Da Rifondazione agli ex dc, il mondo progressista è diviso
di CONCITA DE
GREGORIO
CHI STA con
chi. Per andare dove. Per fare cosa. Il disorientamento dei lettori di questo
giornale e degli ostinati elettori del centrosinistra è lo stesso di tutti
quelli, fra noi, che non siano cultori della materia o interessati a un seggio,
spesso entrambe le cose. Nel giorno in cui si chiude il congresso di Sinistra
Italiana e il Pd si riunisce in assemblea proviamo a fare una mappa, certamente
in difetto di distinguo. La trasformazione dei partiti novecenteschi di
sinistra in nebulosa mediatica prevede una certa approssimazione, ce ne
scusiamo. Da sinistra verso destra.
Rifondazione
comunista. Esiste, resiste e si avvia al decimo congresso: a
Spoleto dal 31 marzo al 2 aprile. La guida ostinato Paolo Ferrero: piemontese,
ex Democrazia proletaria, ministro della Solidarietà sociale nel secondo
governo Prodi. Nel periodo della campagna per il No ha riconquistato
visibilità, ricontattato settori del sindacato di base e associazioni storiche
come l'Anpi. Conta sull'energia di Eleonora Forenza, europarlamentare barese,
eletta con più di 20 mila preferenze ai tempi della lista Tsipras. Riferimento
di movimenti universitari, ricercatori precari. Completamente assente da alcuni
territori, ne governa altri. Ha una filiera istituzionale di consiglieri e
assessori. A Palermo, per esempio, è forza di governo a sostegno di Leoluca
Orlando.
Dema. Il movimento del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, si ispira al
manifesto delle città ribelli: capofila Barcellona di Ada Colau. Joan Subirats,
ideologo del neo-municipalismo: "Gli Stati sono finiti. Saranno le città
ribelli a cambiare l'Europa". In collegamento col movimento di Varoufakis,
ambisce a diventare la Podemos italiana o almeno il riferimento della sinistra
civica: comitati per la casa, ambientalismo, beni comuni. Stefano Rodotà sarà
il 21 febbraio all'istituto per gli studi filosofici di Marotta. Molto seguito
da Micromega, coniuga effervescenza giovanile e intellettualità. Nuovo
meridionalismo. Neopopulismo antisistema che mostra capacità di governo.
Interessante il rapporto fra De Magistris e Michele Emiliano, spesso insieme
nelle foto. Per Emiliano una sorta di ‘certificazione di sinistra', all'opposto
di quello che fu la foto di Vasto per Vendola e Di Pietro.
Sinistra
Italiana. A congresso a Rimini. SI (ex Sel) è stata finora un
gruppo parlamentare senza partito, rischia di uscire dal congresso come partito
senza gruppo parlamentare. A contendere la segreteria al delfino di Vendola,
Nicola Fratoianni, c'era infatti Arturo Scotto che fino a fine gennaio ha fatto
tesseramento con il suo gruppo: Ciccio Ferrara, Marco Furfaro Michele Piras,
Massimiliano Smeriglio. A fine gennaio il contrordine compagni: il gruppo è
uscito per unirsi al movimento di Pisapia che, insieme a quello di D'Alema,
potrebbe formare un gruppo parlamentare e comunque assicura in caso di elezioni
un maggior numero di seggi. Pontiere con Pisapia è Ciccio Ferrara, napoletano,
storico uomo macchina di Vendola, in ottimi rapporti con Bersani. All'uscita
del gruppo Claudio Fava ha scritto "not in my name". Attivi al
congresso Cofferati, Mussi, Landini, D'Attorre e Tomaso Montanari.
Possibile. Di Pippo Civati, antesignano del dissenso al renzismo. A fine gennaio
affollata assemblea a Parma, in prove di dialogo con Pizzarotti. Molto attiva e
amata Beatrice Brignone, Senigallia, subentrata in Parlamento a Enrico Letta.
Luca Pastorino, sindaco ligure, ha ottenuto un eccellente risultato alle
regionali portando tuttavia alla vittoria di Toti.
Campo
Progressista. Tandem Pisapia-Boldrini, raggiunto dalla porzione di
SI traghettata da Ferrara e Smeriglio, braccio destro di Zingaretti, ex
Rifondazione, ex Sel, sinistra laziale post veltroniana presente in quasi tutte
le assise del momento, siano D'Alema Pisapia o Emiliano. Una confluenza,
questa, che porta al gruppo una quindicina di parlamentari. Inoltre: Maria Pia
Pizzolante dai giovani di Tilt, Simone Oggionni, 1984, da Esse Blog. Dalla
Puglia Dario Stefàno, dalla Sardegna Luciano Uras in singolare coincidenza di
destinazione col suo antagonista Michele Piras. I rapporti del gruppo Pisapia
con Renzi sono buoni, ottimi quelli con D'Alema, sospesi quelli con SI.
Decisivo capire se si farà il gruppo parlamentare con quelli di ConSenso, in
caso di scissione Pd.
Campo aperto. Gianni Cuperlo. La voce ferma, coerente della sinistra Dem. Per il Sì al
referendum, contro la scissione del partito.
ConSenso. I comitati per un nuovo centrosinistra lanciati da D'Alema il 28 gennaio
scorso sono il fulcro della galassia. Scissione o no passa da lì. La forza di
D'Alema e quella di Pisapia possono formare subito un gruppo parlamentare e
contano su almeno venti seggi in caso di elezioni, dice chi fa i conti. D'Alema
era ieri alla riunione di Emiliano ma non sarà oggi all'assemblea Pd.
Democratici
socialisti. Triangolo di opposizione a Renzi: Enrico Rossi
Michele Emiliano Roberto Speranza. Emiliano, presidente Puglia, è motivato alla
scalata. Si presenta da sinistra, su scala nazionale, dopo aver praticato le
larghe intese in Puglia: la stagione post-Vendola è cresciuta sul bilico post
ideologico caricando pezzi organici e storici del centrodestra locale. Una
sinistra marsupiale, che tiene dentro e nutre - così zittisce - l'opposizione.
Negli enti, nei consorzi, nelle partecipate.
Giovani
turchi/1. Andrea Orlando. Ligure, radici nel Pci. Da tenere
molto d'occhio nel suo lavoro di tessitura silenzioso. In dialogo con gli ex
popolari e con l'area Dem di Dario Franceschini. Orlando, ministro di Giustizia
sia con Renzi che con Gentiloni, è uno dei più quotati antagonisti per il dopo
Renzi, in alternativa a Emiliano.
Giovani
turchi/2. Matteo Orfini, ex braccio destro di D'Alema ora
renzianissimo, dal gruppo Rifare l'Italia alla presidenza del partito passando
per l'operazione Roma, affossamento di Marino e consegna della città al M5S.
Con Francesco Verducci, in ascesa, vengono dal gruppo della fondazione Gramsci.
Scuola Vacca. Studiosi, strutturati, prudenti.
Area Dem. Dario Franceschini dà le carte, e da molto tempo. Ora in asse con
Gentiloni e Mattarella, radici cattoliche. Istituzionali. Con Debora
Serracchiani sono l'ossatura di un possibile Pd post-renziano e centrista, il
vero ostacolo all'operazione D'Alema. Il vero nemico di chi tenta di scalare il
partito da una, vera o presunta, sinistra.
Movimento
lombardo. Il Pd di Milano e lombardo, snobbato dalle cronache,
è il più vitale. Esprime pezzi di governo. Maurizio Martina, renziano ma non
troppo, bergamasco, ex segretario cittadino poi regionale. Cristina Tajani,
Milano In, appena entrata nel Pd da Sel/Si. Pierfrancerco Majorino e
Pierfrancesco Maran hanno governato e governano le politiche della mobilità,
migranti e urbanistica. Lia Quartapelle, deputata. Un pd che parla inglese,
coworking e startup, e dialoga coi piani alti e lavora in basso. Capoluogo
politico della sinistra che ha vinto e governa in Comune. La parte viva del Pd.
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