mercoledì 25 aprile 2012

Algeria e la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU 2044/24 aprile 2012


Algeria e la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU 2044/24 aprile 2012
Yassine Belkassem*

Il conflitto artificiale attorno al Sahara marocchino creato a tavolino durante gli anni della Guerra Fredda e conseguenza della geopolitica e degli appetiti egemonici dell’Algeria, ha durato troppo. sono in corso negoziati, sotto gli auspici dell’ONU, tra Marocco, Algeria, Mauritania e “Polisario”, per trovare una soluzione politica realistica e giusta.

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato all’unanimità il 24 aprile 2012 la Risoluzione 2044 che consolida i parametri della soluzione politica, incoraggia il processo di negoziato come via maestra unica del regolamento, rinforza gli approcci innovativi e apporta chiarimenti essenziali della dimensione umana di questo conflitto regionale.
La risoluzione 2044 conferma con forza, le direttive fondamentali per il regolamento e riafferma i propri orientamenti per arrivare ad una soluzione politica di compresso. I principi cardini di realismo e dello spirito di compromesso sono ribaditi di nuovo e l’implicazione degli Stati vicini del Marocco alla ricerca della soluzione è stata risollecitata.
La risoluzione rispecchia la determinazione della Comunità internazionale a favore di negoziati intensi e sostanziali e a evitare ogni blocco, strategia di deviamento o approcci estremi disusati.
In più, il Consiglio di Sicurezza incoraggia l’implicazione dei legittimi rappresentanti delle popolazioni delle province sud del Marocco alla ricerca della soluzione.
La preminenza dell’iniziativa marocchina d’autonomia del Sahara è stata ben reiterata, tale iniziativa è frutto di una larga partecipazione delle popolazioni del Sud e di un’ampia consultazione a livello nazionale ed internazionale, iniziativa innovativa che riprende tutte le specificità socioculturali degli abitanti del Sahara, in conformità con la legalità ed il diritto internazionale.
In risposta ai tentativi di screditare lo sviluppo dei diritti dell’uomo in Marocco, il CS apprezza  le riforme politiche del Regno marocchino e l’approvazione della nuova Costituzione portatrice dei valori universali. Nello stesso modo, il CS apprezza il Consiglio Nazionale dei Diritti dell’Uomo CNDH operativo a Laayoune e Dakhla (sud del Marocco) e l’interazione positiva del Marocco con il Consiglio dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite a Ginevra.
Il CS rinnova l’appello all’Algeria, come paese ospitante, di organizzare il censimento delle popolazioni dei campi di Tindouf. Questa operazione, oltre all’esigenza morale e la responsabilità giuridica internazionale, costituisce l’obbligo politico confermato dal Consiglio di Sicurezza.
Da segnalare che l’Algeria è stata parte principale in questo conflitto dall’inizio fino ad oggi: installando i separatisti sul suo territorio nei campi di Tindouf, dando il sostegno economico, diplomatico e militare alla dirigenza dei separatisti. Durante gli incontri dell’ONU è l’Algeria ufficiale che rivendica la separazione del Sahara dal Marocco. È accaduto che, le Forze Armate Reali marocchine, difendendo la Patria, avevano catturato centinaia di militari algerini di diversi gradi nelle Battaglie di Amgala in Marocco 1975/1976 e poi scarcerati grazie al sollecito dei paesi arabi e la conferma algerina di far prova del buon vicinato con il Marocco.
Il regolamento del Sahara rappresenta oggi una necessità pressante, voluta da cinque popoli del Grande Maghreb (Marocco, Mauritania, Tunisia, Algeria e Libia), dovuta dalla sfida di sicurezza della zona dal Mediterraneo all’Africa subsahariana ed auspicata da diversi partner della regione: europei, americani ed asiatici.
Tocca all’Algeria di ripensare e di attivarsi per la soluzione politica auspicata dall’ONU e affinché i sequestrati che vivono nei campi di Tindouf in situazione drammatica possano avere il diritto al censimento e di ritornare, finalmente, ai loro paesi che sia il Marocco, Mali, Mauritania o l’Algeria.
*Segretario della Federazione Africana in Toscana e Coordinatore della Rete delle associazioni della Comunità marocchina in Italia

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