martedì 28 febbraio 2017

Continua il tour del Re Mohammed VI in Africa: in Costa d’Avorio firmate altre convenzioni



Dopo aver visitato Zambia, Ghana e Guinea il Re Mohammed VI del Marocco è arrivato in Costa d’Avorio in visita ufficiale d’amicizia e del lavoro, accompagnato da una folta delegazione composta dal suo consigliere Fouad Ali El Himma, diversi ministri e alte personalità civili e militari.
La visita del Sovrano è stato segnata dal colloquio con il presidente ivoriano Alassane Dramane Ouattara, la copresidenza della cerimonia della presentazione dei lavori del Gruppo d'Impulso Economico e della firma di convenzioni bilaterali tra due i due paesi.
Nella cerimonia della presentazione dei lavori del Gruppo d'Impulso Economico, la presidente della Confederazione Generale delle Imprese del Marocco (CGEM), Miriem Bensalah Chaqroun, nonché copresidente dei gruppi di interesse economico Costa d'Avorio – Marocco ha sottolineato che il gruppo hanno potuto, dal suo lancio nel giugno 2015 ad oggi, rafforzare la cooperazione tra il settore privato marocchino ed ivoriano, permettendo loro di identificare i loro punti di complementarità e di sinergia. “La Costa d'Avorio è diventata, nel corso di questo stesso periodo, la prima destinazione degli investimenti esterni del Marocco, e gli scambi commerciali tra i nostri due paesi sono triplicati”, questi investimenti hanno portato alla creazione di posti di lavoro locali in settori diversi, come l’edilizia e lavori pubblici, l'industria manifatturiera, chimica ed agroalimentare, la formazione, l'alloggio e le infrastrutture economiche e sociali.
Bensalah Cheqroun ha presentato anche le raccomandazioni del gruppo al termine della sua ultima riunione tenuta il 24 febbraio. Fra queste raccomandazioni, la necessità di ridurre i “freni” alla competitività ed all'investimento industriale in Costa d'Avorio, e migliorare il quadro degli affari tra il Marocco e la Costa d'Avorio, attraverso l'apertura di uffici di collegamento comuni alla CGECI ed alla CGEM, e la ratifica della convenzione di non doppia imposizione.
Per attuare con successo la messa in opera le raccomandazioni, il gruppo economico chiede, tra l’altro, la costituzione di gruppi misti Business to Governement (B to G) che lavoreranno in modo stretto per eliminare gli ostacoli all'investimento ed al commercio.
Da parte sua il presidente della confederazione generale delle imprese della Costa d'Avorio (CGECI), Jean-Marie Ackah, s’è rallegrato del fatto che i due capi di Stato avevano messo a disposizione questo strumento potente di cooperazione.
Ricordando la firma di molti accordi di cooperazione bilaterale ed il gruppo d'impulso è diventato oggi “un modello di cooperazione che permette agli attori dei due paesi di conoscersi meglio e cogliere le occasioni enormi di partenariato offerte dal due paese”.
Successivamente il Re Mohammed VI ed il Presidente della Repubblica di Costa d'Avorio Alassane Dramane Ouattara, hanno presieduto la cerimonia della firma di 14 convenzioni di partenariato economico, pubblico-privato e privato-privato.
Illustrazione perfetta della visione del Re Mohammed VI per una cooperazione Sud-Sud, costante e multidimensionale, queste convenzioni vengono a consolidare un quadro giuridico ricco, che istituisce un partenariato tra i due paesi, solido nelle sue basi, sostanziale nel suo contenuto e differenziato nei suoi attori.
Questa cerimonia si è svolta in presenza del vicepresidente ivoriano, Daniel Kablan Duncan, il Primo Ministro, Amadou Gon Coulibaly, membri della delegazione ufficiale marocchina e di numerosi membri del governo ivoriano, e di operatori economici dei due paesi.

lunedì 27 febbraio 2017

Zambia riconferma di non riconoscere più fantoccio “rasd” delle tende in Algeria



Il ministro degli Affari Esteri dello Zambia, Harry Kalaba ha conferma ieri il ritiro da parte dello Zambia del suo riconoscimento della sedicente “rasd” basata in Algeria e la rottura di qualsiasi legame con quest'entità: “Io ribadisco la mia dichiarazione fatta a Rabat il 9 luglio 2016”.
Il capo della diplomazia zambiana ricorda, inoltre, che “lo Zambia sostiene gli sforzi delle Nazioni Unite per raggiungere una soluzione finale alla vertenza regionale sul Sahara Occidentale”, sottolineando che “lo Zambia è effettivamente desideroso di contribuire, in modo costruttivo, a questi sforzi, attraverso una posizione di neutralità aperta sulle parti interessati e mantenendo un dialogo attivo”.
 “Così, io ribadisco la posizione dello Zambia”, affermando che il suo paese “considera che il ritorno del Marocco all'Unione Africana è un'opportunità per la famiglia continentale di portare la questione che è troppo durata verso una soluzione amichevole nello spirito africano di consenso, di dialogo e di rispetto reciproco”.
La cosiddetta “repubblica araba sahrawi democratica” basata in Algeria, è stata creata e sostenuta dal Gheddafi e dall’Algeria nel 1976 per destabilizzare l’unità del Marocco, non è riconosciuta da nessun paese europeo e nemmeno dall’ONU. 

domenica 26 febbraio 2017

La xenofobia è in forte aumento in Sudafrica



Violenta protesta anti-migratoria.
Nella città di Pretoria, capitale amministrativa del paese, sono scoppiati violenti scontri tra i contestatori e la polizia durante la manifestazione contro gli immigrati. La polizia ha usato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per intimidire i manifestanti armati di spranghe e tubi di ferro.
La xenofobia è in forte aumento in Sudafrica.
Centinaia di cittadini hanno manifestato, venerdì 24 febbraio, davanti al Ministero degli Esteri per richiedere l’espulsione degli immigrati accusati di essere la causa dell’aumento del tasso di disoccupazione, che è al di sopra del 25%, e dell’aumento della criminalità e dello spaccio di droga.
La polizia di Pretoria ha dichiarato in un comunicato che il gruppo di persone che ha bloccato le strade, bruciato pneumatici e lanciato pietre contro le autorità, provenivano dalla città di Atteridgeville, situata a ovest di Pretoria. Il Commissario di polizia, Khomotso Phahlane, ha dichiarato che gli agenti hanno arrestato 156 persone nelle ultime 24 ore. Mamelodi Concerned Residents, gruppo principale delle proteste, non sembra coinvolto nelle azioni violente scatenatesi all’interno della manifestazione.
Il presidente sudafricano, Jacob Zuma, ha condannato la violenza contro gli stranieri e ha lanciato un appello alla calma, dichiarando che: “Molti cittadini emigrati in Sudafrica sono rispettosi della legge e contribuiscono positivamente all’economia del paese. È sbagliato identificare tutti gli stranieri come spacciatori di droga o trafficanti di esseri umani.”
Zuma ha inoltre criticato la condotta delle aziende che assumono immigrati clandestini per approfittare dei bassi salari e ha aggiunto che l’ufficio affari esteri indagherà su tutti i datori di lavoro che continuano con questa pratica illegale che alimenta i risentimenti dei cittadini locali contro gli immigrati.
Il risentimento contro gli immigrati infatti ha causato molte vittime. Nel 2015, le rivolte avvenute nella città di Durban hanno provocato almeno sei vittime e nel 2008, una violenza simile ha causato la morte di 62 persone.
La comunità nigeriana in Sudafrica ha chiesto protezione al governo dopo che abitazioni e imprese nigeriane sono state attaccate durante la notte di martedì 21 febbraio. A seguito degli episodi di violenza avvenuti nella capitale Pretoria, alcuni membri della comunità nigeriana hanno sollecitato le autorità a intervenire per contrastare la violenza scatenata contro di loro.
Oltre alla comunità nigeriana anche le imprese gestite da somali e etiopi sono spesso presi di mira dalle violenze xenofobe. Tali violenze minano l’immagine di tolleranza che il Sud Africa si è cercato faticosamente di conquistare dopo l’apartheid.
Amnesty International ha accusato le autorità sudafricane di essere incapaci di contrastare la retorica populista che accusa i rifugiati e i migranti della disoccupazione e della criminalità.
Nonostante l’elevata disoccupazione, il Sudafrica è una delle più grandi economie africane e rimane un punto di attrazione per le persone provenienti dai paesi poveri. Tuttavia, l’aumento del sentimento anti-migratorio ha provocato un calo del numero di persone di origine straniera in Sudafrica. Un rapporto governativo del 2016 ha dichiarato che i cittadini sudafricani nati all’estero sono diminuiti da 2.2 milioni a 1.6 milioni.

Fonte: Sicurezza Internazionale

sabato 25 febbraio 2017

Guinea. S’é conclusa la terza tappa del tour africano di Re Mohammed VI



Conakry – Si è conclusa, ieri, la visita di lavoro e d'amicizia del Re Mohammed VI in Guinea che è stata segnata dall’incontro con il Presidente della Repubblica Alpha Condé, la firma di 8 convenzioni di cooperazione bilaterale, l’avvio dei lavori di costruzione di una nuova moschea a Conakry battezzata “Moschea Mohammed VI” e il lancio di altri progetti di sviluppo sostenibile.
Sull’evento della prima pietra della Moschea Mohammed VI, il segretario generale degli affari religiosi della Guinea, Abdekrim Joubati, ha espresso i suoi “ringraziamenti sinceri e la sua gratitudine profonda alla Sua Maestà il Re per la costruzione di questa grande moschea” e ha ringraziato il Sovrano per avere istituito la Fondazione Mohammed VI degli Ulema Africani a Rabat.
I due capi di Stato hanno visitato il cantiere di costruzione del complesso di formazione professionale a Conakry realizzato dalla Fondazione Mohammed VI per lo Sviluppo Sostenibile di un costo complessivo di 65 milioni DH, volto a dare una formazione, all’inizio per mille candidati, nei settori dell’edilizia, turismo, alberghiera e ristorazione per rafforzare la capacità di impiego dei giovani e per promuovere il loro inserimento socio-professionale ad accompagnare i grandi cantieri di sviluppo socioeconomico iniziati in Guinea.
Quanto all'ospedale di maternità realizzato dalla stessa fondazione con un costo di 160 milioni DH, contribuirà alla riduzione delle mortalità materna ed infantile, e affrontare le patologie e delle gravidanze rischio, oltre alla formazione dei professionisti del settore sanitario ed il trasferimento di competenze.
I due capi di Stato hanno visitato il progetto di costruzione del punto di sbarco sistemato di Temenitaye a Conakry e si sono informati dei progressi del progetto di costruzione del punto di sbarco sistemato di Bonfi nella stessa città.
Il progetto di Temenitaye, di 13 milioni dirham, è finanziato dalla stessa fondazione marocchina, il ministero dell'Agricoltura e della Pesca Marittima marocchina con la facilitazione della banca Gruppo Centrale Popolare, mira a migliorare le condizioni di lavoro e di vita dei pescatori artigiani, aumentare i risultati economici della pesca artigianale ed organizzare ed inquadrare la professione. Le stessi istituzioni hanno finanziato con 13 milioni DH il progetto di costruzione del punto di sbarco sistemato di Bonfi i cui lavori sono cominciati nel dicembre 2015 e termineranno a fine marzo, mira a migliorare e valorizzare la qualità del prodotto, dedicare la trasparenza delle transazioni commerciali ed aumentare il reddito dei beneficiari.
Infine, il Re Mohammed VI, Amir Al Mouminine (capo dei credenti) ha voluto fare dono di 10.000 copie del Sacro Corano alle parti incaricato della gestione degli affari religiosi in Repubblica di Guinea, al termine della preghiera del venerdì che il sovrano ha compiuto alla moschea Ahl Sunna Wal Jamaa a Conakry.
Dopo la preghiera del venerdì, il sovrano è stato salutato dagli imam guineani, laureati della prima promozione dell'Istituto Mohammed VI di Formazione dei Mourchidines e delle Mourchidates che hanno espresso la loro considerazione ed il loro riconoscimento al Re, Amir Al Mouminine.
Il nuovo tour africano 2017 del Re Mohammed VI iniziato da Ghana, Zambia e Guinea continua in Costa d’Avorio dove è arrivato il Sovrano questo pomeriggio, accompagnato da una folta delegazione composta dal suo consigliere Fouad Ali Al Himma, diversi ministri e alte personalità civili e militari.
Le 51 visite del Re in Africa dalla sua intronizzazione nel 1999 confortano la sua visione di “una cooperazione sud-sud robusta e multidimensionale, e di una Africa capace di assicurare il proprio sviluppo, di cambiare da sé stessa il proprio destino e di costruire un avvenire solidale e sicuro alle sue popolazioni, grazie alla ferma determinazione dei suoi popoli, alle loro potenzialità umane e alle loro risorse naturali”.

Il Re Mohammed VI mette in guardia Guterres sulla grave situazione di Guergarate in Sahara marocchino



Rabat Il Re Mohammed VI del Marocco ha avuto, ieri, un colloquio telefonico con Antonio Guterres, Segretario Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, indica un comunicato del Palazzo Reale.
“Nel corso di questa colloquio, il Sovrano ha richiamato l'attenzione di Guterres sulla situazione grave che imperversa nella regione di Guergarate in Sahara marocchino, a causa delle incursioni ripetute degli elementi armati del polisario e dei loro atti di provocazioni”.
“Quest'atti si sono premeditatamente prodotti un mese prima del ritorno del Marocco all'Unione Africana, per creare la zizzania e tentare, invano, di silurare questo processo”, sottolinea il comunicato.
“Conformemente alle Altissime Istruzioni Reali, i ministeri degli Affari Esteri e dell'Interno, come pure l'Ispettorato Generale delle Forze Armate Reali, avevano segnalato, tante volte, quest'atti alla Minurso ed alle Nazioni Unite”, ricorda il comunicato.
 “Sua Maestà il Re ha chiesto al Segretario Generale dell'ONU di adottare le misure urgenti e necessarie per porre fine a questa situazione inammissibile, che minaccia seriamente il cessate il fuoco e mette nel pericolo la stabilità regionale”, conclude il comunicato.