DIRITTI DELL’UOMO/ONU: IL RIFIUTO ALGERINO DEL CENSIMENTO NEI CAMPI DI TINDOUF CREA SITUAZIONI ALLARMANTI
campi di Tindouf |
Ginevra
Il rifiuto
sistematico dell’Algeria e dell’organizzazione separatista “Polisario” di
autorizzare il registro e il censimento della popolazione dei campi di Tindouf
in sud ovest dell’Algeria denunciato e suscitato un caldissimo dibattito questa
settimana a Ginevra.
Questo
rifiuto crea una situazione insolita nel mondo, anomala ed illegale, hanno
sostenuto i rappresentanti di tante ONG internazionali durante i dibattiti
della sessione 21 del Consiglio dei Diritti dell’Uomo dell’ONU (CDU).
Tra gli
altri, i rappresentanti dell’Internazionale Democratica di Centro (IDC),
dell’Organizzazione per la Comunicazione in Africa e della Promozione della
Cooperazione Economica internazionale (OCAPROCE), e l’Agenzia Internazionale
per lo Sviluppo (AIDE) hanno interpellato il CDU su questo oggetto.
Da questo
statu quo ne profittano solo i dirigenti del “Polisario” e contribuisce al loro
arricchimento grazie alla deviazione degli aiuti umanitari rivenduti nei
mercati neri dei paesi vicini.
La
situazione della popolazione di questi campi militarizzati ed armati
costituisce, secondo il rappresentante dell’ OCAPROCE, una fonte di grande
preoccupazione, dato che questi campi sono divenuti il bastione di diniego dei
diritti, scappando dalla mano da tutto controllo.
Le ONG
hanno attirato l’attenzione del CDU sulle violazioni dei diritti dell’Uomo
subite da questa popolazione, chiedendo di attivarsi affinché le agenzie
umanitarie possano esercitare liberamente il loro mandato nei campi di Tindouf.
L’urgenza
del censimento metterà, non solo, la fine alle deviazioni dell’assistenza
umanitaria, ma permetterà, particolarmente, di avere una migliore visibilità
sulle persone che abitano in questi campi.
Il
controllo di questi aiuti è reso impossibile dall’Algeria e dal “Polisario” che
rifiuta all’ACRNUR di poter censire e registrare questa popolazione, malgrado le
numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Il degrado
delle condizioni di vita nei campi, incita numerosi saharawi disperati ad
abbracciare ogni tipo di criminalità organizzata sia nei traffici di ogni
genere (umani, armi, droga), sia nel terrorismo, come è stato attestato da
numerosi rapporti internazionali.
03/10/12
Yassine Belkassem
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