Rabat – Il Re Mohammed VI del Marocco ha rilasciato una intervista
durante la sua visita in Madagascar nel quadro di un tour in Africa. Di seguito
il testo integrale dell’intervista pubblicata sabato 26 novembre 2016 da
diversi media locali:
“D:
Maestà, grazie per averci ricevuti. Si trova in Madagascar, nel quadro di un
tour in Africa. Cosa le ispirano queste visite nei Paesi africani?
R:
In primo luogo, vorrei rendere omaggio ai Miei fratelli africani e al nostro
Continente. Ogni visita in Africa è per me l’occasione di restare in contatto
con le popolazioni africane che ammiro e rispetto, esse mi hanno insegnato la
vera ricchezza, quella del cuore.
Il
Marocco e l’Africa sono una cosa sola. Separarli sarebbe uno sradicamento, un
errore. Con le mie visite in Africa o attraverso i progetti da avviare, non
intendo dare lezioni; propongo invece di condividere le nostre esperienze.
Certo,
le sfide che dobbiamo raccogliere in Africa sono grandi. Ma le donne, gli
uomini e i bambini che incontro durante le mie visite mi danno la forza di
continuare. Tutti mi rendono orgoglioso di essere Africano, di essere, come mi
ha qualificato S.E. il Presidente della Repubblica, “un figlio del Paese”.
D: È appena tornato da Antsirabe ove ha assistito a una serie di
cerimonie e si è recato in luoghi dove ha vissuto la Famiglia reale. Come è
andata la visita?
R:
La mia visita, questo mercoledì, è stata molto emozionante. Mio nonno e la
Famiglia reale hanno vissuto due anni ad Antsirabe. Contrariamente a quanto
accade di solito in esilio, i Miei hanno conservato bei ricordi di questo
soggiorno forzato e hanno mantenuto un forte legame con il Madagascar, in
particolare con Antsirabe.
È
per questo che ho tenuto a visitare la città e ho deciso di avviare progetti
per la sua popolazione: intendo creare un Centro di formazione professionale
nel settore del turismo e delle costruzioni e edificare un Ospedale
materno-infantile, in cui, tra le altre cose, sia assicurata la formazione del
personale medico.
A
questo proposito, desidero eliminare ogni ambiguità: le voci secondo cui questi
progetti dovrebbero beneficiare solo alla comunità musulmana sono totalmente
false. Questi progetti sono, chiaramente, destinati a tutta la popolazione. Il
Re del Marocco è Comandante dei Fedeli, dei credenti di tutte le religioni.
Il
popolo malgascio è un popolo aperto, un popolo dal cuore puro. Il mio Paese, il
Marocco, non fa alcun proselitismo, non cerca in alcun modo di imporre l’Islam.
Nello Stato del Marocco l’Islam è moderato, tollerante.
Ho
incontrato l’Imam della moschea di Mohammed V a Antsirabe, egli ha già visitato
il Marocco e beneficiato di una formazione presso “L’Istituto Mohammed VI di
Formazione degli Imam Morchidine e Morchidate”; è un centro in cui un numero
crescente di partecipanti, provenienti da diversi Paesi, aspira ad essere
accolto.
D: In quale modo Sua Maestà intende promuovere il partenariato tra il
Marocco e il Madagascar?
R:
Prima di questo viaggio altamente simbolico a Antsirabe, ho presieduto ad
Antananarivo, con S.E. il Presidente, la Cerimonia di Firma, nel corso della
quale sono stati stabiliti numerosi accordi di cooperazione: essi concretizzano
la volontà dello Stato marocchino di dare una mano al governo malgascio e
migliorare le condizioni di vita della sua popolazione; questo è il significato
dei progetti di costruzione di infrastrutture sociali e di sviluppo economico.
Il
Madagascar dispone di risorse innegabili per avere successo. Il Marocco è
disposto ad accompagnarlo nei suoi dipartimenti ministeriali, nelle sue imprese
pubbliche e del settore privato.
Io
promuoverei, in particolare, il settore privato marocchino nell’intraprendere
progetti in Madagascar, nel quadro di una cooperazione tra pari con il suo
omologo malgascio.
Al
momento della Conferenza di Parigi, farò una Visita a Abuja. Vigilerò,
cionondimeno, che il Marocco sia presente a Parigi: un’importante delegazione
sosterrà i progetti infrastrutturali in Madagascar e rappresentanti del governo
e del settore privato parteciperanno attivamente ai lavori.
Come
faccio ovunque, in Marocco e altrove, seguirò personalmente l’attuazione di
tutte queste azioni.
Tornerò,
dunque, in Madagascar.
D: E per quanto riguarda il continente africano, Sua Maestà?
R:
Il modello di cooperazione che vogliamo realizzare qui è simile a quelli che
abbiamo sviluppato in molti altri Paesi africani.
Infatti,
intendo instaurare una cooperazione Sud-Sud forte e solidale, tra i molti Paesi
del continente africano.
Come
ho già detto nel mio discorso ad Abidjan, nel febbraio 2014, “L’Africa deve
fidarsi dell’Africa”. Nell’ambito di una cooperazione senza complessi, potremo,
tutti assieme, costruire il futuro.
Il
Marocco ha progetti in vari Paesi africani. Noi diamo e condividiamo, senza
arroganza, né senso di colonizzazione. Esorto le imprese marocchine a ricorrere
agli uffici di consulenza e alla mano d’opera che sono sul posto.
E’
per concretizzare questo modello di cooperazione inter-africana che mi sposto
spesso nel continente, questo continente dove mi sento bene. Appezzo in
particolar modo le dimostrazioni di gentilezza e di affetto manifestate dalle
popolazioni.
Porto
nel cuore una fierezza sempre più forte rispetto al fatto di essere Africano.
Mi sento fortemente legato a questo continente.
D: Tutto questo rientra nel quadro del
ritorno del Marocco nell’Unione africana?
R:
So che la presenza marocchina in Africa e in particolare il tour che sto
effettuando in questo momento non è gradito ad alcuni.
Tuttavia,
tutti sono d’accordo sul fatto che non abbiamo aspettato l’annuncio del ritorno
del Marocco nell’UA per agire e investire in Africa.
Tutti
i Paesi, amici di vecchia data o nuovi, in particolare in Africa orientale,
sono unanimi nel sostenere la reintegrazione del Marocco nell’UA.
Ho
preso l’iniziativa di queste visite, senza condizioni preliminari. Mi rallegro
delle reazioni favorevoli, positive, che hanno espresso i miei ospiti. Rivolgo
loro i miei ringraziamenti e la mia riconoscenza.”