lunedì 26 agosto 2019

Alla vigilia di TICAD 7 Giappone rifiuta la separazione del Sahara Marocchino

 La diplomazia giapponese in armonia con la posizione dei responsabili americani, sostenuta dal quotidiano americano The Wall Street Journal, che hanno dichiarato che gli Stati Uniti "hanno chiaramente dichiarato che Washington non sosterrà un piano volto a creare un nuovo Stato in Africa" cioè la separazione del Sahara Marocchino.
Cosi, alla vigilia dell'apertura della Conferenza internazionale di Tokyo sullo sviluppo d'Africa (TICAD-VII), prevista dal 28 al 30 agosto a Yokohama, il Giappone ribadisce con forza il suo non-riconoscimento della pseudo "Repubblica araba saharawi"  (RASD) creata, sostenuta ed armata in Algeria dall'ex colonnello libico Gheddafi e dall'ex presidente algerino Boumadiene durante la Guerra Fredda per motivi egemonici.
Infatti, il Direttore generale del Medio Oriente e del Nord Africa presso il Ministero degli Affari Esteri giapponese, l’Ambasciatore Katsuhiko Takahashi ha dichiarato domenica che il Giappone non riconosce l’entità fantasma, sottolineando che si tratta di "una posizione costante e immutabile che il Giappone non intende cambiare".
Il Giappone continua a sostenere gli sforzi della mediazione dell'ONU e ritiene, tuttavia, che la disputa regionale artificiale sul Sahara Marocchino debba essere risolta in modo pacifico attraverso il dialogo tra le "parti interessate" Marocco, Algeria e Polisario, e Mauritania.
La diplomazia giapponese, che sottolinea la necessità di coinvolgere le "parti interessate" nel dialogo, invia un messaggio chiaro all’Algeria per assumersi le proprie responsabilità in questa disputa regionale e il suo ruolo nel processo politico.
Il Giappone si è così unito alle posizioni di diverse potenze mondiali, tra cui gli Stati Uniti, Unione europea e molti paesi in Europa, Africa, Asia e America latina.
Tutto ciò avviene nel momento in cui i separatisti del Polisario sponsorizzati dall'Algeria cercavano di sfruttare un’eventuale presenza in Giappone per creare confusione sulla posizione di Tokyo circa il Sahara, quindi il Ministero degli Esteri giapponese ha eliminato ogni ambiguità e tagliato tutte le manipolazioni.
Katsuhiko Takahashi rallegrato del ruolo "importante" svolto dal Marocco nella regione MENA e sulle aspettative del Giappone riguarda il vertice di TICAD VII, ha detto: "Far progredire lo sviluppo dell'Africa attraverso le risorse umane, la tecnologia e l'innovazione" è il tema principale della TICAD VII. Una delle tematiche concrete di questa edizione è la promozione degli investimenti privati e delle risorse umane attraverso partenariati pubblico-privato. Il Giappone auspica che un maggior numero di imprese giapponesi sviluppino le loro attività in Africa grazie a proficue discussioni e a interazioni attive tra i partecipanti alla conferenza. Credo che lo sviluppo delle attività delle imprese giapponesi in Africa offrirà un futuro migliore per il Giappone e l’Africa".
Valutando il contributo del Marocco al processo della TICAD, Katsuhiko Takahashi ha precisato: "Vorrei iniziare sottolineando l’importante ruolo svolto dal Marocco nella regione, che contribuisce in modo significativo allo sviluppo e alla stabilità della regione MENA. Il Giappone attribuisce grande valore al partenariato con il Marocco. Per quanto riguarda le relazioni economiche, il Marocco funge da ponte verso Europa, Africa e il Medio Oriente. Il suo vantaggio geografico e il suo forte potenziale economico hanno molto interessato le imprese giapponesi. Il Marocco ha attirato il secondo maggior numero di imprese giapponesi (69) in Africa e tale numero dovrebbe aumentare. È in questo spirito che il Giappone apprezza molto il contributo sostanziale del Marocco al processo della TICAD, dove il Giappone ha cercato di promuovere lo sviluppo d’Africa, compresa la sua crescita economica. Ad esempio, Giappone e Marocco hanno creato un quadro di cooperazione per promuovere lo sviluppo in altri paesi africani. Tale cooperazione è un tema importante nel processo della TICAD".
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martedì 13 agosto 2019

Wall Street Journal: USA non sostiene la separazione del Sahara Marocchino

Gli Stati Uniti d'America hanno fatto sapere alle parti coinvolte nel co nflitto regionale del Sahara Marocchino, in particolare all’Algeria,  la loro categorica opposizione di fronte alle velleità separatiste del Fronte Polisario basato in Algeria. 
Per gli USA, l'indipendenza non è un'opzione per risolvere la controversia sul Sahara marocchino, scrive il prestigioso quotidiano americano "The Wall Street Journal".  
L'articolo, pubblicato domenica, riferisce che i responsabili statunitensi che stanno seguendo da vicino la questione del Sahara hanno dichiarato che gli Stati Uniti "hanno chiaramente fatto sapere che Washington non appoggeranno  un piano che miri a creare nuovo Stato in Africa".  
La situazione della sicurezza nella regione fa del conflitto un’urgenza da risolvere, riferisce il Wall Street Journal tracciando  parallelismi tra la posizione dell'ONU a sostegno della sua missione MINURSO e alcuni responsabili della Casa Bianca, che mostrano una certa impazienza per causa della mancanza di sviluppo nel processo politico.  
Per il ministro marocchino dell'estero e la cooperazione internazionale, Nasser  Bourita, “La Minurso dispone di 52 milioni di dollari per mantenere la stabilità, mantenere un cessate il fuoco in una regione molto difficile”. “Nessuno è morto dopo il cessate il fuoco, il che significa che è la missione di mantenimento della pace più proficua al mondo”, ha sottolineato il capo della diplomazia marocchina.  
Ma il rischio di qualsiasi tentativo di far deragliare il processo dell'ONU potrebbe causare malcontento e minacciare la stabilità in una delle regioni più stabili a fronte di numerosi focolai di tensione e instabilità nel mondo di oggi.  
Wall Street Journal rileva anche la posizione di responsabili occidentali e marocchini che affermano che gli Stati Uniti sostengono il Marocco nei suoi sforzi per trovare una soluzione definitiva a questo conflitto, che è durato sin troppo, sulla base di una soluzione di compromesso garantito dal Piano di autonomia.  
Del resto, è proprio questo sostegno di Washington che incoraggia il Marocco a partecipare al tavolo delle discussioni e a rilanciare la dinamica delle tavole rotonde sotto l’egida d'Onu in presenza di Algeria e Polisario, e Mauritania.  Tale dinamica può far progredire la questione, ma questo progresso risente oggi della instabilità situazione politica e della sicurezza in Algeria e delle recenti dimissioni dell'Inviato personale del Segretario generale ONU, Horst Kohler.  
Così, l'autore dell'articolo Dion Nissenbaum riferisce che, proprio mentre la comunità internazionale sta lavorando per estinguere i focolai di tensione e ripristinare la pace e la sicurezza, il Polisario, un gruppo marxista legato al terrorismo regionale, continua a rappresentare una grave minaccia per la stabilità in Nord Africa e nel Sahel.  Questa realtà è ampiamente presente davanti agli occhi dei decisori politici americani. 
L'amministrazione del presidente Donald Trump, che si trova ad affrontare la minaccia terroristica su più fronti, segue attentamente la situazione nella regione del Sahara e del Sahel.  Consapevole dei pericoli posti dalla fantasma Repubblica Sahrawi (RASD) basata in Algeria, la Casa Bianca è determinata a porre fine a questo conflitto.  
Il quotidiano americano evidenzia, tuttavia, come la dinamica di discussioni in corso sotto gli auspici ONU sia l'opzione più sicura per arrivare ad una soluzione consensuale.  Gli USA "sono chiari. Non daranno il loro appoggio a un piano che porta alla creazione di un nuovo Stato africano".  "Un nuovo Stato in Africa potrebbe effettivamente essere meno sicuro. Tentare di istituire un nuovo paese, potrebbe creare un'area dalla quale gli insorti e i gruppi come l'ISIS potrebbero trarre vantaggio e utilizzare come un rifugio", ha detto il giornalista in un video che accompagna la sua analisi, rilevando che Washington e Rabat condividono la stessa posizione al riguardo.