Rabat, 07 nov 2014 - SM il Re Mohammed VI ha affermato, giovedì 06 novembre 2014, in un
discorso alla nazione in occasione del 39imo anniversario della Marcia Verde
che ha portato alla liberazione del Sahara marocchino dall'occupazione
spagnola, che non ci sarà soluzione della questione del Sahara finché non è
fatto assumere la responsabilità all'Algeria in quanto parte principale in
questo conflitto artificiale, fustigando la compiacenza nei confronti di questo
paese ed i tentativi di esonerarlo dalle sue responsabilità. Aggiungendo che
non ci sarà stabilità nella regione finché non c'è una “percezione
responsabile” della situazione di sicurezza nella regione. Per il Sovrano, “non
si tratta per niente di nuocere all'Algeria, né alla sua direzione, né al suo
popolo al quale portiamo la più alta stima ed il più grande rispetto”. Tuttavia, SM il Re ha
deplorato che ad ogni volta che questa verità è rievocata dai Marocchini, il
governo, i partiti politici e la stampa marocchina sono accusati
sistematicamente di attaccare l'Algeria. Sebbene mancante di
petrolio e di gas, mentre l'altra parte, nell'occorrenza l'Algeria, possiede
delle risorse di cui crede che gli aprono le porte al disprezzo di diritto e di
legalità, il Marocco ha i suoi principi, la sua fede nella giustezza della sua
causa e soprattutto l'affezione dei suoi cittadini ed il loro attaccamento alla
loro Patria, si è congratulato SM il Re. Ed il Sovrano a
sottolineare “che si inganna quello che crede che la gestione dell'affare del
Sahara si farà per mezzo di rapporti tecnici orientati o di raccomandazioni
ambigue nello scopo di conciliare le rivendicazioni di tutte le parti”. E
“sbaglia pesantemente quello che tenta di paragonare la questione del Sahara,
con Timor Est o certi litigi territoriali in Europa dell'Est, perché ogni
questione ha le sue specificità”, ha detto SM il Re, spiegando che “il legame
tra le popolazioni del Sahara e il Marocco non data di ieri, ma immerge le sue
radici nella Storia più lontana”. A questo proposito, il Sovrano afferma di credere
profondamente nella giustezza della causa nazionale e nel trionfo del diritto e
della legittimità sulle velleità del separatismo, esprimendo la speranza di
vedere un giorno i figli del Sahara riuniti nella loro Patria ed aderire alle
nuove marce dedicate allo sviluppo ed alla creazione delle condizioni di una
vita libera e degna di tutti i cittadini marocchini. Si tratterà, in questo contesto, ha affermato SM il Re, del migliore pegno
di fedeltà alla memoria dell'attore della Marcia verde, defunto SM il Re Hassan
II, ed al ricordo dei valorosi martiri della Patria, rendendo omaggio alle
Forze Armate Reali, in tutti i loro componenti, ed alle forze di sicurezza per
la loro mobilitazione costante per preservare la sicurezza e la stabilità e per
difendere l'integrità della Patria.
Nello
stesso discorso SM il Re Mohammed VI ha invitato l'apertura di un dialogo
nazionale sincero e di un dibattito responsabile e serio sulle differenti idee
e concezioni in vista di elaborare delle risposte chiare a tutte le questioni e
le preoccupazioni delle popolazioni della regione del Sahara, nella cornice
dell'unità nazionale e dell'integrità territoriale del paese. Il Sovrano intende, quindi, di attuare la regionalizzazione avanzata nel
2015 e il nuovo modello di sviluppo, in una cornice di trasparenza, di responsabilità
e di uguaglianza delle chance, ingaggiando, per la stessa opportunità, il
settore privato ad implicarsi di più nello sviluppo delle province del Sud. Evidenziando le numerose realizzazioni nei vari campi in Sahara dal suo
recupero nel 1975, ha affermato che i cantieri che saranno impegnati l'anno
prossimo, dovrebbero essere determinanti per l'avvenire della regione. SM il Re
ha, tuttavia, fa sapere che questa regionalizzazione non si ridursi ai testi
giuridici ed al trasferimento, del centro verso le regioni, delle risorse
materiali ed umane, ma sarà fondata invece sul patriottismo sincero che implica
un attaccamento all'integrità territoriale del Marocco. “Vogliamo zone e
regioni solidali, complementari che si aiutano e si sostengono reciprocamente”,
perché i marocchini costituiscono una “mescolanza di civiltà autentica tra
tutti i componenti dell'identità marocchina”, ha affermato il Sovrano.
Nel discorso del Sovrano sono individuati i
sacrifici dell'insieme dei marocchini per il Sahara, durante quaranta anni, per
“ricuperare la terra, liberare l'uomo, restituire la sua dignità al cittadino
marocchino in Sahara, guadagnare il suo cuore e rafforzare il suo attaccamento
alla sua Patria, perché la questione del Sahara non è solo dei saharawi ma di
tutti i Marocchini, è una questione di esistenza e non è una questione di
frontiere, il Marocco resterà nel suo Sahara e il Sahara rimarrà nel suo
Marocco alla fine dei tempi”. Le differenti forme di sacrifici che “dal
recupero del Sahara, per ogni dirham delle ricette della regione, il Marocco
investe 7 dirham nel suo Sahara, nella cornice della solidarietà tra le sue
regioni e tra i cittadini della Patria unita”. Gli indicatori di sviluppo umano
nella regione che erano, nel 1975, inferiori di 6 per cento rispetto alle
regioni del Nord del Marocco, e di 51 per cento rispetto alla media nazionale
in Spagna, oggi superano parecchio la media delle altre regioni del Regno. “Ecco,
perché io dico, in tutta responsabilità, che c’è abbastanza mistificazione su
un preteso sfruttamento del Marocco delle ricchezze della regione”, ha detto il
Sovrano, sottolineando che “è un dato di fatto ciò che produce il Sahara non
basta a soddisfare i bisogni di base delle sue popolazioni e che i marocchini
hanno sopportato i costi di sviluppo delle Province del Sud dando delle loro
tasche, e prelevando sui mezzi di sussistenza dei loro figli, affinché tutti i
loro fratelli del Sud possano vivere in dignità”.
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