domenica 21 giugno 2015

Marocco forte di sua stabilità diventa meta di grandi investitori internazionali. PSA Peugeot - Citroen realizzerà impianto a Kenitra

La casa automobilistica francese PSA Peugeot - Citroen intende realizzare un impianto da oltre 500 milioni di euro a Kentira in Marocco per aumentare le vendite nei mercati emergenti, inizierà a produrre annualmente 200 mila auto e 200 mila motori entro il 2019 con una forza lavoro di 4.500 persone. Lo ha reso noto l’amministratore delegato dell’azienda, Carlos Tavares, dopo la firma del contratto di investimento nel Palazzo Reale del Marocco, a Rabat, venerdì scorso,
“Questa apertura testimonia che il Marocco raccolta i frutti della sua stabilità politica garantita dalla sua monarchia” ha commentato l’universitario francese Jean Claude Martinez, precisando che “grazie alla sua monarchia, il Marocco rimane l’unico polo di stabilità della riva mediterranea africana, tale stabilità ha ricadute positive sul piano economico, particolarmente nel settore degli investimenti stranieri”. Tutti gli ingredienti di sviluppo economico sono riuniti nel miracolo marocchino, in cui la sicurezza, la stabilità, il clima favorevole agli affari, la manodopera qualificata e il buon mercato, le infrastrutture di base che rispondono agli standard internazionali, oltre alla sua posizione geografica in quanto hub tra Europa e Africa”, ha spiegato il diplomatico francese.
Questo “investimento, inserito nel partenariato firmato tra Marocco e Francia il 28 maggio a Parigi nell’Incontro di Alto Livello che ha tracciato la linea guida bilaterale per i prossimi due anni, è un nuovo segno di fiducia espresso da un grande gruppo francese alla potenzialità di sviluppo economico marocchino” ha sottolineato Charles Fries, ambasciatore di Francia a Rabat.
Il Marocco è diventato in questi ultimi anni una destinazione di scelta degli investimenti ed una terra di predilezione per i capitali internazionali alla ricerca di opportunità.
Per la sua posizione geografica a due passi dal’Europa, l'ammodernamento delle sue infrastrutture portuarie e stradali e la sua stabilità economica e politica, il Marocco si impone come una piattaforma attrattiva per le imprese desiderose di lanciarsi nel mercato africano.
Gli investimenti Diretti Stranieri (IDE) hanno conosciuto così un progresso notevole in Marocco, diventato il terzo paese dell'Africa più attrattiva per gli investitori stranieri, grazie alla sua posizione strategica e la sua mano d’opera qualificata. I flussi degli IDE hanno raggiunto 11,7 miliardi di dirham a fine maggio 2015, con un progresso di 22,8 per cento rispetto all’anno precedente.
Concernente il settore automobile, il gruppo francese Renault s’ è installato a Tangeri e produce 300.000 automobili ogni anno, ciò che ha spinto parecchi casse automobili a raggiungere Marocco, mentre altri costruttori automobili stanno per stabilirsi in Marocco. Difatti, il successo di Renault Tanger ha stimolato l'appetito dei grandi costruttori automobili, come il caso della gigante PSA Peugeot - Citroen.
Il “Piano Emergenza”, strategia che capitalizza sulle esperienze compiute nei settori dell'automobile, l'aeronautica e l'offshoring ha ben contribuito all'attrazione dei grande industriali internazionali. Si tratta di una strategia 2014 - 2020 che creerà 500.000 posti di lavoro nell'industria, su dei bisogni globali stimati a 1,3 milione. La metà di questi posti saranno creati dagli IDE, in direzione dai quali una strategia innovativa sarà adottata. Il contributo dell'industria al PIL passerà a tal punto, da 14 pc attualmente a 23 pc nel 2020.
Così, il Marocco si posiziona come riferimento regionale nel campo dell'industria aeronautica, come ne manifesta l'insediamento della multinazionale di fama internazionale particolarmente “Bombardiere” che ha appena investito 200 milioni di dollari per sostenere lo sviluppo del settore dell'aeronautica africana. La decisione del terzo più grande costruttore aeronautico nel mondo dopo Boeing ed Airbus di stabilire una fabbrica di fabbricazione in Marocco rifletta l'emergenza del Regno in quanto hub in pieno sviluppo per l'industria aeronautica mondiale. Questa realtà è stata dedicata ultimamente con la finalizzazione a Bourget, in Francia, dell'accordo di insediamento in Marocco della nuova fabbrica dell'aeronautica, Figeac Aero, specializzata nell'industria aeronautica. L'accordo in questione riguarda l'insediamento di un'unità industriale a Casablanca con un costo di 25 milioni di euro.


venerdì 19 giugno 2015

RACMI in Giornata mondiale del rifugiato: Algeria è responsabile di tutte le negazioni dei diritti del rifugiato a Tindouf

All’occasione della Giornata mondiale del rifugiato, 20 giugno, la Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI) dedica questa nota alla situazione incettabile nei campi di Tindouf in Algeria, mondialmente condannata. All’impotenza di chi ha il dovere di protezione dei rifugiati ovvero dell’Alto Commissariato dell’ONU dei Rifugiati (HCR). E all’aberrazione dell’Algeria che concede armi bellicose ai separatisti Polisario ma riduce alla fame l’intera popolazione dei campi.
La situazione delle persone che si trovano in questi campi, definiti “carcere a cielo aperto”, è irregolare secondo il Diritto internazionale umanitario. La presa in ostaggio di popolazione intera, uomini, donne e bambini per scopo politico; la persistenza di questa situazione da quaranta anni; il carattere militare e l’arruolamento del Bambino soldato; le deviazioni degli aiuti umanitari internazionali; la tratta delle persone; e peggio ancora l’essenza di cifre esatte sul numero delle persone che vivono in questi campi, sono elementi che conferiscono a tale situazione un carattere fuori norma nel mondo.
Se, in generale, la situazione dei diritti dell’uomo sta tra zona di non-diritto e territorio d’eccezione in quanto è assente il quadro giuridico della popolazione, oltre alla localizzazione geografica sul territorio algerino, coniugata con la presunta gestione di fatto dall’organizzazione separatista Polisario è dunque doppiamente inaccettabile. Dal fatto che non si accorda una “delega” di sovranità e quindi la responsabilità da parte di uno Stato ad una organizzazione militare non-statale (Polisario). Proprio questa assurdità scelta algerina che ha portato all’assenza della protezione alla popolazione da parte dell’HCR.
Quanto alla situazione individuale dei diritti dell’Uomo in questa zona, la violazione è quotidianamente sistematica di tutti i diritti fondamentali senza aver alcun mezzo al ricorso giuridico. Niente libertà di circolazione, è vietato abbandonare i campi controllati 24/24h, presenza di una infinità di blocchi di controllo tra i campi per evitare ogni tentativo di fuga … Niente libertà d’associazione o espressione. Niente diritto all’istruzione e alla scolarizzazione nelle scuole algerine, i bambini si trovano spesso inviati nei paesi lontani, come Cuba, senza il consenso dei loro parenti.  Niente diritto di lavoro in Algeria. Niente diritto di scegliere la residenza o domicilio fuori i campi. La popolazione dei campi è dipendente al cento per cento dagli aiuti umanitari internazionali, i cui le organizzate deviazioni da parte di algerini e del Polisario, sono ben note e confermate dai rapporti del PAM, HCR, OLAF e l’UE.
Questa drammatica situazione ha una responsabilità precisa: Algeria. Paese di “accoglienza” che rifiuta di applicare le sue obbligazioni relative al diritto internazionale della protezione dei rifugiati di Tindouf, rifiuta tutti gli appelli del HCR e tutte le raccomandazioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per il censimento e la registrazione. Ovviamente, dietro le negazioni dei diritti di queste persone oltre a povertà, malattie, isolamento dal mondo, ci sono interessi egemonici, politici ed economici algerini.
Quindi, visto il diritto internazionale legittima l’ingerenza per proteggere i rifugiati, e in difesa e in solidarietà con la popolazione nei campi di Tindouf, RACMI condanna la politica algerina e lancia appello pressante e urgente alle istituzioni italiane locali e nazionali, l’ONU, l’UE, le ONG internazionali dei diritti umani, l’opinione pubblica nazionale ed internazionale e alla mass media di fare pressione sull’Algeria per permettere ai rifugiati saharawi sul suo territorio di godere di tutti i diritti garantiti dalle Convenzioni internazionali relative ai rifugiati, alle quali Algeria ha aderito, in particolare il diritto di essere censiti ed immatricolati presso HCR, la libertà di circolazione e la possibilità d’accedere ad un lavoro dignitoso. E chiede alle Istituzioni europee e italiane, per affrontare le deviazioni, di attuare meccanismi per garantire l’arrivo degli aiuti umanitari ai loro beneficiari nei campi.


19 giugno 2015