di Yassine Belkassem
Questo contributo intende di spiegare
e di sensibilizzare del rifiuto sistematico dell’Algeria di assumere la sua
responsabilità circa il censimento e la registrazione della popolazione dei
campi e di sanare questioni umanitarie che interpellano le vive coscienze del
mondo ad intervenire. Questa popolazione non ha il diritto (carta) di
rifugiato. Si tratta di un caso unico nella Storia dei profughi.
I “profughi” sahrawi creati ad ogni
pezzo dal Governo algerino e dal defunto il Gheddafi per obiettivi egemonici per farne uno strumento di contestazione contro il
recupero del Marocco dei suoi territori sotto dominio spagnolo, e questo dopo la
conclusione dell'Accordo di Madrid tra Marocco, Spagna e Mauritania nel 1975.
Questi rifugiati/sequestrati,
trasferiti/deportati delle loro case in Sahara e segregati con la forza nei
campi militari in Algeria da parte dell'Esercito algerino e le milizie del
Polisario.
Il Consiglio
di Sicurezza dell’ONU chiede da anni all’Alto Commissariato dei Rifugiati ad organizzare
il censimento della popolazione sopraindicata. Queste raccomandazioni
rispecchiano l’attenzione della comunità internazionale sulla dimensione
umanitaria in questi campi ben conosciuti da oltre 40 anni di orribili
negazioni e violazioni dei diritti umani, di cui questi campi si sono
trasformati in prigione aperta sottomessa ad un muscoloso e feroce sistema
militare che impedisce le libertà della circolazione e l’espressione oltre alle
varie forme della tortura e il terrore.
Perché occorre un censimento della popolazione dei campi di Tindouf?
Con forti
risoluzioni, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU raccomanda e insiste sul
censimento per dare risposta alla necessita pressante delle sofferenze della
popolazione privata dalle minime condizioni della dignità umana. Di tutto ciò,
l’operazione del censimento non si semplifica in una operazione tecnica ma ha
diverse estensioni di cui:
Elencare il
numero esatto dei rifugiati è un meccanismo che autorizza l’Alto Commissariato
dei Rifugiati dell’ONU (ACNUR) ad assegnare l’aiuto umanitario in modo
efficace. L’assenza del censimento non permette mai a determinare i bisogni
umanitari in modo trasparente e preciso, ma contribuisce allo spreco delle
risorse dell’ACNUR con le deviazioni degli stessi aiuti umanitari
internazionali offerti generosamente da anni, a base di un numero molto
esagerato della popolazione.
Di fronte alla
mancanza del censimento ufficiale ACNUR e il Pian Alimentare Mondiale (PAM)
avevano considerato 90mila nel 2005, ma anche questo numero era molto esagerato
secondo i saharawi dei campi, mentre Algeria pretende 164mila. Senza parlare di
alcune associazioni in Italia che divulgano la cifra 500mila persone per scopo
di propaganda e che potrebbe essere lucrativo.
Il censimento
permette di identificare le persone sia quelle d’origine saharawi e di altri
Stati che dimorano nei campi. Questa operazione aiuta ACNUR a svolgere suo
lavoro nell’aprire interviste individuali con i saharawi sul loro desiderio se
rimangano nei campi (Algeria), ritornare in Marocco o scegliere un altro paese
terzo.
Questa
operazione apre anche lo spazio a nuove opzioni per risolvere il conflitto in
rispetto totale della volontà degli interessati.
L’identificazione della popolazione e della loro provenienza permette,
inoltre, di:
1. Conoscere davvero chi proclama il diritto
all’autodeterminazione.
2. Concedere la protezione internazionale effettiva della
popolazione saharawi.
3. Obbligare Algeria (paese che ospita questi rifugiati)
di assumere la responsabilità internazionale nella protezione di questi
rifugiati a base della Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati.
Algeria non vuol sentire del censimento, ecco perché:
Algeria vuole
che il conflitto che ha creato perdura nella regione per obiettivi egemonici.
Algeria ha
timore che i risultati del censimento la condannano perché non superano 50mila
persone di cui la maggioranza non sono saharawi ma provengono dall’Algeria,
Mauritania, Mali e Niger: Dal 1976, un flusso
grosso di nomadi verso i campi di Tindouf, è stato insediato dalle autorità
d’Algeri. Lo scopo era di gonfiare le file dei profughi in previsione di un
referendum di autodeterminazione e di impressionare la comunità internazionale
cercando di far credere l'idea che la maggior parte dei sahrawi hanno lasciato
il territorio del Sahara per paura di sedicenti persecuzioni da parte del
Marocco.
Algeria non
vuole che il mondo sappia che migliaia di abitanti dei campi votano nelle
elezioni di Mauritania (Zouirat, Attar) e Algeria (Tindouf) e che un numero
grande dei membri del Polisario che hanno acquisito una cittadinanza straniera
continuano ad approfittare dell’aiuto umanitario a scapito della popolazione
dei campi.
Algeria che continua a
chiedere gli aiuti a nome della popolazione dei campi, si trova in
difficoltà abusando della generosità dei donatori con l’avanzo di un numero di
persone falso e di conseguenza il resoconto non torna mai e le deviazioni degli
aiuti umanitari la mettono in guai davanti al mondo un’altra volta. Le ultime
reazioni sono arrivate dall’Unione Europea: Con le gravissime rivelazioni del
rapporto dell'Ufficio Europeo Anti-Frode (OLAF), l'UE ha preso una serie di
misure per limitare le deviazioni massicce e sistematiche degli aiuti umanitari
destinati alle popolazioni nei campi algerini di Tindouf da parte dell’Algeria
e Polisario.
Ali Najab |
Per il pilota
capitano delle Forze Armate Reali Ali Najab
che ha vissuto 25 anni di prigionia nei campi di Tindouf in Algeria: “L'ONU è responsabile
per non aver imposto all'Algeria dal 1976 l'organizzazione di un censimento dei
cosiddetti profughi dei campi di Tindouf. Dato che queste popolazioni deportate
dall'Esercito algerino all'inizio del conflitto in Sahara, erano soltanto
alcune migliaia (circa 15.000) mentre il più grande numero della popolazione
sahrawi è rimasto in Sahara a Laayoune, Smara, Boujdour, Dakhla ed altrove. Le
persone che il Polisario esibisce nei campi di Tindouf non sono tutte originarie
di Sahara “occidentale”. Per gonfiare il numero, l'Algeria ed il Polisario
hanno iniettato nei campi degli Haratini riportati dalla Mauritania, degli
abitanti presi sulla popolazione di Tindouf stesso e di Bechar (città
algerine)”.
Infine, Algeria ha paura che il mondo
scopre la bugia del secolo di una sedicente “RASD” senza popolo, senza
territorio, senza riconoscimento valido e con una popolazione ignota, ma introdotta
all’Unione Africana proprio dall’Algeria e dal defunto Gheddafi.
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