L’attivista saharawi
Lemaadla Zroug ha svelato mercoledì 11 marzo 2020 a Ginevra davanti al
Consiglio dei diritti dell’uomo (CDU) il calvario delle famiglie dei dispersi
saharawi nelle prigioni dei separatisti Polisario, nel sud-ovest algerino.
Nel suo
intervento alla 43a sessione del CDU, Zroug ha denunciato gli atti di
rappresaglia e le punizioni inflitte agli oppositori nei campi di Tindouf, in
cui “i dirigenti del Polisario ricorrono sistematicamente agli atti di
rapimento, maltrattamento ed esecuzione nei confronti degli oppositori saharawi”,
osservando che le milizie dei separatisti sono incoraggiate nelle loro azioni,
dalla dittatura che regna in questi campi, tenuto conto del rifiuto del paese
ospitante (Algeria) di assumersi le proprie responsabilità giuridiche e morali
in violazione delle Carte internazionali.
In questo
senso, l’attivista Zroug denuncia il mutismo e la mancanza di reazione delle
istanze internazionali, in particolare l’Alto Commissariato per i Rifugiati
(UNHCR), di fronte a questi orribili crimini.
A tale proposito, ha ricordato il caso di suo padre, rapito dalle milizie del gruppo Polisario, alcuni mesi prima della sua nascita, e torturato a morte. Il Polisario continua a rifiutarci di informare la famiglia del luogo in cui è stato sepolto suo padre, ha spiegato.
Tali orribili
crimini hanno colpito centinaia di saharawi, ha proseguito, notando che “nonostante
gli sforzi compiuti dalle famiglie delle vittime per conoscere la sorte delle
persone scomparse, non abbiamo ricevuto alcuna risposta dall’Alto Commissario
ai rifugiati, dall’Algeria e dai capi del Polisario, anche se alcuni di questi
ultimi hanno riconosciuto di aver commesso questi crimini”.
Allo stesso
modo, ha denunciato la complicità e il mutismo di coloro che si autoproclamano
difensori dei diritti dei saharawi di fronte a questi crimini, rilevando che
questi cosiddetti attivisti dei diritti umani incoraggiano con il loro mutismo
le milizie dei separatisti a proseguire, impuniti, i loro gravi crimini e violazioni.
“Le famiglie
delle vittime del Polisario ritengono che il silenzio della comunità
internazionale su queste violazioni incoraggia i loro autori a persistere nelle
loro pratiche criminali e invitano tutte le istanze internazionali ad
esercitare pressioni sul paese ospitante ovvero Algeria affinché rispetti i
suoi obblighi nei confronti delle popolazioni saharawi sul suo territorio”, ha
concluso.
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