Come era previsto , nel
24 ottobre, quando il Re Mohammed VI del Marocco aveva dato le sue alte
istruzioni al ministro dell’Interno per condurre le indagini necessarie, a
livello nazionale, sui responsabili che dipendono dal suo dicastero nell’amministrazione
territoriale e come aveva impartito ulteriori indicazioni al presidente della
Corte dei Conti per esaminare e valutare l’azione dei Consigli Regionali d’Investimento
(CRI).
Dopo questa
scadenza, il Sovrano ha ricevuto, ieri, nel palazzo reale di Casablanca, il
Capo del governo Saad Eddine El Ohmani, il Ministro dell’Interno, Abdelouafi Laftit e il primo presidente della Corte dei Conti, Driss Jettou, in
presenza di Fouad Ali El Himma, Consigliere del Re.
In questa
occasione, Driss Jettou ha presentato al Re un report conclusivo delle sue
indagini circa la valutazione dell'azione dei CRI, nel quadro di un approccio congiunto
con le diverse istituzioni interessate. Tali indagini rilevato delle anomalie
che impediscono a questi centri di riempire pienamente la loro missione fissata
dalla lettera reale indirizzata al Primo ministro il 9 gennaio 2002.
Se i CRI
hanno potuto realizzare risultati significativi nella creazione di imprese, però,
sono stati meno efficienti per quanto riguarda l'accompagnamento e l'aiuto agli
investitori. Addirittura, è stato rilevato l'assenza di controllo
post-creazione, la mancanza di assistenza alle piccole e medie imprese, oltre
all'assenza di dati attualizzati o di studi dettagliati sull'investimento e sul
potenziale economico delle regioni, come pure l’inefficienza della Commissione
Regionale d'Investimento.
Risulta,
dunque, che i CRI si allontanano dall'approccio puramente burocratico che
caratterizza la loro azione nel dedicarsi al trattamento dei dossier che sono
presentate a loro a livello locale anziché rinviarle, in modo non giustificato,
ai servizi statali centrali a Rabat, ed adattarsi completamente le loro
missioni nel prendere iniziativa e mobilizzazione delle potenzialità.
Parallelamente
a tutto ciò e per garantire un controllo permanente del dispositivo nazionale
d'aiuto all'investimento, occorre predisporre la commissione di alto livello,
prevista dalla lettera reale del 2002, incaricata di preparare le misure
necessarie all'attuazione della riforma dell'investimento e del controllo della
sua applicazione.
In questo
contesto il Sovrano ha dato le sue alte istruzioni al Capo del governo per
operare con tutti i settori interessati e con la Corte dei Conti di sottoporre,
entro due mesi, le proposte relative alla riforma ed all’aggiornamento dei CRI affinché
svolgano le loro missioni d'incoraggiamento all'investimento, di promozione
dello sviluppo, d’utilizzazione delle grandi potenzialità d'investimento che
offre l'economia nazionale e d'accompagnamento dello sviluppo che conosce il
Marocco.
Il Re ha
insistito sulla necessità di prestare un interesse particolare alla formazione
dei dirigenti dei CRI e la loro qualificazione per essere all'altezza delle
missioni che le loro sono assegnate per smontare le sfide dello sviluppo, sul
piano locale e nazionale.
Il Sovrano
ha messo l'accento, inoltre, sulla necessità per i CRI di prestare
un'attenzione particolare alle piccole e medie imprese, accompagnarle e portare
l'ascolto necessario alle loro ambizioni, per contribuire a superare gli
ostacoli che affrontano e garantire così il loro sviluppo, considerando la loro
importanza ed il loro ruolo nella promozione dello sviluppo e la creazione dei
posti di lavoro.
Il Re ha
ricordato che questi centri devono prestare un'attenzione uguale tanto alle
piccole e medie imprese che alle grandi imprese, tenuto conto che alcune grandi
società dispongono d'interlocutore istituzionale rappresentato dalla
commissione nazionale degli investimenti, presieduta dal Capo del governo,
oltre al fatto che dispongono di strutture efficaci e di meccanismi particolari
di controllo e di valutazione.
Successivamente,
il Ministro dell’Interno ha presentato al Sovrano i risultati delle indagini
condotte dal ministero, basandosi sulle inchieste e il report relativo al controllo
continuo dell'azione degli agenti d'autorità.
Quest'indagini
hanno rilevato casi d'inadempimento
nell'esercizio della responsabilità presso un certo numero di agenti d'autorità
di varie categorie. Si tratta di: 1 Wali, 6 Governatori, 6 Segretari generali, 6
Pascià, capi di circoscrizione e capi di zona urbana, 122 Qaid e 17 khlifa.
In
applicazione del principio costituzionale di rendiconto nei confronti di tutti
coloro che avrebbero mancato ai loro doveri e responsabilità professionali, il
Ministro dell’Interno ha presentato al Re proposte di misure disciplinari contro
responsabili interessati, come segue:
1- La sospensione
dalla funzione e la traduzione dinanzi ai consigli disciplinari competenti per un
Wali e 6 governatori:
2 - Per i
responsabili che appartengono agli altri gradi d'autorità: sospensione dalla
funzione per 86 incaricati in attesa di tradurli dinanzi ai consigli
disciplinari competenti per prendere le sanzioni adeguate.
3- rimprovero
nei confronti di 87 agenti d'autorità.
In questo quadro,
il Re ha dato le sue alte istruzioni per adottare le misure legali collegate a
questo oggetto.
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