Il tribunale dell'Unione
europea (UE) ha reso pubblico, il 19 luglio 2018, una ordinanza di rifiuto del
ricorso depositato, nel 2014, dai separatisti del Polisario contro l'accordo di
pesca maroco-europeo. Quest'ordinanza, che respinge il ricorso, nega al
Polisario la qualità per agire oltre a pagare le spese per il tribunale.
Cosi “il tribunale (quinta camera allargata), ordina:
1) Il ricorso è respinto. 2) Il fronte popolare per la liberazione di
Saguia-el-Hamra e di Rio de Oro (Front Polisario) sopporterà, oltre alle sue
spese, quelle esposte dal Consiglio dell'Unione europea”.
Questo sviluppo
positivo consolida la posizione del Regno del Marocco su questa questione e
smaschera, di nuovo, l'impostura dei separatisti sostenuti dall’Algeria, ed il
loro fallimento a far valere lo statuto dello Fronte Polisario come
rappresentante legittimo o legale delle popolazioni saharawi.
Il ministro marocchino della Pesca Aziz Akhannouch,
considera che si tratta di una nuova vittoria per il Marocco poiché: “Il ricorso
è respinto nella sua integrità; l'accordo (2014 – 2018) impugnato aveva
scadenza il 14 luglio 2018 cioè 5 giorni prima dell'ordinanza del tribunale,
del 19 luglio; il tribunale conforma le motivazioni già espresse dalla corte di
giustizia di cui i due accordi, agricolo e di pesca, tengono ormai conto; l'accordo
resta dunque valido; “il polisario”, di
nuovo, non ha nessuna qualità ad agire in questa questione secondo i termini
del tribunale; è dunque una vittoria per il Marocco e ricordo che abbiamo
integrato menzioni esplicite e formali ai territori delle nostre province del
sud ai due accordi, agricolo e di pesca”.
Intanto, proprio il 24
luglio, la sigla dell'accordo sulla pesca tra il Marocco e l'Unione europea
(Ue) è arrivata al termine di un processo di sette round di negoziati svolti in
un clima consenso tra le due parti. Lo ha dichiarato a Rabat il ministro degli
Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Nasser Bourita, dopo la
cerimonia della firma dell'intesa, alla presenza del ministro dell'Agricoltura
Aziz Akhannouch, Bourita ha sottolineato che “la sigla dell'accordo sulla pesca
tra Marocco e Ue costituisce il culmine di un processo negoziale durato circa
tre mesi e che si è svolto in sette turni a Bruxelles e Rabat. Bourita ha
aggiunto che la sigla concretizza il raggiungimento di tre obiettivi principali,
il primo dei quali mira a rafforzare il partenariato tra il Marocco e l'Ue nel
settore della pesca marittima, una collaborazione il cui inizio risale a più di
30 anni fa e che si basa su diversi accordi conclusi negli anni passati.
Il testo include diverse
novità, cominciando con il numero di marinai marocchini a bordo delle navi
europee che è stato rivisto al rialzo: per alcune categorie di navi il cui
numero massimo è limitato a 128. Inoltre, al fine di ottimizzare al meglio l'impatto
socio-economico per la popolazione delle regioni interessate, in particolare
nelle province del sud del Marocco, l'accordo prevede un volume di attraccaggio
obbligatorio, con un aumento del livello delle sanzioni del 15 per cento e del
5 per cento in caso di non conformità con gli sbarchi. Inoltre, l'accordo
prevede un aumento del contributo finanziario da 40 milioni di euro a 52,2
milioni di euro l'anno.
Le due parti hanno inoltre
concordato disposizioni volte ad ottimizzare i benefici per le popolazioni
nelle aree interessate. Secondo la dichiarazione congiunta del Marocco e
dell'Ue, “Rabat beneficerà dei vantaggi socioeconomici dell'accordo, in
particolare in termini di infrastrutture, servizi sociali di base, creazione di
imprese, formazione professionale, sviluppo e ammodernamento del settore della
pesca”.
L'accordo copre l'area
geografica di Cap Spartel a Cap Blanc, escludendo il Mar Mediterraneo al fine
di preservare le risorse di un'area che spesso soffre di sovrasfruttamento. Il
sistema di monitoraggio e controllo della pesca è stato inoltre rafforzato,
rendendo obbligatoria la presenza di osservatori in alcuni casi non previsti
dal vecchio protocollo.
Il nuovo accordo è stato
accolto con soddisfazione dalla diplomazia marocchina, che ha commentato
tramite i suoi organi ufficiali che “nessuna intesa internazionale può essere
conclusa senza comportare la sovranità del Regno sulle sue province
meridionali”.
Secondo il ministro
Agricoltura del Marocco, Aziz Akhannouch, lo stesso accordo mira a preservare
la sostenibilità delle risorse ittiche e proteggere l'ambiente marino
sottolineando che l'obiettivo è di insistere sulla “preservazione della
sostenibilità delle risorse ittiche”, dato che molte specie non erano incluse
nel precedente accordo, e ha inoltre affermato che le due parti hanno
concordato di fornire nuovi mezzi finanziari a beneficio della popolazione e
dei pescatori al fine di consentire loro di beneficiare di progetti
socioeconomici che fanno parte del piano Halieutis e contribuiscono alla
ristrutturazione del settore della pesca. Akhannouch ha sottolineato che si
tratta di “un accordo equilibrato”, che tiene conto di tutte le prospettive in
vigore e risponde a tutte le richieste.
Da parte sua,
l'ambasciatrice dell'Ue in Marocco, Claudia Wiedey, ha dichiarato di essere
“orgogliosa” della sigla dell'accordo, che getta le basi per il futuro del
settore della pesca sia per il Marocco che per l'Unione europea.
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