I progressi realizzati dal Marocco in materia dei
diritti dell'uomo e della libertà d'espressione hanno fatto del Regno un
modello da seguire per molti paesi in Nord Africa ed in Medio Oriente, ha sottolineato
il presidente della Federazione Italiana dei Diritti dell’Uomo Antonio Stango che
faceva parte di una delegazione Italiana dei diritti dell'uomo, che ha visitata
recentemente il Marocco.
Stango, oltre a mettere in risalto i progressi concretizzati
nel settore della libertà d’espressione, grazie alla Costituzione del 2011 ed alle riforme
condotte in vari settori, ha salutato i progressi realizzati in materia dei
diritti dell'uomo nelle province del sud del Regno, precisando che questi progressi
sono stati conosciuti realmente da parte della delegazione durante la visita a
Laayoune e durante gli incontri con molti attori della società civile e chioukh
(capi) di tribù di Sahara.
Fra le riunioni tenute in questo quadro, ha
citato quella con i rappresentanti del Consiglio Regionale dei Diritti dell'Uomo
a Laayoune, di cui la delegazione è stata informata dei report elaborati in tutta
libertà ed indipendenza da questa istituzione, sui piani nazionali e regionali,
e delle diverse proposte presentate al governo, ai poteri pubblici ed al parlamento
per l’aggiornamento della legislazione relativa ai diritti dell'uomo. Si è rallegrato in questo ambito del fatto che questa
istituzione usufruisce di un'indipendenza totale, indirizzando liberamente le
sue critiche al governo ed ai vari organismi dello Stato.
Stango ha rilevato che la delegazione italiana,
che ha preso conoscenza dei programmi di sviluppo lanciati dal Marocco nelle
province del sud in vari settori, fra cui i progetti dell'Ufficio Chérifien dei
Fosfati (OCP), ha effettuato una visita al porto di Laayoune e ad un'impresa di
prodotti alieutici e di conservazione di pesce, che riflette il grande
progresso e lo sviluppo che conosce la regione di cui la popolazione locale ne
beneficia ampiamente.
La delegazione è stata informata di vari progetti
d'energia rinnovabile, ha proseguito, notando che questa regione dispone di
importanti prospettive socioeconomiche e che le autorità non risparmiano alcuno
sforzo per migliorare le condizioni di vita della popolazione.
Per quanto riguarda la situazione nei campi di
Tindouf in Algeria, il militante dei diritti dell'uomo ha fatto sapere che le
testimonianze raccolte dai Chioukh di tribù di Sahara confermano il
deterioramento delle condizioni di vita dei sequestrati.
D'altra parte, ha ricordato che una riunione è
stata tenuta con il presidente della Comunità ebraica a Casablanca durante la
quale “abbiamo evocato il patrimonio ebraico in Marocco”, che si rallegra per
il fatto che il Regno è un paese islamico dove coabitano armoniosamente i
musulmani, gli ebrei ed i cristiani, che costituiscono così un'eccezione rispetto
ad altri paesi.
La delegazione italiana, che si è resa in Marocco
dal 5 al 9 settembre, comprendeva anche il presidente dell'Istituto delle
Ricerche Economiche e Politiche Internazionale Domenico Letizia e l'avvocato
Margherita Cattolico specializzata in materia dei diritti umani.
Per approfondire: http://irepi.com/il-regno-del-marocco-conoscere-il-paese-con-una-missione-politica-ed-economica/
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