giovedì 22 settembre 2016

Marocchini d’Italia indignati e scrivono al governo italiano sulla discriminazione e lo sfruttamento politico dei bambini saharawi in Italia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’interrogazione pubblica indirizzata dai marocchini d’Italia al Governo italiano:
“In relazione alla discriminazione subita; all'inganno che ha caratterizzato alcune cittadine Italiane, vittime della tesi quanto della propaganda separatista; dinanzi ad una drammatica strumentalizzazione, sistematicamente esercitata sul territorio Italiano sui bambini e bambine provenienti da Tindouf.
Noi firmatari decidiamo di presentare la seguente interrogazione pubblica indirizzata. Al Ministro degli Interni. Al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Al Ministro del Lavoro e per conoscenza a: dott.ssa Silvia Prodi, Consigliera Regionale E.R. Regione Emilia Romagna, assemblea Legislativa dell’E.R. Al Presidente della Terza commissione alla Camera dei Deputati, ai Deputati: Incerti Antonella, Romanini Giuseppe, Gandolfi Paolo, Maestri Patrizia e Baruffi Davide, all'Associazione “Jaimasaharawi”. Alla Comunità Marocchina e ai Mass media.
Premesso che –
1-           Il 10 settembre sono state espulse dal territorio marocchino la Consigliera Silvia Prodi dell'Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, insieme a Caterina Lusuardi, Presidente dell'Associazione pro separatismo “Jaima Sahrawi” e Fabiana Bruschi;
Lo scopo della visita in Marocco era ambigua, esplicitato in prima istanza come viaggio di turismo e solo successivamente motivato come occasione di monitoraggio della condizione della protezione e salvaguardia dei diritti umani del Sahara Marocchino.
Oltre alla poca chiarezza del ruolo che hanno dichiarato di assumere, si aggiunge l'inaccettabile definizione della Provincia marocchina del Sud come "Territorio occupato” dal nostro Stato, il Regno del Marocco.
In un documento ufficiale, sempre a proposito delle svariate motivazioni della visita locale, dichiarano che lo scopo fosse “incontrare alcune persone del “popolo saharawi”, quando sono riconosciuti i rapporti cordiali ed il sostegno palesato che l’Associazione e la Regione Emilia Romagna all’Algeria ed ai campi di Tindouf in Algeria senza mai prima visitare il Marocco.
Le tre persone pretendono di definirsi “paladine dei diritti umani”, ma nella realtà, sono vittime di una grande impresa propagandistica di una causa sterile contro il Marocco amico dell’Italia da oltre 100 anni.
Ci permettiamo di chiedere
a)    Perché la visita non è stata comunicata ufficialmente alle autorità marocchine secondo le indicazioni internazionali in un quadro di visita ufficiale se tale ha la presunzione di essere?
b)    La registrazione delle tre persone al sito della Farnesina (Viaggiare Sicuri indovinato) e la visita dell’ambasciatore e il console italiani per vederli all’aeroporto erano pianificate per lo scopo mediatico, politico e diplomatico per fini della stessa propaganda?
c)    Quale accusa si può rivolgere ad un Paese se le sue autorità considerino un certo straniero “persona non gradita” in momento in cui i Paesi Europei si sono attrezzati sulla questione della garanzia della sicurezza nei loro Paesi anche con Eserciti Armati?
2-           I Campi di Tindouf in Algeria non sono regolamentati dal diritto internazionale e da 40 anni l’Algeria rifiuta sistematicamente l’intervento dell’Alto Commissariato dell’ONU per i Rifugiati (ACNUR) per effettuare il censimento della popolazione, unica istituzione in grado di conferire lo statuto di rifugiato.
Tali luoghi insicuri sono conosciuti da tutto il mondo come luogo di traffico per eccellenza e dirottamento organizzata degli aiuti umanitari generosamente concessi dalla Comunità Internazionale in cui vi è una sistematica violazione dei diritti fondamentali dell'uomo perpetrata dai miliziani del Fronte Polisario dei diritti umani in cui i principi di base di democrazia, libertà e legalità sono negati.
3-      Diminuzione del sostegno al separatismo:
Dopo la caduta del Blocco dell’Est e negli ultimi anni, particolarmente dopo la denuncia dell’Office della Lotta Anti-Frode dell’UE (OLAF) della deviazione degli aiuti umanitari dall’Algeria e dal Polisario, è fortemente diminuito anche in Italia il sostegno alla propaganda separatista, grazie anche alle numerose risoluzioni delle Nazioni Unite volte ad arrivare ad una soluzione giusta e pacifica come mostra essere in modo credibile e autorevole la proposta marocchina di una vasta autonomia locale del Sahara. Oggi, di fatto, grazie alla nuova Costituzione marocchina del 2011 l’ottima soluzione si manifesta nel grande e credibile progetto della Regionalizzazione Avanzata, proprio con la stessa modalità con cui l’Italia aveva risolto le questioni del separatismo in Trentino-Alto Adige, Sicilia e Padania;
4-      La strumentalizzazione politica dei bambini in Italia continua ancora
Durante l’estate, periodo in cui un centinaio di bambini provenienti dai campi di Tindouf dell’Algeria con passaporto dello stesso Paese sono stati vittime di sfruttamento politico e di immagine in Italia, strumento utilizzato dai separatisti del Polisario e da alcuni eletti italiani scivolati nel sostegno all'impresa della propaganda in Toscana e nell’Emilia-Romagna, a titolo di esempio, come avevano esibito ultimamente il Sindaco di Pisa e la Presidente dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna;
5-      La Presidente del Parlamento dell'Emilia-Romagna discrimina i marocchini.
Sono in corso inaccettabili atti di chiusura, esclusione e discriminazione da parte della Presidente del Parlamento dell'Emilia-Romagna, Simonetta Saliera, nei confronti dei marocchini, infatti, ancora in attesa di un incontro informativo e conoscitivo richiesto da oltre un anno e mezzo;
Addirittura, dopo ben 366 giorni lunghi dalla richiesta abbiamo ricevuto una conferma per l’incontro ma la Presidente l’ha revocato a soli 20 ore dall’orario fissato;
6-      Appello sincero a Jaimasaharawi.
Chiediamo se la Jaimasaharawi abbia le carte in regola per esercitare il ruolo di “monitoraggio” su un paese straniero, sovrano ed indipendente, come il Marocco? Se tutto ok, invece di utilizzare la clandestinità ed i sotterfugi come modalità, invitiamo l’associazione a visitare alla luce del sole le città marocchine di Dakhla e Laayoune insieme con una nostra delegazione, per turismo nel deserto e sulle spiagge dell’Oceano, ma anche per incontrare gli imprenditori siano essi marocchini, italiani e spagnoli, i politici eletti democraticamente dal popolo, i sindacati, le associazioni culturali, sociali e sportive ed i luoghi di informazione locali.
A seguito, in nome di un'onestà intellettuale doverosa da parte di membri di associazioni chiediamo di raccontare solo la realtà vista e vissuta nella visita, sperimentata e profondamente conosciuta.
Un’altra richiesta a Jaimasaharawi è quella di attivarsi presso l'Algeria per autorizzare ACNUR a entrare nei campi e concedere lo status di rifugiati alla popolazione e i relativi diritti;
7-      Il racconto di un'italiana trascurato, perché?
Vi sottoponiamo questo racconto di una attivista italiana Manola Mambrini Presidente dell’Associazione “Gdeim Izik” di Piombino che ha visitato l'Algeria il 18 gennaio 2016: “Negli aeroporti (di Algeria) un clima diverso. Attenzione massima. Tant’è che sono stata sottoposta a controlli che non mi erano mai capitati. Ad Algeri, durante il cambio dell’aereo per Roma sono stata fermata e portata al posto di polizia. Volevano avere spiegazioni su quello che trasportavo nel bagaglio in stiva... Le donne della scuola nei campi profughi (di Tindouf) mi avevano dato delle medaglie artigianali d’argilla destinate a dei volontari emiliani... niente di metallico. 20 kg di materiale che ho dovuto spiegare un po’ in francese e un po’ in arabo, ma avevo la bolla d’accompagnamento. Ho pure dichiarato che, se necessario, le avrei lasciate”. Evidente che la situazione è difficile. “Ai campi (di Tindouf) sembrava una cosa buffa, scorta armata fino a dove vai a dormire, poi, per 15 giorni, massima libertà di girare tra le tendopoli di Tindouf senza scorta ma solo con la macchina del protocollo (miliziani armati). Prima ci si muoveva con ogni tipo di mezzo. Ora controlli e presidi militari. Controlli pure all’arrivo a Roma”;
Ecco, è un racconto che gli interroganti dovrebbero già prendere in considerazione in passato per assumere una posizione contro l'Algeria. Perché non è stato fatto niente? Non basta, ovviamente, sconsigliare il viaggio da parte di “Viaggiare sicuri” della Farnesina.
Sulla scorta di quanto sopra presentato, chiediamo ai Ministri degli Interni, degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Lavoro:
a.    Se siano a conoscenza del confuso episodio creato dalla consigliera regionale dell’Emilia-Romagna Silvia Prodi e dalle rappresentanti dell’associazione “JaimaSahrawi” in visita in Marocco;
b.    Se non ritengano necessario assumere una forte presa di posizione politica e diplomatica di rispetto dei diritti dei minori saharawi non accompagnati e di tutelarli da ogni strumentalizzazione politica in Italia;
c.    Se e Come intendano procedere sulla questione della discriminazione della Presidente Saliera contro la nostra comunità?
d.    Se non ritengano necessario salvaguardare l’immagine della Repubblica Italiana dalla propaganda separatista e dalla strumentalizzazione di un conflitto regionale artificiale costruito a tavolino attorno all’integrità territoriale marocchina durante la guerra fredda e a causa dell’egemonia del defunto Colonnello Gheddafi e dell’Algeria;
e.    Se il Ministero del Lavoro e della Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione (DGIPI) ed il Comitato Nazionale dei Minori non ritengano necessario prendere provvedimenti e sanzioni contro l’abuso che viola palesemente la modalità di soggiorno dei minori accolti e l’affidabilità dei contenuti di programmi solidaristici umanitari di accoglienza temporanea previsti dalla DGIPI;
f.     Se non ritengano necessario assumere una forte presa di posizione politica e diplomatica, in accordo con i partner europei e con le istituzioni comunitarie, volta a favorire l'effettivo riconoscimento del diritto alla circolazione, al censimento e la registrazione presso HCR della popolazione dei campi di Tindouf come raccomanda il Consiglio di Sicurezza dell’ONU da anni;

Siena, 22/09/2016

I PRIMI FIRMATARI

1.    Yassine Belkassem – Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia – RACMI, Italia.
2.    Joud Mahjoub, Segretario Organizzazione Italo - marocchina Amicizia e Cooperazione di Reggio Emilia e Provincia - OIMAC/RE.
3.    Bensadiq Abdellah, Associazione marocchina nell’Emilia Romagna.
4.    Fikri Hamid, UAM Liguria, Genova.
5.    khallouk Fatima - Forum Italo Marocchino per le Relazioni Bilaterali, Torino.
6.    Diop M’baye, Federazione Africana in Toscana - FAT, Firenze.
7.    Samira El Midaoui, intellettuale, Italia.
8.    EL Matouat Yahya, intellettuale, Milano.
9.    Nadif Mustapha - Associazione – AVS Maniago Volontari Solidali Maniaghese, Pordenone.
10. Said Ben Cheikh – Associazione culturale Marocco – Italia, Piacenza e Provincia.
11. Hammada Said - Associazione Al Yamama, Torino.
12. Berriria Abdellah, Associazione Assalam, Piombino.
13. Rouissam Fatiha, Associazione Mondo Insieme dei Mediatori Culturali. Treviso.
14. Said Meghrass, cittadino marocchino, Brescia.
15. Douiri Charaf, cittadino marocchino, Val d’Aosta.
16. Batal Hassan, interprete, Roma.
17. Idrissi Abderrazzak, cittadino marocchino, Bologna.
18. Abjilini Abdelghafour Associazione Culturale Regionale Alwidadya Umbria.
19. Sellak M’hamed Associazione Oued Eddahab, Siena.
20. Daasane Abdelkader Associazione Futuro, Bergamo.
21. Bouhadi Abdeslam, Associazione Libertà, Brescia.
22. Mohamed Mouharrir - Associazione Amicizia Sardegna - Marocco.
23. Rabia Amadid, politica italiana, Sassuolo.
24. Balboula Abdelilah, Attivista marocchino, Arezzo.
25. Hajraoui Mustapha, Associazione culturale, Torino.
26. Nour Eddine fatty, Artista, Association Assafa, Roma.
27. Abderrahim Naghim, cittadino marocchino, Cuneo.
28. Zouhair El Youbi,Federazione Islamica della Lombardia.
29. Basraoui Abdelmoula, cittadino marocchino, Reggio Emilia.”


Nessun commento:

Posta un commento