Il caso di Ahmed Khalil, già capo della sicurezza dei campi di Tindouf in Algeria, arrestato
dai servizi algerini ad Algeri e scomparso in circostanze misteriose nel 2009,
ritorna all'attualità in Europa, Algeria, Marocco e Mauritania. La sua famiglia
e la sua tribù hanno alzato la voce dopo la sua presunta morte apparsa largamente
nella settimana scorsa. È in corso una campagna internazionale.
Dieci anni dalla sua sparizione forzata, la sua sorte non è stata mai
delucidata. L’appello lanciato da uno dei suoi figli, Rachid Khalil, non ha
trovato alcun eco né dal Polisario nè dai servizi algerini accusati di essere
responsabili dell'eliminazione.
Cosi, è entrata in scena la tribù della vittima, Rguibat Souaad,
che esige il ritorno della vittima
“morta o viva"!
Infatti, nell’ambito della
campagna locale ed internazionale per svelare il destino dello scomparso, il suo figlio Haffadallah, i membri della sua
famiglia, i membri della tribù Rguibat
Souaad e suoi amici si sono riuniti, il 25 gennaio 2019 nel campo detto
“Laayoune”, per discutere le misure da prendere di fronte alla dirigenza del Polisario
e delle autorità algerine per chiarire la sorte di Ahmed
Khalil.
L’incontro molto vivace e determinante ha deciso d’istituire un
comitato ad hoc per seguire tutte le strade possibili in questa faccenda
descritta “la vergogna del secolo” nel quadro della mobilitazione totale la
determinazione e il coraggio per la questione di Khallil all’oltranza.
In questa riunione hanno richiesto ai responsabili
della sua eliminazione informazioni sulle circostanze della sua scomparsa ed il
luogo della sua carcerazione, nel caso del suo decesso, la data e il luogo
della sua sepoltura.
Ahmed Khalil era per decine di anni responsabile della sicurezza
dei campi e delle zone militari delle milizie del Polisario. Nel novembre 2004,
è stato nominato consigliere incaricato del dossier dei diritti umani presso
l'ex capo del Polisario, Mohamed Abdelaziz.
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