venerdì 27 luglio 2012

Speciale Festa del Trono in Marocco 30 luglio


Speciale Festa del Trono in Marocco 30 luglio
 Il 30 luglio il popolo marocchino festeggia il tredicesimo anniversario dell’acceso del suo Re Mohammed VI al Trono Alauita, in un contesto di globalizzazione accelerata, l’economia del Marocco ha registrato una evoluzione considerabile grazie alla stabilità politica garantita dal consenso attorno alla monarchia. 13 anni di impegno del Re consacrato con tutta energia per mettere a disposizione al suo popolo tutti i mezzi necessari per un futuro migliore e prospero.

Dopo un lungo periodo consacrato allo sviluppo delle infrastrutture fondamentali, le grandi dighe per la produzione elettrica, ristabilimento degli equilibri marco economici negli anni 90, il Marocco ha registrato una crescita economica di circa 6%.
Dal 1999 il Re Mohammed VI ha iniziato vasti progetti di infrastrutture moderne nei settori stradale (auto e superstrade), portuale (Tanger Med), e ferroviere (TGV).
Investimenti stranieri
Da osservare che il paese nordafricano ha resistito alla crisi internazionale conservando buoni risultati nell’industria e nel turismo e grazie alla sua stabilità e alle proprie competenze continua ad attrarre grandi investimenti stranieri, come lo dimostrano l’apertura della Renault-Nissan a Tangeri o Gruppo agroalimentare  francese Danone.
Inoltre, secondo gli esperti internazionali, l'attraetività del Marocco per gli investimenti stranieri diretti dovrà rinforzarsi anche a lungo termine.

Sul piano agricolo, una delle ricchezze del paese, lo sforzo di ammodernamento prosegue (Piano verde) mentre il dinamismo industriale (Piani Emergenza), non si smentisce.
Acciaio di alta qualità
Così, il complesso siderurgico Magreb Steel di Mohammedia che propone una ricca gamma di prodotti utilizzati, particolarmente, nel settore dei BTP e dell'elettrodomestico, poni il Marocco nel cerchio dei grandi paesi produttori di acciaio e viene a rispondere ad una domanda crescente per i prodotti di acciaio di qualità superiore. La produzione di questo grande complesso è orientata verso il mercato europeo, africano ed asiatico.
Altri settori, come l'industria farmaceutica, l'industria chimica, (intorno al fosfato), l'elettronica, il settore bancario e della finanza costituiscono vantaggi non trascurabili. 
Un capofila per le energie rinnovabili
Soprattutto, il Marocco ha saputo investire nei settori dell’avvenire. Il Re ha avviato un gigantesco piano di sviluppo delle energie rinnovabili che dovrebbe permettere di ridurre sensibilmente la fattura energetica e, a termine, di essere un paese leader in questo campo ed anche un esportatore di energia per i paesi europei. 
A giugno scorso, ha avuto luogo dell'inaugurazione, ad Ouarzazate, il più grande installazione termo solare del mondo. Questa installazione che dovrebbe avviarsi in 2014 è il primo sito del piano solare marocchino iniziato dall'agenzia marocchina per l'energia solare (MASEN), che rappresenterà in totale un investimento di circa 6,4 miliardi di euro, per la realizzazione di cinque centrali di una potenza totale di 2 000 MW. 
Parallelamente al piano solare, cinque progetti di parchi eoli di 720 MW sono in cantiere per il 2012.  Grazie ai venti marittimi, il Marocco conta su un importante  giacimento di energia eolia di un potenziale di 6000 MW circa.
Bisogna menzionare anche il grande progetto europeo Desertec per la regione MENA che parte in 2012 in Marocco e che mira a costruire un sito di 500 MW su una superficie di 12 km per un costo di 2 miliardi di Euro.
Allo stesso tempo, la produzione di energia idraulica sarà rinforzata, con la costruzione di due centrali di nuova generazione, di una potenza di 550 W, che viene ad aggiungersi alle 26 centrali nel Regno.
La stabilità è una carta vincente considerevole
Queste realizzazioni e questi progetti ambiziosi, ma anche l'azione in favore dello sviluppo umano e la lotta contro la povertà nella cornice del programma INDH, permettono al Marocco che ha moltiplicato il suo PIL per 2,3 nello spazio di dieci anni, di mettersi nel gruppo dei paesi emergenti. Durante una conferenza a Bruxelles sulla tema "Europa e primavera araba", il 31 maggio 2012, il vicepresidente della Banca Europea di Investimento (EIB), Philippe di Fontaine Vive Curtaz notava che l'evoluzione tranquilla iniziata dal Re Mohammed VI "rassicura e dà fiducia" agli investitori. 
È così come il dinamismo economico, con un buono tasso di crescita previsto durante i quattro prossimi anni, viene a consolidare un'eccezione marocchina che si ha potuto constatare sul piano politico, con un'evoluzione in una notevole stabilità, nella cornice di una monarchia progressista e democratica.

Yassine Belkassem

mercoledì 18 luglio 2012

Uno dei principali bacini di reclutamento per bambini kamikaze è il sud dell'Algeria che ospita i campi saharawi del Polisario


NEL MALI SI ADDESTRANO I KAMIKAZE PER I GIOCHI
18 Luglio 2012
Il Foglio
- Da qualche giorno la regione dell'Azawad, nel nord del Mali, è sotto il totale controllo delle organizzazioni qaidiste. Lo ha annunciato il Movimento nazionale di liberazione dell'Azawad (Mnla), prevalentemente composto da ribelli tuareg di estrazione laica, dopo che i suoi uomini - per evitare l'ennesima mattanza di vittime civili - hanno abbandonato il villaggio di Ansongo, poco distante da Gao, lasciandolo così nelle mani del Movimento per l'unità e il jihad in Africa occidentale (Mujao). Ansongo era l'ultimo centro abitato amministrato dal Mnla.

Al resto ci avevano già pensato i miliziani di Ansar Eddine, stretti alleati di al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi)e del Mujao, che avevano provveduto a estromettere dall'area di Timbuctu le formazioni dei tuareg laici. "Ciò che più impressiona - confida al Foglio una fonte britannica d'intelligence – è la capacità di reclutamento e penetrazione nel tessuto economico e sociale mostrata da questi gruppi islamisti". Basti pensare - aggiunge il nostro interlocutore - "ad Ansar Eddine, totalmente formato da tuareg di fede islamica, al Movimento per l'unità e il jihad in Africa occidentale (con la maggior parte dei suoi effettivi provenienti dai campi saharawi del Fronte Polisario) e ad al Qaida nel Maghreb islamico che può contare su un insieme di jihadisti che copre tutto il nord Africa"
Un puzzle terroristico, questo, che tende ad ampliare e consolidare ogni giorno di più la propria influenza fino a interagire direttamente, ricalcando in particolare i modelli palestinesi di Hamas e del Jihad islamico, nella formazione delle giovanissime generazioni nordafricane. Una formazione in cui l'indottrinamento religioso rappresenta solo il pretesto per trasformarle nel serbatoio da cui attingere bambini soldato e giovani attentatori suicidi.
"Purtroppo - continua la fonte d'intelligence britannica - uno dei principali bacini di reclutamento per bambini e adolescenti da avviare alla guerra e alla realizzazione di attentati suicidi è il sud dell'Algeria e, più precisamente, il territorio che ospita i campi saharawi del Polisario, colpevolmente lasciati a un destino senza futuro fatto di povertà e violenza criminale. Una realtà drammatica legata in modo particolare alla piaga del traffico di stupefacenti, armi ed esseri umani che sta sconvolgendo l'intero Sahel". A fronte di tutto ciò, il tentativo qaidista di trasformare la regione dell'Azawad in una loro enclave rappresenta una gravissima minaccia non solo per la stabilità di quei paesi ma per l'intera comunità internazionale. 

Sarebbero almeno undici i campi di addestramento allestiti nel nord del Mali dai vertici di Aqmi, Ansar Eddine e Mujao. In questi campi sarebbe stata accertata la presenza di convertiti europei, di nazionalità britannica, francese e italiana, pronti a entrare in azione sullo scenario più importante del momento: i Giochi olimpici di Londra che si apriranno il 27 luglio. Deriva da qui, anche, la fibrillazione dei servizi e degli apparati di sicurezza britannici. "Temiamo fortemente - conclude la fonte d'intelligence - non solo i convertiti europei ma il possibile utilizzo, da parte di tali gruppi qaidisti, proprio dei cosiddetti baby kamikaze"

Stampa spagnola: "Urru è libera" Farnesina: sono in corso verifiche

Stampa spagnola: "Urru è libera" Farnesina: sono in corso verifiche
Roma - (Adnkronos/Ign) - Secondo il sito del quotidiano El Mundo, nelle prossime ore un aereo militare spagnolo partirà per recuperare Fernandez e Gonyalons, mentre Rossella Urru partirà direttamente perl'Italia. La trentenne, originaria di Samugheo, in provincia di Oristano, è stata rapita lo scorso ottobre da un gruppo dissidente di Al Qaeda operante nella regione del Maghreb. Da otto mesi nelle mani dei rapitori. Il 3 marzo scorso la falsa notizia del rilascio

Roma, 18 lug. (Adnkronos/Ign) - Fonti vicine al governo spagnolo, citate dall'agenzia Europa Press, hanno confermato la notizia della liberazione dei due cooperanti spagnoli Ainhoa Fernandez de Rincon e Enric Gonyalons e dell'italiana Rossella Urru, rapiti il 23 ottobre scorso nel sud dell'Algeria, nei pressi di Tindouf.
Le fonti hanno affermato che il riserbo del governo di Madrid sulla vicenda è estremo, anche perché il rientro degli ostaggi potrebbe essere posticipato di un giorno a causa di una tempesta di sabbia che avrebbe investito l'area del Burkina Faso dove i tre si sarebbero diretti, dopo essere stati liberati nel nord del Mali. Secondo il sito del quotidiano El Mundo, nelle prossime ore un aereo militare spagnolo partirà per recuperare Fernandez e Gonyalons, mentre la Urru partirà direttamente per l'Italia.
Voci sulla liberazione della Urru si rincorrono da stamattina e la Farnesina ha fatto sapere che sta effettuando le verifiche del caso.
Il ministero degli Esteri "sta verificando" le notizie in merito alla presunta liberazione della cooperante italiana, afferma ad Aki-Adnkronos International la Farnesina, spiegando che "il ministro Giulio Terzi segue direttamente la questione attraverso l'Unità di crisi". La notizia della liberazione della Urru e dei due cooperanti spagnoli rapiti insieme a lei è riportata dal sito mauritano 'Sahara Media'.
L'attivista mauritano Najib Tawal Ould ha riferito ad Aki che nella notte è stato scarcerato il saharawi Maminna Ould Faqir, arrestato lo scorso 4 dicembre in Mauritania con l'accusa di aver fatto parte del commando che ha rapito i tre cooperanti. L'uomo ha lasciato il carcere centrale di Nouakchott ed è stato accompagnato dalle autorità mauritane fuori dalla capitale "in una località ignota - ha detto l'attivista -. Non sappiamo se sia stato portato in Mali o altrove. Quello che è certo è che il suo nome faceva parte della lista dei detenuti salafiti da liberare in cambio della Urru, avanzata dal Mujao". I rapitori della nostra connazionale avevano subito chiesto la liberazione di Maminna Ould Faqir alle autorità mauritane. "Non è certo però che sia stato usato per lo scambio con l'ostaggio italiano", ha precisato l'attivista.

giovedì 12 luglio 2012

Strumentalizzazione propagandistica contro il Marocco: TV spagnola condannata


La TV spagnola Antena 3 condannata a Bruxelles per la strumentalizzazione di una dramma di una famiglia belga d’origine marocchina per fine propagandistico contro il Marocco
BRUXELLES 11/07 (BELGIO)
Tra le libertà di stampa e la manipolazione della Antena 3 spagnola: La TV spagnola Antena 3 è stata condannata il 12 giugno 2012 dal tribunale di Bruxelles per aver diffuso continuamente una foto fuori del suo contesto per tentare di illustrare falsamente l’intervento delle forze dell’ordine marocchine durante lo smantellamento di un campo di protesta a Laayoune in sud del Marocco.

La foto in questione era di una tragedia famigliare compiuta dieci anni prima da un squilibrato mentale a Casablanca.
Il 12 novembre 2010 Antena 3 aveva diffuso nel suo telegiornale tale reportage. Ma la famiglia delle vittime residenti in Belgio, Rachidi, ha denunciato la strumentalizzazione della morte dei loro vicini presso il Tribunale Belgio. Il tribunale ha condannato la TV iberica di un risarcimento di 30.000 euro.
Le manipolazioni mediatiche dalla Mass media spagnola dell’avvenimenti della Laayoune in Sahara marocchino hanno strumentalizzato anche le foto di bambini vittime del conflitto in Medi oriente.
Dopo lo smantellamento dell’accampamento di Gdem Izik a Laayoune in Marocco, le dichiarazioni false dei separatisti del Polisario hanno annunciato decine morti e centinaio di feriti tra i protestanti ma senza presentare nemmeno una identità di una sola vittima.
La TV Antena 3 si è precipitata pubblicando foto falsificate di feriti e cadaveri, attribuendogli all’avvenimenti di Gdeim Izik.
Da ricordare che gli avvenimenti della città di Laayoune sono cominciati il 10 ottobre 2010 quando un gruppo di abitanti della città hanno montato tende nella zona di Gdim Izik per rivendicazione sociali, casa, lavoro e benefici delle carte di Promozione Nazionale.
Davanti a questa situazione, le autorità pubbliche avevano deciso di permettere agli organizzatori di esprimersi liberamente le loro rivendicazioni a carattere sociali partendo dalla considerazione che questa forma di manifestazione si inserisce nel quadro della libertà d’espressione, a condizione che non sia portata alla minaccia  della sicurezza e all’ordine pubblico e che ci vuole affrontare le rivendicazioni con dialogo costrittivo, credibile e responsabile.
Le autorità pubbliche avevano permesso che l’accampamento resta aperto, e hanno assicurato tutti i bisogni degli occupanti, acqua, medicine, antenna medicale e servizio di pronto soccorso tenendo che l’accesso e la circolazione siano libere all’interno e all’esterno dell’accampamento.
Un dialogo quasi quotidiano è stato tenuto tra i rappresentanti dei protestanti e le autorità e diversi accordi di carattere sociali sono conclusi. Sulla base di tutto cio convenuto, il Ministro a proposto l’elaborazione e la firma di un verbale fissando gli impegni di ogni parte in modo trasparente e responsabile. i protestanti hanno dichiarato di non giudicare utile la firma di questo verbale sostenendo di aver piena fiducia verso le autorità.
L’accampamento ospitava diverse categorie di persone: famiglie povere e precarie, ma anche persone ricercate e trafficanti, in più un gruppo di opportunisti che ha stabilito la sua impresa sugli occupanti e hanno iniziato ad agire in modo malintenzionato al riguardo delle autorità per fallire il dialogo.
Servendo l’agenda dei separatisti del “Polisario”, si sono formate in seno dell’accampamento milizie composte da elementi pericolosi. Hanno fatto ricorso all’intimidazione, la minaccia e alla violenza fisica e psichica contro le persone nell’accampamento, in particolare contro gli anziani, donne e bambini per impedirli di andare via e di smontare le tende.
Davanti a questa situazione, e dopo l’esaurimento di tutte le vie del dialogo e del regolamento pacifico, le autorità locali sono state costrette a ricorrere alla forza pubblica per stabilire la legge e far rispettare l’ordine pubblico.
L’intervento delle forze dell’ordine si contrasto con una resistenza feroce che ha usato bombe Molotov, bombole del gas, arme bianche, bombe a mano, sassi …
Alcuni gruppi hanno trasferito le manifestazioni e i confronti  nella città di Laayoune che ha vissuto incendi di casi, beni pubblici e beni privati.
Durante l’intervento sono deceduti dieci membri delle forze dell’ordine e nessuno civile. 


mercoledì 4 luglio 2012

Droga, business e jihadismo. Il collante dei qaidisti nordafricani


Droga, business e jihadismo. Il collante dei qaidisti nordafricani

Pio Pompa
Quando nel 2001 i talebani minacciavano di far saltare in aria le magnifiche e antichissime statue del Budda di Bamiyan, il resto del mondo si illudeva che non l’avrebbero mai fatto. A distanza di undici anni lo scenario si ripete a Timbuctù, nel cuore del Mali, dove il gruppo jihadista di Ansar Eddine, affiliato ad al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi), ha distrutto venerdì scorso tre dei sedici santuari islamici della città dopo che, due giorni prima, l’Unesco ne aveva proclamato lo status di patrimonio dell’umanità. A nulla è servito il fatto che Timbuctù, dove riposano le spoglie di 333 grandi eruditi dell’islam, sia stata un crocevia della cultura musulmana espandendone l’influenza in ogni direzione. 
Ancora una volta, le formazioni qaidiste dimostrano che nella loro azione la religione c’entra poco o niente. C’entrano invece, in un intreccio estremamente pericoloso, i rapporti organici stabiliti con i narcotrafficanti dell’America latina, con le multinazionali del contrabbando di armi e di esseri umani, con le bande specializzate nei sequestri di persona e nelle operazioni di pirateria. Persino componenti importanti del movimento del Polisario, pesantemente infiltrate da Aqmi, risultano coinvolte in queste attività criminali.
Business criminale e jihad, è la miscela che alimenta e accomuna le formazioni qaidiste nordafricane nella loro strategia di destabilizzazione e conquista del territorio. Una miscela che ha reso vani i tentativi, specie da parte algerina e francese, di contrastare una simile offensiva attraverso la creazione di false cellule di al Qaida da infiltrare nei gruppi più importanti del terrorismo islamico, a partire proprio da al Qaida nel Maghreb islamico, Ansar Eddine e Monoteismo e jihad in Africa occidentale (Mujao). 
L’esito è stato pressoché disastroso, giacché all’interno di tali false cellule, composte da algerini, molteplici sarebbero stati gli episodi di tradimento della missione da svolgere, rendendo difficilissimo distinguere i terroristi veri da quelli spacciati come tali e controllati dai servizi di intelligence di Algeri. Il che rende verosimile, unitamente alle conferme avute da fonti diplomatiche britanniche, quanto recentemente affermato dall’ex agente dei servizi algerini, Karim Moulai, sul radicale e repentino mutamento di strategia adottato dal governo di Algeri nei confronti delle citate formazioni qaidiste. Secondo Moulai, il presidente algerino, Abdelaziz Bouteflika, avrebbe personalmente incontrato i capi di tali formazioni proponendo “un accordo che prevede una sorta di processo di riconciliazione con il network locale di al Qaida in cambio del suo disarmo, dell’assicurazione di non compiere attentati in Algeria e del rilascio degli ostaggi europei, in particolare di Rossella Urru e dei due cittadini spagnoli sequestrati a Tindouf, nonché dei diplomatici algerini rapiti a Bamako”. Il tutto dovrebbe perfezionarsi con l’annuncio da parte di Bouteflika di un nuovo piano di riconciliazione nazionale. Sennonché si tratterebbe di una offerta di accordo subito percepita dai capi qaidisti come un palese segno di debolezza, destinato al sicuro fallimento. 
Gli attacchi jihadisti continueranno, come pure il business legato al traffico di droga e a tutto il resto. Intanto gli Shabaab somali, stretti alleati di al Qaida nel Maghreb islamico, tornano ad affiancarsi al gruppo nigeriano dei Boko Haram nella strage domenicale di cristiani attaccando due chiese, nella città keniota di Garissa, uccidendo 17 persone e ferendone almeno 50. Chissà se i due telecronisti tedeschi, che hanno definito Balotelli e Cassano “cani randagi”, sanno che lo stesso epiteto viene usato dagli islamisti nordafricani, e non solo, contro ebrei e cristiani.
IL FOGLIO del 04/07/2012, pag. 3