mercoledì 6 dicembre 2017

Al-Qods. Il Re Mohammed VI attira l’attenzione di Trump e l’ONU, e sostiene la Palestina

Il Re Mohammed VI del Marocco, nella sua qualità di presidente del Comitato Al-Qods ha indirizzato, questa martedì 5 dicembre, un messaggio al presidente americano Donald Trump nel quale il sovrano esprime “la sua profonda preoccupazione personale e la grande inquietudine  dei paesi e popoli arabi e musulmani” quanto alle informazioni ricorrenti sull'intenzione dell'amministrazione americana di riconoscere Al-Qods come capitale d’Israele e di trasferire l'ambasciata degli Stati Uniti a questo luogo sacro.
Ricordando che il Comitato Al-Qods fa parte dall'Organizzazione della Cooperazione Islamica (OCI) che rappresenta 57 paesi e più di un miliardo di cittadini, il Re Mohammed VI ha ribadito, nel suo messaggio, l'importanza capitale che rappresenta la città d’Al-Qods, “non soltanto per le parti del conflitto, ma per i fedeli delle religioni”.
Il presidente del Comitato Al-Qods mette così in evidenza l'aspetto spirituale e religioso “unico” di questa città, la sua portata storica e la sua importante simbolica politica. Uno statuto particolare che il sovrano difende nel suo messaggio sottolineando l'interesse per questa città di rimanere “una terra di coabitazione, un simbolo di coesistenza e di tolleranza per tutti”.
Il presidente del Comitato Al-Qods mette così in guardia contro “l'impatto negativo” che potrebbe suscitare tale decisione del presidente americano sul processo di pace e sulle prospettive di trovare “una soluzione giusta e globale del conflitto tra la Palestina e Israele”. E di precisare che gli Stati Uniti rappresentano “uno dei principali padrini del processo di pace ed usufruiscono della fiducia di tutte le parti”.
 “Dalla vostra investitura, voi avete dato prova di una forte volontà e di una ferma determinazione di rilanciare il processo di pace tra le parti palestinesi ed israeliane”, constata il presidente del Comitato Al-Qods. E di ritenere che il presidente americano aveva intrapreso iniziative “promettenti in questo senso” sostenute dal Marocco e dalla Comunità internazionale.
Il Re Mohammed VI ha tenuto a ricordare che “conformemente alle relative risoluzioni internazionali, tra cui particolarmente le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, Al-Qods si trova nel cuore delle questioni dello statuto definitivo”. Ciò che, sottolinea il Sovrano nel suo messaggio, “esige di preservare il suo posto giuridico ed evitare tutto ciò che potrebbe minacciare il suo status politico attuale”.
Il Re Mohammed VI, d'altra parte, in quanto Sovrano di Regno del Marocco, Amir Al-Mouaminine e presidente del Comitato Al Qods dell’OCI, ha avuto colloquio telefonico con Mahmoud Abbas presidente dell'Autorità palestinese, e ha espresso la solidarietà indefettibile del Marocco con il popolo palestinese e la sua “disapprovazione vigorosa di qualsiasi azione volta a compromettere il carattere multi - confessionale della città santa, o alterare il suo statuto giuridico e politico”.
Il presidente palestinese salutando il ruolo e l'azione del Sovrano marocchino, ha deplorato che “tale iniziativa inadeguata sia nell’agenda dell'amministrazione americana”. Mahmoud Abbas ha anche espresso la preoccupazione profonda dell'Autorità palestinese circa “le conseguenze gravi” che potrebbe avere “sul processo di pace in Medio Oriente e sulla sicurezza e la stabilità nella regione”.
I due capi di Stato hanno deciso di mantenere un contatto diretto ed un dialogo permanente sulla questione. Un coordinamento stretto tra i due governi è impegnato per identificare i passi da intraprendere e le azioni da condurre.
In un’altra missiva indirizzata al Segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, il Re Mohammed VI ha ricordato il suo messaggio di luglio scorso sul suo rifiuto delle misure adottate da Israele nella Moschea Al-Aqsa ad Al-Qods per tentare di imporre un nuovo fatto compiuto in violazione delle relative risoluzioni della legalità internazionale e ha espresso la sua preoccupazione circa le informazioni riguardanti l'intenzione dell'amministrazione americana.
Ogni minaccia allo statuto giuridico e storico riconosciuto d’Al Qods, rischia di rinviare la questione nell'imbroglio dei conflitti religiosi e confessionali, e danneggiare gli sforzi internazionali volti a creare le condizioni favorevoli al rilancio dei negoziati di pace, e rischia anche di attizzare la tensione, ipotecare le possibilità di pace ed accentuare la violenza e l'estremismo.
La questione di Al-Qods, oltre ad essere la causa dei palestinesi per il fatto che fa parte delle loro terre spogliate, è ben la causa della Umma araba ed islamica, poiché nell’Al-Qods esiste la Moschea Al Aqsa benedetta, la prima dei due Qibla e terzo Luogo sacro dell'Islam, è ben una causa giusta per tutte le forze innamorate di pace, considerando l'importanza di questa città santa e la sua simbolica come luogo di tolleranza e di coesistenza tra le varie religioni, sottolinea il Sovrano
Il Re Mohammed VI porta “molta speranza sui buoni uffici ed intervento attivo” di Guterres “presso l'amministrazione americana per dissuaderla da adottare ogni misura che si riferisce alla città di Al-Qods, considerando le ripercussioni pericolose che rappresenta tale misura per il futuro della pace e la sicurezza nella regione”.


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