La Marcia Verde è un simbolo assoluto della simbiosi che unisce il Trono e il popolo
marocchino
Il Regno del Marocco ha celebrato il 06 novembre 2019 il 44esimo
anniversario della Marcia Verde, organizzata in risposta all'appello del
defunto Re Hassan II nel 06 novembre 1975, in cui 350.000 volontari pacifici si
sono mobilitati sul livello nazionale per raggiungere il territorio marocchino
detto impropriamente “Sahara spagnolo o Sahara Occidentale” occupato dalla
Spagna. La storica Marcia Verde, salutata da tutto il mondo, rimarrà per sempre
nella memoria collettiva dei marocchini come evento storico di lotta per
l’indipendenza e il completamento dell’integrità territoriale. L’evento rispecchia
la forte coesione tra il Trono Alauita e il popolo marocchino, nonché la loro
unanimità intorno alle costanti e ai valori sacri della nazione.
Da segnalare che in via pacifica e di dialogo la Spagna, firmando
l’Accordo di Madrid con il Marocco, ha deciso di ritirarsi subito dai territori
meridionali marocchini.
Sviluppo continuo in Sahara …
Oggi, il territorio lasciato dall’occupazione spagnola con zero
investimento, ha raggiunto un gigantesco sviluppo economico e sociale, infatti,
sono in corso con determinazione su tutti livelli, le azioni principalmente prioritarie
di sviluppare ancora questa regione. Secondo il Ministero dell’Economia e della
Finanza, il programma di sviluppo delle province meridionali iniziato negli
ultimi due anni con 87 progetti completati con un costo complessivo di oltre 7
miliardi di DH. Gli investimenti statali passeranno da 77 a 81 miliardi di Dh
entro 2020. Alla fine del 2018 il loro tasso di esecuzione è stato superiore al
70 per cento.
In questi anni il Sahara ha conosciuto uno sviluppo grandioso su
tutti gli aspetti: sviluppo delle città grazie alla raggruppamento della
popolazione, la costruzione di un’infrastruttura di base moderna e la
realizzazione di progetti economicamente produttivi per la popolazione locale. Le
aziende internazionali e le multinazionali si fidano del potenziale economico
delle province meridionali. Non è per caso, per esempio, l’apertura di un nuova
ristorante Mc Donald's di Laayoune nel 2017, mentre il nuovo porto atlantico di
Dakhla, di un budget di 96 milioni di dollari, creerà 183.000 posti di lavoro
entro 2030 e costituirà un punto di svolta per gli scambi con l’Africa e
l’America latina. Oggi le province del sud, servite da diverse compagnie aeree
internazionali, sono diventate una meta turistica famosa, attraendo grandi
conferenze e manifestazioni a portata regionale e internazionale come il Forum
Crans Montana.
Sahara trait d’union tra Marocco e Africa sub-sahariana
“Il Sahara marocchino è la porta del Marocco verso l’Africa
sub-sahariana”, e costituisce un vero e proprio trait d’union tra Marocco e il
resto dell’Africa dal punto di vista geografico, umano ed economico, ha
affermato mercoledì il Re Mohammed VI in occasione della festa di Marcia Verde.
Il Marocco occupa tuttavia un posto di primo piano in Africa, in campo
economico, politico, culturale e religioso, ha aggiunto il Re Mohammed VI,
esprimendo la sua determinazione a erigere il Regno come attore chiave della
costruzione dell'Africa di domani. Ciò attraverso il costante rafforzamento
delle relazioni umane, economiche e politiche che uniscono Marocco ai paesi
africani.
Il Gran Magreb soffre dello statu-quo
A livello del Maghreb, il Sovrano ha riaffermato l’impegno del
Marocco a instaurare relazioni sane e solide con gli altri Stati magrebini. “Alla
luce delle opportunità e della posta in gioco che essa comporta, la situazione
attuale nella regione e nel Mediterraneo sollecita la nostra attenzione e ci
induce ad intraprendere un’azione costruttiva”. Il Re Mohammed VI spiega che
“la gioventù magrebina esige da noi la creazione di uno spazio aperto, propizio
all’interazione e allo scambio”, mentre il settore degli affari esige che le siano
garantite condizioni favorevoli al suo sviluppo. “Allo stesso modo, i nostri
partner, in particolare europei, hanno bisogno di un socio efficace”, “i nostri
fratelli d’Africa subsahariana attendono che i nostri paesi contribuiscano a
realizzare i programmi e ad affrontare le grandi sfide del continente” e,
infine, “i nostri fratelli arabi desiderano che il Gran Magreb si associ alla
costruzione di un nuovo ordine arabo”, ha sottolineato il Sovrano.
“Le speranze e le
aspettative sono enormi; le sfide sono numerose e complesse. Tuttavia, si può
deplorare che alcuni non ne misurino l’importanza”, ha proseguito il Re per il
quale “il nostro nemico comune risiede nell’immobilismo e nel basso livello di
sviluppo che ancora conoscono i nostri cinque popoli”. I paesi maghrebini sono
Marocco, Mauritania, Tunisia, Libia ed Algeria.
l’Iniziativa di autonomia del Sahara è la concreta soluzione ricercata
dall’ONU
Al livello dell’ONU, il Sovrano ha insistito sull'impegno del Regno
a difendere la sua integrità territoriale e la sua piena adesione al processo
dell'ONU per la risoluzione di questa disputa regionale, ricordando le basi che
hanno sempre guidato l'azione del Marocco.
Il Sovrano ha sottolineato che lo slancio del 1975 continua ancora
oggi, concretizzato dal suo impegno a portare a termine lo sviluppo di tutte le
regioni del Regno, comprese quelle del sud.
E sulla questione dell’integrità territoriale del paese e della sua
piena sovranità sui suoi territori, Mohammed VI ha ricordato i principi
fondamentali che animano il Marocco. Sulla Marocchinità del Sahara, il Marocco
ha sempre mostrato una posizione chiara, ispirata da una fede incrollabile
nella giustezza della sua causa e nella legittimità dei suoi diritti. Poi ha
evidenziato che, in linea con il processo politico dell'ONU e con le
risoluzioni del Consiglio di sicurezza, il Marocco continuerà a lavorare con
sincerità e buona fede per giungere a una soluzione politica, realistica,
pragmatica e consensuale.
Il Re ha inoltre messo in risalto che l’iniziativa di autonomia
proposta dal Regno e ampiamente accolta dalla comunità internazionale resta
l’unica base di negoziazione. Seria, credibile, equa nei suoi orientamenti,
l’Iniziativa di autonomia costituisce la traduzione concreta della soluzione
ricercata. Infatti, è l’unica via possibile per giungere a una soluzione del
conflitto, nel pieno rispetto dell’unità nazionale e dell’integrità
territoriale del Regno. Questa prospettiva si è rafforzata dal fatto che un
numero sempre crescente di paesi (oltre 163 ad oggi) non riconosce l’entità
fittizia della “RASD” basata in Algeria. “L’Iniziativa di autonomia è sostenuta
anche dai partenariati e dagli accordi che legano le grandi potenze e un certo
numero di paesi fratelli e amici al nostro paese e che coprono tutte le sue
regioni, comprese le province del Sud”, ha sottolineato il Re.