Il Re Mohammed VI del Marocco ha sottolineato
nel suo discorso, venerdì 13 ottobre, in occasione dell’apertura del secondo
anno legislativo della decima legislatura, l’occorrenza di installare una nuova
politica ispirata dalle aspettative dei cittadini in sintonia all’evoluzione
che conosce il paese, una politica mirata per i giovani, il completamento della
regionalizzazione avanzata e la creazione di un ministero per l’Africa.
Sull’avvio di un nuovo modello di sviluppo per il paese, il
messaggio Reale è stato chiaro: Governo, Parlamento e tutte le istituzioni
concernenti sono urgentemente invitati ad associare il modello marocchino di
sviluppo con le evoluzioni sul campo e le esigenze quotidiane dei cittadini.
È imperativo di riconsiderare il modello di sviluppo per metterlo
in fase con le evoluzioni che conosce il Marocco. È in questo spirito che il
Sovrano sottolinea la sua volontà di raddrizzare la situazione e di correggere
le disfunzioni constatate nell’amministrazione, nei consigli eletti e nelle collettività
territoriali che impediscono l’evoluzione del modello di sviluppo marocchino.
“Contribuiremo così a
destare una presa di coscienza della necessità di fare evolvere le mentalità
che fanno ostruzione alla realizzazione dello sviluppo globale che
desideriamo”, ha fatto valere il Sovrano.
L'attuazione di queste azioni implica ovviamente un'applicazione
piena ed effettiva del principio costituzionale di correlazione tra
responsabilità e resoconto, la sola garanzia per la concretizzazione di una gouvernance
ottimale.
Questo discorso Reale fondato sulla nozione di responsabilità
traccia i contorni di una nuova marcia del Marocco di domani. Il nuovo Marocco
che vuole costruire il Re Mohammed VI è ben un paese dove regnano l'uguaglianza
e la giustizia sociale a profitto di tutti i Marocchini. Un paese dove non
esistono più disparità in materia di sviluppo umano, sociale e territoriale.
L'altra dimensione del discorso Reale è quella che elabora una
diagnosi precisa ed inequivocabile delle necessità pressanti dei cittadini con
un accento molto particolare per le giovani generazioni favorendo loro le
condizioni di una vita dignitosa che passa inevitabilmente da una formazione di
qualità, un'integrazione adeguata nel mondo del lavoro ed un'abilitazione a
prendere iniziative per esprimere i suoi talenti e contribuire alla dinamica
dello sviluppo.
Cosi, il Sovrano ha invitato all'attuazione di una nuova politica
integrata dedicata ai giovani sulla quale opererà in particolare il Consiglio
Consultivo della Gioventù e dell'Azione Associativa. In questo slancio di
riforme, l'Amministrazione è chiamata a mettersi all’armonia delle evoluzioni
in corso, come lo ha ribadito il Sovrano, con priorità assoluta la
realizzazione della giustizia sociale facendo dalla buona gouvernance un
principio cardinale e non un semplice auspicio.
Il Re Mohammed VI ha, tuttavia, dato le sue istruzioni alla Corte
dei Conti di dedicarsi al controllo e la valutazione dei progetti pubblici
iniziati nelle varie regioni.
Su questa stessa linea, il governo è invitato a predisporre un
programma rigoroso per il completamento del processo della regionalizzazione
avanzata per gestire meglio gli affari locali. È il motivo per cui i consigli
eletti hanno il dovere di assumersi pienamente le loro responsabilità con una
più grande prossimità con le popolazioni.
Ministero marocchino per Africa:
La decisione del Re Mohammed VI di creare un ministero delegato presso
il ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale incaricato degli Affari
Africani, costituisce una consacrazione dell'orientamento del Marocco verso
l'Africa ed il suo attaccamento alle sue radici africane, traduce, tra l’altro,
un grande interesse del Regno alla cooperazione Sud -Sud e tra popoli africani,
come pure il suo impegno nella risoluzione delle problematiche africane, tenendo
conto delle specificità del continente e gli interessi dei suoi popoli. Negli ultimi
cinque anni sono stati firmati oltre 600 accordi di cooperazione tra Marocco e
il resto dell’Africa, cosi sono aumentati a più di mille convenzioni bilaterali.
“A tale scopo, abbiamo
deciso la creazione di un ministero delegato presso quello degli Affari Esteri,
incaricato degli affari africani, ed in particolare dell'investimento, come
pure la predisposizione di due cellule di controllo, una al ministero dell'Interno
e l'altra al ministero delle Finanze”, ha indicato il Sovrano. Quest'istituzione
già stata creata anche negli anni sessanta del secolo scorso in cui il Marocco
era il mecca dei movimenti di liberazione africani, ed era guidata dal defunto
Abdelkrim El Khatib.
Da notare che la stessa decisione, che interviene in una
congiuntura segnata da una dinamica rinnovata nella Storia delle relazioni
marocco-africane, consolidata dal ritorno del Marocco alla sua famiglia
istituzionale e le visite storiche del Sovrano nei vari paesi africani,
riflette gli sforzi marocchini per promuovere la situazione socioeconomica del
continente e superare le grandi problematiche affrontate.
La presenza marocchina in Africa che rappresenta una forza regionale
molto credibile e stimata dai vari paesi, illustra l'importanza della creazione
di un ministero, avente il compito di rafforzare le relazioni marocco-africane
e garantire il proseguimento delle questioni relative agli affari africani, la
pace e la sicurezza, la migrazione ed il terrorismo.
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