giovedì 16 aprile 2015

RACMI ai parlamentari italiani: Fate pressioni sull'Algeria per effettuare censimento nei campi di Polisario e rispettare le convenzioni HCR

Il Governo italiano ha presentato al Parlamento, il 18 febbraio 2015, un progetto Decreto-legge sulle “Misure urgenti per il contrasto del terrorismo, anche di matrice internazionale, nonché proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle Organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione”.

Durante le discussioni nelle due Camere del Parlamento, sono state presentante cosiddette mozioni a favore del “popolo saharawi”, da certi eletti conosciuti per il loro partito e la loro tendenza a promuovere e difendere le tesi separatiste. Questi parlamentari ci hanno accostumati nell’approfittare di ogni genere d’opportunità per sviluppare posizioni che esprimono la loro animosità verso il Marocco e che portano pregiudizi alle relazioni italo - marocchine.

La nostra Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI) desidera ricordare che, in conformità alle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, la soluzione del conflitto del Sahara non possa essere che politica, definitiva, negoziata e consensuale. Ogni altri passi non possano che complicare e vedere anche ritardare la soluzione del conflitto, e per conseguenza prolungare le sofferenze delle popolazioni degli accampamenti a Tindouf.

Noi domandiamo, dunque, a tutte le buone volontà di attivarsi per pervenire a una soluzione giusta e duratura a questo conflitto, che garantisce, da una parte, la sovranità dello Stato marocchino e del suo diritto all’integrità territoriale, e da un’altra parte, l’autogestione delle popolazioni dei loro affari, inspirandosi dalle esperienze italiane, come nell’Alto Adige e nella Sicilia.

La nostra RACMI non è contro gli aiuti umanitari destinati ai campi dei rifugiati, soprattutto che la situazione negli accampamenti è segnata dall’assenza totale di risorse e di prospettive di sostanza, se non c’erano questi aiuti.

Tuttavia, noi teniamo di esprimere la nostra sorpresa riguardo l’estimazione fatta del numero dei rifugiati che sarebbe di 160.000, nel momento in cui le indagini effettuate da personalità e organismi operanti nel campo dell’assistenza umanitaria, confermano che il numero degli abitanti non supera 90.000.

Noi ci meravigliamo ugualmente che gli onorevoli parlamentari non hanno abbordato la questione delle deviazioni degli aiuti umanitari internazionali, particolarmente quelli forniti dall’Italia. In questo oggetto, noi chiediamo l’attuazione di meccanismi che permettono di controllare e di garantire l’arrivo degli aiuti alle popolazioni che sono in una estrema necessità, e di impedire la loro deviazione verso i mercati dell’Algeria, della Mauritania e del mali. Si tratta di un dovere, di un segno di fedeltà e di rispetto per i sacrifici consentiti dal contribuente italiano.

Noi ci interroghiamo sulle ragioni per le quali i parlamentari promotori di queste mozioni hanno ignorato il rapporto dell’Officio della Lotta Anti-Frode (OLAF), organismo europeo imparziale, che ha svelato con la contribuzione di una società italiana, la gravità delle deviazioni che durano da quaranta anni.

La nostra RACMI, che apprezza e rispetta la volontà degli onorevoli deputati di mantenere l’aiuto umanitario a favore dei nostri fratelli nei campi, insiste tassativamente di:

1- Attuare meccanismi che garantiscono l’arrivo degli aiuti ai loro beneficiari.

2- Fare pressione sull’Algeria e il Polisario affinché l’Alto Commissariato per i Rifugiati (HCR) possa effettuare il censimento nei campi dei rifugiati, condizione sine qua non per determinare i bisogni reali degli abitanti dei campi.

3- Fare pressione sull’Algeria per permettere ai rifugiati saharawi sul suo territorio di godere di tutti i diritti garantiti dalle Convenzioni internazionali relative ai rifugiati, alle quali Algeria ha aderito, in particolare il diritto di essere immatricolati presso il HCR, la libertà di circolazione e la possibilità d’accedere a un lavoro dignitoso.

Siena 13 aprile 2015

Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI)

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