In
occasione del 43emo anniversario del Marcia Verde che portò alla liberazione
del Sahara dal colonialismo spagnolo nel 1975, il Re Mohammed VI ha dichiarato,
martedì, la disposizione del Regno Marocchino “al dialogo diretto e franco” con
l'Algeria e ha proposto la creazione di un meccanismo politico congiunto di
dialogo e di consultazione per superare “le vertenze congiunturali” che
ostacolano lo sviluppo delle relazioni bilaterali.
Il
Sovrano ha ricordato che dal suo accesso al Trono, ha sempre chiamato “con
sincerità e buona fede” all'apertura delle frontiere tra i due paesi ed alla
normalizzazione delle relazioni marocco-algerine, precisando che “il livello di
rappresentazione nell'ambito di questa struttura, il suo formato, la sua natura
sono da stabilire di comune accordo” e che “il Marocco è aperto a eventuali
proposte ed iniziative dell'Algeria per disinnescare il blocco nel quale si
trovano le relazioni tra i due paesi vicini fratelli”.
Il
meccanismo politico proposto dal Re Mohammed VI “dovrà impegnarsi ad esaminare
tutte le questioni bilaterali, con franchezza, obiettività, sincerità e buona
fede, senza condizioni né eccezioni, secondo un ordine del giorno aperto”, e
potrà costruire “il quadro pratico di una cooperazione, centrata sulle diverse
questioni bilaterali”, in particolare quella che riguarda la valorizzazione
delle opportunità e dei potenziali di sviluppo della regione del Magreb. Il
ruolo di questo meccanismo sarà anche di contribuire “al rafforzamento della
concertazione e del coordinamento bilaterali per permettere di rilevare
efficacemente le sfide regionali ed internazionali”, precisamente quelle “legate
alla lotta antiterrorista ed alla problematica migratoria”. A questo punto il Sovrano
ha ribadito il suo impegno ad operare insieme con gli algerini, “in un totale
rispetto delle istituzioni nazionali del loro paese”.
D'altra
parte, il Sovrano ha deplorato “lo stato di divisione e di discordia che
imperversa attualmente in seno dello spazio magrebino”, opposto in modo
flagrante ed insensato con ciò che unisce i popoli della regione: legami di
fraternità, l'identità di religione, la lingua e la Storia ed il destino
comune. Tale stato è in contrasto con l'ambizione di concretizzare l'ideale
unitario magrebino, che animava la generazione della liberazione ed l'indipendenza,
ambizione che si è incarnata nel 1958 con la Conferenza di Tangeri (nascita
dell’Unione del Maghreb Arabo). In questo contesto, il Sovrano ha ricordato che
l'appoggio apportato dal Regno alla Rivoluzione algerina aveva contribuito a
rafforzare le relazioni tra il Trono marocchino e la Resistenza algerina ed era
anche “un elemento fondatore della coscienza e dell'azione politica maghrebina
comune”.
“Per
lunghi anni, durante e fino al ristabilimento dell'indipendenza, fianco a
fianco, ci siamo sollevati contro il colonizzatore in un combattimento comune;
e ci conosciamo perfettamente. D'altra parte, numerose sono le famiglie
marocchine ed algerine che condividono legami di sangue e di parentela” e che
l'interesse dei due popoli risiede “nella loro unità, la loro complementarità,
la loro integrazione; e niente bisogno che una parte terza gioca, tra noi,
intercessori o mediatori”. “Tuttavia, dobbiamo dare prova di realismo e convenire
che le relazioni tra i nostri due paesi sfuggono alla normalità, creando, di
fatto, una situazione inaccettabile”.
Nello
stesso discorso il Re ribadisce l'attaccamento del Marocco da difendere la sua
integrità territoriale con la stessa chiarezza e lo stesso senso dell'impegno
responsabile, sia sul livello dell'ONU che a livello interno. “Questa chiarezza
di cui ci prevaliamo è illustrata con i principi ed i referenziali immutabili
che costituiscono la base della posizione marocchina, ciò che abbiamo definito
nel discorso che abbiamo pronunciato in occasione del quarantaduesimo
anniversario del Marcia Verde. Sono questi stessi fondamentali che hanno
costantemente guidato la nostra azione fino ad oggi”, ha detto il Sovrano.
Questa
chiarezza si manifesta anche con la fermezza ed il rigore estremi di cui diamo
prova contro ogni abuso che potrebbe pregiudicare i diritti legittimi del
Marocco o corrompere il processo di regolamento, dei termini di riferimento
fissati. “Quanto all'ambizione che ci anima in materia”, si trova rispecchiata
nella collaborazione sincera del Marocco con il Segretario generale delle
Nazioni Unite, come pure nel sostegno apportato agli sforzi del suo Inviato
personale per mettere le basi di un processo politico serio e credibile.
Si
manifesta anche attraverso le iniziative costruttive del Marocco e la sua palpabile
attenzione agli appelli internazionali lanciati per trovare una soluzione
politica duratura, realistica, di spirito di compromesso e che si iscrive nel
quadro dell'iniziativa d'autonomia” del Sahara marocchino proposta per
risolvere il conflitto regionale del Sahara. Il Re Mohammed VI rileva in questo
senso che il Marocco “è fermamente persuaso della necessità che, dai loro
sforzi instancabili per consolidare la nuova dinamica, le Nazioni Unite
traggano lezioni ed esperienze del passato ed evitino in particolare i blocchi
e le insufficienze che hanno macchiato “il processo di Manhasset”.
Sul
livello interno, il Sovrano sottolinea che il Marocco continuerà ad operare
“per mettere fine alla politica di concessione di redditizio e di privilegi,
per rifiutare ogni forma d'estorsione prendendo pretesto dell'integrità
territoriale del Regno e per respingere la sua strumentalizzazione”. “Inoltre, noi
non risparmiamo alcuno sforzo per garantire lo sviluppo delle nostre province
del Sud, nel quadro del nuovo modello di sviluppo, poiché vogliamo che il Sahara
Marocchino si ricollega alla sua vocazione millenaria: essere trait d’union tra
Marocco e la sua profondità africana, geografica e storica”.
Parallelamente,
prosegue il Sovrano, “l'attuazione operativa della regionalizzazione avanzata
contribuisce a fare emergere una vera elite politica, che garantisce una
rappresentazione democratica effettiva degli abitanti di Sahara e che, in un
clima di libertà e di stabilità, li mette in capacità di esercitare il loro
diritto ad una gestione autonoma dei loro affari locali e ad uno sviluppo integrato
della loro regione”.
D'altra
parte, il Re Mohammed VI ha sottolineato che l’avvio della Marcia Verde “ha
segnato una svolta decisiva nella lotta continua per il completamento dell'integrità
territoriale del paese”, notando che “questo percorso militante s’è
caratterizzato da una simbiosi perfetta tra il Trono ed il popolo e per la sua
natura pacifica che ha condotta al recupero progressivo delle nostre province
del Sud”, Tarfaya (1958), Sidi Ifni (1969), Oued Eddahab (1979).
Quanto
al ritorno del Marocco all’Unione africana, il Re Mohammed VI ha affermato che
oltre alla volontà di marcare l’orgoglio d’appartenenza all'Africa, la
decisione di reintegrare la sua famiglia istituzionale africana è stata
motivata dall'adesione alla dinamica di sviluppo a favore nel Continente e
affrontare le sue sfide multiple, senza rinunciare ai diritti legittimi del
Marocco ed ai suoi interessi superiori.
Nello
stesso discorso, il Sovrano si è rallegrato delle risoluzioni dell'ultimo
vertice dei Capi di Stato e di governo dell'Unione africana, tenutasi a
Nouakchott sulla questione del Sahara, “poiché sono in accordo con le posizioni
ed i principi internazionali pertinenti”. “Questa posizione costruttiva,
improntata di saggezza” e di lungimiranza, ha fatto fine con le numerose
manovre che, nell'Unione africana, facevano perdere all'Africa ed ai suoi
popoli un tempo prezioso, quello che avrebbe dovuto essere impiegato
deliberatamente per promuovere lo sviluppo dei paesi africani e favorire la
loro integrazione.
Il
Sovrano ha ribadito che il Marocco si
impegnerà di sviluppare partenariati economici efficienti, generatori di
ricchezza, con vari paesi e diversi raggruppamenti economici, compresa l'Unione
europea. Però, ha precisato che “non ne accetteremo nessuno che potrebbe
minacciare la nostra integrità territoriale”. Ci importa soprattutto che questi
partenariati siano espressamente benefici, in primo luogo, alla popolazione di
Sahara marocchino con un impatto positivo sulle loro condizioni di vita e permettendo
loro di usufruire, all'interno della loro patria, di un clima di libertà e di
dignità, ha concluso il Re.
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