di Yassine Belkassem
Mustapha
Salma Ould Sidi Mouloud ex ispettore generale della polizia polisariana,
allontanato dai campi verso Mauritania perché è favorevole al Piano marocchino
di autonomia del Sahara fa il punto sull’allarmante situazione drammatica che
vivono gli esseri umani nei campi di Tindouf in Algeria, caratterizzata da
gravi violazioni dei diritti umani perpetrate da oltre 37 anni: detenzioni
arbitrarie, tortura, sequestri, sparizioni, schiavitù, negazione dei diritti
più fondamentali di espressione, circolazione, censimento, lo sfruttamento
algerino alla popolazione dei campi e la passeggiata selettiva in Algeria e
Mauritania di Christopher Ross Inviato personale del Segretario generale
dell’ONU per il Sahara, scrivendo che:
“Dopo
una lunga attesa, il signor Christopher Ross, l’inviato personale del
Segretario generale delle nazioni Unite per il Sahara, è passato dai campi
saharawi nella zona di Tindouf algerina, nei quali si è detto che ha girato per
vedere le realizzazioni del Fronte Polisario sul terreno.
La
sua anormale accoglienza era nel campo “Aousred” e non nel campo “Smara”,
come era previsto, per non vedere le proteste in corso in questo ultimo campo. Ross
ha terminato la sua visita senza incontrare i rappresentati dei manifestanti
concentranti in sit-in all’oltranza davanti agli uffici del Commissariato per i
Rifugiati incaricato dello scambio delle visite e la costruzione della fiducia.
Dopo,
Ross è passato da Nouakchott capitale della Mauritania dove ho la residenza e
dove sto soffrendo da più di tre anni dalla separazione familiare, il divieto
di viaggio e l’attività politica.
Siccome
aspettavo una sua risposta della sua promessa a me data nella sua precedente
visita (ottobre 2013) che provvederà con le parti interessate una
regolarizzazione volta al raggruppamento della nostra famiglia. Per procurare i
fattori della realizzazione di questa promessa ho sospeso la mia protesta
davanti all’ufficio dell’ACNUR a Nouakchott e ho smesso la mia attività
mediatica, al punto che non potevo nemmeno pubblicare un comunicato di sdegno
(quello il minimo della credenza) quando il piombo di miliziani del ministero
del Polisario e le forze dell’Esercito algerino, colpiva la vita dei nostri
figli a Sabti e Nouqtat 75 nei territori algerini che racchiude i campi
saharawi, e vietano i loro familiari e loro amici di montare le loro tende e di
protestare davanti alle sedi dell’ACNUR, malgrado le proteste del Polisario e
della diplomazia algerina che hanno coinvolto le organizzazioni internazionali
sullo smantellamento del campo “Gdeim Izik” e il caso del decesso di “Said
Denbar” con un colpo di fuoco.
Se il
mondo è preoccupato oggi del caso dell’embargo del campo “Al yarmok” che
raggruppa rifugiati palestinesi in Siria, il caso dell’embargo dei campi di
profughi saharawi sul territorio algerino non è per l’appunto diverso per
niente. Non ha bisogno di prova ma ha bisogno in modo urgente che il mondo e in
particolare la mass media e le organizzazioni internazionali dei diritti
dell’uomo di andare a vedere le procedure della sicurezza eccesiva che le
autorità algerine e il Polisario hanno iniziato nel cuore della primavera araba
per proibire ogni eventuale protesta, con la pretesa di la sicurezza dei campi
dopo il rapimento di cooperanti stranieri (ottobre 2011) in circostanze non
chiare sulle quali l’Algeria e Polisario
non si sono affermati ancora. Procedure
cominciate con la costruzione dei muri di sabbia attorno ai campi, e dietro
questi muri accerchiate da basi militari algerine in tutte direzioni, poi sono
stati incaricati i miliziani del Polisario per assediare i quattro campi, oltre
alle forze della gendarmeria, la polizia all’interno di ogni campo.
Ross
è passato nelle sue tre prime stazioni: Algeria, campi di Tindouf e Mauritania,
rifiutando di ascoltare ogni voce fuori del rango del Poliasrio e Algeria.
Il
paradosso che è stato detto che Ross abbia incontrato la delegazione saharawi
negoziante composta da persone non hanno alcuna relazione con il conflitto,
queste persone ci sono esodi dal nord di Mauritania, dalla zona di Tindouf
algerina e altre non sono nemmeno provenienti di tribù saharawi.
Con
il suo passaggio, la speranza dei figli di Saguia Alhamra e Oued Eddahab è
stata vaporizzata quelli che si sono trasferiti ai territori algerini nella
metà degli anni settanta, nel trovare chi ascolta le loro sofferenze oppure chi
li fanno partecipare nella discussione sulle soluzioni della loro
autodeterminazione.
Per
sbloccare l’embargo sulle nostre famiglie e sulla mia persona, e poiché la mia
causa è ancora sospesa malgrado tutti i miei tentativi con l’ACNUR, oltre al
rifiuto del Ministero dell’Interno mauritano di concedermi un passaporto e la
rinuncia dell’ambasciata algerina di prolungare la durata del mio vecchio
passaporto scaduto presenterò una demanda alle autorità marocchine tramite la
loro rappresentanza diplomatica in Mauritania per concedermi un passaporto come
hanno fatto tantissimi saharawi che vivono nel territorio che hanno vari punti
di vista.
I
nostri familiari subiscono l’embargo, l’eliminazione e la fame. I nostri
familiari sono usati dall’Algeria per difendere i propri interessi nella
regione a scapito degli interessi di nostri familiari che non li trovano mai
fuori il loro territorio qualunque siano le loro rivendicazioni. I nostri
familiari hanno bisogno di chi ascolta la loro voce e apporta le loro
sofferenze all’opinione pubblica, come abbiamo bisogno di godere il nostro
diritto alla circolazione e all’espressione della nostra opinione con tutta
libertà”.
Chi è Mustapha Salma Ould Sidi Mouloud? Quale è
la sua storia?
Il 6 ottobre 1979, quando
aveva appena 11 anni, Mustapha Salma Ould Sidi Mouloud fu rapito dalla sua
città natale, Smara in sud del Marocco, con sua madre e quattro sue sorelle da
una milizia del Polisario armata dall’Esercito algerino e il regime del
Gheddafi, che uccise altre due sorelle e ferì il padre, uno sceicco molto
rispettato della grande tribù dei Reguibat Labeihat, e che abita tuttora a
Smara.
Egli venne poi deportato in
Algeria nei campi di Tindouf, poi seguì un corso scolastico e universitario,
ottenendo una laurea in fisica, prima di qualificarsi col grado di ufficiale
dalla scuola di Polizia di Algeri nel 1991, all’età di 23 anni.
Successivamente Mustapha
Salma avanzò nella gerarchia del Polisario, diventando Direttore centrale della
“Sicurezza pubblica e delle investigazioni”, poi segretario generale e
ispettore generale della polizia.
Nel 2010, dopo una visita
familiare in Marocco, ove era entrato Mustapha Salma Ould Sidi Mouloud ha
annunciato, nel corso di una conferenza stampa tenuta il 9 agosto a Smara, che
intendeva aprire il dialogo col Marocco sull’iniziativa di autonomia.
In tre decenni, Laayoune,
Smara, Boujdour, Dakhla, una volta erano villaggi quasi deserti, sono diventati
veri e propri centri urbani con conseguenti cambiamenti e miglioramenti sulla
qualità della vita delle persone.
Mustapha Salma si rende
conto della perversità della propaganda Polisario che oscura volutamente la
situazione nel Sahara per mantenere la sua presa sulla popolazione nei campi di
Tindouf.
Mustapha Salma giunge
quindi alla conclusione che la soluzione definitiva del conflitto del Sahara
risiede nel piano di autonomia proposto dal Marocco, e ha deciso di tornare a
Tindouf per spiegare e difendere il piano.
Egli ha chiesto alla
direzione del Fronte di lasciargli esprimere liberamente le sue opinioni
all’interno dei campi, dove lo aspettano sua moglie, i suoi quattro figli e due
fratelli. Prima di lasciare il Marocco.
Mustapha Salma Ould Sidi
Mouloud è stato arrestato il 21 settembre 2010, lo stesso giorno del suo
rientro nei campi di Tindouf e la sua famiglia è stata torturata. Nonostante la
protesta internazionale ed i diversi appelli per la sua liberazione, Mustapha
Salma Ould Sidi Mouloud è stato ristretto in un luogo desertico in Algeria,
privo di ogni diritto di circolazione.
Sotto la pressione di organizzazioni non
governative per i diritti umani e media internazionali, il Polisario è
costretto a rilasciarlo nel mese di dicembre 2010. Il fronte separatista, però,
rifiuta al suo ex dirigente il diritto di raggiungere i suoi bambini, rimasti
nei campi di Tindouf.
Su insistenza della richiesta di un
rientro di Mustapha Salma a Tindouf, l'ACNUR ha trovato un compromesso con la
promessa di un soggiorno temporaneo sul territorio della Mauritania in attesa
di una soluzione duratura e permanente.
Dopo sei mesi di esilio mentalmente
estenuante, Mustapha Salma ha iniziato un sit-in davanti agli uffici dell'ACNUR
a Nouakchott per chiedere la fine di tale assurdità.
Nell’ottobre 2012, Mustapha Salma è stato
ascoltato da Christopher Ross, l’Inviato personale del Segretario generale
dell’ONU per il Sahara nella sua visita in Mauritania.
L'unico torto commesso da Mustapha Salma
è di avere espresso un parere contrario alla posizione del Polisario
sul conflitto nel Sahara, annunciando pubblicamente il suo sostegno
all'iniziativa marocchina sull'autonomia.