martedì 27 dicembre 2011

Mali prende distanza dal gruppo separatista Polisario che utilizza il territorio maliano per rapimenti e traffico di droga e ipotesa la collusione dei Saharawi con Al Qaida nel Maghreb Islamico (AQMI)

Bamako, 27 dic. 2011 (AFP)Mali prende distanza dal gruppo separatista Polisario che utilizza il territorio maliano per rapimenti e traffico di droga e ipotesa la collusione dei Saharawi con Al Qaida nel Maghreb Islamico (AQMI).
Mali è “in colera” contro Polisario e vuole rimanere lontano da questo gruppo e il Marocco, ha spiegato una fonte vicina al governo maliano. Il Sahara detto occidentale è una ex colonia spagnola liberata del Marocco nel 1975.
Da due anni che “Mali non riconosce più la RASD”, fantasma repubblica saharawi, e sostiene il Piano dell’ONU.  
Un documento dei servizi di Sicurezza del Mali intitolato “Al Qaida nei campi del Polisario”, consultato dall’AFP indica che “Due giovani Saharawi sono implicati nel rapimento di due francesi a Hombori” al nord est del Mali nella fine di novembre 2011,
Lo stesso documento dimostra che il Mali ha la prova che elementi del Polisario sono implicati in un traffico regionale di droga.
Il rapimento dei francesi a Hombori è stato rivendicato dall’AQMI. Il documento evoca che i due Saharawi “implicati” in questo rapimento, vivono nei campi del Polisario a Tindouf in Algeria, e che sono messi a disposizione di Hakim Ould Mohamed M'Barek  alias Houdheifa, grande  figura del branco Polisario d’AQMI.
Per Oumar Diakité, responsabile di sicurezza maliano, “AQMI si installa da per tutto, in Algeria, in Mauritania e in Mali, ma ha anche ramificazioni nel Polisario dove intermediari sono stati reclutati”.
Ufficiali maliani hanno affermato recentemente che il rapimento di  tre europei il 23 ottobre nei campi di Tindouf, sud ovest dell’Algeria è avvenuto con la complicità della filiera saharawi d’AQMI. I tre rapiti sono due spagnoli e una italiana Rossella Urro.
“Entrata illegale”
Bamako ha recentemente “denunciato l’entrata illegale” nel suo territorio di uomini armati provenienti dal Polisario e per uccidere un uomo e rapire tanti altri, tutti accusati “a torto”, secondo lui, dal gruppo saharawi di aver partecipato al rapimento di tre europei.
È la seconda volta in meno di due anni che vengono in Mali per crimini simili: la prima volta c’era una storia tra trafficanti di droga (2010) in cui i saharawi erano implicati, fa sapere Amadou Diré, consigliere comunale a Tombouctou (nord del  Mali).
Il Polisario ha replicato di aver arrestato durante l’operazione in Mali una decina di persone comprese maliane implicate nel rapimento di Tindouf, ma prima lo stesso Polisario aveva attribuito il rapimento ad AQMI, affermando che i sequestratori sono venuti dal Mali.

Il rapimento è stato rivendicato da un gruppo presentato come dissidente d’AQMI, il “Movimento per l’unicità ed il jihad in Africa dell’Ouest”, che ha diffuso un video di tre ostaggi.
Secondo degli osservatori, il Polisario ha cercato con questa operazione in Mali di recuperare gli ostaggi ma soprattutto voleva dimostrare di non rimanere inattivo contro AQMI.
Un nuovo incidente è sopravenuto tra le due parti, la sera del 24 dicembre scorso, con l’espulsione di otto giovani militanti saharawi, dalla sicurezza maliana che volevano entrare in Mali dal Niger. “Non avevano carte in regola, ci sono delle leggi da rispettare in Mali, soltanto quando si viene per fare la propaganda dubbiosa” ha spiegato all’AFP un ufficiale della polizia maliana, Moussa Koly.

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