domenica 29 dicembre 2013

Preoccupazioni del Marocco sul caos in Repubblica Centroafricana

di Yassine Belkassem
La Repubblica Centroafricana affronta oggi una delle sue più gravi crisi interne della sua storia. Un paese con ampie aree del suo territorio sono cascate nelle mani di milizie criminali e dove i saccheggi, il reclutamento di bambini soldati, stupri, uccisioni e distruzioni di villaggi sono diventati la sorte quotidiana del popolo. Una situazione drammatica che ha causato l'esodo di massa, quasi un milione di persone, un quarto della popolazione, sono fuggite dalle loro case per raggiungere zone sicure all'interno del paese o nei paesi vicini come il Ciad, Camerun e nella Repubblica Democratica del Congo. Una catastrofe umanitaria senza precedente, impostata da un caos di sicurezza, aggravato da una potenziale crisi alimentare e da probabili epidemie a causa di un sistema sanitario in rovina. Questa grave situazione ha condotto molti paesi, tra cui la Francia e il Regno del Marocco a lanciare allarme e ad avvertire per l'attuazione di misure urgenti con il sostegno della comunità internazionale per evitare nuovo deterioramento della situazione.
Infatti, il caos nella Repubblica centroafricana implicherebbe una destabilizzazione totale di tutta la regione per la sua posizione geostrategica come crocevia della zona dei Grandi Laghi, i due Sudan, Camerun, Ciad e Congo. Senza escludere che l’anarchia in questo paese porterebbe inevitabilmente terroristi e gruppi criminali provenienti da altri paesi africani e da altrove ad occupare questo territorio come è stato l’anno scorso in Mali e come vediamo oggi nel sud dell'Algeria e nei campi dei saharawi sequestrati a Tindouf in sud ovest algerino. Ecco perché sia urgente porre fine al conflitto interconfessionale che si è appena emerso nella Repubblica Centrafricana, promuovere il dialogo interreligioso per una dinamica di pace e di solidarietà siano stabilite in questo paese.
Visto, quindi, le eccellenti relazioni politiche di amicizia, di cooperazione e della solidarietà tra il Regno del Marocco e la Repubblica Centrafricana, Sua Maestà il Re Mohammed VI ha avuto, il 24 dicembre 2013, una conversazione telefonica con il presidente francese François Hollande dedicata principalmente ai recenti avvenimenti in Repubblica Centroafricana e in cui il Re ha espresso al suo interlocutore la sua grande preoccupazione per il deterioramento della situazione della sicurezza, il peggioramento della crisi umanitaria e l'aggravamento delle tensioni interconfessionali nel paese africano, ponendo l’accento sull'urgenza di creare le condizioni favorevoli a un dialogo inclusivo che permette a tutto il popolo centroafricano di realizzare concordia nazionale e di avviare una transizione democratica pacifica nel quadro del rispetto dell'unità nazionale e che il Regno del Marocco, forte di suoi legami storici con tutte le componenti confessionali e politiche della Repubblica Centrafricana, intende contribuire attivamente agli sforzi avviati per ristabilire la pace e l'ordine pubblico in questo paese e di far cessare la spirale di attacchi e rappresaglie a carattere confessionale violento, che colpisce la popolazione, in particolare la comunità musulmana, cosa che costituisce uno sviluppo altamente preoccupante e particolarmente strano per il continente africano. 
Cosi il Sovrano ha ordinato il 26 dicembre l'invio di un contingente delle Forze Armate Reali (FAR) alla Repubblica Centroafricana, dicendo ai militari che la loro missione sarà una nuova pagina che si aggiungerà alle pagine gloriose dai precedenti contingenti sui vari fronti come il Congo, la Somalia, Bosnia Erzegovina, Haiti, e ancora che continua nel Kosovo, la Repubblica Democratica del Congo e la Repubblica della Costa d'Avorio, dando così per eccellenza la professionalità e l'efficacia del soldato marocchino noto per la sua grande capacità di adattabilità nell'ambiente esterno, nel pieno rispetto dei principi della legalità internazionale.
Infine, si presume che l'unica soluzione nella Repubblica Centroafricana sia come ha sottolineato il Re del Marocco garantendo una equilibrata e non discriminatoria protezione a tutte le comunità religiose e etnica per promuovere la nascita di una vera democrazia lontano da strategie etniche o religiose.


Siena, 29/12/13

venerdì 20 dicembre 2013

Le lotte contro le deviazioni degli aiuti umanitari nei campi di Tindouf in Algeria

20/12/13
I campi di Tindouf in Algeria amministrati dall’Esercito algerino e miliziani del “polisario” conoscono proteste all’oltranza da un bel tempo contro le deviazioni degli aiuti umanitari internazionale offerte principalmente alle popolazioni dei campi ma venduti da elementi del “polisario”  in Algeria, Mali e Mauritania. Fa sapere il Forum di Sostegno agli Autonomisti di Tindouf (FORSATIN).
Le proteste della popolazione sono in corso a Rabouni, il Quartiere generale dei miliziani, i protestanti hanno bloccato la strada principale all’occasione dell’arrivo dei visitatori italiani dal Comune di Sesto Fiorentino. “Per far passare gli autoveicoli “ufficiali” degli amministratori ed i visitatori stranieri alla sede, gli amministratori algerini ed i miliziani hanno usato un passaggio privato attraverso un muro di Sabbia costruito recente per reprimere la circolazione della gente”, precisa il Forum.
Inoltre, aggiunge FORSATIN, “a distanza di 5 chilometri da Rabouni, i protestanti hanno bloccato due grandi cisterne di carburante di proprietà di Oueld ElBouhali cosiddetto ministro della difesa del “polisario” erano destinate al mercato clandestino in Mauritania. Malgrado le minacce dei miliziani armati i protestanti sono riusciti a salvare un loro dono rubato da Oueld ElBouhali, ribadendo la lotta continua contro le deviazioni degli aiuti umanitari internazionali e il malaffare”.
L’organizzazione separatista “polisario” sostenuta, finanziata ed armata dal Gheddafi e dall’Algeria per motivi egemonici nel Nord Africa durante il periodo della guerra fredda e per destabilizzare il Marocco, ha la sede nei campi di Tindouf in Algeria, sconsigliati per i viaggi dalla Farnesina e dai governi del mondo, per l’insicurezza e il terrorismo. Proprio in questa rischiosa e pericolosa zona, la cooperante del CISP Rossella Urru è stata rapita con due spagnoli, sequestrati per nove mesi poi liberati grazie di un riscatto pagato dai governi italiano e spagnolo. Elencata ultimamente nella lista nera del terrorismo internazionale dal Giappone accanto ad Al Qaeda, numerose autorevoli mass media italiane ed internazionali e diversi Centri di studi strategici internazionali confermano il nesso tra elementi del “polisario” e i gruppi criminali e terroristici in Algeria ed in Sahel. La popolazione in questa zona isolata dal mondo dipendente al cento per cento dagli aiuti del mondo, ma le deviazioni degli aiuti umanitari internazionali sono ben conosciute da tutto il mondo e denunciate da diverse Istanze ed ONG internazionali operanti in questi campi.


Yassine Belkassem

sabato 7 dicembre 2013

MAROCCO: CONCLUSO A AGADIR CONVEGNO INTERNAZIONALE SUL TEATRO MAGHREBINO

Agadir 6/12/13 (achtari.info) - Si è concluso con grande successo, ieri, il convegno internazionale sulla costruzione dello spettacolo nel teatro maghrebino durato per due giorni, organizzato dall’Università Ibnou Zohr di Agadir in Marocco, in collaborazione con il Centro Internazionale degli Studi dello spettacolo.
A questo grande evento culturale hanno partecipato tra l’altro numerosi ricercatori universitari dal Marocco, Francia, Algeria, Tunisia e gli studenti ricercatori di diverse università marocchine.
L’evento era l’occasione di scambio di varie esperienze, visioni ed teorie delle forme spettacolari nel teatro maghrebino tramite contributi multidimensionali sul tema.
L’apertura dell’evento è stata presieduta dal Presidente dell’Università Ibnou Zohr, Prof. Omar Hilli accanto al rettore della Facoltà delle Lettere e le Scienze Umane Prof. Ahmed Saber, il Coordinatore di Corso di Laurea delle attività culturali e teatrali Prof. Mohammed Jalal Aarab, il Presidente del Centro Internazionale degli Studi dello spettacolo di Tangeri, Prof. Khalid Amine e  il Prof. Mohammed Qaouti.
L’apertura era caratterizzata della partecipazione con abiti tradizionali marocchini locali nell’ambito della diversità culturale nelle province meridionali, nonché la danza e la presentazione di un film documentario sulla laurea professionale culturale e teatrale.


Yassine Belkassem

martedì 3 dicembre 2013

La Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia saluta il sostegno americano al Piano di autonomia in Sahara

Firenze, 03 dicembre 2013, In seguito alla visita del Re del Marocco Mohammed VI in America e il suo incontro avvenuto nella Casa Bianca con il Presidente Barack Obama, noi la Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI) ci complimentiamo dei contenuti (in allegato) del Comunicato Congiunto tra il Regno del Marocco e gli Stati Uniti d’America all’occasione della visita ufficiale Reale agli USA, della perfetta convergenza di punti di vista tra i due Capi di Stato su tutte le tematiche trattate e del sostegno senza equivoco del Presidente americano Barack Obama al Piano d'autonomia presentato dal Marocco come soluzione politica pour risolvere il conflitto regionale attorno il Sahara.
Ci complimentiamo, altresì, dei risultati molto positivi sui diversi livelli di questa visita che aveva portato sulle questioni bilaterali, regionali ed internazionali.
Ricordiamo, inoltre, che il conflitto del Sahara è un conflitto artificioso impostato al Marocco dall’Algeria e Muammar Gheddafi, quindi, chiediamo all’Algeria di assumere la sua piena responsabilità sulla sua propaganda fallace orchestrata contro il Marocco e la sua integrità territoriale.
Ribadiamo, infine, che l’organizzazione separatista “polisario” e l’Algeria che la sostiene fortemente sul piano finanziario e diplomatico, sono gli unici responsabili del bloccaggio del regolamento della questione del Sahara, dell’insicurezza e dell’instabilità nella regione del Sahel e del sud algerino dove domina il terrorismo e ogni tipo di traffico illegale.

Rete delle Associazioni della Comunità marocchina in Italia (RACMI)  

Associazioni africani in Italia salutano le posizioni del Re Mohammed VI a favore dell’Africa

Con la presente la Federazione Africana in Toscana (FAT) che lotta in Italia da più di 30 anni per l’interesse dell’Africa e degli africani in Toscana e che raccoglie 26 comunità africane e le loro associazioni in Italia, si esprime sull’incontro tra il Re del Marocco, Mohammed VI e il Presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama:
la FAT saluta i contenuti del Comunicato Congiunto tra Gli Stati Uniti d’America e il Regno del Marocco che ha sancito il Vertice tra Sua Maestà il Re Mohammed VI e il Presidente Barack Obama, il venerdì 22 novembre 2013 alla Casa Bianca a Washington, e saluta il fruttuoso capitolo dedicato all’Africa, in cui Sua Maestà il Re Mohammed VI ha fatto il Portavoce di tutto nostro Continente africano. 
Ringrazia calorosamente Sua Maestà il Re Mohammed VI del Marocco e apprezza molto le Sue attività in difesa degli interessi africani sulla scala mondiale, sottolineando che Mohammed VI è l’unico Capo di Stato africano che porta cosi gli interessi di alto valore dei popoli africani in Vertici come quello che ha vissuto la Casa Bianca.
Apprezza che il Re ha ringraziato il Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama per l'importanza accordata alla promozione dello sviluppo sociale e alla prosperità economica in Africa e che il Presidente Obama riconosce la leadership di Sua Maestà il Re e le azioni avviate dal Marocco in materia di mantenimento della pace, della prevenzione dei conflitti, dello sviluppo umano e della salvaguardia dell'identità culturale e religiosa.
Giudica molto equo che il Marocco e gli USA sono d’accordo di esplorare iniziative congiunte per promuovere lo sviluppo umano e la stabilità attraverso la sicurezza alimentare, l'accesso all'energia, e la promozione del commercio sulla base dell’Accordo di Libero Scambio.
Esprime il grande piacere che i due Capi di Stato hanno notato con soddisfazione la loro valutazione condivisa del ruolo determinante di sviluppo umano ed economico nella promozione della stabilità e della sicurezza nel continente africano, e si sono impegnati ad esplorare ulteriormente e ad approfondire le opzioni concrete di cooperazione pragmatica e inclusiva sulle questioni economiche e di sviluppo di interesse comune.
Infine, la FAT, come parte integrante della Diaspora africana all’estero, ricorda con grande soddisfazione l’ultimo grande Tour del Re Mohammed VI, in Africa, in primavera, in Senegal, Costa d’Avorio e Gabon in cui le Istituzioni e i popoli africani avevano riservato un eccellente ricevimento a Sua Maestà, nello stesso Tour Reale sono state firmate diverse convenzioni ed accordi di partenariato strategici tra il Regno del Marocco e questi paesi africani, la FAT ricorda ancora la attiva partecipazione del Sovrano all’insediamento del Presidente eletto di Mali.

Toscana 03 dicembre 2013