Di fronte al
dramma delle migrazioni “è nostro dovere agire”. Lo ha affermato il Re del
Marocco Mohammed VI in un discorso del 28 gennaio per il 30mo vertice dell’Unione
Africana (UA) letto ad Addis Abeba dal capo del governo marocchino Saad Eddine
El Othmani. “Il continente africano – ha sottolineato Mohammed VI – deve
trattare il tema delle migrazioni con spirito di piena solidarietà”. “Dal 2015,
più di 6.200 migranti africani hanno perso la vita nel Mediterraneo. È nostro
dovere agire per fare in modo che la morte di donne, bambini e uomini a
Lampedusa e le immonde pratiche in Libia non siano state invano!”, si è chiesto
il Sovrano marocchino rivolgendosi al continente africano sulla necessità di
cambiare il modo in cui le società africane affrontano la questione. “Quanti
drammi migratori saranno necessari per cambiare il modo in cui le nostre
società affrontano la questione?”, ha domandato sottolineando che “ora più che
mai è tempo che il nostro continente affronti il tema delle migrazioni con uno
spirito di totale solidarietà”. A tal fine, “la nostra saggezza collettiva sarà
la nostra principale risorsa per l’attuazione dell’Agenda Africana per la
Migrazione. L’unità è la chiave del successo e la cooperazione inter-africana
ne è la via”, ha assicurato il Sovrano, secondo il quale le migrazioni riportate
alle vere proporzioni, lontane dai miti che ne proiettano un’immagine
scandalosamente distorta, rappresentano “una posta in gioco planetaria e
cruciale per il nostro continente”.
Per il Re
Mohammed VI è tempo di smontare i miti associati alla migrazione: “i migranti
rappresentano soltanto 3,4% della popolazione mondiale” e “la migrazione
africana è inizialmente interafricana”. “La migrazione non impoverisce i paesi
di accoglienza, poiché l’85% dei redditi dei migranti resta in questi paesi”.
Inoltre “la migrazione è un fenomeno naturale che costituisce la soluzione e
non il problema”, afferma il Sovrano.
Merita, dunque,
“un nuovo approccio afro – incentrato che concilia il realismo, la tolleranza
ed il primato della ragione sulle paure”, nonché la necessità di adottare una
prospettiva positiva sulla questione della migrazione mettendo davanti la
logica umanistica di responsabilità condivisa e di solidarietà.
Il Re ha
sottolineato in questo senso che il suo documento dell’Agenda Africana per la
Migrazione, sottoposta al 30mo vertice dell’UA, propone in materia di gestione
migratoria un passo fondato su politiche nazionali, su un coordinamento
sottoregionale, su una prospettiva continentale ed un partenariato
internazionale.
Questo documento
è “il frutto del dialogo permanente” di Re Mohammed VI con numerosi capi di
Stato, poi riflette un’appropriazione ampia, in particolare attraverso la
tenuta di due riunioni importanti, il 2 novembre 2017 a Skhirate, che ha
riunito più di 120 istanze decisionali, rappresentanti di organizzazioni
internazionali, ricercatori e membri della società civile come pure una
conferenza ministeriale organizzata a Rabat, il 9 gennaio 2018, alla quale
hanno partecipato una ventina di ministri che rappresentano le cinque
sottoregioni del continente, la Commissione dell’Ua e le Comunità economiche
regionali.
L’Agenda suppone
una ridefinizione introspettiva e positiva della migrazione, come una volontà
politica reale degli Stati, che hanno ciascuno interesse affinché la migrazione
sia realizzata nella sicurezza, nella legalità, nell’ordine e nel rispetto dei
diritti umani.
“Quest’Agenda
deve tendere a fare dalla migrazione una leva di co-sviluppo, un pilastro della
cooperazione Sud-Sud, ed un vettore di solidarietà”, ha spiegato il sovrano,
proponendo la creazione di un osservatorio africano della migrazione e di un
posto d’inviato speciale dell’Unione africana incaricato della questione.
L’osservatorio
africano della migrazione, il cui lavoro sarà basato sul “comprendere,
anticipare ed agire”, avrà il compito di sviluppare il monitoraggio e lo
scambio di informazioni tra i paesi africani per favorire una gestione
controllata dei flussi migratori. “Il Marocco propone di ospitare
quest’osservatorio”, ha sottolineato il Sovrano.
Quanto al posto
d’inviato speciale dell’UA incaricato della migrazione, avrà il compito “di
coordinare le politiche dell’Unione in questo settore”.
A tale riguardo il Sovrano ha indicato che il Marocco, che ospiterà la
Conferenza intergovernativa d’adozione del Patto mondiale e il Forum globale
per la Migrazione e lo Sviluppo nel dicembre 2018, si impegna a fare di queste
riunioni multilaterali un portavoce dell’Africa.