Rabat – Su
invito del Re Mohammed VI, il Papa Francesco ha effettuato una visita ufficiale
nel Regno del Marocco nei giorni 30-31 marzo 2019.
Sulla base dello statuto religioso e della responsabilità spirituale,
assunti da Amir Al-Mouminine e la Sua Santità il Papa, l’incontro storico tra
loro contribuirà a promuovere i valori di fraternità, di pace e di tolleranza
tra i popoli e le nazioni e consolidare il dialogo, la comprensione e la
coabitazione interreligiosa.
Al suo arrivo all'Aeroporto internazionale di Rabat-Salé, Bergoglio è
stato accolto dal Re e due bambini in abito tradizionale con un omaggio
floreale. Il Re era accompagnato dal Principe Ereditario Moulay Hassan, e dal
fratello, il Principe Moulay Rachid.
Poi il Papa Francesco è stato ricevuto con tutti gli onori dal Re
Mohammed VI alla storica spianata Hassan a Rabat dove è stato l’incontro
pubblico.
Le autorità marocchine sono molto interessate a questa visita che guarda
allo “sviluppo del dialogo interreligioso”. Il dialogo con l'Islam è un tema
molto caro anche al Pontefice.
Nel suo discorso davanti al Papa, il Sovrano ha evidenziato l'importanza
dell'istruzione, l'unica via per affrontare i radicalismi, che si basano “sulla
non conoscenza dell'altro, l'ignoranza dell'altro, l'ignoranza tout court". “Per affrontare i
radicalismi, la risposta non è né militare né finanziaria; ha un solo nome:
Istruzione”, indicando che il dialogo tra le religioni d’Abramo è ovviamente
insufficiente nella realtà d'oggi.
Il Re, come Comandante dei credenti, ha invitato a ridare alla religione
il posto che è suo, nell'ambito dell'istruzione, aggiungendo che “ciò che tutti
i terroristi hanno in comune non è la religione, è precisamente l'ignoranza
della religione”.
Dopo aver sottolineato che la religione è Luce, Sapienza, Saggezza e
sinonimo di pace, il Sovrano ha rilevato che “è tempo che la religione non sia
più un alibi per questi ignoranti, per quest'ignoranza, per quest'intolleranza”.
E ha rilevato che la visita del Papa in Marocco interviene in un contesto di
sfide per la Comunità delle nazioni, la Comunità di tutti i Credenti, lanciando
appello a combattere i mali di altri tempi che si nutriscono del tradimento e
della strumentalizzazione del Messaggio divino raccomandando il diniego
dell'Altro ed altre teorie scellerate”.
In questo mondo in ricerca di riferimenti, il Regno del Marocco non ha
mai cessato di insegnare e vivere al quotidiano la fraternità dei figli di Abraham
pilastro fondatore della ricchissima diversità della civilizzazione marocchina,
ha osservato Amir Al Mouminine. l'unione di tutti i Marocchini, al di là delle
confessioni, è “un esempio eloquente”. Questa simbiosi, che è la realtà del
Regno, si concreta con moschee, chiese e sinagoghe che, da sempre, si
costeggiano nelle città del Regno.
“Io, Re del Marocco, Amir Al Mouminine, ci porto Garante del libero
esercizio dei culti. Sono il Comandante di tutti i Credenti”. “come Comandante dei credenti, non posso parlare di Terra d'Islam, come
se vi vivessero soltanto musulmani. Veglio, effettivamente, al libero esercizio
delle religioni del Libro e lo garantisco. Proteggo gli ebrei marocchini ed i
cristiani di altri paesi che vivono in Marocco.
Mohammed VI ha sottolineato che l’incontro con il Papa consacra “una
convinzione condivisa: i valori della religione monoteistica contribuiscono
alla razionalizzazione, alla riconciliazione, al miglioramento dell'ordine
mondiale”.
“Come
Comandante dei Credenti, insorgo, come voi, contro l’indifferenza in tutte le
sue forme e plaudo al coraggio dei Leader che non rifuggono dalle grandi
questioni del nostro tempo”, aggiungendo: “Stiamo seguendo con interesse e
considerazione gli sforzi compiuti da Sua Santità al servizio della pace
mondiale, così come i Suoi continui appelli all’istruzione, al dialogo, alla
cessazione della violenza e alla lotta contro la povertà, la corruzione, il
cambiamento climatico, i mali che affliggono le società”.
I nostri
messaggi sono tanto attuali quanto eterni. Invitano le persone ad abbracciare i
valori della moderazione, a realizzare gli imperativi della co-conoscenza e a
cogliere la consapevolezza dell’alterità.
Nel suo discorso il Papa ha espresso “gratitudine che si trasforma in
importante opportunità per promuovere il dialogo interreligioso e la conoscenza
reciproca tra i fedeli delle nostre due religioni.
“È indispensabile opporre al fanatismo e al fondamentalismo la
solidarietà di tutti i credenti, avendo come riferimenti inestimabili del
nostro agire i valori che ci sono comuni”, ha poi sottolineato Bergoglio.
Il Papa ha poi visitato l'Istituto “Mohammed VI per Imam, predicatori e
predicatrici, voluto da Vostra Maestà, allo scopo di fornire una formazione
adeguata e sana contro tutte le forme di estremismo, che portano spesso alla
violenza e al terrorismo e che, in ogni caso, costituiscono un'offesa alla
religione e a Dio stesso. Sappiamo infatti quanto sia necessaria una
preparazione appropriata delle future guide religiose, se vogliamo ravvivare il
vero senso religioso nei cuori delle nuove generazioni”.
Dopo il suo primo
discorso, sulla spianata del Tour Hassan, il Papa si è recato al Mausoleo di
Mohammed V (nonno di Mohammed VI), per una visita alle tombe di Mohammed V e di
Hassan II, offrendo un omaggio floreale e ha firmato il Libro d’Oro. Al termine
della visita, il trasferimento in auto al Palazzo Reale per la visita di
cortesia al Re Mohammed VI con la presenza della famiglia Reale.
Appello congiunto per preservare lo stato di Gerusalemme come città
santa
Il Papa Francesco e il Re Mohammed VI hanno firmato un appello per
preservare lo stato di Gerusalemme come città santa. “Noi riteniamo importante
preservare la Città santa di Gerusalemme/Al Qods Acharif - si legge del testo
dell’appello- come patrimonio comune dell'umanità e soprattutto per i fedeli
delle tre religioni monoteiste, come luogo di incontro e simbolo di coesistenza
pacifica, in cui si coltivano il rispetto reciproco e il dialogo.
A tale scopo devono essere conservati e promossi il carattere specifico
multi - religioso, la dimensione spirituale e la peculiare identità culturale
di Gerusalemme/Al Qods Acharif. Auspichiamo, di conseguenza, che nella Città santa
siano garantiti la piena libertà di accesso ai fedeli delle tre religioni
monoteiste e il diritto di ciascuna di esercitarvi il proprio culto, così che a
Gerusalemme/Al Qods Acharif si elevi, da parte dei loro fedeli, la preghiera a
Dio, Creatore di tutti, per un futuro di pace e di fraternità sulla terra”.