Rabat, 22/04/2017 - Le autorità marocchine hanno deplorato la situazione
drammatica degli immigrati siriani sul territorio algerino e le condizioni
difficili in cui si versano e denunciano i comportamenti inumani delle autorità
algerine nei confronti di quest'immigranti.
Un comunicato del ministero dell'Interno
segnala diffuso ieri sera che le autorità marocchine “deplorano la situazione drammatica
di quest'immigrati e le condizioni difficili che percorrono nell'altra parte
delle frontiere marocchine e denunciano i comportamenti inumani delle autorità
algerine nei confronti di quest'immigrati soprattutto che si tratta di donne e
di bambini in una situazione molto vulnerabile”.
Le autorità marocchine hanno registrato
recentemente il circolamento da parte delle autorità algerine di 55 cittadini
siriani sul territorio algerino, nella zona frontaliera maroco-algerina, vicino
alla città marocchina Figuig, aggiunge il ministero, precisando che questi
immigrati sono stati autorizzati dalle autorità algerine a raggiungere questa
zona in molti gruppi dalla notte del 17 aprile 2017.
Le autorità marocchine esprimono il
loro stupore per il fatto che le autorità algerine non hanno preso in
considerazione la situazione di quest'immigrati espellendoli per forza verso il
territorio marocchino, contrariamente alle regole del buon vicinato raccomandate
dal Regno del Marocco, sottolinea la stessa fonte, rilevando che l'arrivo di
quest'immigrati a questa zona frontaliera “nonostante le difficoltà legate alla
difficile geografia e le costrizioni delle condizioni meteorologiche non
sarebbe stato possibile senza l'assistenza ed il sostegno delle autorità
algerine”.
“Non è la prima volta che le autorità algerine
procedono all'espulsione di immigrati verso il territorio marocchino,
comportamenti simili sono stati registrati in passato”, conclude il ministero.
Da
ricordare che la recente espulsione avviene dopo l’operazione “La caccia all’uomo nero immigrato in Algeria” iniziata il primo dicembre 2016 in particolare contro i
migranti africani nei quartieri di Algeri, deportati in un campo a Tamanrasset
1900 km a sud poi espulsi. Si trattava di ben 1400 i migranti subsahariani
provenienti in maggioranza da Nigeria, Niger, Liberia, Camerun, Mali e Guinea. Le retate contro gli africani non avevano risparmiato
le persone malate, gli anziani, le donne incinte, i bambini, gli immigrati
regolarmente residenti, i richiedenti d’asilo e profughi.