Yassine Belkassem
Rabat – “I marocchini, ovunque
siano, individualmente e collettivamente, sono tutti in diritto di essere fieri
della loro appartenenza a questa Patria che è la nostra”, ha affermato SM il Re
Mohammed VI, sottolineando che il Regno ha raggiunto oggi un livello notevole
nella marcia verso il progresso.
In un discorso pronunciato, venerdì nel parlamento a Rabat,
in occasione dell'apertura della prima sessione del quarto anno legislativo
della 9ima legislatura, il Sovrano ha indicato che il Marocco ha raggiunto oggi
un livello notevole nella marcia verso il progresso, e che oramai, la visione è
chiara e le istituzioni sono forti delle loro competenze rispettive nella
cornice dello Stato di diritto. “È un motivo di fierezza per noi tutti” e
“come Marocchino, il sentimento che è per me più caro nella vita, è quello di
essere fiero della Mia marocchinità”, ha affermato SM il Re. Il Sovrano ha
chiamato i parlamentari ad esprimere la loro fierezza patriottica ed ad
illustrarla concretamente ogni giorno ed ad ogni istante, nel loro lavoro,
nelle loro relazioni, nei loro discorsi, nei loro case e nell'esercizio delle
loro responsabilità.
Il Sovrano ha, tuttavia, invitato chi non afferra il senso
dell'amore della Patria, e non rende grazie a Dio per ciò che il Marocco gli ha
dato a seguire ciò che si accade in un numero di paesi della regione ed a
tirarne degli insegnamenti, sottolineando che il Marocco segue imperturbabilmente
e con fiducia la sua marcia per raggiungere il plotone dei paesi emergenti. La
fierezza di appartenenza al Marocco, è un sentimento patriottico sincero che
ogni Marocchino dovrebbe provare, ha notato il Sovrano. Si tratta di una
sensazione nobile che sgorga del fondo del cuore e si nutrisce da una buona
iniziazione ai valori di patriottismo e alle virtù dell’etica e del morale, una
sensazione che s’ingrandisce con il cittadino, approfondisce la sua fede e
rafforza il suo attaccamento alla Patria. Ma questa fierezza non significa tuttavia
né chiusura, né condiscendenza al riguardo dell'altro,
perché i marocchini sono conosciuti per essere aperti e in interattività
positiva con i differenti popoli e civiltà. Il Sovrano ha fatto osservare,
inoltre, che il rafforzamento e la preservazione di questa sensazione esigono
molti sforzi e azioni sostenute, perché si tratta di assicurare le condizioni
di una vita degna a tutti i cittadini e permetterli il pieno esercizio dei diritti
inerenti alla cittadinanza. E che i politici sono i responsabili prima di tutti
della preservazione e del rafforzamento di questa fierezza e appartiene a loro di
consolidare la fiducia del cittadino nelle istituzioni amministrative e nelle
istituzioni elette sostenendo la loro credibilità e la loro efficacia, così che
il cittadino sente che sono infatti al suo servizio.
Quanto ai cittadini che sono, agli occhi del Sovrano, la fonte
e la finalità di questa fierezza, tocca a loro di fare la dimostrazione, implicandosi
in tutti i campi dell'azione nazionale, particolarmente votando nelle elezioni
destinate a scegliere le persone chiamate a gestire gli affari pubblici, perché
il voto è considerato allo stesso tempo diritto ed un dovere nazionale. SM il
Re ha posto l’accento che il Marocco gode considerazione, rispetto, fiducia e
credibilità, ai livelli regionali ed internazionali, e malgrado gli armeggi
degli invidiosi, resta attaccato al rispetto dell'esercizio dei diritti e delle
libertà.
Parallelamente, il Sovrano ha continuato, che la cittadinanza
induce, tra altri doveri, l'impegno di rispettare le istituzioni dello Stato di
cui la protezione è l'affare delle autorità governative e giudiziarie
competenti, delle istituzioni dei diritti dell'uomo e delle istanze di
regolazione e di gouvernance, ciascuna per ciò che la riguarda. “Non siamo
contro la libertà di espressione e la critica costruttiva, ma piuttosto contro
il nichilismo e il rinnegamento della Patria, perché il Marocco resterà sempre
il paese delle libertà che sono garantite dalla Costituzione”, ha assicurato SM
il Re concludendo che “Il Marocco ha bisogno di tutti i suoi figli, di tutte le
forze vive ed influenti, soprattutto le ONG della società civile di cui non
smettiamo di incoraggiare le iniziative serie, tenuto conto del loro ruolo
positivo in quanto contro-potere e forza di proposizione che contribuisce alla
critica costruttiva ed all'equilibrio dei poteri.”
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