martedì 28 luglio 2015

Algeria è responsabile delle negazioni dei diritti di bambini saharawi nei campi di Tindouf

Noi nella Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI) non ci risulta che i bambini ricevuti a Sasso Marconi (BO), sono dal Marocco, come ha preteso il medesimo comune, ma sono dall’Algeria.
È apprezzabile l’azione umanitaria, ma, è nostro dovere attirare l’attenzione sullo sfruttamento di questi piccoli per ragioni politiche e la loro strumentalizzazione per i bisogni della propaganda dei separatisti del Polisario che non perdono occasione per servirsi delle popolazioni dei campi – quali che siano le loro età e le loro sensibilità – per utilizzarli a fini politici, militari e soprattutto sfruttare le loro sofferenze ed il dramma che vivono per ottenere più aiuti e fondi. Da sottolineare che il Bambino Soldato è sempre reclutato nelle milizie armate dei campi algerini.
Oltre ad apprezzare il Comune di Sasso Marconi per aver evidenziato che nei “campi in cui sono costretti a vivere in condizioni di povertà e isolamento socio-culturale”, vorremo apportare che la situazione del bambino in questi campi algerini è tragica non solo per la “torride temperatura del deserto” come ha illustrato il medesimo comunicato, ma per la negazione di loro diritti fondamentali.
Da informare che arrivano qua solo i figli privilegiati dei capi del Polisario, mentre i figli dei poveri o dei schiavi di colore nero non avranno mai la possibilità di uscire dai campi d’isolamento.
In questi campi il bambino non ha diritti di spostarsi o d’integrarsi in Algeria; è affamato e malnutrito perché la sua razione offerta dal mondo viene dirottata da algerini come denuncia, nel gennaio 2015, un rapporto dell’Ufficio Europeo della Lotta Anti Frode (l’OLAF); è gravemente malato come testimoniano alcuni medici di Bologna; mai censito malgrado le numerose risoluzioni dell’ONU; è insicuro perché nei campi algerini regnano i pericoli dell’incertezza nel futuro, dell’insicurezza per la presenza di varie sigle di terrorismo internazionale, proprio per questo, sia la Farnesina che tutto il mondo sconsigliano le visite a questi campi.
Sottolineiamo che Algeria è la responsabile di questi crimini contro l’umanità, chiediamo a tutti che hanno a cuore i diritti del fanciullo di far pressione su questo Stato per rispettare i diritti dei bambini.


Martedì 28 luglio 2015

sabato 18 luglio 2015

Islam: Redouane ringrazia Mattarella per messaggio Ramadan, e lo invita alla Moschea di Roma

Il segretario generale del Centro islamico culturale d’Italia, noto come la grande moschea di Roma, Abdellah Reouane ha ringraziato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il messaggio inviato dal Capo dello Stato ai musulmani italiani in occasione della festa della fina del Ramadan, Id al Fitr, che si è celebrata ieri nelle principali città del nostro paese.
Con un telegramma inviato presso il Quirinale, Redouane ha scritto che “a nome del Centro Islamico Culturale d'Italia e di tutti i musulmani desidero ringraziarLa per il generoso pensiero e le parole d'augurio”. Il direttore della grande moschea di Roma ha ricordato che “da sempre il Centro Islamico è in prima linea nella condanna di ogni radicalismo e nella lotta contro ogni espressione eversiva e degenerativa della religione e dei sentimenti dei fedeli. La via del dialogo è la via maestra a cui tutti siamo chiamati, e che sempre ci ha illuminato e specialmente nelle lunghe giornate di digiuno. La via della reciproca comprensione, della misericordia e del perdono è la via a cui Dio ci chiama”.
La lettera si è conclusa con “l'augurio di averLa presto con noi alla Grande Moschea, accolga, Signor Presidente, i sensi della più alta stima”.


IBTimes Italia

venerdì 17 luglio 2015

Messaggio del Presidente Mattarella in occasione della conclusione del mese islamico di Ramadan

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della festività di Eid al Fitr, al termine del sacro mese del Ramadan, ha rivolto "a tutti i cittadini italiani di fede islamica e ai numerosi musulmani ospiti o residenti nel nostro paese, i più cordiali auguri.
Il pluralismo di culto e il rifiuto di ogni forma di discriminazione basata sull'appartenenza religiosa sono conquiste storiche garantite dalla nostra Costituzione.
Le celebrazioni dell'Eid al Fitr ci invitano a coltivare, con forza e determinazione, nel rispetto delle diversità, un costruttivo dialogo tra religioni. 
Auspico quindi che l'odierna ricorrenza possa costituire occasione per ribadire il rifiuto di ogni odiosa strumentalizzazione, nel rispetto dei valori e degli ideali che da sempre guidano l'azione dell'Italia".


Roma, 17 luglio 2015

http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=685

domenica 5 luglio 2015

Proposta di risoluzione del PE di sospendere aiuti umanitari ai campi di Tindouf a causa della loro deviazione da parte di Algeria e Polisario.

Proposta di risoluzione del Parlamento europeo presentata dagli europalamentari Steeve Briois, Marine Le Pen, Louis Aliot, Gilles Lebreton, Sophie Montel, Dominique Bilde, Aymeric Chauprade, Jean-François Jalkh, sulla sospensione dell'aiuto umanitario ai campi di Tindouf in Algeria a causa della deviazione di fondi da parte del Fronte Polisario. 
Il Parlamento europeo, considerando che l'Ufficio europeo di lotta alle frodi (OLAF) ha rivelato l'esistenza di una rete dedita a un uso improprio degli aiuti umanitari, che non sarebbero stati assegnati alle popolazioni di rifugiati ma piuttosto distribuiti sui mercati sub-sahariani;
Considerando che l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) non ha potuto realizzare nessun censimento affidabile nei campi di Tindouf; 
Condanna l'atteggiamento delle autorità algerine che rifiutano di collaborare con l'Alto Commissariato per i rifugiati al fine di stabilire un censimento trasparente e lottare contro la deviazione degli aiuti umanitari da parte del Fronte Polisario; 
Chiede alla Commissione di sospendere immediatamente la concessione di aiuti umanitari per il campo di Tindouf finché l'UNHCR non avrà effettuato un censimento del numero dei rifugiati; 
Incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione, corredata dei nomi dei firmatari, alla Commissione, al Consiglio e agli Stati membri.