giovedì 24 luglio 2014

Questi bambini che il Polisario strumentalizza per scopi propagandistici

23 luglio 2014
Ogni anno centinaia di bambini vengono portati via dai campi di Tindouf in Algeria all’estero da parte dei separatisti Polisario, per scopi propagandistici. L’organizzazione separatista Polisario basata a Tindouf,  è stata creata, armata e sostenuta, nell’ambito della guerra fredda, dal Gheddafi e dall’Algeria per motivi egemonici in Nord Africa e per destabilizzare il Marocco.
In questi campi completamente isolati dal resto del mondo, il capo del Polisario, Mohamed Abdelaziz e le sue guardie vicine non esitano per niente di obbedire agli ordini dei servizi segreti algerini e dei loro vecchi generali. Nonostante il blocco imposto a questi campi, informazioni ritenute segrete su tali pratiche sono divulgate dai dissidenti attraverso i social network e dalle testimonianze degli oppositori che riescono a fuggire da Tindouf. In un atto di testimonianza schiacciante, un dissidente saharawi recentemente ritornato in Marocco, ha raccontato alla mass media che i membri del Movimento dei Giovani per il Cambiamento (MJPC), lottano in primo luogo per cacciare via Mohamed Abdelaziz e i suoi luogotenenti, e per mettere fine all’impresa del Polisario e dell’Algeria sui campi e sui loro abitanti. In questi campi di sgomento e di disperazione assoluti, egli sostiene, che i Saharawi non hanno diritto alla libertà di espressione o di movimento, mentre la mass media internazionale indipendente è vietata ad accedere liberamente senza la previa autorizzazione dell’Algeria. Di fronte a queste condizioni di vita surreali, continua la stessa fonte, gli attivisti del MJPC accusano apertamente la dirigenza corrotta del Polisario che sfrutta, per scoppi di propaganda, i bambini più piccoli. Questi ultimi inviati ogni estate per le cosiddette vacanze estive in Europa o per presunti studi a Cuba, sono, da un lato, fortunati e privilegiati (dalle vacanze in Europa usufruiscono solo i figli dei capi separatisti e i loro clienti, mentre la stragrande maggioranza dei bambini poveri dei campi rimangano fuori dall’operazione) in realtà vittime di un trasferimento forzato verso Spagna, Italia o Francia, dove sono adottati da famiglie che sono disposti a convertirli al cristianesimo.
Nel tentativo di contraddire questi fatti provati, gli accoliti del Polisario hanno circolato sul web, foto di bambini che praticano la preghiera nelle case delle famiglie ospitanti. Ma il Polisario non ha spiegato perché dietro l'organizzazione di questi apparenti vacanze ci sono uomini di chiesa o associazioni cristiane che spesso si arrangiano per inserire questi bambini nelle case molto conservatrici. Oltre all’aspetto religioso e culturale i separatisti desiderano che questa operazione sia propagandistica e politica che mira a difendere le tesi del separatismo e i cui mezzi di persuasione è l’innocenza dei bambini, questo è un altro modo di usurpare la loro infanzia e il suo utilizzo nella guerra, soltanto che al posto del kalashnikov c’è lo slogan separatista.  
A Cuba, c’è una storia ben diversa. I bambini dei campi, una volta espatriati verso questo paese, si trovano sottomessi da istruttori militari a sessioni d’indottrinamento e di arruolamento armato. Nel tempo libero, sono utilizzati per lavori domestici, nelle aziende agricole o nelle fabbriche del famoso sigaro Havana Made ​​in Cuba.
Tutto il mondo libero denuncia che la piaga dei Bambini Soldato persiste spesso quando i bambini vengono utilizzati in guerra in tre modi principali: direttamente nelle ostilità, in ruoli di supporto (vedette, messaggeri, spie), oppure come strumenti politici (scudi umani o strumenti di propaganda).
Infine, in solidarietà a questi bambini senza difesa in quel pezzo di terra di negazione dei diritto, e con l’auspicio di attirare l’attenzione degli interessati di diritti del fanciullo strumentalizzato e arruolato nelle milizie di separatisti nei campi, la comunità internazionale dovrebbe imporre sanzioni severissime contro il governo algerino e le milizie del Polisario autori di questi crimini.


Yassine Belkassem