giovedì 29 maggio 2014

Marocco - Tunisia: Relazioni strategiche ed esemplari

30 maggio 2014 - Su invito del Presidente Mohamed Moncef Marzouki, il Re del Marocco Mohammed VI visita Tunisia dal 30 maggio al 1 giugno, si tratta della sua terza visita e la prima dopo la rivoluzione tunisina: sono previsti colloqui ufficiali, una cerimonia di firma di convenzioni bilaterali che interessano i settori pubblico e privato e un discorso del Re nell’Assemblea nazionale costituente. Le relazioni fra le due paesi sono strategiche e ottime e i loro legami continuano a consolidarsi, grazie alla loro volontà e l’impegno comuni.
Grazie ai defunti Re Mohammed V e il Presidente Habib Bourguiba che i due paesi hanno stabilito relazioni diplomatiche dall’alba dell’indipendenza dal colonialismo francese, nel 1956, firmando un accordo di fraternità e di solidarietà nel 1957. Nel 1980 sono stati firmati 160 convenzioni di cooperazione multisettoriale e 1999 ha vissuto l’istituzione della Grande Commissione di cooperazione bilaterale e la Zona di Libero Scambio Rabat - Tunisi. Nel 14 gennaio 2011 il Marocco è stato il primo paese ad esprimere la sua forte e sincera solidarietà al popolo tunisino, affermando che la stabilità della Tunisia “costituisce un fattore essenziale e primordiale della stabilità e della pace regionale, sopratutto nel Maghreb Arabo”. In questo senso il Re Mohammed VI aveva dato la via libera ad uno ospedale di campagna a Ras Jdir nelle frontiere tunisine libiche per sostenere l’accoglienza e l’assistenza tunisine per i rifugiati libici e stranieri. Il Marocco ha, inoltre, messo a disposizione della Tunisia la sua esperienza nella giustizia transitoria dell’Istanza Equità e Riconciliazione e del Consiglio Nazionale dei Diritti dell’Uomo, per sostenere la transizione democratica post rivoluzione. Tale sostegno è stato messo in risalto dal ministro degli Esteri tunisino, Hamdi Mounji davanti all’Assemblea Nazionale Costituente. Alle festività della proclamazione della nuova Costituzione tunisina ha partecipato il Principe Moulay Rachid, in rappresentanza del Re. A questa occasione, il primo ministro tunisino Mehdi Jomoa aveva comunicato che “la presenza del Principe denota una prova chiara che gode Tunisia in Marocco”. D'altra parte, la volontà politica espressa dai due paesi è stata sostenuta e confermata con la visita in Marocco del presidente tunisino Moncef Marzouki, e ha avuto un impatto positivo sui risultati della Alta Commissione mista di cooperazione bilaterale nella sua 17a sessione tenuta nel giugno 2012 a Rabat. La convergenza tra il Marocco e la Tunisia su diversi temi riguardanti il ​​Maghreb, il Mediterraneo ed il mondo è emanata da una  coscienza comune e condivisa per il progresso e la prosperità, e per affrontare le sfide della globalizzazione.
Se le relazioni bilaterali sono costanti sul fronte politico, la cooperazione economica e commerciale rimane, tuttavia, sotto le aspettative e le potenzialità dei due paesi. In questo quadro, il Ministro marocchino degli Affari Esteri e della cooperazione, Salaheddine Mezouar, ha espresso la volontà del Marocco di non risparmiare alcun sforzo per raggiungere un partenariato strategico multidimensionale attraverso la diversificazione dei settori di cooperazione economica e di amplificare gli scambi commerciali tra Rabat e Tunisi, rivolgendo agli imprenditori marocchini e tunisini per alzare il livello delle relazioni economiche a quelle politiche strategiche.
Nell’ambito alla lotta a tutte le forme dell’integralismo il Marocco messo a disposizione della Tunisia, oltre ad altri paesi africani, la formazione degli Imam e dei predicatori tunisini e l’esperienza marocchina per salvaguardare i valori della moderazione e la tolleranza dell’Islam.
Infine, l’attuale visita del Sovrano costituisce una opportunità idonea per esplorare nuove prospettive di cooperazione bilaterale attraverso l’esame dei mezzi efficienti per allargare, diversificare e promuovere il suo campo d’azione.


Yassine Belkassem

venerdì 16 maggio 2014

Marocco: migliaia di sufi riuniti intorno ad un Islam tollerante

Fez (Marocco), 16 maggio 2014 - Migliaia di adepti della confraternita Tariqa Tijania, provenienti da cinquanta paesi si sono incontrati da mercoledì fino a venerdì a Fez, in Marocco, per il terzo Forum e per celebrare il 200° anniversario del decesso di Sheikh Sidi Ahmed Tijani, fondatore di questa importante confraternita Sufi e per promuovere un Islam tollerante.
E proprio nella capitale spirituale del Regno si trova il mausoleo del fondatore della confraternita che vanta oggi circa 300.000 milioni di adepti in tutto il mondo, in particolare in Africa Occidentale.
Il Forum di Tariqa Tijania, ha conosciuto la partecipazione di centinaia di discepoli, tra cui maestri sufi, studiosi e ricercatori. Si tratta del più grande pellegrinaggio nella Storia della Confraternita, segnato dalla recitazione di versetti del Corano, l'organizzazione di conferenze e workshop per lo sviluppo di un programma pedagogico, educativo e sociale.
L'apertura ufficiale dei lavori è stata caratterizzata dalla lettura di un messaggio del Re Mohammed VI, Amir Al Mouminine Comandante dei Fedeli, che ha sottolineato che nel Nord Ovest dell’Africa, il Marocco è stato sempre una cittadella inespugnabile, un faro che ha segnato il cammino della salvezza, illuminando le coscienze di tutti i paesi sub sahariani, sotto l’impulso delle sue grandi monarchie e sotto la direzione dei suo illustri ulema e dei suoi sufi, che univano il controllo della legge, l'ortodossia del metodo e la ricerca della verità.
Il Sovrano ha cosi sottolineato l'importante ruolo giocato dalla Tariqa Tijania in tutta la regione sub sahariana e nel Sahel occidentale, all’Est come al’Ovest, nella diffusione dell'Islam autentico e la propagazione dei sue virtù morali.

Il Sovrano marocchino ha insistito sulla “Sua determinazione di rimanere impegnato nella protezione dello spazio religioso, al consolidamento dei valori della tolleranza e della moderazione prescritte dall'Islam, e al rifiuto dell’estremismo cieco e la politicizzazione tendenziosa della religione”, sottolineando il ruolo del sufismo nella disseminazione della sicurezza spirituale e nella diffusione dei valori dell’amore e della concordia. Inoltre, Il sovrano ha elogiato il ruolo del sufismo per barrare la strada al radicalismo, il terrorismo, alla dissensione, allo smembramento e le dottrine mistificatrici.