Vittorio Meoni e Yassine Belkassem |
Tutti gli anni i comuni della Valdelsa (Barberino Val d'Elsa, Casole
d'Elsa, Certaldo, Colle Val d'Elsa, Gambassi Terme,
Monteriggioni, Poggibonsi, Radicondoli e San Gimignano) che
hanno dato i natali alle vittime dell’eccidio, commemorano a turno, l’eccidio.
Le vittime
Angiolo Bartalini, Piero Bartalini, Emilio Berrettini, Enzo Busini,
Giovanni Cappelletti, Virgilio Ciuffi, Franco Corsinovi, Dino Furiesi, Giovanni
Galli, Aladino Giannini, Ezio Grassini, Elio Lapini, Livio Levanti, Livio Livini,
Fulco Martinucci, Ennio Nencini, Orvino Orlandini, Luigi Vannetti, Onelio
Volpini.
Vittorio Meoni
l’unico sopravvissuto, oggi ha 92 anni ma ancora Grande partigiano
Vittorio
Meoni era poco più che un ventunenne studente di scienze politiche già
incarcerato due volte a Firenze, giovanissimo antifascista passato dalle celle
di via Ugo Foscolo. Liberato, scelse di arruolarsi nella brigata partigiana
«Spartaco Lavagnini», basata sull'operato clandestino di un migliaio di uomini.
Sabotaggi, azioni militari, continui spostamenti fino al giorno in cui i
fascisti senesi, forti di una soffiata, riuscirono a incastrare il
distaccamento, venti uomini in tutto. Tutti tranne Vittorio Meoni,
sopravvissuto per uno di quei gesti disperati quando si è ormai di fronte alla
morte. Inginocchiato di fronte al plotone di esecuzione, Meoni si alzò di
scatto e fuggì verso il bosco, eludendo la guardia armata di mitra che gli
sparò ma lo ferì soltanto a un fianco. Nel bosco trovò riparo, svenne per il
molto sangue perso e poi, al risveglio, trovò un casolare a Certino dove la
famiglia Vannoni lo assicurò alle cure di un medico e lo portò all'ospedale
Santa Maria della Scala di Siena per un'operazione che gli salvò la vita.
70
anni dopo
Oggi
30 marzo 2014, il partigiano Vittorio Meoni nato il 1922 ha voluto essere
presente sul luogo dell'eccidio fascista. Il suo messaggio si é rivolto
soprattutto ai giovani, per esortarli a non smettere mai di battersi e
rischiare per libertà e giustizia. Vittorio con
tenacia e fermezza ha ribadito che le lotte dei partigiani non erano solo per
la libertà, la liberazione dal fascismo e dall’occupazione nazista ma era anche
per l’unità d’Italia.
Yassine Belkassem
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