giovedì 26 luglio 2018

Tribunale dell’UE : Polisario non è rappresentante della popolazione saharawi. Rinnovato Accordo di Pesca UE – Marocco


Il tribunale dell'Unione europea (UE) ha reso pubblico, il 19 luglio 2018, una ordinanza di rifiuto del ricorso depositato, nel 2014, dai separatisti del Polisario contro l'accordo di pesca maroco-europeo. Quest'ordinanza, che respinge il ricorso, nega al Polisario la qualità per agire oltre a pagare le spese per il tribunale.
Cosi “il tribunale (quinta camera allargata), ordina: 1) Il ricorso è respinto. 2) Il fronte popolare per la liberazione di Saguia-el-Hamra e di Rio de Oro (Front Polisario) sopporterà, oltre alle sue spese, quelle esposte dal Consiglio dell'Unione europea”.
Questo sviluppo positivo consolida la posizione del Regno del Marocco su questa questione e smaschera, di nuovo, l'impostura dei separatisti sostenuti dall’Algeria, ed il loro fallimento a far valere lo statuto dello Fronte Polisario come rappresentante legittimo o legale delle popolazioni saharawi.
Il ministro marocchino della Pesca Aziz Akhannouch, considera che si tratta di una nuova vittoria per il Marocco poiché: “Il ricorso è respinto nella sua integrità; l'accordo (2014 – 2018) impugnato aveva scadenza il 14 luglio 2018 cioè 5 giorni prima dell'ordinanza del tribunale, del 19 luglio; il tribunale conforma le motivazioni già espresse dalla corte di giustizia di cui i due accordi, agricolo e di pesca, tengono ormai conto; l'accordo resta dunque valido;  “il polisario”, di nuovo, non ha nessuna qualità ad agire in questa questione secondo i termini del tribunale; è dunque una vittoria per il Marocco e ricordo che abbiamo integrato menzioni esplicite e formali ai territori delle nostre province del sud ai due accordi, agricolo e di pesca”.
Intanto, proprio il 24 luglio, la sigla dell'accordo sulla pesca tra il Marocco e l'Unione europea (Ue) è arrivata al termine di un processo di sette round di negoziati svolti in un clima consenso tra le due parti. Lo ha dichiarato a Rabat il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Nasser Bourita, dopo la cerimonia della firma dell'intesa, alla presenza del ministro dell'Agricoltura Aziz Akhannouch, Bourita ha sottolineato che “la sigla dell'accordo sulla pesca tra Marocco e Ue costituisce il culmine di un processo negoziale durato circa tre mesi e che si è svolto in sette turni a Bruxelles e Rabat. Bourita ha aggiunto che la sigla concretizza il raggiungimento di tre obiettivi principali, il primo dei quali mira a rafforzare il partenariato tra il Marocco e l'Ue nel settore della pesca marittima, una collaborazione il cui inizio risale a più di 30 anni fa e che si basa su diversi accordi conclusi negli anni passati.
Il testo include diverse novità, cominciando con il numero di marinai marocchini a bordo delle navi europee che è stato rivisto al rialzo: per alcune categorie di navi il cui numero massimo è limitato a 128. Inoltre, al fine di ottimizzare al meglio l'impatto socio-economico per la popolazione delle regioni interessate, in particolare nelle province del sud del Marocco, l'accordo prevede un volume di attraccaggio obbligatorio, con un aumento del livello delle sanzioni del 15 per cento e del 5 per cento in caso di non conformità con gli sbarchi. Inoltre, l'accordo prevede un aumento del contributo finanziario da 40 milioni di euro a 52,2 milioni di euro l'anno.
Le due parti hanno inoltre concordato disposizioni volte ad ottimizzare i benefici per le popolazioni nelle aree interessate. Secondo la dichiarazione congiunta del Marocco e dell'Ue, “Rabat beneficerà dei vantaggi socioeconomici dell'accordo, in particolare in termini di infrastrutture, servizi sociali di base, creazione di imprese, formazione professionale, sviluppo e ammodernamento del settore della pesca”.
L'accordo copre l'area geografica di Cap Spartel a Cap Blanc, escludendo il Mar Mediterraneo al fine di preservare le risorse di un'area che spesso soffre di sovrasfruttamento. Il sistema di monitoraggio e controllo della pesca è stato inoltre rafforzato, rendendo obbligatoria la presenza di osservatori in alcuni casi non previsti dal vecchio protocollo.
Il nuovo accordo è stato accolto con soddisfazione dalla diplomazia marocchina, che ha commentato tramite i suoi organi ufficiali che “nessuna intesa internazionale può essere conclusa senza comportare la sovranità del Regno sulle sue province meridionali”.
Secondo il ministro Agricoltura del Marocco, Aziz Akhannouch, lo stesso accordo mira a preservare la sostenibilità delle risorse ittiche e proteggere l'ambiente marino sottolineando che l'obiettivo è di insistere sulla “preservazione della sostenibilità delle risorse ittiche”, dato che molte specie non erano incluse nel precedente accordo, e ha inoltre affermato che le due parti hanno concordato di fornire nuovi mezzi finanziari a beneficio della popolazione e dei pescatori al fine di consentire loro di beneficiare di progetti socioeconomici che fanno parte del piano Halieutis e contribuiscono alla ristrutturazione del settore della pesca. Akhannouch ha sottolineato che si tratta di “un accordo equilibrato”, che tiene conto di tutte le prospettive in vigore e risponde a tutte le richieste.
Da parte sua, l'ambasciatrice dell'Ue in Marocco, Claudia Wiedey, ha dichiarato di essere “orgogliosa” della sigla dell'accordo, che getta le basi per il futuro del settore della pesca sia per il Marocco che per l'Unione europea.


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