sabato 4 luglio 2020

ONU. Algeria è responsabile delle violazioni diritti umani nei campi di Tindouf

Nel quadro della sua 87a sessione il Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulla Detenzione Arbitraria (GTDA/ONU) ha reso pubblica la sua decisione in merito alla denuncia dell'oppositore alla direzione del polisario, El Fadel Breica, contro lo Stato algerino, per sequestro, tortura e detenzione illegale nel territorio algerino per oltre 40 mesi, da parte delle milizie del gruppo polisario e dei servizi di sicurezza algerini, per del suo attivismo per la difesa dei diritti dell'uomo dei saharawi nei campi di Tindouf.
In particolare il rapimento di Breica è avvenuto dopo la sua partecipazione ad un sit-in di protesta davanti all'ambasciata algerina a Madrid per chiedere la sorte di El Khalil Ahmed Braih, dirigente del polisario scomparso dopo suo rapimento nel gennaio 2009 ad Algeri dai servizi di intelligence algerini.
Gli esperti dell’ONU deliberano che la responsabilità dell’Algeria è chiara finché El Fadel Breica era a Tindouf, sul territorio algerino e quindi sotto la competenza territoriale dell’Algeria".
Poi, "la detenzione di El Fadel Breica è il risultato dell'esercizio pacifico dei suoi diritti alla libertà di espressione e di associazione, che è stato oggetto di sequestro senza che gli sia stato presentato alcun mandato di cattura, che non è stato neppure informato dei motivi del suo arresto, che non è stato presentato dinanzi a un giudice durante i quattro mesi di detenzione e che il suo diritto è stato altresì violato un ricorso effettivo".
GTDA/ONU giudica che "l’arresto e la detenzione di Breica non hanno base giuridica e sono arbitrari".
Preoccupati per la proliferazione delle pratiche di detenzione arbitraria nei campi di concentramento, gli esperti del GTDA/ONU hanno chiesto allo Stato algerino di facilitare loro una visita in questo paese "al fine di avviare un dialogo con il suo governo al riguardo", invitando le autorità algerine, sul caso specifico di Breica, ad adottare le misure necessarie per avviare un’indagine approfondita e indipendente sulle circostanze della privazione arbitraria della libertà di Breica, di prendere le misure necessarie contro i responsabili della violazione dei suoi diritti e per il risarcimento dei danni subiti, in particolare sotto forma di risarcimento in conformità del diritto internazionale", invitando nel contempo il governo algerino a riferire al GTDA/ONU in merito all’attuazione di tali raccomandazioni.
È chiara questa decisione, che ha spazzato via le manovre dell'Algeria volte a seminare l'ambiguità sulla sua responsabilità per i crimini abietti perpetrati impunemente sul suo territorio, dal suo Esercito e dal suo polisario, nei confronti dei saharawi trattenuti nei campi.
Così, questo organo dell'ONU ha aperto la strada alle centinaia di vittime e ai loro aventi diritto per chiedere conto ai loro carnefici e una riparazione materiale e morale ai loro protettori algerini che sono ormai immersi nella turbolenza della procedura di controllo dell'attuazione della decisione del GTDA/ONU rispetto al caso di Breica, dato che lo Stato algerino dovrà informare il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite entro 6 mesi sulle misure adottate, in particolare per quanto riguarda l'apertura di un'inchiesta relativa all'arresto e alla detenzione arbitraria di Breica e al suo risarcimento, nonché al perseguimento degli autori di tali abusi.
Un altro merito importante della decisione del GTDA/ONU è il vero volto dei presunti difensori dei diritti umani che dimostrano piena cecità rispetto alle atrocità commesse contro le popolazioni dei campi di Tindouf dai loro ordinanti, la cui "generosità" ha acuito in modo sproporzionato la sensibilità di questi imprenditori dei diritti umani per renderli sempre favorevoli alla propaganda fallace dei separatisti contro il Marocco. Amnesty International, Human Rights e F. Kennedy sono sempre fuori il mondo delle violazioni perpetrate nei campi di Tindouf.

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