lunedì 31 marzo 2014

Le associazioni degli stranieri ponti tra Italia e paesi d’origine: intervento di Yassine Belkassem, RACMI + FAT

Io confermo con grande piacere la mia partecipazione attiva in questo nostro importante convegno sui Percorsi di accoglienza e interazione in Provincia di Siena”, come ex presidente della Consulta provinciale  dell’immigrazione e consigliere comunale aggiunto, nonché in qualità di Coordinatore nazionale della Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI) e Segretario generale della Federazione Africana in Toscana (FAT), membro attivo nel nostro prestigio Tavolo Permanente Provinciale delle Politiche Migratorie a Siena, e vorrei dedicare mio contributo alle associazioni degli stranieri in Italia, come ponti tra Italia e paesi d’origine, precisando che queste associazioni sono italiane con tutti gli effetti, costituite in Italia secondo le norme di leggi italiane e sono considerate sempre attori più importanti nei processi di integrazione/interazione delle popolazioni straniere nella società italiana. In particolare, al di là del fondamentale ruolo svolto nello scambio culturale, intercultura, informazione e orientamento degli stranieri ecc, esse rappresentano uno strumento per rendere possibile la partecipazione dei cittadini stranieri alla vita pubblica della società locale.
Da sottolineare che le istituzioni locali manifestano una crescente attenzione nei confronti delle associazioni degli immigrati, perché considerate canali di mediazione privilegiati per comunicare ed entrare in relazione con le popolazioni straniere presenti sul territorio. Recentemente abbiamo assistito alla nascita del Tavolo Permanente Provinciale dell’immigrazione a Siena, la Consulta Immigrazione nel Comune di Siena, nella Regione Veneta guidata dalla Lega Nord è attiva una Consulta Regionale dell’immigrazione composta dalle associazioni di migranti, Sindacati, e presieduta dal Presidente della Regione, Zaia e nostro connazionale Abdallah Khezraji Vicepresidente,  invece è in corso un dibattito vivace sulla Consulta regionale dell’immigrazione in nella Regione Toscana.
I modi e le forme della partecipazione degli immigrati alla vita pubblica locale sono un passo avanti ma molto importante. Occorre far acquisire alla rappresentanza un reale potere d’influenza, non solo sulle decisioni che riguardano direttamente gli immigrati, ma anche sulle questioni attinenti alla comunità intera. Solo in questo modo può esserci, infatti, una partecipazione effettiva, non occasionale, verso l’affermarsi della cittadinanza attiva e della responsabilità sociale che sono la base della vita democratica. In questo quadro, il riconoscimento del diritto di voto, alle elezioni amministrative e politiche ai cittadini immigrati è, certamente di fondamentale importanza. Le ragioni sono note e possono soltanto essere ribadite perché l’immigrato compartecipa con il proprio lavoro alla costruzione del contesto economico e produttivo, e determina con coerenza anche un concorso alla costruzione del vivere sociale con tutti i relativi diritti e doveri. 
In Italia, in diversi comuni toscani e nella provincia di Siena sono state sperimentate, in questi anni, diverse forme, in parte applicando il sistema della nomina in organismi consultivi di esponenti di associazioni di nazioni estere da loro stesse designate ed in altra parte utilizzando invece il metodo elettivo. Fra queste ultime, ad esempio, La ex consulta Provinciale dell’immigrazione a Siena, i Consiglieri comunali o provinciali aggiunti che, in alcuni Enti Locali sono stati eletti direttamente dai cittadini immigrati mentre in altri, sono stati identificati nel Presidente e nel Vicepresidente di Consulte di cittadini immigrati elette dagli stessi. Questi rappresentanti hanno il diritto di partecipare ai lavori del Consiglio Comunale o Provinciale, con gli stessi diritti dei consiglieri eletti dai cittadini italiani, escluso l’esercizio del voto.
Nella Prefettura di Siena è ben attivo da anni il Consiglio territoriale per l’immigrazione. L'istituzione in ogni Prefettura dei “Consigli territoriali per l’immigrazione”, previsti dal T.U. del 98, per favorire la condivisione, fra italiani e immigrati, di politiche, progetti e programmi e per realizzare il necessario raccordo tra realtà locali e quadro regionale e nazionale. Stabilito dunque che a questi organismi è richiesto di esercitare un peso significativo nella programmazione delle politiche locali.
Vi sono ambiti d’intervento che non possono trascurare il ruolo primario delle associazioni degli immigrati, come quelli delle iniziative culturali, educative, sociali, che rispondono all’obiettivo del mantenimento dell’identità culturale e del processo interculturale. La valorizzazione delle associazioni degli immigrati assume quindi, in questo contesto, un’importanza certamente strategica sia per quanto riguarda l’espressione della rappresentanza sia per lo sviluppo della conoscenza delle diverse culture e quindi per combattere gli stereotipi e i pregiudizi che sono la causa prevalente oggi in Italia degli atteggiamenti di rifiuto e diffidenza sconfinanti a volte in veri e propri atti di razzismo.
È vero che l’associazionismo degli stranieri si presenta in forma variegata, con difficoltà a svilupparsi perché oltre alla carenza delle risorse finanziarie è ben nota la scarsa attività di sostegno, in generale, da parte degli Enti Locali. Infatti, le associazioni straniere, spesso, non hanno una sede propria o comunque una struttura adeguata per lo svolgimento delle proprie attività, quindi l'unico modo per potersi incontrare consiste nella convocazione di una riunione in qualche sala richiesta, in genere, all'Ente pubblico o all’amico sindacato o alla amica associazione italiana o alle parrocchie (nel caso delle associazioni di tipo religioso cristiano).
Quindi, questi problemi rendono spesso difficoltosa la gestione della vita ordinaria dell’associazione, ma soprattutto bloccano la possibilità di sviluppare nuovi progetti e iniziative. Emerge per questo motivo la creazione e lo sviluppo di nuove forme associative (Reti di Associazioni, Unioni, Federazioni, Confederazioni, Associazioni di associazioni, coordinamenti di associazioni ecc.) che rinforzino e diano maggiori capacità progettuali alle singole organizzazioni straniere.
Ci vuole ribadire che un ruolo prezioso, nel percorso di inserimento e di integrazione sociale degli immigrati è svolto dall’associazionismo degli immigrati e di quello che opera con gli stessi, in tutte le sue variegate espressioni. Le associazioni, infatti, oltre a costituire un vero e proprio ponte per le relazioni e l’incontro con i cittadini autoctoni, svolgono anche funzioni auto formative e informative, esercitano un ruolo pubblico e di collegamento con le istituzioni.
La rappresentanza espressa quindi dalle associazioni degli immigrati è importante e proprio per questo è bene che sia prevista la sua presenza qualificata in ogni organismo. Occorre dunque sostenere le associazioni offrendo loro più possibilità per costruire iniziative a carattere sociale e culturale e luoghi d’incontro, di formare reti e coordinamenti territoriali di associazioni.
La partecipazione alla vita pubblica degli immigrati non è soltanto un diritto ma anche un’attività indispensabile alla coesione sociale e a rendere la vita collettiva più democratica e più solidale.
Grazie per la vostra attenzione.

N.B.

Il panchetto delle Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia e della Federazione Africana in Toscana con documenti storici della loro partecipazione nei processi di integrazione e interazione in Italia e nei Forum Sociali Mondiali. Oltre ai documenti informativi sull’evoluzione democratica in Marocco, il riassunto del libro dedicato alla Comunità marocchina in Italia, la negazione dei diritti dell’uomo nei campi di Tindouf in Algeria, e informazioni sul turismo in Marocco.

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