venerdì 7 settembre 2012

Rossella Urru rinvia la cerimonia a Ravenna per la cittadinanza onoraria: «Non sono tranquilla»


 «Rossella Urru - scrive il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, in una nota inviata alla stampa - mi ha chiesto di spostare più avanti la data, che avevamo concordato pochi giorni fa per il 15 settembre, della cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria votata a fine luglio dal consiglio comunale a larghissima maggioranza. Accolgo senza riserve la sua decisione, con rispetto e partecipazione alle sue motivazioni». La cooperante sarda che si è laureata a Ravenna e per il Comune ravennate ha seguito un progetto dedicato al Saharawi, è stata in mano a sequestratori africani per nove mesi: «Spero – ha scritto la 30enne a Matteucci – comprenda la mia necessità di non abbandonare per il momento la Sardegna per impegni ufficiali, finché il mio animo non sarà di nuovo tranquillo. Solo pochi giorni fa è stata data la notizia che sarebbe stato giustiziato un ragazzo, Tahar, più o meno della mia età, viceconsole algerino sequestrato a Gao da chi ha sequestrato anche me».
Di seguito il testo completo della lettera inviata via mail al sindaco Fabrizio Matteucci dalla giovane cooperante sarda.
Gentile Sindaco Matteucci,
Come d’accordo, il 15 Settembre sarei dovuta essere a Ravenna per ricevere la cittadinanza onoraria, nel quadro di festeggiamenti più ampi per le giornate del volontariato. Non può che farmi onore un riconoscimento di questo tipo, riconoscimento che accetto anche in nome e per conto di tante altre persone che hanno condiviso e condividono con me la scelta della cooperazione e la sfortuna del sequestro.
Spero tuttavia comprenda la mia necessità di non abbandonare per il momento la Sardegna per impegni ufficiali, finché il mio animo non sarà di nuovo tranquillo.
Solo pochi giorni fa è stata data la notizia che sarebbe stato giustiziato un ragazzo, Tahar, più o meno della mia età, viceconsole algerino sequestrato a Gao da chi ha sequestrato anche me. Altri sequestrati aspettano in Mali da due anni di essere liberati, così come aspetta Giovanni Lo Porto, così come aspettano altri in Kenya, Nigeria e altrove.
In questo momento così delicato di ritorno alla vita, ho bisogno di ritrovarmi nelle dimensioni che mi sono più mie, ho bisogno di ritrovarmi come persona al di là delle immagini di me, affinché ‘il sequestro non mi sequestri’, parafrasando un caro amico.
Per questi motivi, mi sento di chiederLe, sicura della comprensione della vostra città, se fosse possibile rimandare a giorni migliori e nel quadro di una cerimonia molto intima il ricevimento di quest’onorificenza.
Colgo l’occasione per ringraziare ancora ed infinitamente la città e la cittadinanza di Ravenna per il sostegno che ha dato a me e alla mia famiglia durante il mio sequestro.

Nessun commento:

Posta un commento