In linea dritta della visione illuminata del Re Mohammed VI del Marocco di
preservare il patrimonio nazionale nel quadro di promuovere il patrimonio
storico della città millenaria di Fès da sempre modello di coesistenza tra le
civiltà e le culture, il Sovrano ha visitato, lunedì 15 aprile, tanti progetti
realizzati e ha dato l’avvio dei lavori di restauro del museo “Al Batha” e di
costruzione di un museo della cultura ebraica.
Il Sovrano ha, così, visitato Hammam Seffarine, restaurato dal ministero
dell’Habous e degli Affari Islamici per uno stanziamento globale di 9,6 milioni
di dirham, e Foundouk Staouniyine, i cui lavori di riabilitazione hanno
richiesto investimenti di 50milioni di DH finanziati nel quadro di un
partenariato tra Marocco e Stati Uniti d’America attraverso il programma
Millenium Challenge Account (MCC). Invece, il progetto di sistemazione del
complesso artigianale e d'animazione Place Lalla Yeddouna, di un costo di 333 milioni
di DH finanziati nel quadro dello stesso partenariato, al quale il MCC
contribuito con 105 milioni DH. Questo progetto ha permesso la riabilitazione
di 11 edifici tradizionali, la costruzione di 7 nuovi, la sistemazione del
fiume Oued El Jawahir e degli spazi esterni, ed il restauro del ponte storico
di Bin Lamdoune.
Il Sovrano, in seguito, ha visitato il Centro di patrimonio e
d'informazione Lalla Yeddouna “Fès: Eredità Center” (500.000 DH), uno spazio di
comunicazione e di sensibilizzazione per il grande pubblico quanto
all'importanza ed al valore patrimoniale della Medina di Fès.
Nella stessa giornata il Re Mohammed VI ha dato l’avvio dei lavori di
restauro del museo “Al Batha” (15,6 MDH) e di costruzione nella zona Fès Jdid
di un museo della cultura ebraica (10 MDH), sono progetti che testimoniano la
volontà costante del Sovrano di proteggere il marchio architetturale della Medina
di Fès e dell'interesse particolare che presta Amir Al-Mouminine (Comandante de
Credenti), al patrimonio culturale e spirituale della Comunità ebraica
marocchina, e la sua determinazione permanente a preservare la ricchezza e la
diversità delle componenti dell'identità marocchina.
Per il Segretario generale del Consiglio della Comunità Israelita del
Marocco (CCIM),
Serge Berdugo, si tratta di una “portata simbolica assolutamente straordinaria”:
“Creare questo luogo di memoria in una città culla
della civilizzazione marocchina, in cui l'impronta del giudaismo marocchino è
stata più le significative, dimostra l'intenzione del Sovrano di vedere che
tutte le correnti che hanno irrigato la civilizzazione marocchina siano presenti”
e si è detto “certo” che questo museo (Al Batha) avrà un ruolo simbolico di “un grandissimo valore all’estero”, nel senso
che “la gente verranno a vedere come, durante centinaia di anni, ebrei e
musulmani vivevano in modo pacifico in Marocco e creavano l'arte di convivenza”.
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