
In questo senso, il Sovrano ha indicato che
“l'obiettivo che deve essere ricercato da tutte le istituzioni, è di essere al
servizio del cittadino. Se non riempissero questa missione, queste istituzioni
sarebbero inutili e non avrebbero neppure ragione d'essere”, sottolineando
tuttavia che le amministrazioni ed i servizi pubblici sono accusati di molte
carenze relative alla debole performance ed alla qualità delle prestazioni che
forniscono ai cittadini.
Il sovrano tuttavia si è rammaricato che alcuni
sfruttano il mandato che è delegato a loro dal cittadino, per gestire gli
affari pubblici, e ne approfittano per regolare i loro affari personali o dei
partiti, anziché servire l'interesse generale, motivati in ciò da calcoli
elettoralistici.
“Così facendo, fingono di ignorare che il più
importante in uno scrutinio, è il cittadino stesso e non il candidato o il
partito, e disconoscono i valori dell'azione politica nobile. Se non vogliono
fare il loro lavoro, e se regolare gli affari dei cittadini, a livello locale o
regionale o anche nazionale, non li interessa, allora perché si dirigono verso
l'azione politica?” si è interrogato, affermando che “il vero impegno dei
partiti e della politica ordina di mettere il cittadino sopra qualsiasi considerazione”.
Quest'impegno esige ugualmente di tenere le promesse che sono fatte al
cittadino, di dedicarsi al suo servizio e di issare questo dovere sopra gli
interessi dei partiti e personali, ha continuato il Sovrano.
Ed il sovrano di sottolineare che “molte cose si
dicono sui cittadini che vanno incontrare il loro Re, sollecitando la sua
assistenza di regolare molteplici problemi o superare difficoltà”, facendo
osservare che se alcuni non capiscono che i cittadini si rivolgono al loro Re
per regolare problemi e questioni semplici, è che c'è errore da qualche parte.
“Sono ovviamente fiero di trattare direttamente
con Mio popolo e regolare i suoi problemi semplici. Continuerò a farlo, sempre
al loro servizio”, ha detto il Re, interrogandosi che “i cittadini mi
chiederebbero di intervenire se l'amministrazione facesse il suo dovere?”. Le
difficoltà che incontra il cittadino nella sua relazione con l'amministrazione
sono tuttavia numerose quanto variate, cominciando con l'accoglienza e passando
per la comunicazione, fino al trattamento dei dossier e dei documenti, ha
sottolineato il sovrano, segnalando che queste difficoltà si collegano ormai
nello spirito del cittadino “ad un vero percorso di combattente”.
Nello stesso discorso il Re Mohammed VI ha
ribadito il suo attaccamento al multipartitismo per il quale hanno militato le
generazioni precedenti, ai sensi dell’incarico che spetta al Sovrano vegliare
alla protezione della scelta democratica.
Congratulandosi con i membri della Camera dei
Rappresentanti, per la fiducia avuta dai cittadini, in vista di rappresentarli
nell'ambito dell'istituzione legislativa, il Re ha notato che l'apertura
dell'anno legislativo non è una semplice occasione costituzionale, per
rivolgersi ai membri del Parlamento ma piuttosto una tribuna per rivolgersi,
allo stesso tempo, al governo, ai partiti, alle varie organizzazioni ed
istituzioni ed ai cittadini. Non è soltanto un'occasione di presentare
orientamenti, a volte indirizzare critiche, sull'azione rappresentativa e
legislativa. Si tratta piuttosto di una tribuna attraverso la quale mi metto
all'ascolto della voce del cittadino, che voi rappresentate, ha detto.
Mettendo presente che l’ultima legislatura dopo
la promulgazione della costituzione del 2011 era “una legislatura fondatrice,
segnata dall'adozione delle leggi relative alla predisposizione delle
istituzioni”, e che “il periodo che abbordiamo è altrimenti più importante che
la precedente. Induce la necessità di dedicarsi seriamente, alle questioni e le
preoccupazioni reali dei cittadini, di promuovere l'azione di servizio pubblico
dell'Amministrazione e di migliorare la qualità delle sue prestazioni.
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