16 gennaio – Il Governo della
Repubblica di Mauritius ha deciso, tramite un comunicato pubblicato sul sito
della Presidenza del governo, di ritirare il suo riconoscimento alla pseudo “RASD”
nel quadro della revisione della sua posizione su certe questioni
internazionali.
Il governo di Mauritius ha
espresso nello stesso comunicato “la sua determinazione di continuare a
sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite per trovare una soluzione giusta, equa
e accettabile da tutte le parti in conflitto attorno al Sahara”.
Mauritius si aggiunge ad una lunga lista lunga di Stati che non
riconoscono più la cosiddetta Rasd, (repubblica araba saharawi democratica) che
esiste nella realtà solo nell’immaginario dei nemici dell’integrità
territoriale marocchina e di coloro che tentano di bloccare le aspirazioni
della popolazione del tutto il Marghreb nell’integrazione come necessità
strategica. Tale situazione blocca, inoltre, tutti gli sforzi della Comunità
internazionale per la sicurezza regionale.
Nell’arco di due mesi, dopo
Panama e il Paraguay ecco Mauritius evidenzia senza mezze parole che non è
possibile continuare a riconoscere una entità che non esiste proprio. Sono
diversi i paesi che hanno chiuso o congelato le relazioni con i separatisti e
ci saranno altri paesi che romperanno i loro rapporti con loro.
La nuova posizione di
Mauritius è in sintonia con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu,
il quale dal 2007 appoggia il Piano marocchino di larga autonomia del Sahara
nell’unità e la sovranità del Marocco. Il conflitto artificiale del Sahara
marocchino è stato creato nel periodo della guerra fredda dall’Algeria per
motivi di interessi.
L’organizzazione separatista
del “Polisario” sostenuta, finanziata ed armata in passato da Gheddafi e
dall’Algeria per destabilizzare il Marocco, ha la propria sede nei campi di
Tindouf in Algeria, area presso la quale sono sconsigliati i viaggi dalle varie
autorità del mondo, compresa la Farnesina, per la mancanza di sicurezza; tant’è
che nel 2011 è stata rapita proprio presso uno dei campi la cooperante del CISP
Rossella Urru, liberata dopo nove mesi grazie al pagamento di un riscatto.
Il Giappone ha
fatto sapere lo scorso ottobre il proprio sospetto che il “Polisario” sia in
qualche modo legato ad al-Qaeda, come pure diversi media e centri di
studi internazionali vedono la vicinanza di alcuni elementi del “polisario” ai
terroristi attivi nel Sahel e in Algeria.
Yassine
Belkassem
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