Il Re Mohammed VI del Marocco, nella sua qualità di presidente del
Comitato Al-Qods ha indirizzato, questa martedì 5 dicembre, un messaggio al
presidente americano Donald Trump nel quale il sovrano esprime “la sua profonda
preoccupazione personale e la grande inquietudine dei paesi e popoli arabi e musulmani” quanto
alle informazioni ricorrenti sull'intenzione dell'amministrazione americana di
riconoscere Al-Qods come capitale d’Israele e di trasferire l'ambasciata degli
Stati Uniti a questo luogo sacro.
Ricordando che il Comitato Al-Qods fa parte dall'Organizzazione
della Cooperazione Islamica (OCI) che rappresenta 57 paesi e più di un miliardo
di cittadini, il Re Mohammed VI ha ribadito, nel suo messaggio, l'importanza
capitale che rappresenta la città d’Al-Qods, “non soltanto per le parti del
conflitto, ma per i fedeli delle religioni”.
Il presidente del Comitato Al-Qods mette così in evidenza l'aspetto
spirituale e religioso “unico” di questa città, la sua portata storica e la sua
importante simbolica politica. Uno statuto particolare che il sovrano difende
nel suo messaggio sottolineando l'interesse per questa città di rimanere “una
terra di coabitazione, un simbolo di coesistenza e di tolleranza per tutti”.
Il presidente del Comitato Al-Qods mette così in guardia contro
“l'impatto negativo” che potrebbe suscitare tale decisione del presidente
americano sul processo di pace e sulle prospettive di trovare “una soluzione
giusta e globale del conflitto tra la Palestina e Israele”. E di precisare che
gli Stati Uniti rappresentano “uno dei principali padrini del processo di pace
ed usufruiscono della fiducia di tutte le parti”.
“Dalla vostra investitura,
voi avete dato prova di una forte volontà e di una ferma determinazione di
rilanciare il processo di pace tra le parti palestinesi ed israeliane”,
constata il presidente del Comitato Al-Qods. E di ritenere che il presidente
americano aveva intrapreso iniziative “promettenti in questo senso” sostenute
dal Marocco e dalla Comunità internazionale.
Il Re Mohammed VI ha tenuto a ricordare che “conformemente alle
relative risoluzioni internazionali, tra cui particolarmente le risoluzioni del
Consiglio di Sicurezza, Al-Qods si trova nel cuore delle questioni dello
statuto definitivo”. Ciò che, sottolinea il Sovrano nel suo messaggio, “esige
di preservare il suo posto giuridico ed evitare tutto ciò che potrebbe
minacciare il suo status politico attuale”.
Il Re Mohammed VI, d'altra parte, in quanto Sovrano di Regno del
Marocco, Amir
Al-Mouaminine e presidente del Comitato Al Qods dell’OCI, ha avuto colloquio telefonico con Mahmoud
Abbas presidente dell'Autorità palestinese, e ha espresso la solidarietà
indefettibile del Marocco con il popolo palestinese e la sua “disapprovazione
vigorosa di qualsiasi azione volta a compromettere il carattere multi -
confessionale della città santa, o alterare il suo statuto giuridico e
politico”.
Il presidente palestinese salutando il ruolo e l'azione del Sovrano
marocchino, ha deplorato che “tale iniziativa inadeguata sia nell’agenda
dell'amministrazione americana”. Mahmoud Abbas ha anche espresso la
preoccupazione profonda dell'Autorità palestinese circa “le conseguenze gravi”
che potrebbe avere “sul processo di pace in Medio Oriente e sulla sicurezza e
la stabilità nella regione”.
I due capi di Stato hanno deciso di
mantenere un contatto diretto ed un dialogo permanente sulla questione. Un
coordinamento stretto tra i due governi è impegnato per identificare i passi da
intraprendere e le azioni da condurre.
In un’altra missiva indirizzata al Segretario generale dell’ONU
Antonio Guterres, il Re Mohammed VI ha ricordato il suo messaggio di luglio
scorso sul suo rifiuto delle misure adottate da Israele nella Moschea Al-Aqsa ad
Al-Qods per tentare di imporre un nuovo fatto compiuto in violazione delle relative
risoluzioni della legalità internazionale e ha espresso la sua preoccupazione
circa le informazioni riguardanti l'intenzione dell'amministrazione americana.
Ogni minaccia allo statuto giuridico e storico riconosciuto d’Al
Qods, rischia di rinviare la questione nell'imbroglio dei conflitti religiosi e
confessionali, e danneggiare gli sforzi internazionali volti a creare le
condizioni favorevoli al rilancio dei negoziati di pace, e rischia anche di
attizzare la tensione, ipotecare le possibilità di pace ed accentuare la
violenza e l'estremismo.
La questione di Al-Qods, oltre ad essere la causa dei palestinesi
per il fatto che fa parte delle loro terre spogliate, è ben la causa della Umma
araba ed islamica, poiché nell’Al-Qods esiste la Moschea Al Aqsa benedetta, la
prima dei due Qibla e terzo Luogo sacro dell'Islam, è ben una causa giusta per
tutte le forze innamorate di pace, considerando l'importanza di questa città
santa e la sua simbolica come luogo di tolleranza e di coesistenza tra le varie
religioni, sottolinea il Sovrano
Il Re Mohammed VI porta “molta speranza sui buoni uffici ed
intervento attivo” di Guterres “presso l'amministrazione americana per
dissuaderla da adottare ogni misura che si riferisce alla città di Al-Qods,
considerando le ripercussioni pericolose che rappresenta tale misura per il
futuro della pace e la sicurezza nella regione”.
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