Il Consiglio della Sicurezza dell’ONU ha
adottato, martedì, all’unanimità, la risoluzione n. 2218 sul Sahara, in cui ha ribadito suo sostegno alla soluzione politica
reciprocamente accettabile del conflitto regionale sul Sahara marocchino, e ha
riaffermato la “preminenza” dell’Iniziativa Marocchina d’Autonomia nonché il
suo appello all’Algeria per la registrazione delle popolazioni nei campi di
Tindouf come richiedono le convenzioni sui rifugiati.
Il CS, evidenziando suo
apprezzamento agli sforzi seri e credibili del Marocco per avanzare verso una
soluzione politica, ha reiterato il suo appello a negoziati sulla base del
“realismo e dello spirito del compromesso”.
La risoluzione consacra la
dimensione regionale del conflitto, appellando i paesi vicini, particolarmente
Algeria di “cooperare con l’ONU” e di implicarsi intensamente per mettere fine
all’impasse attuale e di andare avanti verso una soluzione politica”.
Il Consiglio di Sicurezza,
tuttavia, riconosce “che la soluzione di questo conflitto di lunga data e il
rafforzamento della cooperazione tra gli Stati membri dell’Unione del Maghreb
Arabo contribuirebbero alla stabilità e alla sicurezza nella regione del
Sahel”.
Inoltre, sulla dimensione
umanitaria del conflitto, la risoluzione raccomanda Algeria, per il terzo anno
consecutivo, a “impiegare gli sforzi per facilitare il censimento e la
registrazione delle popolazioni dei campi di Tindouf (Sud Ovest dell’Algeria),
in conformità alle sue obbligazioni internazionali. Da ricordare che il Segretario generale dell'ONU, Ban Ki Moon aveva
fatto riferimento nel suo rapporto sul Sahara presentato all’inizio d’aprile al
Consiglio al rapporto dell'Ufficio di Lotta Anti-frode (OLAF) dell'Unione
Europea che ha denunciato la deviazione organizzata, da anni, in Algeria, degli
aiuti umanitari destinati ai Saharawi dei campi di Tindouf. Una delle ragioni
che ha reso queste deviazioni possibili è la “sopravvalutazione del numero dei
profughi e dunque degli aiuti forniti”, sottolinea OLAF che precisa che “né
l'Algeria né il fronte Polisario hanno accettato che un censimento delle
popolazioni dei campi sia organizzato”.
Infine, Il Consiglio conferma i
passi del Marocco per rafforzare il ruolo delle istituzioni nazionali dei
diritti dell’uomo in tutto il Marocco compresso in Sahara, perfezionati dalla
interazione costruttiva con le Procedure speciali dell’ONU; e riconosce e si
rallegra di misure e iniziative marocchine per rafforzare le commissioni del
Consiglio Nazionale dei Diritti dell’Uomo (CNDH) a Dakhla e Laayoune e l’interazione
in corso del Marocco con le Procedure speciali del Consiglio dei Diritti
dell’Uomo dell’ONU”.
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