lunedì 23 novembre 2020

Dalle Associazioni italomarocchine alle autorità algerine


Una breve risposta della società civile marocchina-italiana alla diplomazia algerina sulla pace e guerra, rapporto con il Marocco e il banditismo del Polisario nel Guergarat.. 


Con questo contributo di pace vorrei confutare una parte della propaganda algerina sul ripristino della sicurezza e della circolazione stradale avvenuto il 13 novembre a Guergarat tra Marocco e Mauritania e altre informazioni errate e poco diplomatiche che Algeria divulga sul Marocco. 
Certamente i fatti Guergarat erano estremamente gravi ma Algeri intendeva nascondere all'opinione pubblica internazionale la verità della situazione in questa zona che ha portato il Marocco ad intervenire pacificamente. 
Nessuno può nascondere che gli autori del banditismo che hanno bloccato per oltre due settimane la strada internazionale che collega Marocco alla Mauritania sono arrivati proprio dall'Algeria il paese che arma queste milizie del Polisario ma chiede purtroppo aiuti umanitari internazionali dal mondo per la popolazione sequestrata nei suoi campi di Tindouf. 
Il Marocco ha fatto il suo dovere ripristinando la circolazione stradale internazionale pacificamente, senza contatto con le bande. 
Al posto di attaccare il Marocco, sarebbe meglio che le autorità algerine e il loro corpo diplomatico si assumessero la loro responsabilità di tutto ciò che accaduto a Guergarat nel lasciare la partenza delle bande per oltre 1500 km da Algeria per mettere i mercati di frutta e verdura in Mauritania e altri paesi africani in pericolo. 
Siccome la sua politica estera pretende di avere a cuore la popolazione dei campi di Tindouf, non sarebbe equo l'autorizzazione del censimento e la registrazione di questi esseri umani presso la HCR come raccomanda il Consiglio di sicurezza dell'ONU da anni? 
Per altri diritti umani calpestati in questo zona isolata dal mondo, ormai, solo Algeria che non vuole sentire. Tutto il mondo è al corrente che ultimamente l'esercito algerino ha bruciato con la benzina due saharawi nei campi di Tindouf, e passati 12 anni dal rapimento in Algeri di Ahmed Khalil consigliere dell'ex capo del Polisario, le autorità algerine possono rompere il silenzio e annunciare la sorte di questo essere umano? 
Poi orchestra che il Popolo Marocchino è pacifico e Algeria non intende intervenire militarmente? Certo, tutto il Marocco è pacifico, grande e generoso, quindi, il sottile messaggio che pretende di non desiderare la guerra contro il Marocco è, da un lato, debole visto la bellicosa mentalità della giunta militare che governa il paese, e da un altro lato,  l’establishment è cosciente e sa per bene la sua deteriorata situazione e le nefaste conseguenze di un tentativo malcalcolato di guerra contro il Marocco, senza dimenticare che il popolo pacifico algerino sta lottando per uno Stato Civile e non Militare e vuole contrastare tra l'altro ogni ostilità contro i paesi vicini dai militari che vogliono esportare all’estero la crisi interna. 
Per la questione del Sahara Marocchino vorrei segnalare che non ha senso un incontro con il banditismo e con un Polisario incredibile e teleguidato. Basta propaganda e basta usare slogan falsi e superati come la presunta "difesa dei diritti del popolo saharawi". Algeria difende il gruppo Polisario e si posiziona contro la popolazione saharawi. La stragrande maggioranza di questa popolazione vive nel suo territorio marocchino e non nei campi algerini. Benvenga un dialogo fraterno e fruttuoso tra Marocco e Algeria. Benvenga, dunque, l'apertura di un consolato generale d’Algeri a Dakhla Marocchina accanto a 18 altri consolati, la regione Dakhla Oued Eddahab è guidata proprio di un ex leader del Polisario ritornato dai campi algerini. 
L'Algeria che vive la corruzione il nepotismo e la dittatura attacca Marocco e la sua economia? Ma una logica domanda di servizio: È coincidenza che gli investimenti stranieri e tantissime aziende automobilistiche per esempio si sono stabilite in Marocco e non in Algeria? La risposta è ben chiara cioè il Marocco è credibile, stabile e sicuro, invece Algeria non lo è.  
Ecco una Algeria non raccontata da quella diplomazia del nostro vicino: Oggi, le giovani e i giovani Algerini chiedono di porre fine alla corruzione, agli alti tassi di disoccupazione e alla repressione delle manifestazioni, in un paese dove l’unica prospettiva rimasta sembra quella di emigrare. La migrazione clandestina algerina in Sardegna è alla quotidianità.. Nell'estrema instabilità in Algeria sono i diritti umani a pagare il prezzo più alto. Sono in corso le violazione delle più importanti libertà riconosciute universalmente. I continui arresti, detenzioni arbitrarie, torture e altri trattamenti disumani e degradanti verso dissidenti, giornalisti e sostenitori dell’Hirak e la condanna dei giornalisti sono un pessimo messaggio che l’Algeria manda a se stessa e alla comunità internazionale. Quando finalmente Algeria deciderà di ascoltare il proprio popolo, di rispettare i diritti umani internazionalmente riconosciuti e di intraprendere democraticamente le riforme politiche, economiche e sociali necessarie troverà nell’UE un partner forte ed affidabile pronto a sostenerlo. Ecco quest'Unione Europea che smaschera Algeria ha siglato grandi Accordi economici strategici che coprano tutto il territorio marocchino compresso suo Sahara. 
Alkhawa (parola usata in Algeria in Arabo vuol dire Ò Fratellanza) sarebbe meglio di smettere di fare del Marocco e del suo Sahara il loro fondo di commercio e di spararle a zero, sempre a torto e continuamente. 


Yassine Belkassem, Coordinatore nazionale della Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI)


sabato 21 novembre 2020

Manuel Valls: Il gruppo Polisario basato in Algeria coinvolto nel traffico di armi, di esseri umani e di droga


Il gruppo Polisario basato a Tindouf in Algeria è coinvolto nel traffico di armi, di esseri umani e di droga e costituisce pertanto una minaccia reale per la sicurezza nella regione del Sahel, ha sottolineato venerdì l’ex primo ministro francese Manuel Valls. 
Valls, ospite di un programma televisivo spagnolo "Antena3″, ha definito "irresponsabili" le posizioni di Podemos, partito minoritario del governo spagnolo di coalizione, relative al Sahara Marocchino e ai separatisti, "sapendo che il Polisario è coinvolto nel traffico di armi, di esseri umani e di droga nella regione del Sahel", poi ha ammonito: "non dobbiamo cantare fuori scena" chiedendo al governo spagnolo di "essere responsabile e all’altezza delle sfide che il paese e l’Europa devono affrontare". 
L’ex Primo Ministro francese ha inoltre affermato che il Marocco è un alleato importante per l’Europa: "Il Marocco è un alleato indispensabile nella lotta contro il terrorismo e il jihadismo che rappresenta una grande sfida per l’Europa". 
Sulla situazione in Europa ha detto Valls: "Abbiamo migliaia di persone radicalizzate nei nostri paesi, per questo abbiamo bisogno della collaborazione dei paesi africani, e in particolare del Marocco". 
Da ricordare che il capo del gruppo del Polisario Brahim Ghali è ricercato in Spagna in seguito alla denuncia presentata dall’Associazione Sahrawi di difesa dei diritti dell’uomo (ASADEH) all’Audience Nazionale a Madrid per sequestro di persone, genocidio e terrorismo, quindi non potrà più viaggiare in Europa, diversamente sarà arrestato. 



giovedì 19 novembre 2020

CORRUZIONE, NEPOTISMO E INTIMIDAZIONE IN SENO ALL'UNIONE AFRICANA. INDAGATO IL SUDAFRICANO


Il Meccanismo Africano di valutazione dell’UA è al centro di un’indagine interna. Alcuni dipendenti hanno assunto un braccio di ferro con i loro leader, accusati, tra l'altro, di nepotismo, di favoritismo o di corruzione. Il quotidiano e la rivista francese "Jeune Afrique" ne ritrae le cose in esclusiva. 
E' un documento di 26 pagine, che "Jeune Afrique" ha potuto consultare, che ha smascherato e rotto il silenzio. Redatto a luglio da dipendenti del Meccanismo Africano di valutazione inter Pair (MAEP), una struttura che dipende dall’Unione Africana (UA), descrive le accuse di "malgoverno, corruzione, nepotismo, favoritismo ..., minacce, ricatto, intimidazione e rinvii arbitrari" in seno all’organizzazione con sede a Johannesburg, in Sudafrica. 
"Il MAEP dovrebbe essere all’avanguardia nella promozione dei valori dell’Unione africana, come il rispetto, la lealtà, l’integrità, l’imparzialità, la trasparenza, la responsabilità, l’efficacia e la professionalità. Tuttavia, il suo segretariato sudafricano sembra andare nella direzione opposta", si legge nel documento. 


PRESIDENTE DEL PARLAMENTO PANAFRICANO DENUNCIA ATTIVITÀ ILLEGALI ANTI INTERESSI AFRICANI E MAROCCHINI DEL SUO 3° VICE ALGERINO BOURAS


Il Presidente del Parlamento Panafricano (PAP), Roger Nkodo Dang, ha indirizzato una lettera ai Ministri degli Esteri dei paesi dell’Unione Africana per richiamare la loro attenzione sulle manovre del terzo vicepresidente del PAP, Jamal Bouras, che vanno palesemente contro gli interessi dell'Africa in generale e contro quelli del Regno del Marocco in particolare. 
Nella sua lettera Dang ha scritto: Gli abusi autoritari del terzo Vicepresidente algerino del PAP, Jamal Bouras, che funge da Presidente senza rotazione, hanno creato una grave crisi istituzionale e funzionale all’interno del Parlamento panafricano. 
Il Presidente ha sottolineato che tutte le decisioni e dichiarazioni prese in questo contesto o azioni al di fuori di quanto previsto dai testi in vigore, non possono essere considerate riflettenti la posizione del PAP o dei suoi organi legittimi. 
Il Parlamento non ha tenuto sessioni. Il comportamento dell'algerino è quindi antidemocratico e contrario alla disposizione dell’articolo 28, paragrafo 1, che stabilisce che il PAP tenga almeno due sessioni ordinarie durante un periodo di dodici mesi, ha precisato il signor Nkodo Dang chiedendo ai Ministri degli Esteri dell’UA di intervenire immediatamente.


domenica 15 novembre 2020

Spagna condanna categoricamente l'attacco criminale del polisario contro il Consolato del Marocco a Valencia (comunicato)


Il governo spagnolo ha "condannato categoricamente" gli atti di vandalismo commessi questa domenica 15 novembre da alcuni elementi del gruppo polisario nel Consolato generale del Marocco a Valencia. 
"La Spagna condanna categoricamente gli atti commessi domenica da alcuni partecipanti ad un raduno (...) davanti al Consolato generale del Marocco a Valencia", afferma il comunicato del ministero spagnolo degli Affari Esteri, dell’Unione europea e della cooperazione. 
Il Ministero spagnolo sottolinea che  questi elementi sono entrati nell’edificio del consolato per cercare di collocare la bandiera del Polisario, "compromettendo in tal modo l’inviolabilità, l’integrità e la dignità della sede consolare". 
"Nessuna manifestazione nel quadro del diritto di riunione può degenerare azioni illegali, come il tentativo di domenica, che costituisce una flagrante violazione della legislazione in vigore", sottolinea la stessa fonte. 
"Il governo cerca di ottenere maggiori chiarimenti sui fatti e continuerà ad adottare tutte le misure appropriate per garantire il rispetto dell’integrità e dell’inviolabilità delle missioni diplomatiche accreditate nel nostro Paese", assicura il Ministero spagnolo degli affari esteri. 
"La Spagna condanna fermamente qualsiasi azione che danneggia i principi e i valori delle Convenzioni di Vienna sulle relazioni diplomatiche e consolari del 1961 e del 1963, di cui è parte e ferma garante", aggiunge il comunicato. 


La Repubblica Cooperativa di Guyana ritira suo riconoscimento della pseudo "rasd"


La Repubblica Cooperativa di Guyana ha annunciato sabato 14 novembre la sua decisione di revocare suo riconoscimento di pseudo "rasd".

In una lettera inviata al ministro marocchino degli Affari Esteri Nasser  Bourita dal suo  omologo ministro degli Affari Esteri di Guyana, Hugh Hilton Todd, in cui afferma che "il governo di Guyana non riconoscerà più" la pseudo "rasd" sottolineando che Guyana fornirà il suo pieno sostegno agli sforzi delle Nazioni Unite in materia per una soluzione pacifica e reciprocamente accettabile. 
Grazie al Re Mohammed VI la dinamica internazionale di sostegno alla marocchinità del Sahara prosegue con ritiro dei riconoscimenti alla repubblica fantasma. Ad oggi sono 164 paesi nel mondo non riconoscono la pseudo "rasd".
La Repubblica Cooperativa di Guyana, che aveva riconosciuto l’entità fantomatica il primo settembre 1979 e la cui decisione attuale coincide con la commemorazione da parte del popolo marocchino del 45esimo anniversario della Marcia Verde, è il 14esimo paese dell’America Latina e dei Caraibi che ha revocato il suo riconoscimento a questa fantasma dal 2010.
 

venerdì 13 novembre 2020

Intervento delle Forze Armate Reali per ripristinare la circolazione tra Marocco e Mauritania a Guerguerat. RACMI soddisfatta

Video choc della banda criminale Polisario in fuga dopo aver dato fuoco alle sue tende 
Sostegno alle Forze Armate Reali 

nelle foto il gruppo Polisario ha dato fuoco alle sue tende in Guerguerat 

In concreto, nella notte tra giovedì e venerdì sono intervenute le Forze Armate Reali (FAR) come riportato da un comunicato dello Stato Maggiore Generale delle FAR. "In seguito al blocco, da parte di una sessantina di persone inquadrate, da miliziani armati del polisario, nell'asse stradale che attraversa la zona cuscinetto di Guerguarate che collega il Regno del Marocco e la Repubblica Islamica di Mauritania, e al divieto del diritto di passaggio, le Forze Armate Reali stanno istituendo un cordone di sicurezza per rendere sicuro il flusso di circolazione di beni e di persone attraverso questo asse", indica la stessa fonte. "Questa operazione non offensiva e senza alcuna intenzione bellicosa si svolge secondo regole di responsabilità chiare, che prescrivono di evitare contatti con persone civili e di ricorrere all’uso delle armi solo in caso di legittima difesa", conclude il comunicato. 

Dalla sua parte il Ministro degli Affari Esteri del Marocco, Nasser Bourita, ha annunciato che venerdì sera che di fronte alle gravi e inaccettabili provocazioni subite dalle milizie del "polisario" nella zona tampone di Guergarate nel Sahara marocchino, "il Marocco ha deciso di agire, nel rispetto delle sue attribuzioni, in virtù dei suoi doveri e in piena conformità con la legalità internazionale". Dopo essersi astenuto dalla massima moderazione, di fronte alle provocazioni delle milizie del "polisario", "il Regno del Marocco non ha avuto altra scelta se non quella di assumersi le proprie responsabilità per porre fine alla situazione di blocco generata da tali azioni e ripristinare la libera circolazione civile e commerciale" tra Marocco e Mauritania, ha sottolineato il ministero in un comunicato. 

La Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI) ha espresso soddisfazione  circa l'intervento militare delle Forze Armate Reali. 


domenica 8 novembre 2020

Il Re Mohammed VI. In guardia contro le manovre dei separatisti Polisario a El Guerguerate e nelle zone est del muro di sicurezza in Sahara


Il Re Mohammed VI ha pronunciato sabato sera il tradizionale discorso che commemorava l’avvio della Marcia Verde, 45 anni fa, dal defunto Hassan II per liberare il Sahara dal colonialismo spagnolo. Il discorso è stato dedicato principalmente alla questione del Sahara Marocchino. 
Il Sovrano si è quindi congratulato per gli “sviluppi tangibili” che questo dossier conosce sulla scena internazionale, continentale e locale. 
A livello di Nazioni Unite, ha accolto con favore il fatto che gli approcci e le tesi superati e irrealistici sono stati definitivamente vanificati in occasione dell’adozione delle ultime risoluzioni del Consiglio di sicurezza. Il Sovrano fa riferimento all’abbandono dell’istanza esecutiva dell'ONU dell’opzione del referendum, un vantaggio che consolida le posizioni del Regno, accompagnato dalla conferma della partecipazione effettiva delle vere parti interessate di questo conflitto regionale e che hanno consacrato l’irreversibilità della soluzione politica, realistica e consensuale. Le due edizioni della tavola rotonda di Ginevra, del dicembre 2018 e del marzo 2019, avevano conosciuto infatti la partecipazione del Marocco, dell’Algeria, della Mauritania e del Polisario. Un principio che è stato sancito nell'ultima risoluzione 2548 del Consiglio di sicurezza. “Questo orientamento è in linea con lo spirito dell'iniziativa di autonomia marocchina, sostenuta dal Consiglio di sicurezza e dalle grandi potenze come unica opzione logica per risolvere questo conflitto”, ha precisato il Sovrano. 
Al livello continentale, grazie al ritorno del Marocco in seno alla sua famiglia africana, l'UA ha chiuso con successo il capitolo delle incessanti manovre di cui il Marocco è stato vittima per anni. Da questo ritorno, l'UA ha adottato un approccio costruttivo nel suo pieno sostegno agli sforzi compiuti esclusivamente dall'ONU, dal suo Segretario generale e dal Consiglio di sicurezza, ha ricordato il Re. E’ evidente che l’inaugurazione di sedi consolari di 15 paesi dell’UA è un vantaggio in più per il Marocco, che è in grado di difendere meglio le sue posizioni su questo dossier. Tale orientamento è stato sostenuto dalle grandi potenze che, in materia, hanno adottato posizioni costruttive, in particolare la conclusione di partenariati strategici ed economici che includono, senza eccezione né riserve, le province meridionali del Regno come parte integrante del territorio marocchino. L’Unione europea e il Regno Unito ne sono il perfetto esempio.
Il Re ha inoltre ricordato che i membri della comunità internazionale si rifiutano, nella stragrande maggioranza, di allinearsi alle tesi delle altre parti. Sono ben 163 paesi che rappresentano l’85 per cento degli Stati dell’ONU che non riconoscono l’entità fittizia (fantasma repubblica del polisario).
Quanto al blocco di El Guerguerate e il progetto dei separatisti Polisario sostenuti d'Algeri di stabilire attività nelle zone est del muro di sicurezza, il Re Mohammed VI ha ammonito: “Ribadiamo il nostro rifiuto categorico delle azioni inaccettabili con cui si cerca di ostacolare la fluidità del traffico tra Marocco e Mauritania, di alterare lo status giuridico e storico che prevale a est del muro di sicurezza o ancora di fare uno sfruttamento illegittimo delle risorse della regione”. Privilegiando il buon senso e la saggezza di fronte a queste provocazioni, il Sovrano ha precisato che “con l’ultima forza e la massima fermezza, il Marocco si opporrà agli abusi che cercano di compromettere la sicurezza e la stabilità delle sue province del Sud”. Di fronte a queste agitazioni si è detto persuaso che l’ONU e la sua missione MINURSO continueranno a svolgere il loro dovere vigilando per preservare il cessate-il-fuoco nella zona.
Sul livello locale, lo spirito della Marcia Verde continua a animare il processo di sviluppo al centro del quale si trovano le province del Sud, in particolare nel quadro del nuovo modello di sviluppo delle province del Sud, il Re ha insistito sulla sua determinazione a erigere le province meridionali un motore dello sviluppo regionale e continentale. “È arrivato il momento di valorizzare le numerose potenzialità del loro settore marittimo. A questo proposito, nel corso di quest’anno, e in piena conformità con i principi del diritto internazionale, il Marocco ha portato a termine la delimitazione dei suoi spazi marittimi, inserendoli nell’arsenale giuridico marocchino, rassicurando che il Marocco proseguirà con costanza il dialogo con la vicina Spagna, sulle zone marittime nel quadro del Diritto del Mare e rispetterà il partenariato che unisce i due paesi amici, lontano da qualsiasi volontà unilaterale di imporre il fatto compiuto.