martedì 12 dicembre 2017

Report della Corte dei Conti. Sanzionati circa 200 funzionari di CRI e del ministero dell’Interno marocchino

Come era previsto , nel 24 ottobre, quando il Re Mohammed VI del Marocco aveva dato le sue alte istruzioni al ministro dell’Interno per condurre le indagini necessarie, a livello nazionale, sui responsabili che dipendono dal suo dicastero nell’amministrazione territoriale e come aveva impartito ulteriori indicazioni al presidente della Corte dei Conti per esaminare e valutare l’azione dei Consigli Regionali d’Investimento (CRI).
Dopo questa scadenza, il Sovrano ha ricevuto, ieri, nel palazzo reale di Casablanca, il Capo del governo Saad Eddine El Ohmani, il Ministro dell’Interno, Abdelouafi Laftit e il primo presidente della Corte dei Conti, Driss Jettou, in presenza di Fouad Ali El Himma, Consigliere del Re.
In questa occasione, Driss Jettou ha presentato al Re un report conclusivo delle sue indagini circa la valutazione dell'azione dei CRI, nel quadro di un approccio congiunto con le diverse istituzioni interessate. Tali indagini rilevato delle anomalie che impediscono a questi centri di riempire pienamente la loro missione fissata dalla lettera reale indirizzata al Primo ministro il 9 gennaio 2002.
Se i CRI hanno potuto realizzare risultati significativi nella creazione di imprese, però, sono stati meno efficienti per quanto riguarda l'accompagnamento e l'aiuto agli investitori. Addirittura, è stato rilevato l'assenza di controllo post-creazione, la mancanza di assistenza alle piccole e medie imprese, oltre all'assenza di dati attualizzati o di studi dettagliati sull'investimento e sul potenziale economico delle regioni, come pure l’inefficienza della Commissione Regionale d'Investimento.
Risulta, dunque, che i CRI si allontanano dall'approccio puramente burocratico che caratterizza la loro azione nel dedicarsi al trattamento dei dossier che sono presentate a loro a livello locale anziché rinviarle, in modo non giustificato, ai servizi statali centrali a Rabat, ed adattarsi completamente le loro missioni nel prendere iniziativa e mobilizzazione delle potenzialità.
Parallelamente a tutto ciò e per garantire un controllo permanente del dispositivo nazionale d'aiuto all'investimento, occorre predisporre la commissione di alto livello, prevista dalla lettera reale del 2002, incaricata di preparare le misure necessarie all'attuazione della riforma dell'investimento e del controllo della sua applicazione.
In questo contesto il Sovrano ha dato le sue alte istruzioni al Capo del governo per operare con tutti i settori interessati e con la Corte dei Conti di sottoporre, entro due mesi, le proposte relative alla riforma ed all’aggiornamento dei CRI affinché svolgano le loro missioni d'incoraggiamento all'investimento, di promozione dello sviluppo, d’utilizzazione delle grandi potenzialità d'investimento che offre l'economia nazionale e d'accompagnamento dello sviluppo che conosce il Marocco.
Il Re ha insistito sulla necessità di prestare un interesse particolare alla formazione dei dirigenti dei CRI e la loro qualificazione per essere all'altezza delle missioni che le loro sono assegnate per smontare le sfide dello sviluppo, sul piano locale e nazionale.
Il Sovrano ha messo l'accento, inoltre, sulla necessità per i CRI di prestare un'attenzione particolare alle piccole e medie imprese, accompagnarle e portare l'ascolto necessario alle loro ambizioni, per contribuire a superare gli ostacoli che affrontano e garantire così il loro sviluppo, considerando la loro importanza ed il loro ruolo nella promozione dello sviluppo e la creazione dei posti di lavoro.
Il Re ha ricordato che questi centri devono prestare un'attenzione uguale tanto alle piccole e medie imprese che alle grandi imprese, tenuto conto che alcune grandi società dispongono d'interlocutore istituzionale rappresentato dalla commissione nazionale degli investimenti, presieduta dal Capo del governo, oltre al fatto che dispongono di strutture efficaci e di meccanismi particolari di controllo e di valutazione.
Successivamente, il Ministro dell’Interno ha presentato al Sovrano i risultati delle indagini condotte dal ministero, basandosi sulle inchieste e il report relativo al controllo continuo dell'azione degli agenti d'autorità.
Quest'indagini hanno rilevato  casi d'inadempimento nell'esercizio della responsabilità presso un certo numero di agenti d'autorità di varie categorie. Si tratta di: 1 Wali, 6 Governatori, 6 Segretari generali, 6 Pascià, capi di circoscrizione e capi di zona urbana, 122 Qaid e 17 khlifa.
In applicazione del principio costituzionale di rendiconto nei confronti di tutti coloro che avrebbero mancato ai loro doveri e responsabilità professionali, il Ministro dell’Interno ha presentato al Re proposte di misure disciplinari contro responsabili interessati, come segue:
1- La sospensione dalla funzione e la traduzione dinanzi ai consigli disciplinari competenti per un Wali e 6 governatori:
2 - Per i responsabili che appartengono agli altri gradi d'autorità: sospensione dalla funzione per 86 incaricati in attesa di tradurli dinanzi ai consigli disciplinari competenti per prendere le sanzioni adeguate.
3- rimprovero nei confronti di 87 agenti d'autorità.
In questo quadro, il Re ha dato le sue alte istruzioni per adottare le misure legali collegate a questo oggetto.



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