lunedì 31 marzo 2014

Eccidio Montemaggio, 70 anni dopo c’ero anche io!

Vittorio Meoni e Yassine Belkassem
Con eccidio di Montemaggio si fa riferimento all'uccisione di 19 partigiani ad opera di soldati della Guardia Nazionale Repubblicana il 28 marzo 1944, in località la Porcareccia, sulle pendici del Montemaggio a Monteriggioni, in provincia di Siena. Le vittime furono 19 in totale: erano tutti giovani ragazzi che si erano dati alla macchia per sfuggire alla leva fascista e per unirsi alle formazioni partigiane della Brigata Garibaldi che operava nella zona compresa tra le province di Siena, Pisa e Grosseto.
Tutti gli anni i comuni della Valdelsa (Barberino Val d'Elsa, Casole d'Elsa, Certaldo, Colle Val d'Elsa, Gambassi Terme, Monteriggioni, Poggibonsi,  Radicondoli e San Gimignano) che hanno dato i natali alle vittime dell’eccidio, commemorano a turno, l’eccidio.
Le vittime
Angiolo Bartalini, Piero Bartalini, Emilio Berrettini, Enzo Busini, Giovanni Cappelletti, Virgilio Ciuffi, Franco Corsinovi, Dino Furiesi, Giovanni Galli, Aladino Giannini, Ezio Grassini, Elio Lapini, Livio Levanti, Livio Livini, Fulco Martinucci, Ennio Nencini, Orvino Orlandini, Luigi Vannetti, Onelio Volpini.
Vittorio Meoni l’unico sopravvissuto, oggi ha 92 anni ma ancora Grande partigiano
Vittorio Meoni era poco più che un ventunenne studente di scienze politiche già incarcerato due volte a Firenze, giovanissimo antifascista passato dalle celle di via Ugo Foscolo. Liberato, scelse di arruolarsi nella brigata partigiana «Spartaco Lavagnini», basata sull'operato clandestino di un migliaio di uomini. Sabotaggi, azioni militari, continui spostamenti fino al giorno in cui i fascisti senesi, forti di una soffiata, riuscirono a incastrare il distaccamento, venti uomini in tutto. Tutti tranne Vittorio Meoni, sopravvissuto per uno di quei gesti disperati quando si è ormai di fronte alla morte. Inginocchiato di fronte al plotone di esecuzione, Meoni si alzò di scatto e fuggì verso il bosco, eludendo la guardia armata di mitra che gli sparò ma lo ferì soltanto a un fianco. Nel bosco trovò riparo, svenne per il molto sangue perso e poi, al risveglio, trovò un casolare a Certino dove la famiglia Vannoni lo assicurò alle cure di un medico e lo portò all'ospedale Santa Maria della Scala di Siena per un'operazione che gli salvò la vita.
70 anni dopo
Oggi 30 marzo 2014, il partigiano Vittorio Meoni nato il 1922 ha voluto essere presente sul luogo dell'eccidio fascista. Il suo messaggio si é rivolto soprattutto ai giovani, per esortarli a non smettere mai di battersi e rischiare per libertà e giustizia. Vittorio con tenacia e fermezza ha ribadito che le lotte dei partigiani non erano solo per la libertà, la liberazione dal fascismo e dall’occupazione nazista ma era anche per l’unità d’Italia.

Yassine Belkassem

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