venerdì 7 settembre 2012

Jeune Afrique: L'Algeria "una bella addormentata" dove niente si muove in un Magreb dove tutto si cambia


Jeune Afrique:  L'Algeria "una bella addormentata" dove niente si muove in un Magreb dove tutto si cambia

Il settimanale “Jeune Afrique” ha sottolineato l'immobilismo dell'Algeria, "una bella addormentata" in un mondo arabo in evoluzione che tarda a concretizzare le riforme per rassicurare i suoi cittadini, il tutto sul fondo di proteste popolari.
"Da 2011, il mondo arabo si evolve a velocità grande V. Nel Marocco, in Tunisia, in Libia o in Egitto (…) si cambia tutto. In Algeria, invece, niente si muove", scrive la pubblicazione nel suo ultimo numero.
Una letargia che riesce, secondo l'editorialista, "del meno in apparenza, poiché anche per i più fini conoscitori di questo paese, poco accessibile al comune dei mortali, riescono ad decriptare ciò che accade in Algeria, tanto più che "la comunicazione non è la prima qualità dei suoi dirigenti."
"Niente, non un suono, non un'immagine, non un movimento in provenienza di Algeri, eccetto le proteste infeltrite - e passabilmente inquietanti - di una popolazione confrontata ad un'estate punibile, punteggiata di tagli di acqua e di guasti di elettricità", constata l'editorialista Marwane Ben Yahmed.
Per puntellare questa constatazione di immobilismo in Algeria, rileva particolarmente il ritardo di concretizzazione delle riforme promesse al rischio che la popolazione perde pazienza.
"Si aspettava un nuovo governo all'uscita delle legislative del mese di maggio? Niente si è venuto. Sette ministri sono stati costretti di lasciare la squadra al potere per rispettare la regola del no-cumulo dei mandati. Non sempre sono stati sostituiti. La futura Costituzione, annunciata per la fine di 2012? La commissione supposta a redigere non è ancora a posto."
Globalmente, l'editorialista considera che questo paese "da' l'impressione di accartocciarsi su di sé, mentre i suoi figli aspettano che le cose cambino, che saltino infine le gogne politiche, sociali o culturali che lo paralizzano e gli vietano di sfruttare pienamente suo formidabile potenziale."
"Il tempo preme e la pazienza degli algerini, poco rinomati per il loro stoicismo, ha dei limiti. Meritano, soprattutto, che li si rassicura. E che si illumina il loro avvenire", conclude l'editorialista Marwane Ben Yahmed.


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