita, che il suo paese ha deciso di ritirare il suo riconoscimento del pseudo Repubblica Araba Saharawi Democratica “RASD” basata in Algeria. 
Zambia aveva riconosciuto la pseudo “RASD" nel 1979 prima di decidere il gelo di questo riconoscimento nel 2011. Poi, per motivi politici, la repubblica africana ha fatto marcia indietro su questa decisione nel 2013. 
 “Il Governo della Repubblica di Zambia ha deciso di ritirare il suo riconoscimento del pseudo “RASD”e ha deciso di rompere le sue relazioni diplomatiche con quest'entità”.
Il Governo della Repubblica di Zambia esprime “il suo fermo sostegno” agli sforzi delle Nazioni Unite, sotto gli auspici del Consiglio di Sicurezza e del Segretario generale (dell'ONU), per arrivare ad una soluzione politica, giusta, duratura e reciprocamente accettabile al conflitto di Sahara, conformemente alle risoluzioni pertinenti del Consiglio di Sicurezza, ha sottolineato Kalaba, aggiungendo che “In attesa di una uscita del processo dell'ONU secondo ciò che è stato progredito, il Governo zambiano manterrà una posizione neutra”, ha precisato il Capo della diplomazia zambiana.
Da parte sua, Nasser Bourita ha ricordato che la Repubblica di Zambia, che aveva riconosciuto la pseudo “RASD” nel 1979 in sostegno alla tesi separatista, ha deciso il gelo di questo riconoscimento nel 2011 prima di ritornare su questa decisione nel 2013 per ragioni politiche.
 “Oggi, questo ritiro di riconoscimento aprirà una nuova pagina nelle relazioni maroco-zambiane e contribuirà alla promozione degli scambi bilaterali a tutti i livelli”, ha assicurato Bourita. 
Da un totale di 84 paesi che riconoscevano la cosiddetta RASD, oggi solo una ventina in America latina e Africa che la riconoscano, nessun paese europeo la riconosce.