giovedì 12 marzo 2020

DISPERSI SAHARAWI. ALGERIA E POLISARIO SOTTO PROCESSO AL CDU


L’attivista saharawi Lemaadla Zroug ha svelato mercoledì 11 marzo 2020 a Ginevra davanti al Consiglio dei diritti dell’uomo (CDU) il calvario delle famiglie dei dispersi saharawi nelle prigioni dei separatisti Polisario, nel sud-ovest algerino.
Nel suo intervento alla 43a sessione del CDU, Zroug ha denunciato gli atti di rappresaglia e le punizioni inflitte agli oppositori nei campi di Tindouf, in cui “i dirigenti del Polisario ricorrono sistematicamente agli atti di rapimento, maltrattamento ed esecuzione nei confronti degli oppositori saharawi”, osservando che le milizie dei separatisti sono incoraggiate nelle loro azioni, dalla dittatura che regna in questi campi, tenuto conto del rifiuto del paese ospitante (Algeria) di assumersi le proprie responsabilità giuridiche e morali in violazione delle Carte internazionali.
In questo senso, l’attivista Zroug denuncia il mutismo e la mancanza di reazione delle istanze internazionali, in particolare l’Alto Commissariato per i Rifugiati (UNHCR), di fronte a questi orribili crimini.

A tale proposito, ha ricordato il caso di suo padre, rapito dalle milizie del gruppo Polisario, alcuni mesi prima della sua nascita, e torturato a morte. Il Polisario continua a rifiutarci di informare la famiglia del luogo in cui è stato sepolto suo padre, ha spiegato.
Tali orribili crimini hanno colpito centinaia di saharawi, ha proseguito, notando che “nonostante gli sforzi compiuti dalle famiglie delle vittime per conoscere la sorte delle persone scomparse, non abbiamo ricevuto alcuna risposta dall’Alto Commissario ai rifugiati, dall’Algeria e dai capi del Polisario, anche se alcuni di questi ultimi hanno riconosciuto di aver commesso questi crimini”.
Allo stesso modo, ha denunciato la complicità e il mutismo di coloro che si autoproclamano difensori dei diritti dei saharawi di fronte a questi crimini, rilevando che questi cosiddetti attivisti dei diritti umani incoraggiano con il loro mutismo le milizie dei separatisti a proseguire, impuniti, i loro gravi crimini e violazioni.
“Le famiglie delle vittime del Polisario ritengono che il silenzio della comunità internazionale su queste violazioni incoraggia i loro autori a persistere nelle loro pratiche criminali e invitano tutte le istanze internazionali ad esercitare pressioni sul paese ospitante ovvero Algeria affinché rispetti i suoi obblighi nei confronti delle popolazioni saharawi sul suo territorio”, ha concluso.


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