Jeune Afrique: L'Algeria "una bella addormentata" dove niente si muove in un Magreb dove tutto si cambia
Il settimanale “Jeune Afrique”
ha sottolineato l'immobilismo dell'Algeria, "una bella addormentata"
in un mondo arabo in evoluzione che tarda a concretizzare le riforme per
rassicurare i suoi cittadini, il tutto sul fondo di proteste popolari.
"Da 2011, il mondo arabo
si evolve a velocità grande V. Nel Marocco, in Tunisia, in Libia o in Egitto (…)
si cambia tutto. In Algeria, invece, niente si muove", scrive la
pubblicazione nel suo ultimo numero.
Una letargia che riesce, secondo
l'editorialista, "del meno in apparenza, poiché anche per i più fini
conoscitori di questo paese, poco accessibile al comune dei mortali, riescono
ad decriptare ciò che accade in Algeria, tanto più che "la comunicazione
non è la prima qualità dei suoi dirigenti."
"Niente, non un suono,
non un'immagine, non un movimento in provenienza di Algeri, eccetto le proteste
infeltrite - e passabilmente inquietanti - di una popolazione confrontata ad
un'estate punibile, punteggiata di tagli di acqua e di guasti di
elettricità", constata l'editorialista Marwane Ben Yahmed.
Per puntellare questa
constatazione di immobilismo in Algeria, rileva particolarmente il ritardo di
concretizzazione delle riforme promesse al rischio che la popolazione perde
pazienza.
"Si aspettava un nuovo governo all'uscita
delle legislative del mese di maggio? Niente si è venuto. Sette ministri sono
stati costretti di lasciare la squadra al potere per rispettare la regola del
no-cumulo dei mandati. Non sempre sono stati sostituiti. La futura
Costituzione, annunciata per la fine di 2012? La commissione supposta a
redigere non è ancora a posto."
Globalmente,
l'editorialista considera che questo paese "da' l'impressione di
accartocciarsi su di sé, mentre i suoi figli aspettano che le cose cambino, che
saltino infine le gogne politiche, sociali o culturali che lo paralizzano e gli
vietano di sfruttare pienamente suo formidabile potenziale."
"Il
tempo preme e la pazienza degli algerini, poco rinomati per il loro stoicismo,
ha dei limiti. Meritano, soprattutto, che li si rassicura. E che si illumina il
loro avvenire", conclude l'editorialista Marwane Ben Yahmed.
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