Rabat, Martedì, il 16 marzo, 2016 – Dopo le dichiarazioni “inaccettabili” del Segretario Generale dell'ONU,
Ban Ki-moon, ed ai suoi atteggiamenti “inammissibili” durante la sua recente
visita in Algeri e Tindouf, il governo del Regno del Marocco ha deciso “le
misure immediate” particolarmente “una riduzione significativa, tra i giorni
che vengono, da una grande parte della componente civile ed in particolare il
segmento politico della Missione ONU per il Sahara (MINURSO), l'annullamento
del contributo volontario che accorda il Marocco al funzionamento della stessa
missione e l'esame delle modalità di ritiro dei contingenti marocchini
impegnati nelle operazioni di mantenimento della pace”.
“Il Regno del
Marocco si riserva il diritto legittimo di ricorrere ad altre misure, che
potrebbe essere portato a prendere, per difendere, nel rispetto rigoroso della
Carta delle Nazioni Unite, i suoi interessi superiori, la sua sovranità e la
sua integrità territoriale”, sottolinea martedì un comunicato del Ministero
degli Esteri e della Cooperazione.
Dalla stessa fonte, si segnala che “su Altissime istruzioni
di Sua Maestà il Re Mohammed VI, il capo della diplomazia marocchino, Salaheddine
Mezouar si è reso, il 14 marzo 2016, a New York, per incontrare il Segretario Generale
delle Nazioni Unite, Ban
Ki-Moon.
In quest’occasione, precisa il comunicato, il ministro
ha consegnato una lettera al Segretario Generale “che espone nei dettagli le
proteste ufficiali del Governo marocchino sulle sue dichiarazioni inaccettabili
e sui suoi atteggiamenti inammissibili durante la sua recente visita nella
regione”.
Nel corso di questo incontro, Mezouar ha fatto parte
al segretario generale “della denuncia ferma e del rifiuto totale da parte del
Regno del Marocco, del suo popolo marocchino e tutte le sue forze vive, alle sue
propositi inammissibili e le sue azioni condannabili sulla questione di Sahara
Marocchino, durante la sua recente visita in Algeria”.
Ed insistere: “Le autorità marocchine considerano che
tali atteggiamenti sono incompatibili con le responsabilità e la missione di
Segretario Generale che lo costringono ad un dovere d'obiettività e
d'imparzialità ed al rispetto del referenziale stabilito dagli organi dell'ONU”.
Si è ricordato in particolare a Ban Ki-Moon che il
termine “occupazione” utilizzato per qualificare la presenza del Marocco in suo
Sahara è “una inezia giuridica ed un errore politico grave”. Infatti, ricorda
il comunicato, “nessuna risoluzione del Consiglio di Sicurezza ha utilizzato
tale terminologia. L'utilizzo di questo riferimento costituisce così un insulto
al popolo marocchino e ad una Nazione che ha acconsentito pesanti sacrifici per
recuperare gradualmente la sua indipendenza ed ha difeso la sua integrità
territoriale”.
Inoltre si prosegue, “il ricorso al referendum evocato
per risolvere questa vertenza regionale è stato spazzato dalla Storia ed scartato
dal Consiglio di Sicurezza. Il documento ricorda, in questo argomento, che dal 2004, “il Consiglio
sostiene esclusivamente la ricerca di una soluzione politica negoziata, sulla
base del “realismo e dello spirito di compromesso”.
“I tentativi inaccettabili di mascherare lo statuto
della zona all'est del dispositivo di difesa, come pure il trattamento
selettivo e l'atteggiamento compiacente in relazione alla situazione umanitaria
nei campi di Tindouf sono stati anche evocati”, indicano il comunicato,
aggiungendo che Mezouar ha ribadito, nel corso di questo incontro, “l'urgenza
per il Segretario Generale di non versare nei tentativi svelati e che mirano ad
attaccarsi all'iniziativa marocchina d'autonomia che conserva tutta la sua
preminenza nelle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza”.
“A lui è stato
chiesto di chiarire pubblicamente le sue posizioni per restaurare un clima di fiducia
e di rispetto reciproco”, precisa la stessa fonte.
“Ma, anziché rispettare gli impegni espressi nel corso
di questa riunione, il comunicato pubblicato dal Segretariato Generale aggiunge
all'offesa iniziale, un nuovo oltraggia al popolo marocchino che non aveva
fatto che esprimere spontaneamente il suo rifiuto di fronte a tanti slittamenti
e irresponsabilità”, deplora il comunicato del MAEC.
“Il Regno del Marocco
si indigna di vedere il Segretario Generale contestare il diritto legittimo e
democratico di un popolo e delle sue forze vive, ad esprimere liberamente le loro
opinioni e le loro reazioni”, sottolinea la stessa fonte, interrogandosi “in
che modo l'esercizio di un diritto individuale e collettivo consacrato dalla
costituzione marocchina costituirebbe un'offesa alla persona del Segretario Generale,
soprattutto quando si tratta di una reazione fondata ad propositi ed atti che
toccano profondamente ogni cittadino marocchino da nord a sud?”.
Il comunicato si è ugualmente interrogato “come si può
a questo livello di responsabilità ridurre l'Organizzazione delle Nazioni Unite
all'affetto personale del segretario generale?”, sottolineando che di fronte a
questa “deriva pericolosa”, il governo del Regno del Marocco ha deciso di prendere
le misure immediate cioè “una riduzione significativa, tra i giorni che
vengono, da una grande parte della componente civile ed in particolare il
segmento politico della MINURSO, l'annullamento del contributo volontario che
accorda il Marocco al funzionamento della MINURSO e l'esame delle modalità di
ritiro dei contingenti marocchini impegnati nelle operazioni di mantenimento
della pace”.