domenica 21 giugno 2020

Giornata dei rifugiati. Algeria 213 si congratula con sé stessa?

In un comunicato riciclato dall'agenzia ufficiale algerina (APS) in occasione della Giornata mondiale dei rifugiati, il 20 giugno, il cosiddetto gruppo algerino 213 di sostegno al separatismo ha reso omaggio alle "autorità algerine per l'accoglienza dei rifugiati saharawi". È tutto normale visto i contenuti. Non è coincidenza attribuire al gruppo creato e teleguidato da Algeri il numero 213, ossia il prefisso telefonico internazionale del paese.
Il gruppo 213 invita "tutti gli Stati a far rispettare il diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario, nel Sahara", ma non nei campi di Tindouf in Algeria, intendiamoci!
Peggio ancora, Algeria tramite il "213" esorta l'Alto Commissariato per i Rifugiati a pubblicare il fasullo rapporto algerino del marzo 2018 sulla situazione nei campi di Tindouf in sud ovest.

Ecco, è bello divertirsi! perché l'intossicazione mediatica algerina è così fallita davanti alle Nazioni Unite e tutto il mondo. Non è servito a niente la disinformazione riciclata due anni fa dalla TV italiana RAI dell'inganno dello stesso rapporto! Non c'è alcun riconoscimento di una relazione incredibile!

E’ più scandaloso per un paese che sequestra sul proprio territorio alcune centinaia di cittadini marocchini e li utilizza come moneta di scambio con l’obiettivo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sui suoi problemi interni, prendendo così in ostaggio i popoli del Gran Maghreb, ostacolando loro l’opportunità di un’integrazione regionale forte e prospera.
Un paese del petrolio e del gas che chiede aiuti internazionali per alleviare le sofferenze degli ospiti?! Algeria si congratula con sé stessa?!
Si', e' cosi'! Il ruolo del governo algerino è fondamentale in questo dramma umanitario nei campi, nella persistenza del conflitto e nel blocco della situazione.

In effetti, Algeri è responsabile della creazione di un conflitto artificiale intorno al Sahara che perdura da oltre 40 anni. E’ stato Algeri a difendere la sua agenda internazionale, finanziando i suoi lobbisti, manipolando la giustizia europea e le organizzazioni internazionali, armando gli avversari del Regno Marocchino con il pretesto di difendere il "diritto all’autodeterminazione" e alimentando il separatismo.

Poiché si dice che gli aiuti internazionali destinati a questi sequestri sono diminuiti, è opportuno ricordare che è stato l’ACNUR a ridurre i suoi aiuti e, prima di lui, il PAM, a causa delle irregolarità constatate nella loro gestione e del rifiuto delle autorità algerine di procedere a organizzare un censimento credibile dei beneficiari.

Nel 2005, infatti, il Programma Alimentare Mondiale (PAM) aveva effettuato una missione d’ispezione in Algeria che aveva rivelato diverse irregolarità nel trasporto degli aiuti umanitari destinati alla popolazione di Tindouf e decise di ridurre il suo aiuto, che in precedenza era basato su stime errate del numero delle persone nei campi. 

In seguito alle stesse rivelazioni, anche l'ACNUR aveva ridotto i suoi aiuti e chiesto alle autorità algerine un censimento immediato delle popolazioni di Tindouf.

Qualche anno dopo, una relazione dell’Ufficio Europeo per la Lotta Anti-Frode (OLAF) rivela un abuso su vasta scala degli aiuti umanitari europei da parte del polisario e dell’Algeria.
L’OLAF sottolinea, infatti, che diverse quantità dell’assistenza finanziata dalla Commissione europea sono state sottratte dai loro destinatari da diversi anni. Il documento precisa che la distribuzione dell’aiuto alimentare  pianificata sulla base delle istruzioni stabilite da una cellula chiusa ad Algeri.
L’OLAF sorprende tutti e rivela che i leader dei separatisti sono chiaramente considerati responsabili di questi abusi con il sostegno logistico e organizzativo dell’Algeria.
L’OLAF dalla sua parte che l’aiuto è stato concesso sulla base di numero errato, in quanto non è mai stato effettuato un censimento della popolazione.

Algeria rifiuta sempre il censimento dei saharawi dei campi malgrado le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU, addirutura, gli abitanti dei campi di Tindouf proviene dal Sahara Marocchino sono meno di 20 per cento, secondo il militante dei diritti umani Hamada El Bihi che ha vissuto 40 anni in suddetti campi, presidente della Lega di Sahara per la Democrazia e dei Diritti Umani, una ONG saharawi attiva a Laayoune in Sahara. Il resto sono cittadini dell'Algeria, Mauritania, Mali, Niger e Ciad.

Sin dall’inizio del conflitto, Algeria ha aumentato il numero di abitanti di questi campi per perpetuare il conflitto e per ottenere maggiore assistenza dai paesi donatori e dalle organizzazioni internazionali.

Il Polisario è altresì oggetto di una denuncia in Spagna per frode su fondi stimati a 20 milioni di euro e per appropriazione indebita degli aiuti destinati alle popolazioni di Tindouf. Tale frode riguarda la manipolazione dei dati relativi al numero dei beneficiari degli aiuti nei campi, la sottrazione di fondi e la vendita di prodotti alimentari nei paesi vicini.

È così il "213" si congratula con sé stesso!

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