lunedì 15 giugno 2020

Il terrore del gruppo Polisario in Algeria suscita l'indignazione delle ONG saharawi

Laayoune - Il clima di terrore instaurato dai separatisti armati dall'Algeria bei campi di Tindouf suscita l’indignazione delle organizzazioni della società civile a Laayoune in Sahara Marocchino detto impropriamente Sahara occidentale che chiedono all’Algeria di assumersi la propria responsabilità giuridica e morale ponendo fine alle massicce violazioni dei diritti umani commesse sul suo territorio dal gruppo "Polisario".
Così la Lega del Sahara per la Democrazia e Diritti dell’uomo ha criticato, da parte sua, il "clima di paura e di terrore" in corso nei campi di Tindouf, e la negazione ai sequestri i loro diritti di espressione e di movimento.

Il presidente della Lega Hamada El Bihi ha svelato l’ondata di sparizioni forzate e di arresti arbitrari che ha colpito nelle ultime settimane gli oppositori e gli attivisti dei diritti umani nei campi.
Una volta arrestate, queste persone sono vittime di processi ingiusti dinanzi ai cosiddetti tribunali militari delle milizie in violazione del diritto e delle convenzioni internazionali, ha spiegato El Bihi, che ha anche subito gli orrori del sequestro a Tindouf e della deportazione a Cuba e in Venezuela.
Dopo aver deplorato l'assenza di reazione da parte delle organizzazioni internazionali alla repressione che è stata eretta in modalità di governance nei campi, il presidente della Lega del Sahara per la democrazia e i diritti dell'uomo ha invitato lo Stato algerino ad assumersi i suoi obblighi per la protezione dei sequestrati, in quanto i suoi processi militari e le sue massicce violazioni dei diritti dell'uomo avvengono sul suo territorio e ad impegnarsi nella ricerca di una soluzione a tale controversia sulla base dell’autonomia proposta dal Marocco per porre fine alle sofferenze dei sequestrati.
 
 

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