Yassine
Belkassem
Bruxelles,
24 gennaio 2015 - Dopo le gravissime rivelazioni di un rapporto dell'Ufficio
Europeo Anti-Frode (OLAF), L'UE ha preso una serie di misure per limitare le
deviazioni massicce ed organizzate degli aiuti umanitari destinati alle
popolazioni nei campi algerini di Tindouf, ha affermato Kristalina Georgieva, vicepresidentessa
della Commissione europea incaricata del bilancio e delle risorse umani.
Un
rapporto dell'OLAF, realizzato nel 2007 con un contenuto svelato, il 22 gennaio
alla Commissione Europaea, solo in seguito ad un intervento del Mediatore
europeo, ha rivelato l'esistenza di parecchie pratiche fraudolenti e innumerevoli
irregolarità in quanto alla distribuzione degli aiuti per anni. “In seguito
alle raccomandazioni formulate dall'OLAF. La Commissione europea ha preso
parecchie misure che mirano a ridurre il rischio di sopraggiunta delle pratiche
fraudolente”, ha assicurato Georgieva in risposta alle domande scritte di
parecchi eurodeputati sulla deviazione dall'Algeria ed dai miliziani del
Polisario degli aiuti umanitari accordati alle popolazioni dei campi di
Tindouf.
Tra
le misure adottate dall'Esecutivo europeo, Georgieva ha citato il rafforzamento
del controllo dell'Ufficio di aiuto umanitario della Commissione europea (ECHO)
e dei suoi partner PAM, HCR, ONG internazionali, ed il miglioramento della
trasparenza a tutti i livelli della catena logistica e della distribuzione. La strategia della Commissione messa in opera
dopo l'audizione dell'OLAF in vista di ridurre le deviazioni si appoggia su
parecchi elementi di cui una valutazione rigorosa dei bisogni delle popolazioni
dei campi in settori specifici come la salute, l'acqua, l'igiene, la nutrizione
e l'alimentazione.
Per
limitare le pratiche fraudolente rivelate, Georgieva ha aggiunto che gli aiuti europei portano oramai sui prodotti
alimentari che sono ”meno soggetti alla deviazione” per il loro debole valore,
il problema di ingombro che rappresentano in termine di stoccaggio e le
difficoltà della loro conservazione, cioè prodotti velocemente deperibili. La Commissione ha tenuto anche ad intervenire nei
“settori che hanno un potenziale di deviazione” come l'acqua, la riabilitazione
dei centri di sanità, ed ad intensificare il controllo della catena logistica e
di distribuzione attraverso una presenza regolare del personale di ECHO nei
campi, ha sottolineato Georgieva. Dopo l'inchiesta dell'OLAF, la Commissione
europea ha ridotto anche il livello dei finanziamenti assegnati ai campi di
Tindouf, precisando che l'aiuto umanitario della Commissione era 10 milioni di
euro annui dal 1993.
Il
rapporto rivela che l'Algeria ed il Polisario procedono da anni alla deviazione
organizzata e sistematica di una grande parte di aiuti umanitari internazionali
destini alle popolazioni sequestrate nei campi di Tindouf. Il Rapporto indica che
il porto algerino di Oran è strategico per gli organizzatori di queste
deviazioni. È in
seno a questa struttura portuaria algerina che si opera la scelta tra “ciò che
deve arrivare e ciò che può essere deviato”, constata l'OLAF che spiega nei
termini più chiari che “il numero di fatti di deviazioni riportate, la
similitudine delle testimonianze in quanto al nome delle persone avendo
beneficiato delle infrazioni, le differenti mode operatorie utilizzate e la
durata delle deviazioni non lasciano di dubbio sul fatto che le manovre fraudolenti
organizzate si sono prodotti durante un lungo periodo”.
“Una delle ragioni che hanno reso queste
deviazioni possibili è la sopravvalutazione del numero dei profughi e dunque
degli aiuti forniti”, spiega l'OLAF nel suo rapporto. L'UE sostiene
finanziariamente i campi di Tindouf dal 1975, sulla base di una popolazione
valutata dalle autorità algerine a 155.000 persone. “Né l'Algeria né il Fronte
Polisario hanno accettato un censimento delle popolazioni dei campi sia
organizzato”, sottolinea l'OLAF.
L'intervento
dell'OLAF ha riportato nel 2005 il numero dei profughi a 90.000. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU chiede e raccomanda,
da diversi anni, tramite tantissime risoluzioni un censimento serio della
popolazione nei campi, però Algeri rifiuta ogni tentativo di scoprire la vera
realtà dei campi e di chi ci abita.
Da apportare che i governi del mondo compresso quello
italiano sconsigliano assolutamente ogni viaggi nel sud algerino e nei campi di
Tindouf per motivi dell’insicurezza e del terrorismo, in questa zona sono state
rapite due italiane dai terroristi locali.